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Autore: Afaneia    19/10/2021    1 recensioni
Raccolta di fanfiction a tema Pokémon scritte in occasione del Writober 2021 indetto da Fanwriter.it.
#3 - Cera: per quello che vuoi dovrai aspettare ancora un pochino.
#5 - Neve: Ha i piedi gelati.
#8 - Incisione: «Te l'ho mai detto che hai l'hobby più noioso del mondo, sì?»
#10 - Gridare: Max non alza mai la voce.
#11 - Crack ship: «Ah, ecco... parti da qui.» «Da... Guzman in trono?»
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ivan, Max (Team Magma), Prof. Kukui, Rocco Petri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Prompt: Mental health.

Numero di parole: 629.

Non si parla abbastanza di farmaci e antidepressivi vari e sono molto più demonizzati di quanto si dovrebbe. Probabilmente una buona parte delle persone che conosciamo ne fa uso senza che lo sappiamo (io, per esempio), più abitualmente dei FANS o degli analgesici, e forse sarebbe bello parlarne un po' di più. Anche degli effetti collaterali più umilianti.


# 17

~ Mental health ~


Ivan lo sente che qualcosa non va, e Max sente che lui lo sente.

Si sforza, qualche volta. Cerca di ricordarsi com'era prima, prima, quando gli bastava vederlo o a volte sentire soltanto la sua voce, e a dire il vero se ne ricorda benissimo – non è mica stupido – semplicemente non è più così.

Ne ha parlato col suo medico. Lui lo ha ascoltato a lungo, educatamente, dopodiché ha scosso il capo e ha detto: «Max, tu sei un biologo. Lo sai come funzionano gli effetti collaterali.»

Certo che lo sa, ma questo non rende le cose più facili o meno umilianti. La sera, quando Ivan s'infila accanto a lui a letto e il suo calore lo invade, Max si ritrova a sperare dentro di sé che non provi a toccarlo e contemporaneamente che non se ne accorga – del suo cambiamento e della sua poca voglia di qualsiasi contatto e di tutto il resto.

Ivan sa tutto, ovviamente, perché neppure lui è stupido. Se n'è accorto. Quando s'infila a letto, portandosi un giornale o un tablet o qualcos'altro da guardare, Ivan distende un braccio dal suo lato, Max ci appoggia pigramente sopra la testa e continua a leggere il suo libro. Passano le serate così, prima di dormire. Questo tipo di contatto gli piace ancora. Sto diventando vecchio, pensa tra sé per consolarsi di se stesso: fino a qualche anno fa avremmo scopato tutte le sere; ma non è vero. Non è l'età il problema.

A volte si sforza. Non prova il minimo bisogno fisico, ma ci sono sere in cui fa quasi violenza a se stesso e si avvicina a Ivan più per decisione che per desiderio. Ivan lo accoglie ogni volta come una rivelazione, e dopo aver cominciato, tutto sommato, non è poi così male. Non è che non gli piaccia più – è che non ne prova più il bisogno.

Ma sono rare quelle volte, e Ivan non fa niente per forzarlo. Della sua comprensione Max gli è grato con tutto l'amore del mondo, ma a volte ha un sapore di compassione, e una sera, col volto affondato nel cuscino, Max mormora: «Forse dovrei smettere di prendere i farmaci.»

Non c'è bisogno di spiegargli a cosa si riferisca. «Te l'ha detto il medico?» domanda Ivan senza distogliere lo sguardo da un video di cuccioli di Skitty che giocano.

«No. Ci sto pensando da solo.»

Ivan abbassa il tablet. «Ma stai meglio da quando li prendi.»

Max affonda ancora di più la faccia nel cuscino. Non ha voglia di guardarlo. «Sì, ma... lo sai. Lo vedi anche tu che non sono più lo stesso.»

«Io vedo che stai meglio» ribatte cocciutamente Ivan.

La sua testardaggine è tale che Max solleva persino un pochino la testa dal guanciale. «E che non ho più voglia di fare sesso te ne sei accorto?»

«Non sono mica stupido.»

«E non te ne importa?»

«Certo che me ne importa» ribatte Ivan tornando a sollevare il tablet e avviando il video degli Skitty che giocano. «Ma negli ultimi vent'anni abbiamo fatto abbastanza sesso per i prossimi venti, perciò posso farmene una ragione. Io sono contento di vederti stare meglio.»

Max rimane interdetto per un po'. «E per te questo risolve il problema?»

«Lo risolve fin dove posso arrivare io» conclude Ivan con l'aria di ritenere chiusa la questione. «Non sono un medico, Max. Io so soltanto che stai meglio. Per tutto il resto troveremo una soluzione.»

Forse non è una logica ferrea, ma è la logica di Ivan, e Max ha imparato ormai da anni che non può vincerla. Max apre la bocca, la richiude, si crogiola per un istante nella sensazione di benessere che lo ha pervaso e si appoggia alla sua spalla per guardare il video degli Skitty.

   
 
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