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Autore: Shireith    20/10/2021    1 recensioni
Papillon è stato sconfitto, ma le dinamiche non sono chiare a nessuno. La stessa Ladybug nutre dubbi a riguardo. Per di più, senza che gliene spieghi il motivo, un giorno Chat Noir la abbandona.
Cinque anni dopo, il passato ritorna per entrambi.
• Long what if? che non tiene conto della quarta stagione perché quando mi è venuta l’idea ancora non era andata in onda. Lovesquare in tutte le salse con tanta Adrienette e Ladynoir. Scritta seguendo i prompt del #Writober2021 di Fanwriter.it (lista pumpBLANK – prompt misti scelti tra le quattro liste presenti).
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Alya, Gabriel Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo sesto


(20 — cesto)
  
 «Per chi era il cesto di fiori che hai ordinato?»
 Le colazioni con suo padre erano sempre state scandite dal tintinnio dell’argenteria sui piatti e un silenzio tra loro che sembrava soffocante – tra tutte le volte in cui Adrien avrebbe voluto che il padre lo spezzasse, questa non era tra quelle.
 Almeno ci stava provando – erano cinque anni che ci provava, in effetti.
 «Un’amica.»
 «Invii cesti di fiori a un'amica alle sei di mattina?»
 Adrien si pulì gli angoli della bocca con un fazzoletto di stoffa. «Alla festa ho rincontrato una vecchia compagna di classe. Potrei… potrei averla messa nei guai con la sua capa, quindi ho pensato di scusarmi. Tu chiedi continuamente a Nathalie di inviare regali», ribatté, anche se, per amor di cronaca, Gabriel lo faceva solo per mantenere un briciolo d’apparenza.
 Nella pausa che seguì, Adrien si chiese se il padre stesse meditando se fargli notare o meno che lui, appunto, i regali li inviava tramite Nathalie, Adrien invece dei fiori se n’era occupato di persona.
 «Chi era quest’amica?» chiese tuttavia.
 Adrien sospettava che una parte di lui già sapesse. L’aveva incontrata a un evento di stilisti, chi altre poteva mai essere?
 «Marinette Dupain-Cheng.»
 Gabriel fece un mormorio d’assenso. «Me la ricordo. Era piuttosto promettente. Per chi lavora?»
 «Eugenia Belladonna.»
 «Ah. Povera ragazza.»
 Adrien non si preoccupò di nascondere un sorriso. «Da qualche parte bisogna pure iniziare», commentò, rammentando le parole di Marinette della sera precedente.
 Gabriel lo osservò da sopra una tazza di caffè. «Mi fermerò a Parigi per un po’. Non sei costretto a rimanere se non vuoi, ma potrebbe essere un’occasione per rivedere anche gli altri tuoi vecchi compagni di scuola.»
 La memoria di Adrien ritornò a quella stessa mattina, quando si era svegliato con un messaggio di Kim che lo invitava a una rimpatriata. Da quando Kim fosse mattiniero, e come facesse a sapere che era in città, erano domande a cui non aveva risposta, ma trovarne una nemmeno gli interessava.
 Sorrise. «Ti hanno già anticipato, papà.»
 
*
 
 Dispensare ad Alya Césaire informazioni che avrebbero acuito oltre l’immaginabile il suo amore per il ficcanasare era una pessima idea, soprattutto se si era Marinette e si conosceva bene ogni peculiarità della giornalista in questione.
Adrien Agreste ti ha invitato a bere qualcosa e avete parlato per tutta la sera! si era appena trasformato in Adrien Agreste ti ha fatto recapitare un cesto di fiori per “ringraziarti”! – ed era attorno a quel ringraziarti che s’attorcigliavano le mille insinuazioni di Alya.
 Di grazia, perché le aveva dato le chiavi del suo appartamento?
 «Non è successo niente, abbiamo solo parlato.»
 «Di cosa?»
 «… Cose.»
 «Cose cosa
 In un gesto di disperazione, Marinette cercò e trovò lo sguardo di Nino per implorare la sua solidarietà, ma Nino, ancora più disperato, il suo sguardo lo nascose puntandolo sulla torta che stava finendo di glassare per il compleanno imminente di sua madre. Proprio lui, la seconda e ultima persona, esclusi per ovvi motivi i suoi genitori, che aveva una copia della chiave del suo appartamento: vatti a fidare degli amici!
 Marinette reputò comunque saggio prendere spunto dalla sua strategia e cercò di sottrarsi ad Alya raccattando vestiti e altro in giro per tutto l’appartamento.
 «Parti dall’inizio», la incitò Alya senza farsi intimidire, seguendola prima di qua e poi di là come fosse la sua ombra.
 «Te l’ho detto, l’ho aiutato a scollarsi di dosso la Baronessa inventandomi di aver visto il signor Agreste alla festa.»
 «E nemmeno questo è servito a farti licenziare?»
 «Alya.»
 Alya mostrò i palmi in segno di resa – o meglio: si arrese sulla questione Belladonna, non sulla questione Adrien Agreste ti ha fatto recapitare un mazzo di fiori per “ringraziarti”!
 «Chi ha avuto l’idea di lasciare la festa, tu o lui?»
 Marinette prese un libro che nemmeno si ricordava di avere e lo portò in giro per mezzo appartamento solo per poi posarlo nello stesso punto. «Lui.»
 «E il locale chi l’ha scelto?»
 Fece finta di piegare una maglietta. «Ci siamo semplicemente trovati lì. Abbiamo riconosciuto il muretto contro cui Kim si è rotto il naso, ricordi?»
 «Alix non riusciva a smettere di ridere!»
 «Nino.»
 Nino riscoprì un incredibile interesse per la torta che stava finendo di preparare.
 Alya tornò a fissare l’amica che rifuggiva volutamente il suo sguardo. «E di cosa avete parlato per cinque ore?»
 Quell’informazione era una delle tante che Marinette rimpiangeva di averle fornito, non le avrebbe detto anche che aveva confessato i suoi sentimenti ad Adrien con solo otto o nove anni di ritardo rispetto al giorno in cui si era innamorata di lui.
 C’era stata la pioggia quel giorno, nel momento esatto in cui Adrien le aveva rubato il cuore, e c’era stata la pioggia anche quando Chat Noir l’aveva svuotato di ogni motivo per cui continuare a battere. Al solo pensiero sentì la gabbia toracica stringersi attorno ai polmoni e soffocarla dall’interno.
 «Marinette?»
 Lei scosse la testa e ributtò la stessa maglietta di prima sul divano, arrendendosi a tutte quelle pieghe. «Gli ho raccontato un po’ cosa ho fatto in questi anni, lui ha fatto lo stesso e… basta, abbiamo parlato. Il tempo vola quando sei in compagnia di un buon amico.»
 Alya scoccò un’occhiata furtiva a Nino e in quell’esatto istante Nino sollevò il mento per fare lo stesso. Marinette li conosceva troppo bene per non cogliere le sfumature più sottili in quello che era il loro personale linguaggio (li aveva sempre invidiati per questo, anche lei avrebbe voluto una persona speciale con cui comunicare in modi che nessun altro poteva afferrare – c’era Tikki, ma non era proprio la stessa cosa).
 Nino si pulì le mani con uno straccio e superò l’isolotto della cucina. «Penso che quello che Alya voglia dire, al di là dei suoi modi insistenti» – Alya gli scoccò un finto broncio e Nino ricambiò con uno sguardo tanto dolce da far sciogliere tutta la glassa su cui lavorava da mezz’ora – «è che siamo preoccupati per te. Se ti piace ancora Adrien… questa volta dovresti dirglielo.»
 «Magari alla rimpatriata di stasera.»
 «Alya…»
 «Era tanto per dire!»
 
NOTE ➺ Se pensate che ad aver detto a Kim che Adrien è in città siano stati Alya e Nino – soprattutto Alya – state pensate bene.  
A domani con la rimpatriata! che non è assolutamente una scusa per far rivedere Adrien e Marinette
 
   
 
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