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Autore: Justice Gundam    21/10/2021    3 recensioni
Nella città di Biancavilla, una cittadina di campagna nel continente di Kanto, comincia la storia di Ash Ketchum, un ragazzino con l'ambizione di diventare un autentico campione di Pokemon. Con l'aiuto del suo Pokemon più fidato, un Pikachu molto particolare, Ash vivrà grandi avventure e viaggerà in varie parti del mondo per realizzare il suo sogno... ma se le cose fossero andate diversamente da quello che abbiamo vinto in tv? Riscrittura AU dell'anime e della mia saga di Pokemon.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Brock, Gary, Misty, Team Rocket | Coppie: Ash/Misty
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon Red & Blue Legends Retold
Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 1 - L'inizio di un viaggio dalle mille sfumature 

Erano passati due anni da quel giorno che per Ash e i suoi giovanissimi concittadini era stato così importante.

Quella sera, la cittadina di Biancavilla sembrava immersa in una quiete quasi innaturale. Era come se il tempo si fosse fermato. Come se il sole si fosse fermato a metà strada nel suo percorso attraverso l'orizzonte, e il cielo si fosse permanentemente tinto di quell'arancione acceso. L'aria era fresca e gradevole, e una leggera brezza soffiava sul volto di Ash, mentre quest'ultimo passeggiava su e giù per una collinetta alla periferia di Biancavilla, e guardava con eccitazione la stradina sterrata che, a partire dal suo villaggio natale, si dipartiva verso le terre selvaggie.

Ovviamente, questa faccenda del tempo che non scorreva mai... era probabilmente dovuta a quanto Ash fosse impaziente che arrivasse la mattina del giorno dopo!

Per il ragazzino, era un momento di assoluta eccitazione e gioia. Si vedeva già il primo della fila davanti al laboratorio del professor Oak, pronto a scegliere il suo primo Pokemon e a partire per la più grande avventura della sua vita! In quei due anni, non era passato giorno in cui Ash non avesse fantasticato su cose avrebbe fatto in quel giorno fatidico, quale Pokemon avrebbe catturato per primo, e in quale Palestra avrebbe combattuto per la sua prima Medaglia! Fino ad un po' di tempo prima, era sicuro che avrebbe scelto Charmander: il simpatico Pokemon di tipo Fuoco, simile ad un draghetto arancione con una fiammella che ardeva sulla punta della coda, considerato uno dei Pokemon più popolari dalla gente di Biancavilla.

Ma, ora che ci pensava bene, era molto forte anche Squirtle - la tartarughina bipede con poteri legati all'Acqua, conosciuta per la sua solida difesa e la sua affidabilità.

Oppure Bulbasaur, il versatile Pokemon di tipo Erba, simile ad uno strano inrocio tra una pianta e un animale. Forse quello era un po' più complicato da usare, ma le soddisfazioni che dava erano notevoli, o almeno questo era quello che Ash aveva sentito dire.

"Aaaah, la scelta è così difficile! Mi piacerebbe tanto poterli scegliere tutti!" disse tra sè l'aspirante allenatore, le mani congiunte dietro la nuca mentre pensava a come sarebbe andato il giorno successivo. "In effetti, ora che ci penso... perchè non provare a catturare uno starter selvatico? Ci sono anche quelli, vero? La mia squadra sarebbe imbattibile con tutti e tre! E poi... e poi anche un bel Pidgey! Non si può fare a meno di un buon Pokemon Volante! Aaaah, non vedo l'ora! Gary crederà di essere più bravo di me, vero? Ma avrà una brutta sorpresa! Gli farò vedere io chi arriverà all'Altopiano Indaco prima di lui!"

"Ehilà, Ash! Tutto bene?" chiese all'improvviso una vocetta un po' esitante da dietro di lui... e il ragazzino fece un salto tale che perse l'equilibrio e finì a sedersi per terra con una comica espressione di dolore quando il suo retrobottega andò a sbattere contro il suolo!

"Owwwwww! Trace, che ti salta in mente? Mi hai fatto prendere un colpo!" esclamò il ragazzino, e si massaggiò poco elegantemente il fondoschiena mentre si rialzava e guardava il ragazzino più piccolo con aria imbarazzata. Che figura poco dignitosa, farsi cogliere di sorpresa mentre ci si prepara mentalmente ad un viaggio di Pokemon...

Il ragazzino dai capelli castani si massaggiò la nuca con una mano per l'imbarazzo. "Scusa, Ash... ti ho visto che sembravi avere la testa tra le nuvole... ho pensato che stessi fantasticando sul Pokemon che sceglierai domani, visto che è il nostro primo giorno." rispose.

Ash ridacchiò brevemente e strizzò un occhio al suo amico più introverso. "Già... in realtà non ho ancora deciso! Mi piacciono tutti e tre... Charmander, Squirtle e Bulbasaur!" spiegò. "E tu, Trace? Hai già deciso quale Pokemon sceglierai come starter?"

Trace si sfregò il mento, un po' per guadagnare tempo mentre pensava alla risposta. "Beh... in realtà, io stavo pensando a Bulbasaur. So che forse non è il più semplice da usare dei tre, ma... trovo che sia un Pokemon molto versatile. E poi... mi piace, lo trovo carino!" disse infine. "Sai... ho come l'impressione che lo avrebbe scelto anche Serena, se fosse ancora qui."

Ash si fece un po' triste nel pensare all'amica che lui, Gary e Trace avevano in comune. Da quando avevano sette anni, i quattro amici di Biancavilla erano sempre stati assieme, anche con le solite frecciate che Gary rivolgeva regolarmente ad Ash. Serena era sempre stata un punto fisso per i ragazzi... finchè, tre mesi prima, non aveva dovuto andarsene, per seguire sua madre in un altro continente dove la signora Primula avrebbe ripreso la sua carriera di fantina di Rhyhorn.

Serena ne aveva parlato molto ai suoi amici, il mese prima della sua partenza. Forse si trattava di un modo per farsi pesare di meno la lontananza da Biancavilla e la mancanza dei suoi amici. Lei e sua madre sarebbero tornate al continente di origine della sua famiglia - Kalos, conosciuto per essere un luogo di cieli limpidi e foreste rigogliose, di arte e bellezza...

 

(FLASHBACK)

Ash prese lentamente fiato, cercando di tenere a bada le sue emozioni. Ancora voleva sperare che fosse tutto uno scherzo... che entro breve, Serena gli avrebbe fatto un sorriso e gli avrebbe detto che si era inventata tutto, e che sarebbe rimasta ancora lì a Biancavilla. Ma... no, non era così, e dentro di sè, Ash lo sapeva già. Serena non era tipo da scherzare su queste cose, visto che per lei erano così importanti. Ma forse... forse lui poteva dire qualcosa per convincerla a restare...

"E quindi... tra unmese tu e la tua mamma... partirete? Tornerete a Kalos?" chiese il ragazzino, lo sguardo rivolto al tappeto erboso sul quale erano seduti, uno a fianco dell'altra. Il sole al tramonto illuminava le loro figure, gettando una luce malinconica che rifletteva alla perfezione quello che i due bambini sentivano in quel momento.

Serena annuì lentamente. "Mi dispiace, Ash... sai, mia mamma tiene molto alle sue corse. Tra non molto dovrà ritirarsi... e vorrebbe che le sue ultime corse siano anche le migliori. Le più spettacolari. Visto che tra circa uno o due anni smetterà di correre, vuole salutare i suoi fan nel modo migliore possibile."

"Sì... posso capire..." rispose il ragazzino. "E... ovviamente devi andare con lei. Non... non è possibile aspettare che tu abbia ricevuto il tuo starter? Così potresti iniziare il tuo viaggio da qui, da Biancavilla. Potremmo... potremmo viaggiare assieme. Essere ancora assieme... non ti piace l'idea?"

Serena chiuse gli occhi e sentì una lacrima scorrerle lungo una guancia. Certo che le piaceva l'idea di fare un viaggio di allenamento assieme ad Ash, Gary e Trace... ma purtroppo, la realtà non lasciava spazio a questo suo piccolo sogno. "Mi dispiace, Ash... la mamma ha detto che le piacerebbe molto poter aspettare... in modo che io possa fare il mio viaggio qui a Kanto." affermò. "Ma... purtroppo non è possibile. Tra non molto inizierà il campionato di Corsa Rhyhorn di quest'anno, e visto che per mia mamma potrebbe essere l'ultimo... non me la sento di negare a mia mamma questa possibilità. Lo sai che le corse di Rhyhorn sono sempre state la sua passione."

"Lo so, lo so... mi dispiace, Serena... vorrei che ci fosse una possibilità, ma..." Ash si interruppe e si sfregò la fronte, cercando di pensare ad un modo di permettere a Serena di non angustiarsi più di tanto. Mancava ancora un mese alla data fatidica... e avevano ancora un po' di tempo per stare in compagnia e cercare di crearsi dei bei ricordi. Certo, sarebbe stato triste in ogni caso... ma almeno poteva tentare di rendere la separazione meno penosa.

Con un piccolo sorriso rassicurante, Ash appoggiò una mano sulla spalla della sua amica, che si asciugò gli occhi con il dorso della mano. "Questo vuol dire... che in questo mese dobbiamo giocare e stare assieme più che possiamo!" propose il ragazzino, cercando di sorridere nonostante tutto. "Così, quando sarai lontano, potrai ricordare più cose della nostra città!"

"Ash?" chiese Serena, un po' dubbiosa. Alzò lo sguardo e vide che anche gli occhi di Ash stavano tremando, per quanto il ragazzino cercasse lo stesso di sorridere e mostrarsi ottimista.

"Andiamo a vedere il mare, Serena? E' qui a dieci minuti di strada!" esclamò Ash tenendo stretta la mano di Serena, che ricambiò il gesto. "Così... mi potrai parlare di Kalos! E lì che tu e la tua mamma andrete, vero?"

In qualche modo, l'atteggiamento di Ash riuscì a farle dimenticare la tristezza di prima... o almeno, a fargliela mettere da parte. Con un pò di esitazione, Serena si rialzò e si spazzò il vestito con la mano libera... e subito dopo, i due bambini si diressero verso la stradina che portava fuori da Biancavilla e verso la spiaggia che dava verso l'oceano aperto, forse a fantasticare su come sarebbe stato per Serena vivere in un paese lontano...

             

oooooooooo                    

 

E' incredibile... è già passato tanto tempo da quel giorno, e ancora mi sembra ieri..." commentò Trace. "Io... spero soltanto che Serena stia bene, lì a Kalos. Dicono che sia il paese della bellezza, e che le città siano così grandi, belle e maestose... chissà se un giorno andremo lì anche noi..."

L'idea ravvivò l'entusiasmo di Ash, che del resto non era mai sopito del tutto. Il giovane aspirante allenatore aveva sempre con sè un'energia che sembrava inesauribile, e soprattutto, era capacissimo di trasmetterla agli altri. Era una questione di personalità... e quello di Ash era quello che molti avrebbero definito un carattere vincente. "Domani andremo a prendere il nostro primo Pokemon, dopotutto. Cominceremo a viaggiare... prima per Kanto, poi andremo in giro per il mondo per conoscere e sfidare altri allenatori! Non è eccitante come idea?" rispose. "E magari un giorno andremo a Kalos anche noi! Se poi Serena è diventata un'allenatrice, allora incontreremo anche lei! E poi, pensa a quante cose vedremo... e pensa a quanto sarà fantastico vincere una Lega Pokemon e affrontare i Superquattro e il Campione! Non vedo l'ora! Diventerò il più grande allenatore di Pokemon di tutti i tempi!"

Ash terminò il discorso afferrandosi il frontino del cappello e girandolo in modo da darsi un'aria sicura... e Trace restò per un attimo a fissare il suo amico con espressione sbalordita. Certo che Ash a volte correva davvero un po' troppo... ma Trace non se la sentiva di fargliene una colpa. Dopotutto, era stato proprio il carattere ottimista ed irruento di Ash a dargli una piccola iniezione di fiducia, cosa di cui ammetteva di avere un forte bisogno...

"Beh... non sarà facile, e tu lo sai!" rispose Trace con un gesto di intesa. "Immagini quanti bambini come noi, in questo momento, stanno sognando di diventare i migliori allenatori del mondo? Immagino che... dovremo affrontarli, se vogliamo davvero essere dei campioni..."

Ash non sembrò per niente intimorito dall'idea. "Hahahaaa! Non mi faccio impressionare, Trace! Sono sicuro che ce la farò! Basta crederci, e si arriva dappertutto! Io e il mio Charizard faremo faville, sia qui a Kanto che in altre Leghe Pokemon... e un giorno, diventerò un Pokemon Master! Il più grande allenatore che si sia mai visto!"

Trace riuscì a ridere di gusto, per poi reiterare la sua determinazione. "Hehehee, lo vedremo! Certo, non posso dire di essere spavaldo come te o Gary... ma anch'io ho il mio coraggio!" ribattè. "Sono curioso di vedere come andrà, quando ci incontreremo come avversari! Ma... immagino che adesso sia il momento di andare. Dobbiamo... prepararci per domani, quando ci chiameranno a prendere i nostri starter. E... sarebbe meglio essere riposati e avere già lo zaino pronto, per allora."

Ash annuì e strizzò un occhio con fare sbarazzino. "Certamente! Ma non credo riuscirò a dormire granchè stanotte! Sarò troppo eccitato! Non vedo l'ora che sia domani! Oh, e ovviamente... buona fortuna anche a te, Trace! Sono sicuro che il tuo primo Pokemon sarà fantastico!"

Trace guardò verso il terreno, forse colto da un attimo di dubbio... ma lo mise da parte rapidamente e cercò di pensare a cosa lo aspettava e a come affrontare il lungo viaggio che lo aspettava. Era venuto per tutti loro il grande momento... e già si immaginava le arie che Gary si sarebbe dato di fronte a tutti! Meno male che era andato a parlare con Ash... Gary non era esattamente il tipo di ragazzo dal quale si va per farsi dare un po' di motivazione. Non che fosse un cattivo ragazzo, per carità, ma il suo argomento di discussione preferito era sè stesso...

"Spero proprio che sia così, Ash..." disse il ragazzino con un sospiro speranzoso. L'indomani sarebbe stato un giorno speciale, e voleva che il suo viaggio per diventare un abile allenatore di Pokemon cominciasse con i migliori auspici...

Ash gli fece il segno dell'okay. "Puoi scommetterci, Trace! Vedrai che domani sarà un grande giorno per tutti!"

"Siamo piuttosto sicuri di noi, vero, Ashy?" chiese una voce ben conosciuta, con quell'inconfondibile tono spocchioso... e il buon umore di Ash calò di colpo. Il ragazzino storse il naso e fece una buffa espressione di fastidio, mentre si voltava verso il suo ormai noto rivale...

E come da programma, ecco lì Gary, con la sua ormai tipica pettinatura a cresta di gallo e quel sorriso immancabile. Ash non si sarebbe stupito se qualcuno gli avesse detto che Gary era venuto fin lì proprio per prenderlo in giro. "Ti ricordo che anch'io comincerò ad allenare il mio primo Pokemon, quando lo riceverò da mio nonno... e allora vedremo chi di noi due è il migliore! Ma... immagino che tu sappia già la risposta, vero?"

"Hey! Per tua norma e regola, Gary... io ho studiato i Pokemon in tutto questo tempo! So come funzionano i tipi, le mosse e tutto il resto! Non crederai di essere più bravo solo perchè hai letto gli stessi libri miei, vero?"

"E allora, dimmi, Ashy... chi è che ha i voti più alti?" rispose tranquillo Gary. Da come aveva posto la domanda, era ovvio quale sarebbe stata la risposta... e in effetti, Ash si ritrovò a non riuscire a rispondere. Il ragazzino moro sbattè gli occhi e balbettò qualcosa di incomprensibile, mentre Trace si massaggiava la nuca con una mano e rincarava la dose.

"Beh, in effetti Gary ha ragione. Lui è sempre stato il più bravo di noi tre nella teoria." affermò.

Ash si schiarì la voce, in un imbarazzato tentativo di darsi un tono. "Ehm... la teoria non è mica tutto! Quello che conta è cosa si riesce a fare nelle gare!" precisò il ragazzo. "E vedrai che quando avrò il mio primo Pokemon e avrò costruito la mia squadra... riuscirò a conquistare tutte e otto le Medaglie della Lega in men che non si dica!"

In effetti, era quello l'obiettivo di tutti gli allenatori di Pokemon professionisti. Nel continente di Kanto, così come in molti continenti nei quali era stata stabilita una Lega Pokemon, ad un allenatore era consentito di accedere al campionato annuale solo dopo aver ottenuto le otto Medaglie ufficiali della Lega Pokemon stessa; e per conquistare una Medaglia, era necessario affrontare e sconfiggere un Capopalestra, un allenatore ufficialmente riconosciuto come leader di una Palestra, il cui compito era per l'appunto quello di testare l'abilità degli allenatori e dei loro Pokemon. Una volta battuti tutti ed otto i Capipalestra di una regione e ricevute le Medaglie corrispondenti, un allenatore aveva finalmente la possibilità di partecipare al torneo annuale - dal quale sarebbe emerso un solo vincitore, che avrebbe conquistato il diritto di affrontare i Superquattro e il Campione della Lega.

Di certo non si trattava di un'impresa da poco, ma Ash Ketchum non era certo tipo da farsi scoraggiare dall'apparente enormità di un compito. Anche se spesso non era chiaro se si trattasse di autentico coraggio o di semplice idiozia.

"E va bene, Ashy... non sarò certo io a contraddirti. Vedrai che non ne avrò bisogno! Ad ogni modo, voi due, cercate di non andare a letto troppo tardi. Se vi svegliate in ritardo, non ci saranno più Pokemon per voi domattina! Ci si vede, schiappe!" esclamò Gary. Si voltò con fare elegante e salutò i suoi due compagni con un cenno della mano, tenendo l'altra in tasca mentre si avviava in tutta tranquillità verso casa. Ovvero, verso il laboratorio del professor Oak.

Trace sospirò e fece un sorrisetto ironico mentre guardava il ragazzo dai capelli appuntiti che si allontanava. "Certo, lui fa presto a dirlo... lui è il nipote del professore, ovvio che non ha da preoccuparsi che gli rimanga un Pokemon. Non appena si sveglia, è già al laboratorio di suo nonno..." commentò.

"Certa gente è proprio nata con la camicia... ma non sarà questo a scoraggiarci, vero?" rispose Ash, già pregustando l'idea di battere Gary al torneo della Lega di Kanto di quell'anno. Sarebbe stata una gran bella sensazione, poter finalmente sventolare la sua vittoria in faccia a quel presuntuoso. "Detto questo... forse ha ragione, meglio essere ben riposati per domani, Trace! Sarà sicuramente una gran bella giornata! La nostra prima giornata come allenatori!"

Non nascondendo le sue emozioni, Trace si sfregò le mani tra loro per sfogare un po' il suo nervosismo, e alzò lo sguardo verso il suo amico. "Già... che posso dire, Ash... spero di essere all'altezza! Anch'io ho studiato i Pokemon per un bel po'... ma non so come andrà quando dovrò mettere tutto in pratica!" commentò.

"Hahahaaa! Tranquillo, andrà tutto bene! Guarda me... ho molta più fiducia che la pratica per me sarà molto più facile della teoria!" commentò scherzosamente, mentre un grosso gocciolone di sudore scendeva dalla nuca di Trace.

"Ash... guarda che non è esattamente una cosa di cui andare fieri..." affermò. Tuttavia, decise di lasciar perdere... in fondo, pensò il ragazzino più piccolo, era anche questo sfrenato ottimismo a fare di Ash quello che era, e non lo avrebbe cambiato per nessun altra cosa. "Ma hai ragione. Torniamo a casa... e prepariamoci a domani. Ci vediamo al laboratorio del professor Oak!"   

"Sicuro! A domani, Trace!" rispose Ash, per poi affrettarsi verso casa, la mente immersa in mille fantasie su quello che avrebbe fatto nel corso del suo grande viaggio...

 

oooooooooo

 

Quella notte era stata la più lunga che Ash avesse mai vissuto in dieci anni da vita. Non riusciva a smettere di sognare il suo viaggio e la sua carriera di allenatore di Pokemon. Già si vedeva sul podio della Lega Pokemon di Kanto, con i suoi fedeli e potenti Pokemon a fianco, a ricevere gli applausi e le ovazioni del pubblico. Lo stadio dell'Altopiano Blu era pieno fino al limite della capienza, e davanti a lui c'erano il Campione di Kanto, il famoso domatore di draghi Lance, e i Superquattro... e tutti erano lì per applaudire a lui... Ash Ketchum, il più grande allenatore di tutti i tempi!

Al colmo dell'orgoglio e dell'eccitazione, Ash si girava da una parte all'altra, e le urla e gli applausi del pubblico sembravano crescere di intensità tutt'attorno a lui... sempre di più...

Sempre di più...

...

...

"Ce l'ho fatta... ce l'ho fatta! Sono il più grande... allenatore di Pokemon..." mormorò Ash...

Un attimo prima di rendersi conto che quello che sentiva non era l'applauso del pubblico. Era l'allarme della sua sveglietta a forma di Pokeball, appoggiata sul comodino accanto al suo letto.

E lui non si trovava in piedi su un podio, ma era disteso sul suo letto, nella sua cameretta, sotto le coperte e ancora in pigiama!

"Huh? Ma come...? Era... era un sogno?" si chiese il ragazzino, sbattendo gli occhi con espressione melensa! Allungò una mano verso il comodino e mise a tacere la sveglia... poi, ancora intontito, si guardò attorno per rendersi conto della situazione...

Sì, quella era proprio la sua cameretta. Ma il particolare che lo allarmava di più... era il fatto che non era più buio. I raggi del sole entravano di prepotenza dalla finestra e lo colpivano dritto in faccia, mettendolo di fronte al fatto compiuto...

E a completare il quadretto, Ash vide sua mamma, la signora Delia Ketchum, in piedi accanto al suo letto, con quell'espressione serafica e sorridenteche voleva chiaramente dire: "che cosa devo fare con te?"

"Buongiorno, Ash!" lo salutò Delia con il sorriso più tranquillo del mondo, come se niente fosse! "Finalmente ti sei svegliato..."

"M-mamma?" mormorò il ragazzino. Finalmente il suo cervello si era riattivato e aveva ripreso a connettere. "Hmm... che... che succede? Che ore sono?"

"Sono le otto e mezza di mattina, tesoro." rispose lei, senza mai perdere il sorriso. "Trace era venuto a chiamarti per andare al laboratorio del professore, ma stavi dormendo così profondamente che alla fine ci è dispiaciuto disturbarti. E poi, stavi sognando che avevi vinto il campionato di Kanto... svegliarti mi sembrava proprio un peccato!" 

"Ma... ma... ma... LE OTTO E MEZZAAAAAAA?" esclamò Ash. Il ragazzino scattò in piedi, con i capelli scompigliati e gli occhi sgranati! "Ma... il professor Oak avrà già iniziato a distribuire gli starter! E io sono in ritardo pazzescooooooo!"

Tutto accadde nel giro di pochi secondi: Ash scattò in piedi con tutta la furia di un branco di Tauros alla carica e si fiondò in bagno... giusto il tempo di lavarsi e apparire decente! Dopo essersi semplicemente gettato un po' di acqua fredda sul viso, rimesso a posto i capelli con le mani e raccolto il suo zaino, Ash si fiondò verso il laboratorio del professor Oak, ignorando del tutto gli sguardi meravigliati e divertiti delle persone che incrociava per la strada... e l'imbarazzante intervento di sua madre che cercò di richiamarlo per dirgli di mettersi almeno le mutande!

Ash si precipitò a rotta di collo verso il laboratorio, percorrendo quasi al volo la strada che ormai conosceva a memoria. Si fermò di colpo vicino al cancello d'ingresso e riprese fiato, senza neanche pensare che in quel momento era in maglietta, pantaloncini e pantofole da casa... e pregò tra sè di non essere arrivato così tardi che non era più rimasto neanche uno starter. Lo voleva davvero, quel Charmander... e non c'era nessuno davanti al laboratorio, quindi forse la distribuzione non era ancora iniziata? Era un po' improbabile, ma valeva almeno la pena di sperare...

"Uff... ufff... ce... ce l'ho fatta... in qualche modo..." ansimò, attendendo giusto il tempo necessario per riprendersi prima di iniziare a chiamare. "P-Professore... Professor Oak? Sono... sono Ash! Ash Ketchum! Gary e... Trace... sono già qui? Non... non avete ancora distribuito i Pokemon, vero? Mi dispiace, mi sono svegliato tardi! Non ho sentito quella cavolo di sveglia!"

"Oh, non ti preoccupare, Ashy! Non mi sorprende che tu non ti sia ancora svegliato, in ogni caso!" gli rispose prontamente la voce di Gary.

Ash strinse i denti in una comica espressione di esasperazione. Ovviamente, Gary doveva sempre essere un passo avanti a lui...

"Ugh... Gary, non ti ci mettere anche tu! Mi sono appena svegliato..." cominciò a dire Ash, bloccandosi e rimanendo spiazzato nel vedere come il suo rivale si era presentato! Il nipote del professor Oak si era vestito con la sua classica maglietta viola dalle maniche lunghe, i pantaloni lunghi e un paio di stivaletti leggeri... ma non era certo il suo abbigliamento a lasciare sbalorditi, quanto il gruppetto di ragazze in uniforme da majorette che si trovavano accanto a lui, agitando nell'aria i loro pon-pon ed esibendosi in un balletto coordinato! "Huh? E quelle... quelle ragazze chi sarebbero?"

"Non lo vedi? Sono le ragazze del mio fanclub!" rispose Gary con la sua migliore faccia tosta, mentre faceva roteare una Pokeball sulla punta del pollice. Come ad un segnale convenuto, le ragazze alzarono le braccia per fare il tifo per Gary, e cominciarono ad intonare una sorta di canzoncina di incoraggiamento!

"Gary! Oak! E' il nostro uomo! Se non può lui non può nessuno! Go! Go! Gary!"

"Grazie! Grazie! Se volete il bis ve lo posso concedere!" Gary fece un cenno di approvazione verso le sue cheerleaders, che si produssero in un unico, entusiastico grido di incoraggiamento... mentre Ash sgranava gli occhi e un enorme gocciolone di sudore gli scendeva lungo la nuca! Sapeva che Gary era un tipo alquanto egocentrico, ma da qui a portarsi dietro il suo personale coretto di fan... "Ad ogni modo, Ashy, se fossi in te mi sbrigherei ad andare da mio nonno e farti dare il tuo starter! Certo, non che possa competere con il mio starter, ma se non altro sarebbe un inizio. Beh... ci si deve, perdente! Magari quando avrò già tutte e otto le Medaglie di Kanto!"

Detto questo, Gary fece un cenno di saluto e se ne andò tutto orgoglioso, la Pokeball assicurata alla cintura e lo stuolo di fan adoranti che lo seguivano come tante ochette giulive. Stupefatto da quello che aveva appena visto, Ash rimase come imbambolato a guardare il suo amico e rivale che si allontanava sempre di più... e infine, finalmente, si ricordò del motivo per cui era corso fin lì ancora in pigiama.

"Aaaaah! Cavolo, Gary ha ragione! Devo ancora ricevere il mio starter!" esclamò con una comica espressione di imbarazzo sul viso. Cercò di rimettersi a posto come meglio poteva e suonò con entusiasmo al campanellodel laboratorio, poi si mise ad aspettare passeggiando freneticamente sul posto, nel vano tentativo di sfogare il suo nervosismo. "Cavolo, cavolo, cavolo... fai che il professore abbia ancora uno starter! Se fosse un Charmander, sarebbe il massimo... o magari uno Squirtle... mi andrebbe benissimo anche un Bulbasaur! A questo punto, qualunque Pokemon mi andrebbe bene! Basta che io possa iniziare il mio viaggio! Non posso aver aspettato tanto tempo per niente!"

Con un suono secco, la porta si aprì, e il professor Oak, con la sua tipica espressione da nonno paziente, apparve dietro di essa, ricevendo Ash con un sorriso meravigliato. "Ooooh, eccoti qui Ash, ragazzo mio! Mi ero un po' preoccupato quando non ti ho visto arrivare, ho temuto che avessi rinunciato al tuo viaggio... Tra l'altro, non posso fare a meno di notare il tuo... inusuale abbigliamento." esclamò sollevato, scendendo le scale fino a giungere al cancello di casa ed aprire ad Ash.

Ash si fermò di colpo e si voltò verso il professore, ridacchiando nervosamente. "Ehm... riguardo il mio pigiama, professore... si deve ad un caso di fretta galoppante!" scherzò. "Ma... non si preoccupi, farò in modo di tornare a casa e vestirmi come si deve prima di partire! Hehehee..." Si interruppe e si schiarì la voce, cercando di darsi un po' di tono. Adesso era il momento della verità... "Ehm... detto questo, professore... mi stavo chiedendo se per caso lei non... se non le fosse avanzato qualche starter per me, visto che... ehm... mi sono presentato in ritardo! Sa com'è, a volte accade che la sveglia non suoni..."

Il professor Oak sorrise bonariamente. Tra sè, pensò che più che altro era il fatto che il ragazzino non aveva proprio sentito la sveglia... ma la sua espressione si fece rapidamente più seria, temendo che avrebbe dovuto dargli una delusione. A meno che, pensò tra sè l'illustre ricercatore... beh, era un po' un azzardo, ma se Ash fosse stato disposto a prendersi questo rischio...

In fondo, riflettè Oak, il potenziale di Ash era innegabile. La conoscenza teorica era... migliorabile... ma forse lavorare con un Pokemon inusuale per un principiante poteva funzionare meglio per lui...

"Hmm... beh, Ash, mi dispiace dirti che... purtroppo, non ho più Charmander, Squirtle o Bulbasaur. Ce n'erano giusto a sufficenza per distribuirne a tutti i ragazzi... compresi Trace e mio nipote Gary..." rispose, sinceramente dispiaciuto. Vedendo che Ash stava già abbassando lo sguardo in segno di delusione, il professore si affrettò ad aggiungere qualcosa. "Tuttavia, se hai proprio voglia di iniziare oggi il tuo viaggio... ci sarebbe un Pokemon che potrei affidarti! E' una scelta un po' inusuale per un principiante..."

"Ah! D-dice davvero, professore?" chiese speranzoso il ragazzino. Per un attimo, ebbe il dubbio se gli convenisse o meno tentare con un Pokemon inusuale... ma mise rapidamente da parte questi dubbi. Certo che valeva la pena! Non aveva aspettato tutto quel tempo solo per farsi fermare all'ultimo da una sveglia che non aveva sentito! "E di che Pokemon si tratta? Per me va benissimo! Non posso aspettare la prossima occasione per iniziare! Ho voglia di partire adesso!"

"D'accordo... vieni, ragazzo mio, ti farò conoscere questo Pokemon. Ti avverto comunque che potrebbe essere un po' difficile gestirlo per un allenatore esordiente, e che i tuoi primi passi come allenatore... saranno un po' difficili." disse il professore, mentre i due salivano la rampa di scale che portava all'edificio, ed entravano nel laboratorio che ormai era una vista familiare per Ash. Un paio di assistenti dovettero trattenere una risata nel vedere Ash in pigiama e pantofole, e il ragazzino stesso si sentiva piuttosto in imbarazzo nel farsi vedere in quello stato... 

Ash e il professore raggiunsero una sala più piccola, piena di strani macchinari sui quali il ragazzino vide innumerevoli spie luminose, bottoni, leve, monitor ed altri strumenti ad elevata tecnologia che facevano sembrare il laboratorio una sorta di sala di controllo uscita dritta da un film di fantascienza. Al centro della stanzina si trovava un macchinario di forma cilindrica, sormontato da un coperchio a cupola di spesso plexiglass trasparente - la macchina nella quale il professore conservava le Pokeball appartenenti agli starter da distribuire. Ash guardò all'interno e notò che in quel momento non c'era nessuna Pokeball, cosa che gli sembrò un po' strana. Il professore aveva detto di avere ancora un altro Pokemon, giusto?

"Ehm... professore, non per sembrarle impaziente, ma... non vedo nessun Pokemon qui dentro." notò, per poi avvicinarsi al macchinario e guardare meglio. Ma... no, non si trattava di una sua impressione. Non c'era davvero nessun Pokemon là dentro.

Il professor Oak si fermò vicino ad uno dei macchinari e si sfregò la nuca in una buffa espressione di imbarazzo, come se stesse cercando le parole per spiegarsi. "Ecco.. vedi, Ash, questo è uno dei problemi che sto avendo con questo Pokemon." rispose il famoso ricercatore dopo qualche istante di esitazione. "Ho provato a farlo stare in una Pokeball, ma lui non ne vuole sapere. Dopo che l'ho fatto uscire la prima volta... si è rifiutato di rientrare. Quindi, se vuoi portarlo con te come tuo starter, temo che non potrai tenerlo in una Pokeball. Dovrai permettergli di camminare accanto a te."

"Hm? E... e di che Pokemon si tratta? Questa non l'ho mai sentita..." rispose il ragazzino, sempre più incuriosito.

Oak sospirò e cominciò a dare un'occhiata in giro. "Tranquillo, ragazzo, adesso verrà fuori... Ah, eccolo lì, infatti!" esclamò, lo sguardo che indicava un minuscolo passaggio tra due delle sue macchine. Una piccola figura vagamente umanoide, alta non più di una quarantina di centimetri, con delle lunghe orecchie e una strana coda zigzagante si era nascosta lì in mezzo e guardava il professore con irritazione e sospetto, restio ad uscire.

"Pikachu...?" Il Pokemon emise un verso irritato con una vocetta acuta e penetrante, esponendosi quel tanto che bastava per farsi vedere da Ash... e il ragazzino sgranò gli occhi per la meraviglia, posando lo sguardo per la prima volta su quello che sarebbe stato il suo primo Pokemon.

La creaturina era ricoperta da una corta pelliccetta di colore giallo vivo, quasi luminoso, con due strisce marroncine attraverso la schiena, e braccia e gambe corte che terminavano in minuscole dita. Il muso era arrotondato con due occhi neri e tondi, un piccolo naso nero e una bocca da roditore, in quel momento fissa in un'espressione di sospetto. Le sue lunghe orecchie terminavano in due punte di colore nero, e sembravano quasi muoversi da sole, mentre sulle guance, il Pokemon aveva due macchiette rosse di forma perfettamente circolare, sulle quali Ash ebbe per un attimo l'impressione di vedere qualche scarica elettrica che andava e veniva. La coda della creatura era a forma di fulmine, e sfumava in un colore marrone chiaro man mano che si avvicinava al corpo. In sintesi, aveva un aspetto carino e simpatico che non corrispondeva molto all'espressione sospettosa e scontrosa che stava mostrando.

Ash restò a guardare con stupore ed entusiasmo il Pokemon davanti a lui, anche se quest'ultimo continuava a restare sospettoso. Era un Pokemon che il ragazzino aveva visto diverse volte nei suoi libri, molto popolare tra i giovani allenatori di Kanto, ma conosciuto per essere un po' difficile da addestrare per un principiante. Ma in quel momento, Ash era troppo entusiasta, sollevato ed impaziente di iniziare perchè gli importasse qualcosa delle difficoltà che un Pokemon come quello poteva comportare...

"Ecco, Ash. Lui è Pikachu. Ho trovato questo Pokemon per caso, quando alcuni dei miei strumenti si sono spenti all'improvviso... e dopo un po' di ricerche a vuoto, l'ho trovato che rosicchiava alcuni cavi di alimentazione. E' successo... quando, una settimana fa? Ah, la mia memoria non è più quella di un tempo." spiegò il professor Oak con espressione accomodante.    

"Un Pikachu...?" si chiese Ash. Senza mai staccare lo sguardo dalla graziosa creatura, Ash si chinò per prenderlo in braccio, e lo afferrò delicatamente tra le braccia. "Ciao, Pikachu! Io sono Ash, e sarò il tuo allenatore! Che ne dici? Insieme faremo grandi cose, e diventeremo campioni!"

"Pika pika..." squittì irritato il Pokemon giallo, che già cominciava a caricare energia elettrica attorno alle guance...

"...CHUUUUUU!" E un istante dopo, Pikachu rilasciò una scarica elettrica che investì Ash e gli fece drizzare i capelli in aria, al tempo stesso rivelando il suo scheletro come se avesse fatto una radiografia! L'espressione di Ash si trasformò in una comica maschera di dolore e sorpresa... e quando la scossa cessò, l'imprudente allenatore esordiente rimase a terra fumante, con tanto di occhi sgranati!

"A-ahio..." si lamentò Ash, mentre Pikachu voltava la testa dall'altra parte e incrociava le braccia.

Il professor Oak sospirò e si sfregò la nuca. "Ho l'impressione che questi due avranno un bel po' di strada da fare..." affermò. Ash si rialzò e si scosse la polvere di dosso. "Hey, Ash, tutto bene?"

"Sì, sì, professore..." rispose il ragazzino, ancora un po' frastornato dalla scossa. "Credo che... ci vorrà un po' di tempo, ma alla fine ci intenderemo... vero, Pikachu?"

Il Pokemon elettrico storse il naso e tenne le braccia conserte. "Pikachu..."

"Se lo dici tu, ragazzo mio..." commentò il professore. Raggiunse una credenza e ne tirò fuori sei Pokeball e un esemplare di quello stesso Pokedex che aveva fatto provare ad Ash e ai suoi amici in quel lontano giorno di due anni prima, per poi passare tutto all'aspirante allenatore. "Ed ecco qui, Ash! Queste sono le tue prime Pokeball... e questo è il tuo Pokedex! Credo che adesso... hai tutto quello che ti serve per cominciare il tuo viaggio nel mondo dei Pokemon! Mi raccomando, usa sempre la massima attenzione, abbi cura sia di te stesso che dei tuoi Pokemon... e soprattutto, sfrutta questo viaggio per imparare il più possibile! Ho fiducia in te, ragazzo mio, e so che se ti impegnerai, diventerai un allenatore davvero eccezionale! Buona fortuna!"

"Grazie, professore! Vedrà che non la deluderò!" rispose Ash. Per curiosità, il ragazzino decise di provare il suo Pokedex su Pikachu e vedere che informazioni gli venivano date. Aprì il congegno elettronico e puntò lo schermo in direzione del topolino elettrico, che lo guardò con sospetto... e un attimo dopo, l'immagine di un Pikachu apparve sullo schermo del Pokedex, e la voce computerizzata dello strumento comunicò tutte le informazioni richieste.

"Pikachu, il Pokemon Topo. Tipo Elettro. Forma evoluta di Pichu." recitò il Pokedex. "Quando vari Pokemon di questo tipo si radunano, la loro energia può causare forti tempeste. Pikachu immagazzina l'elettricità nelle guance. Pare che queste si ricarichino durante la notte quando dorme. Solleva la coda per analizzare l'ambiente. La coda talvolta è colpita da un lampo in questa posizione. Se gliela si tira si innervosisce, si gira e cerca di mordere."

"Accidenti... questo Pokedex è davvero completo!" commentò Ash con evidente entusiasmo. "E... mi dica, professore, è anche in grado di elencare le mosse che Pikachu conosce, vero?"

"Certamente! Il Pokedex è pensato proprio per essere un riferimento rapido e semplice da consultare!" rispose Oak. "Premi il tasto sotto lo schermo, e prova a verificare tu stesso..."

Ash fece come il professore gli aveva consigliato... e infatti, il congegno elettronico iniziò subito ad elencare le mosse conosciute da Pikachu. "Pikachu. Allenatore originale: Ash Ketchum. Mosse conosciute: Tuonoshock. Colpocoda. Attacco Rapido."

Soddisfatto, Ash richiuse il Pokedex. "Bene... finalmente ho il mio primo Pokemon! Posso cominciare! Grazie mille, professor Oak! Sono sicuro che sarà una grande avventura!" affermò, prima di rivolgersi a Pikachu e tendere la mano verso di lui. "Va bene, Pikachu. Sono stato un po' troppo frettoloso, okay? Proviamo a fare assieme questo viaggio, e sono sicuro che diventeremo grandi amici! Che ne dici, ti va?"

Se doveva essere sincero, a Pikachu non andava per niente. Chi era quel moccioso per saltare fuori all'improvviso e decidere di essere il suo alllenatore? Pikachu non aveva mai avuto allenatori. Lui era sempre stato un Pokemon selvatico e libero, e non sarebbe stato quel ragazzino presuntuoso a fargli cambiare idea.

Detto questo... bah, tanto valeva fare una prova. Ben presto Ash si sarebbe stancato e avrebbe lasciato perdere. Nel frattempo... era una buona scusa per allontanarsi una buona volta da quel laboratorio e godersi un po' di libertà. Quindi, con una certa riluttanza, accettò la proposta di Ash. Si trattava solo di avere un po' di pazienza...

"Pikachu..." rispose, un po' di malavoglia.

Ash percepì che il suo starter non era del tutto convinto, e fece un sorriso imbarazzato. "Beh... diciamo che... come inizio possiamo accontentarci, eh?" chiese ironico. Poi, sospirò e indicò con la testa l'uscita del laboratorio. "Okay, Pikachu... adesso torniamo a casa mia così mi vesto, faccio colazione e saluto la mamma. Sono sicuro che ti piacerà!"

Per Ash Ketchum e Pikachu, quello sarebbe stato il primo passo di una lunga ed eccitante avventura... 

 

oooooooooo

 

CONTINUA...

 

Note dell'autore: E così inizia questa riedizione degli eventi della saga di Pokemon! Come nella serie vera e propria, Ash e Pikachu non vanno molto d'accordo all'inizio. Ho voluto tenere questa parte, anche per non rendere le cose troppo facili al nostro eroe... e poi, perchè magari ci sarà qualche occasione di sviluppare di più i loro personaggi.

Vi informo subito di una cosa: a parte la presenza di altri personaggi del gioco (che abbiamo già visto con Trace) ci saranno un po' di personaggi che appariranno prima, o dopo, o che avranno un ruolo più ampio rispetto alla saga originale. Chi saranno? Continuate a leggere e lo saprete! ^^

Okay, detto questo... cercherò di aggiornare il prima possibile! Alla prossima, e buon proseguimento!

 

  
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