Voleva dirglielo, ma non sapeva come.

“Guarda che a Saint Antoine ho capito che non sei solo un amico”.

Solo che i problemi, nella sua testa, erano molteplici: prima di tutto quella frase – anche lei che non era avvezza ai sentimentalismi se ne rendeva conto – era piatta, estremamente triste e decisamente banale.

Le sembrava quasi fosse un contentino…e André non lo era.
No, decisamente si era resa conto che il suo André era tutto tranne che una persona come tante da accontentare.

Oltre alla mediocrità della frase, la sua incertezza era causata anche da un’altra cosa – sicuro non dai suoi sentimenti ora che li aveva rivelati contemporaneamente sia a se stessa che alla persona per cui un tempo aveva una cotta…o forse ne era stata innamorata? Non lo sapeva con esattezza, ma men che meno le importava dopo la sua improvvisa presa di coscienza di qualche ora prima – che ad altri poteva apparire secondaria, ma di sicuro non a Oscar François de Jarjayes: la tempistica.

Era certa che André sarebbe stato felicissimo se così, all’improvviso, senza il benché minimo segnale, lei fosse andata a rivelargli ciò che il suo cuore nascondeva, ma non le andava assolutamente bene!

“Ciao André, ieri eri un amico ma oggi ho capito che ti amo”.

Addirittura più triste questa di frase di quella precedente!

Per non dimenticare, poi, che lei nemmeno riuscirebbe ad articolare una sillaba!
E no, non per mancanza di parole migliori, ma proprio perché non riuscirebbe a pronunciarle se prima, almeno, non lo facesse lui!

Si era accorta già con Fersen di essere…timida? Inesperta? Impacciata? Incapace? Insomma, di essere un vero disastro in campo amoroso!
In fin dei conti anche con il Conte non aveva aperto bocca! Aveva indossato un vestito e lasciato parlare lui, facendolo arrivare alle conclusioni che lei voleva.

Poteva, forse, indossare un vestito anche per André…ma era proprio quel “anche” a farle storcere il naso.

“Un rimpiazzo”.

Ecco cosa le passava per la testa al solo pensiero di compiere un gesto identico ad un altro per quella che aveva capito essere la sua persona (non solo del presente e del futuro, ma anche del passato!). E, oltre a ciò, la sola idea di indossare – di nuovo! – un abito da sera le faceva salire dei brividi – non certo di piacere – lungo la schiena.

Non faceva altro che scartare ogni sua pensata – e per fortuna che se ne rendeva conto da sola fossero tutte pessime! – ma non riusciva nemmeno a reprimere quel desiderio che la permeava sempre più non appena pensava a lui.
Voleva essere felice – e ancora di più voleva vederlo felice – e per questo doveva sbrigarsi a trovare il modo di aprirgli il suo cuore senza che lui potesse confondere il suo amore per un capriccio, per paura, o un semplice premio di consolazione per esserle stato accanto tutta la vita.

Oscar si alzò sbuffando abbandonando la sua tazza di cioccolata ormai fredda.

Dei paletti! Ecco cosa doveva porsi per avere la certezza di riuscire a risolvere l’ennesimo ostacolo – ostacolo? Effettivamente la sua timidezza in quel campo non poteva essere denominata in maniera diversa – della sua vita.

Una scadenza, ecco cosa decise di darsi. Non aveva mai nella vita tardato di un solo secondo, il suo orgoglio glielo impediva, e questa volta non sarebbe stato diverso.

A passo marziale si diresse verso la stanza di André che aprì senza porsi il problema di bussare.

-5 giorni!-

Lo disse – prima di richiudere d’un colpo la porta – quasi fosse un ordine con cipiglio severo, ad un André senza maglia e con i pantaloni già slacciati, ad un passo dal levarli per poi andare a letto.
Lo sguardo del ragazzo era allucinato, incredulo dell’esperienza appena vissuta che, conscendo Oscar, era piuttosto strana e inusuale.

Parafrasando le parole dell’amica di una vita, interpretò quei "5 giorni" come quelli che gli concedeva prima di ritornare in caserma.

Confuso e ancora dolorante per le botte prese qualche ora prima pensò che, perlomeno, non lo aveva beccato nudo.

Al contrario Oscar, mentre saliva le scale per tornare in camera sua, non faceva che rimproverarsi di non essere entrata due secondi più tardi: sarebbe stato molto più semplice per lei confidargli tutto vista la situazione…oltre che una gioia per i suoi occhi.



ANGOLO AUTRICE

Questa storia è nata stasera, a caso...e l'idea è proprio di fare 5 capitoli (non troppo lunghi come mio stile) uno per giornata. Davvero. non so cosa ne uscirà o se porterò a compimento...nel frattempo, come Oscar, anche io mi sono posta dei paletti pubblicando il prologo per spingermi ad andare avanti!
Ho messo l'OOC per Oscar...anche se, personalmente, per quello che ho in mente, non sarà troppo distante da quella del manga (che per inciso, è totalmente diversa a quella dell'anime), mentre il what if è perché i due si metteranno insieme prima rispetto alla storia originale, inutile girarci attorno hahah.

Io vi saluto...ma non vi dico a presto perché mi conosco e sono imprevedibile (ma solitamente, con me, più che per i primi 2-3 capitoli vi dovete preoccupare con gli ultimi che non arrivano mai hahaha)

Grazie a chiunque leggerà, nella speranza vi piaccia!
Deienira