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Autore: LadyPalma    23/10/2021    5 recensioni
|Questa long-raccolta partecipa all'iniziativa del Writober.
Spudoratamente ispirata alla serie tv di Prime 'Nine Perfect Strangers'.
Lumacorno ha inaugurato un nuovo progetto: un centro di benessere e recupero dai trami post-guerra, la LumaHouse. Nove ospiti si trovano a dover convivere per sette giorni, alla ricerca della meditazione, della pace interiore e di se stessi. Sembra un paradiso magico... Ma i nove ospiti si conoscono bene e non sono proprio in rapporti idilliaci. Cosa potrebbe mai andare storto? Tutto.
Dolores/Alastor, Draco/Luna, Narcissa/Xenophilius, Narcissa/Lucius, Molly/Arthur.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Alastor Moody, Dolores Umbridge, Draco Malfoy, Luna Lovegood, Narcissa Malfoy | Coppie: Arthur/Molly, Draco/Luna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Alastor&Dolores'
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Sesto giorno
#aonaran (persona che vive isolata, eremita per propria scelta)




Tutti gli ospiti si erano piuttosto stupiti quando, sul finire della festa, Lumacorno aveva concesso loro un’intera mattinata di relax per il giorno dopo. Ormai, l’idea di non essere coinvolti in nessuna attività, più che riempirli di sollievo, quasi li infastidiva. Di fatti, invece di ritirarsi ognuno in camera propria dopo la consueta colazione, si trasferirono tutti in giardino, chiacchierando del più e del meno per ingannare quella pausa inaspettata. L’unica assente era Dolores, ma se qualcuno ci fece caso – “Dov’è finita la rospa? Mica sarà svenuta di nuovo da qualche parte?” – non fu per più di un pensiero passeggero. A farlo notare davvero fu solamente Pansy, quando ormai era già ora di pranzo.
“Scusate, ma qualcuno di voi ha visto la Umbridge?” domandò, spostando lo sguardo su tutti gli ospiti con espressione preoccupata. “Nessuno di voi l'ha vista finora? Neanche lei, Alastor?"
“Perché dovrei averla vista io? Non è di certo un affare che mi riguarda”.
L’istinto da gossip fece incrociare lo sguardo di Molly (impegnata in una partita di Scacchi magici con il marito) e Narcissa (che, approfondendo la sua passione da parrucchiera, stava intrecciando abilmente i capelli di Luna). “Forse si sarà reclusa da sola nella sua stanza per starsene un po’ per i fatti suoi” concluse la rossa, alla fine.
“Già. Perché non va a controllare lei, Moody?” aggiunse l’altra prontamente.
Alastor sbuffò irritato. “Ancora? Ma andateci voi due, allegre comare, piuttosto!”
Ma la frase successiva di Pansy – pronunciata con un tono sapientemente agitato – ebbe l’effetto di catturare davvero l’attenzione di Alastor e di chiamare in causa non solo lui, bensì tutti i presenti.
“Non c’è nella sua stanza, non è da nessuna parte: temo sia proprio sparita!”

 

*


Mezz’ora dopo, l’intera villa era stata perlustrata interamente e tutti avevano dato il proprio contributo. Uno alla volta entrarono in sala mensa, luogo per l'accordato incontro per fare il punto della situazione, scuotendo la testa.
“Neanche in giardino?” domandò Alastor all’ultimo arrivato, Xenophilius, con una certa diffidenza visto che per tutta la mattina lo aveva visto molto presa alla ricerca di un fiore particolare, piuttosto.
“No, abbiamo appena fatto insieme tutto il giro” confermò Narcissa, entrando a sua volta nella stanza, e solo allora l’ex Auror decise di crederci.
Dopo qualche secondo di silenzio, Arthur prese la parola.
“Oh, beh, i Babbani hanno qualcosa di molto utile in casi di sparizioni. Si chiama telefono mobile ed è una scatoletta che si illumina e fa un suono, mi sembra di aver capito che tu puoi seguire quella luce e quel suono e così trovare quella persona!”
“Ah, e possiamo procurarcene uno di questi cosi?” domandò Alastor prontamente. A dispetto di quanto continuasse ancora a dire, era in modo evidente il più preoccupato di tutti.
“No, non credo” rispose timidamente l’altro, avendo la decenza di distogliere lo sguardo dall’espressione ora non molto cordiale del suo amico.
Fu Pansy, ancora, a dare una svolta alla situazione, giunta quasi in stallo. Ostentò l’espressione più sorpresa che riuscisse a sfoderare (dopo questa esperienza, avrebbe provato presentarsi in qualche teatro magico), e quasi come se fosse stata colpita in quel momento da una folgorazione chiese: “Aspettate… Avete provato a dare un’occhiata nel seminterrato?”
   
 
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