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Autore: LilyLunaMandrake    24/10/2021    0 recensioni
31 ottobre 1994. Il giorno di Halloween, Colin Canon si dedica alla sua attività preferita, ovvero fare fotografie! Purtroppo verrà disturbato dai due bulli Tiger e Goyle, sempre sgradevoli e brutali.
Al Lago Nero, il povero Colin se la vedrà molto brutta, ma avremo un lieto fine e un eroe famoso!
Genere: Angst, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Colin Canon, Gregory Goyle, Nuovo personaggio, Viktor Krum, Vincent Tiger
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Profondo rosso

 

 

31 ottobre 1994.

Era Halloween, e Colin Canon era molto emozionato!

L'anno precedente il banchetto si era rivelato delizioso, con un menù a base di ravioli di zucca, zuccotti ripieni di carne stufata, torte salate alla zucca e, dulcis in fundo, pudding dolce alla zucca con guarnizioni al cioccolato bianco. Una serata davvero piacevole, animata da spettacoli bizzarri paradossalmente pieni di vita, dato che furono offerti dai fantasmi della scuola.

E poi, l'incursione notturna di Black... Le cose però erano ben cambiate!

Quell'anno, la scuola era letteralmente in subbuglio, perché la sera prima erano arrivate le delegazioni dalle scuole estere di Beauxbatons e di Durmstrang. Gli studenti erano eccitati e curiosi, il corpo docenti sentiva tutto il peso della responsabilità, il preside sentiva la pressione da parte del Ministero, gli elfi domestici dovevano affaccendarsi il doppio, e Mastro Gazza coglieva ogni possibilità di lamentarsi per un nonnulla.

 

“Sarebbe bello riuscire a fare qualche scatto, oggi.” si disse Colin, raccattando dal suo baule qualche nuovo rullino.

Per essere un fine ottobre scozzese, la luce non era così deludente, pensò Colin, compiaciuto. Chissà, magari sarebbe riuscito a fotografare uno di quei possenti cavalli alati francesi, per poi farli vedere a suo padre!

Il giovane si diresse di buon passo verso la carrozza color blu polveroso. Era così maestosa! Peccato mancassero i cavalli. Riflettendo, pensò che forse il professor Hagrid li aveva portati in un recinto a sgranchirsi le gambe, e a ristorarsi con... whiskey di malto, aveva detto la preside? Ad ogni modo, Colin non era ragazzo da intristirsi facilmente, e si accontentò di poter fotografare tranquillo quella immensa e magnifica carrozza.

Venne l'ora di cambiare rullino. Si sedette sull'erba, per fare con comodo.

“Guarda, un moscerino!” disse una voce maschile, sprezzante.

“Un moscerino coi capelli giallo schifo! Ahah!” ridacchiò una seconda voce.

Colin si voltò di scatto. Erano Tiger e Goyle. La solita aria di tracotanza, la posa naturalmente aggressiva.

“Lasciatemi stare, ragazzi. Ho da fare...” disse Colin, con voce apparentemente calma. Si guardò attorno, non c'era nessun altro oltre a loro tre, nei paraggi.

“Oh, ha da fare, il moscerino!” rispose Tiger, con aria canzonatoria.

Colin sapeva che quei due trattavano male chiunque non fosse un Serpeverde, soprattutto Harry, il suo beniamino. Aveva sempre cercato di evitarli, ma in quel momento si trovava da solo, su quel prato, con quei due energumeni in piedi accanto a lui.

“Lasciatemi in pace, non vi ho fatto niente!” disse Colin, cercando di farsi coraggio.

“A noi non piacciono i figli di babbani!” aggiunse Goyle, incrociando le braccia.

“Voi... Voi non mi fate paura!” esclamò Colin, anche se dentro di sé, qualcosa titubava.

“E fai male!” ribatté Goyle. Tiger sghignazzava, mentre i due bulli avanzavano verso il giovane Grifondoro, con l'andatura simile a quella di due scimmioni superbi.

Tiger trattenne un tremante Colin per le spalle, e Goyle si impossessò della macchina fotografica.

“Roba da babbani, pff!” disse, scagliando l'apparecchio sull'erba con un gesto deciso. Si frantumò in non meno di una ventina di pezzi, di diversi materiali, colori e grandezza.

“Siete dei bastardi!” urlò Colin, cercando di trattenere le lacrime. Quella macchina fotografica era preziosissima, poiché era un regalo di Natale del nonno. E Colin voleva molto bene al suo vecchio, acciaccato nonno.

“Parli di bastardi a noi, Sanguemarcio!” bofonchiò Tiger. Aveva l'aria profondamente offesa.

Trascinò Colin giù fino alla riva del Lago Nero. Gli riuscì piuttosto facilmente, dato che aveva la massa di un orso robusto, mentre Colin era ancora piuttosto mingherlino, per la sua età.

“Devi lavarti la bocca, quando parli con noi!” ringhiò Tiger, che prese poi per la collottola il giovane Canon, e gli immerse la faccia nell'acqua. Colin cercò di divincolarsi, ma altre due mani forti lo immobilizzarono. Il panico si impossessò di lui, si sentì sopraffatto, ma cercò di lottare lo stesso, nonostante l'acqua che entrava su per le narici e in gola.

Dopo istanti che parvero interminabili, i due energumeni tirarono fuori dall'acqua il volto di Colin. Istintivamente lui tossì, cercando poi di respirare come meglio poteva.

“Allora?” chiese Tiger.

“Allora... Sess... Sessanta COFFCOFF minuti, bastardi!” rispose debolmente Colin.

Questo non piacque ai due bulli che, consultandosi con uno sguardo, decisero che non potevano minimamente accettare una risposta simile da un moscerino!

Trascinarono Colin su una grossa roccia, sotto di loro le acque del lago cominciavano a perdere colore, il sole stava tramontando. Lui continuava a dimenarsi disperato come un Asticello a cui avessero invaso l'albero.

“E uno... E due... E tre!”

Le acque fredde inghiottirono velocemente il giovane Colin.

“Raggiungiamo subito Draco, deve asciugarci i vestiti. Noi non conosciamo l'incantesimo.” rifletté Goyle, allontanandosi.

“Non servono gli incantesimi, quando si usano bene i pugni.” aggiunse Tiger.

Si incamminarono verso il castello, noncuranti del povero biondino che sbatteva le braccia in acqua, dimenandosi impaurito. Non sapeva nuotare.

“AIUTO! AIUTO!” gridava il povero Canon, che non aveva la lucidità di pensare che, più si muoveva, più il suo corpo difficilmente sarebbe rimasto a galla naturalmente.

L'acqua entrò abbondantemente dentro ogni cavità, mentre Colin continuava ad agitarsi. Ad un certo punto perse i sensi, e le acque lo accolsero interamente. Il suo corpo sprofondò giù giù, verso il fondo.

 

..

 

“Il racazzo si sta riprendendo, da?”

“Molto brrava, Svetlana. Tuo massaggio cardiaco muolto buono.”

“Da. Ivan, passami la bacchetta!”

Colin sentì delle voci sconosciute parlare con uno strano accento esotico.

Cominciò a tossire violentemente. Appena si rese conto che le sue vie respiratorie sembravano più o meno libere, aprì gli occhi.

Era sdraiato in una stanza bizzarra, le pareti era ricoperte in pesante legno scuro, dalle grandi finestre si poteva osservare... l'acqua?

“Tu sta giù. Tu aspetta, muolto debole. Juha-Matti, porta Bodraesci Zzelie, Puozione Rinviguorente.”

Un ragazzone alto dalle spalle larghe porse alla ragazza bruna una boccetta.

“Tu ora beve, da? Poi io cura ferita.”

“Qu.. Quale ferita?”

“Tu brutto taglio. Tu picchiato testa, io crede, su rrroccia su ffondo.”

La ragazza bruna spalmò una pomata sulla fronte di Colin.

“Sushnaist... Essenzza di Dittuamo, voi chiamare. Tu fuortunato, io faceva nuotata pomeridiana cuome solito.”

 

Un giovane dal grosso naso ricurvo e folte sopracciglia nere si fece avanti.

“Alorra, racazzino sta meglio, da?”

“Ma tu... COFFCOFF... Tu sei Viktor Krum!”

“Da, tu starre meglio, chiaro!” rispose Viktor.

Colin tentò di alzarsi a sedere. Gli parve ormai ovvio che si trovava in una delle cabine della nave di Durmstang.

“Che peccato... La mia macchina fotografica... Rimasta là sull'erba, tutta rotta. Potevo farvi una foto, la foto dei miei salvatori!” Colin si fece tutto triste.

“Non mi importa chi vince il torneo... Voi siete i miei eroi!” aggiunse poi.

Viktor lo fissò in silenzio, poi disse “Poliakoff, viene con me.”

 

..

 

Sull'erba, Colin avanzava verso il castello al fianco di Svetlana. In mano, la sua macchina fotografica pareva nuova. Peccato per il rullino usato per fotografare la carrozza francese, aveva preso luce. Ma non si può avere tutto! Il giovane biondino avvistò Harry, Hermione e Ron, intenti a incamminarsi su per i prati.

"Harry! Harry! Aspettami!"

I tre ragazzi si voltarono, riconoscendo il loro compagno Grifondoro. Accanto a lui, notarono una ragazza alta, dall'andamento fiero, i capelli scuri raccolti sotto un folto berretto di pelliccia.

"Sono tuoi amici qvesti, da?"

"Si, sono della mia Casa!" rispose con orgoglio il biondino.

"Carasciò. Ti lascia in buone mani. Voi fate attenzione a lui, da? Dobryy viecer, buona sera."

La ragazza allungò il passo, raggiungendo il drappello di Durmstrang.

“Ma che è successo?” chiese Hermione, curiosa.

“Oh, sapessi! Tiger e Goyle e poi la mia macchina fotografica, che pasticcio! Ma poi è arrivata Svetlana e... E anche Krum è stato così gentile!”

“Hai parlato con Krum?” aggiunse Ron, improvvisamente tutto eccitato.

“Oh, si! Sai, lui...”

“Dobbiamo andare.” Tagliò corto Hermione. “Ce lo racconterai a cena. Si aspettano che tutti gli studenti raggiungano la Sala Grande, per il banchetto... E in orario!”

I quattro ragazzi si diressero al castello.

 

Harry era sereno, e ormai si era rassegnato, non avrebbe potuto partecipare al Torneo, ma andava bene così. Sarebbe stata una serata tranquilla, lui doveva solo sedersi, ascoltare il racconto di Colin (che per una volta, sembrava avere davvero qualcosa di interessante da dire) e, soprattutto, godersi le prelibatezze che sarebbero comparse davanti al suo piatto... E poi, c'era l'estrazione dei campioni per il Torneo. Harry sorrise. Nulla avrebbe potuto turbarlo.
 

 

   
 
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