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Autore: eddiefrancesco    24/10/2021    1 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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A una trentina di miglia di distanza, Mrs. Carstairs e la sua casa erano argomento di conversazione anche tra Rupert, quarto conte di Warnham, e sua figlia, la Contessina Octavia Petrie. Era una giornata fresca e Lord Warnham, che aveva passato la settantina e pativa il freddo, si strinse nello scialle e guardò la figlia, angustiato. «Vorrei che tua zia Carstairs non ti avesse lasciato Wychford, Octavia. Che atto sconsiderato da parte sua. Sapevo che sarebbe stato un fastidio!» «Ma, padre, vi assicuro che non lo reputo affatto un fastidio.» «E come può essere? Mi dici che dovrai andare a controllare la proprietà la settimana prossima. Un viaggio così lungo su strade di campagna per vedere una casa che non può esserti di alcuna utilità! Certo che è un fardello. Se tua zia mi avesse consultato in materia, le avrei dato parere contrario. Non può aver riflettuto su quale preoccupazione sarebbe stata per te possedere una casa simile.» «Papà, non è affatto una preoccupazione! Credimi, sono molto felice di essere la proprietaria di Wychford.» «Ma non ti sarà possibile tenerla. Non hai la minima idea di cosa significhi occuparsi di una grande casa.» «Mi occupo di questa, padre.» «È tutta un'altra questione, mia cara. Questa è la casa in cui sei nata, e ci sono io a proteggerti.» Octavia Petrie si concesse un sorrisetto. Poteva anche essere la casa in cui era nata, ma oramai era suo padre ad aver bisogno di protezione. Persino il più banale dei problemi rappresentava un cruccio per lui. Per quanto amasse il suo anziano genitore, Octavia trovava il fatto di evitargli inutili tensioni più estenuante che occuparsi della gestione domestica. Cercò di rassicurarlo. «Wychford non mi causerà alcun problema, padre. Lo sapete anche voi. I Barraclough occuperanno la casa per sei mesi, secondo il desiderio della zia Carstairs. Il contratto è già firmato, e finora non ho dovuto fare ancora nulla. Si è occupato di tutto Mr. Walters.» «Walters è una brava persona. Un ottimo legale e uomo d'affari! Ma ha fatto soltanto il suo lavoro. Sarebbe disdicevole che una signora trattasse contratti e simili questioni. Comunque, resto del mio parere. Tua zia Carstairs avrebbe dovuto lasciare la tenuta a qualcun altro. Tu faresti molto meglio a restare qui con me, martedì prossimo, e lasciare che Walters ti liberi da questo impiccio.» Octavia sorrise. Suo padre era unico. Nessun altro si sarebbe angustiato tanto perché la più giovane dei suoi otto figli, ventiduenne e ancora nubile, aveva ereditato una grande tenuta, casa compresa, dalla sua madrina. Ma la ben nota diffidenza di Lord Warnham verso qualunque cosa potesse minacciare la abitudinaria quiete delle sue giornate lo rendeva cieco anche di fronte ai vantaggi di una eredità. «Non sono più una bambina, padre. Compirò ventitré anni la settimana prossima. E non mi pesa affatto fare una semplice visita a Wychford. Desidero vedere la casa prima che arrivino i Barraclough. Ci vorrà meno di una giornata.» «Una giornata! Non essere sciocca. Saranno almeno dieci miglia.» Protesto' ancora suo padre. «Quindici. Ma c'è luce fino a tardi, la sera, e le strade sono buone...» «Ti sottoporresti a un viaggio di trenta miglia in un giorno! Non voglio nemmeno sentirne parlare. Anche con una carrozza chiusa...» «Oh, prenderei il calesse. Mi piace guidarlo personalmente. Will Gifford mi accompagnerà, naturalmente.» Quell'idea contrario' il conte al punto che ci volle tutta la capacità di convincimento di Octavia per indurlo a rassegnarsi alla sua assenza. Alla fine, l'anziano signore cedette. «Immagino che tu debba andare, ma mi mancherai.» «Ne dubito, padre. Avete scordato che domani arriverà la cugina Marjorie? La trovate simpatica, no?» «È una persona molto gradevole, certamente, e gioca a whist e a cribbage meglio di te. Temo che a volte tu sia un po' impaziente, mia cara. Sì, Marjorie mi piace.» Il conte sospirò. «Vedo che sei proprio decisa a fare questa gitarella. Octavia, perciò lascerò cadere il discorso. Ma continuo a rimpiangere che Mrs. Carstairs abbia lasciato a te la sua casa. Non riesco a capire perché l'abbia fatto!» «Neanch'io, padre. Anche se... L'ultima volta che è stata qui ha detto che a Wychford sarei piaciuta.» Lo scialle scivolo' dalle spalle del conte, quando si raddrizzo' fissandola. «A Wychford saresti piaciuta? Una persona che piace a una casa? Che cosa strana da dirsi! Ma del resto, quella donna ha sempre detto cose strane. Non assomigliava affatto alla tua povera mamma.» «No davvero! Harry e io avevamo paura di lei quando eravamo bambini. Pensate che la chiamavamo la strega di Wychford. Ma ho imparato a conoscerla meglio quando è stata qui, la primavera scorsa, non molto prima che morisse. Lei... sembrava capire...» Octavia tacque. Era vero che la sorellastra di sua madre aveva avuto in sé delle qualità da strega. Anche se nulla era stato detto, solo lei, in tutta la famiglia, era parsa indovinare la crescente inquietudine di Octavia e intuire quanto la annoiasse la vita ad Ashcombe. Octavia aveva trovato puntati su di sé più di una volta i neri occhi da zingara di Mrs. Carstairs e s'era chiesta che cosa pensasse. Certamente, non le era venuto in mente che la sua madrina potesse lasciarle Wychford. «Capire? Cosa c'è da capire?» «Nulla padre. Proprio nulla.» «Una persona molto singolare. Perché ha dovuto lasciare a te la sua casa?» Lui stava ancora sforzandosi di comprendere. «A cosa ti serve una casa? Sei felice qui, no?» Sono annoiata, padre. A volte, mi sembra di impazzire dalla noia, avrebbe voluto rispondere Octavia. Ma era una ragazza di buon cuore e voleva bene al conte, perciò si limitò a dire: «Naturalmente. E non ho alcuna intenzione di vivere a Wychford, padre. In ogni caso non potrei. I Barraclough prenderanno possesso della casa tra poche settimane.» «Chi sono questi Barraclough? Li conosci?» «Il vecchio Mr. Barraclough era un amico dello zio Carstairs. Si conobbero ad Antigua. Ora sono morti entrambi, naturalmente, ma gli attuali Barraclough hanno una figlia che verrà presentata in società l'anno prossimo.» «Uno strano accordo davvero. Ma questi Barraclough sembrano abbastanza rispettabili?» «Sono estremamente rispettabili, padre. Mr. Walters ha avuto referenze eccellenti sulla loro situazione ad Antigua, e Mr. Barraclough attualmente vive a Londra e funge da consigliere temporaneo per il Ministero degli Esteri. È molto improbabile che io li incontri. Sicuramente non questa volta, perché non saranno là.» «Be', suppongo che tu debba proprio andare. Io me la cavero' come posso con Marjorie.» Octavia rise a quel tono rassegnato. «Starete benissimo, padre.» «Devi assicurarti che lei abbia la stanza degli arazzi. Le piace.» «Lo so. L'ha occupata ogni volta che ci ha fatto visita in questi ultimi vent'anni!» Octavia scosse la testa con affettuosa esasperazione. «Davvero, padre! Cosa pensate di me? La stanza è pronta da due giorni, ormai. Mancano solo i fiori freschi, e li metterò domani mattina prima del suo arrivo.» «E uno scaldino per il letto, Octavia! Ricorda alla governante di assicurarsi che il materasso sia ben arieggiato.» «Non farò niente del genere! Non intendo offendere la povera Mrs. Dewey. Se la conosco bene, nel letto c'è già un mattone bollente, che sarà rinnovato domani. Potete stare tranquillo.» Appena suo padre fu sistemato per il suo sonnellino pomeridiano, Octavia si cambiò e si avviò silenziosa verso le scuderie. Prese la sua giumenta e, accompagnata da Will Gifford, il palafreniere, partì verso i campi. Un buon galoppo forse l'avrebbe liberata dai sentimenti di impazienza, noia, stanchezza. Per quanto amasse suo padre, a volte provava l'irresistibile impulso di fuggire da tutto e da tutti. Il fatto che si fosse messa in trappola da sola, che avesse scelto di sua spontanea volontà di restare ad Ashcombe, le era di scarsa consolazione, ora. Ma come poteva lasciare da solo suo padre?
   
 
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