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Autore: Spensieratezza    24/10/2021    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sam non avesse mai perso l'anima?
Dean e Sam insieme ai loro amici, non faranno altro che attraversare salti quantici per tutta la storia e impareranno un sacco di cose su loro stessi e gli altri.
Scusate, nell'ultimo capitolo ho confuso i nomi, come al solito. Castiel non ha cambiato partner ovviamente. Sta sempre con la stessa persona, ho solo sbagliato a scrivere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Lisa Breaden, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il salto quantico'
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“Castiel, se pensi che io indosserò questa cosa, hai capito MALISSIMO.

“Ma la stai già indossando.” Disse Castiel ridacchiando, guardandosi allo specchio, che rifletteva Castiel e Balthazar, rispettivamente un ragazzo sui trent'anni biondo e magro e un altro moro e muscoloso, più alto.

Avevano trovato le divise da marinaretti che Benny aveva lasciato loro. Una sorpresa.

“Intendo che non mi farò vedere da NESSUNO con questo addosso! Ma ci vedi bene? Sembriamo dei pupazzi!”

“Secondo me sono carine e poi sembriamo più giovani, non credi anche tu?” disse Castiel mirandosi allo specchio.
TOC TOC.

“Siete pronti per la presentazione ufficiale al resto della ciurma?” chiese Benny.
“Se pensi che mi farò vedere con questo coso..”

“Sapevo che ne sareste stati entusiasti! Vi aspetto sul ponte tra dieci minuti!”
Quando Benny chiuse la porta, Balthazar sbuffò sonoramente.
“Lo faccio solo per il bambino, sappilo.”
 
 


*

Dieci minuti dopo, Benny era andato loro incontro, per presentarli all’equipaggio.
“Come vi chiamate?”
“Io sono Castiel e lui è mio fratello Balthazar.” Disse l’angelo.

“Allora, ragazzi, questi due scappati di casa, pensavano di fare i furbi, non pagando il biglietto.”
“Benny, che cosa dici?” sussurrò Castiel.
“Io questo lo uccido.” Disse Balthazar tra i denti.

“Ma noi non siamo discriminatori e i clandestini, sono passeggeri come tutti gli altri.  Per questo..”
“Buttiamoli ai pesci!” disse qualcuno.
“Ehi, buttati te ai pesci.” Disse Balthazar.

“Qui nessuno finirà a mare, ogni passeggero è uguale all’altro, anche i passeggeri clandestini, perciò siete pregati di trattarli BENE.” disse Benny con un sorrisetto.

Qualcuno sputò per terra, qualcun altro parlò di riservare ai clandestini il doppio del lavoro delle cucine.
“Perché stiamo assecondando questa buffonata?” chiese Balthazar a denti stretti.

“Fidati di me.” disse Castiel, mentre mangiavano insieme agli altri.
Una pallina di carta finì sulla testa di Balthazar.
“Ehi ma che…”
Castiel ridacchiò.

“Stavi dicendo?” disse ironico lui.
 
 
*

Castiel e Balthazar si trovavano nella cucina, a lavare una montagna di piatti.
“Il tuo amico vampiro la pagherà per questa umiliazione.”

“Oh, dai, non è così male…”
“Non è così male?”
“Almeno il cibo non era male, no?”
“Bah, io saprei fare di meglio.”
Castiel sbuffò.

“Ehi, guarda che io a differenza tua, imparo dagli umani e tutti mi invidiano le mie capacità culinarie, anche Gabriel! Se fosse qui te lo direbbe anche lui.” Castiel si adombrò.
“Ehi, sono sicuro che sta bene.”
“Vorrei che lui fosse qui, con noi, lui saprebbe trovare il lato comico della cosa.” aggiunse cambiando tono, sorridendo, come per sfidarlo.

“Ehi, io so essere divertentissimo e te lo proverò!”
 
 


*

Sul ponte i marinai stavano giocando a pallacanestro con una pallina di carta, mentre il campione tra loro continuava a vincere.

“Ehi, credi di essere un durio eh? Vediamo se riesci a battermi.” disse Balthazar proprio al campione tra loro.
Lui rise.
“Ma che vuoi, moscerino? Fila via.”

Balthazar fece finta di annuire, per poi prendergli la palla e fare dieci centri di fila.”
Qualcuno applaudì e qualcuno fischiò.
“Allora, siamo qui per lavorare o per giocare a palla?? Tornate ai vostri lavori, ‘c'è ancora tanto da fare!!” disse Benny.

Tutti si allontanarono tornando ai loro ruoli.
Castiel lo guardava sorridendo.
“Non sai contro chi ti sei messo, moscerino.” disse il tizio prima di seguire gli altri.
Balthazar sorrise.

“Ma sei pazzo a metterti contro quello più grosso?”
“Sai una cosa, Castiel? Avevi ragione! Si trova sempre il lato divertente, se lo vuoi trovare!” si galvanizzò lui.
 
 
*
Era notte e un bambino piccolo si specchiò sopra l’oblò di una cabina, bussando sul vetro.
“Ma che…Per tutti gli angeli, Castiel.
“Che c’è? Che succede??”
“Il bambino, ci stava fissando!”
“Cosa? Dove?”

“Ci guardava dall’oblò, adesso è andato!”
Castiel si precipitò fuori ma non trovò nessuno e richiuse la cabina.
“Avrai sognato, Balthazar.”

“Col cavolo! Era il bambino, ti dico, ma sembrava…cresciuto..tipo di due o tre anni.”
“Come vuoi tu, ma adesso torniamo a dormire.” Sbadigliò mettendosi a letto.
 
 
*
L’indomani, Balthazar cercò di parlare con Benny, che non lo ascoltava.

“Credo che il nephilim abbia altro da fare che guardare voi due che dormite, perché non pensi a sognare una bella fanciulla piuttosto eh?” disse battendogli una mano sulla spalla.
“Ehi, campione, ti dispiace tenermi questa? Grazie!” disse un marinaio ridacchiando.
“Pezzi di..” si lamentò Balthazar tenendo tra le mani un grosso cesto di biancheria sporca.
 


*
Quello stesso pomeriggio, Castiel e Balthazar stavano lavando per terra, quando la ciurma continuava a gettare lattine di birra per terra per dare loro fastidio.
“Adesso vado e picchio tutti.” disse Balthazar.
“Aspetta, Balthazar, non credi che forse dovremmo aver dimostrato di aver imparato la lezione?"

“Ma che stai dicendo? Quale lezione?”
“Per loro, noi siamo i diversi, gli intrusi! Esattamente come per noi, il nephilim era il diverso e se c’è una cosa che gli umani e gli animali sanno fare bene è trattare con disprezzo chi è DIVERSO, allora forse basterebbe…usare un altro approccio.”
“Tipo?”

“Più…allegro. Il leader è chi riesce a ipnotizzare, a incantare e i veri LEADER non fanno le vittimelle.” Disse Castiel.
Balthazar sorrise e prese il mocio come se fosse stato un microfono e cominciò a cantare.
Questa è la mia nave dei sogni…”
Castiel lo fissò perplesso, tutti si girarono.

“Nave di caramello, ha ali di cartapesta che può volare con un po’ di fantasia..”
“Ehi bello, hai esagerato con le canne oggi..”
“Smettila o ti buttiamo in mare..”
“Ma le navi dei sogni non hanno ali né confini, non volano nel cielo, ma nel cuore degli uomini..”
Prese la mano di Castiel e gli fece fare una giravolta.

“La nave dei sogni fa salpare il cuore degli uomini, li porta in terre inesplorate e campi d’oro, alla ricerca di frutti mai visti e di canti melodiosi dei bambini che giocano con gli animali..”
Castiel si rispecchiò nell’acqua del ponte e seguì Benny nel canto.

La nave dei sogni non la troverai mai, è lei a trovare te e quando ti verrà a prendere ti porterà in un'isola dove sarai giovane e per sempre e il tuo corpo sarà il riflesso della tua anima, non la maschera che sei costretto a portare qui. Una terra dove uomini e cavalli , elfi, gnomi, vampiri, ballano tutti insieme sotto la luce della luna..”

“E dove anche gli angeli e i demoni si abbracciano come fratelli..” disse Balthazar.
“E i nostri cuori sono uniti e non avremmo bisogno di parlare per capirci e di toccarci per abbracciarci.”
Ora tutto l’equipaggio stava guardando quel duetto ballare e scivolare sull’acqua bagnata del ponte senza cadere, come se ballassero.

“Sembrano angeli che ballano.” Disse uno.
“Forse lo sono.” rispose Benny guardandoli sorridendo, mentre teneva om braccio il bambini nephilim che guardava lo spettacolo estasiato.
 
“E dove navi con ali celesti ti portano lì, nel mondo dei sogni..” disse Castiel.

“Dove donne vestite di burlesque ballano per te..” disse Balthazar, aggrappandosi al bastione per issare la vela, aiutato da Castiel.
Facevano tutto a passo di danza.
“Che cosa aspettate? Unitevi a noi!! “ gridò Castiel.
L’equipaggio si unì a loro, cantarono, ballarono e issarono le vele che rimanevano e neanche guardavano Benny per chiedergli se era il caso.

Ad un certo punto, Castiel e Balthazar vennero bagnati da Benny che versò loro del vino addosso.
“E troveremo la terra da dove sgorga il latte e il miele e ci innaffieremo in essa.” Disse Benny con tono allegro. “Chi vuole innaffiarsi con il latte e miele?”

“Io..io.-..io…” gridarono tutti e fiumi di vino, sgorgarono nella bocca dell’equipaggio e di Castiel e Balthazar e tutti ridevano, cantavano e ballavano.
 
 
 
*

Castiel e Balthazar stavano guardando l’acqua sotto di loro, era notte, quando Benny si avvicinò a lui.
“è una bella notte.”
“Meravigliosa. Le stelle sembrano salutarci da lassù, mi chiedo se abbiano visto lo spettacolo di oggi.”
“Mi sono divertito molto, grazie per aver divertito i miei uomini.”

“No, grazie a te.”
“Eh??”
“Avevamo bisogno di questo e tu chissà come, lo sapevi. Mi chiedo quante altre cose sai.”
Benny si lanciò su di lui e si abbracciarono.
 
 
*

Il giorno dopo, uno strano ometto con un accento scozzese, si presentò in cucina a battibeccarli.
“Oggi cucinerete! E mi aspetto dei piatti PRELIBATI!”
Castiel lo guardò dubbioso.

“Che c’è? Ti sei preso una cotta per il tipo antipatico?”
“Non dire cavolate, è solo che mi sembra fuori contesto, come se non c’entrasse nulla qui. Chissà chi è.”

“Uno stronzo, di sicuro, ma mi ha sfidato e adesso se la vedrà lui.”
 
*
Qualche minuto dopo, Balthazar stava mescolando della pastasciutta in una padella, mentre nell’altra faceva friggere della carne che sembrava a Castiel molto appetitosa.
“Smettila di guardare me e pensa alla torta!”
“Agli ordini!”

Dopo una buona mezz’ora, Balthazar decise che la carne era al sicuro per un po’ e poteva restare incustodita, voleva essere sicuro che Castiel avesse portato a compimento la sua opera.
“Castiel, spero per te che il dolce…”
Rimase a bocca aperta a vedere farina e latte dappertutto, sui mobili e sul pavimento, Castiel sporco di farina e cioccolato.

“Se fossi gay, credo ti salterei addosso. Fammi dare un’occhiata alla torta.”
Si avvicinò a guardare la montagna di panna che Castiel aveva preparato.
“Credo di aver messo troppe uova.”

“Sicuro, ma può andare, solo che manca un tocco di classe.
Prese dalla dispensa un barattolo marrone e uno verde.
“Guarda attentamente.”
Fece una strisciolina verde.

“Wow..gli umani non sono la razza idiota che a volte penso siano.”
“Sono d’accordo, adesso segui il mio ritmo, avanti.”
“Come una danza, giusto?”
“Esatto.”

Castiel seguì i movimenti di Balthazar creando ondine di salsa al ci9occolato intrecciate con le ondine alla menta di Balthazar.
“Balth…guarda..è INCREDIBILE. Abbiamo creato l’INFINITO.”
 
 
 
*
“Cosa hai detto che è questa cosa?” disse Benny sbalordito.
La torta e i piatti proposti si trovavano su un carrello apparecchiato elegantemente al suo tavolo.

“Salsa verde, tipica delle mie terre con una ricetta speciale fatta da me, con contorno di gamberetti in salsa in umido e carne pregiata condita con erbe scelte dal sottoscritto, pastasciutta di sfilatelli a modo mio e un formaggio capricciosa tutta da leccarsi i baffi.”
“E quella?”

“Io..ehm, ho fatto una torta. Chiedo il permesso di farla assaggiare anche all’equipaggio.,”
Benny assaggiò la carne e sembrava in estasi.
“Sembra che stai per avere un..”
Castiel gli diede un colpo con il gomito.

“Meraviglioso, eccellente, oggi riceverete una sorpresa. Nel pomeriggio.”
 
 
 
Quando Balthazar e Castiel andarono all'equipaggio, rimasero sbalorditi di sentir fioccare un appaluso nella loro direzione.  
 
"Che cosa succede, Balth?"  
 
"Chi lo sa..gli umani sono così strani..un giorno ti odiano e il giorno dopo ti amano."  
 
"Vi stimano."  
 
Castiel e Balthazar si voltarono basiti, trovando Benny a poca distanza a fissarli compiaciuto.  
 
"Vi STIMANO dopo lo spettacolo che avete messo su ieri, avete giocato, ballato e cantato con loro. Avete portato la MUSICA sulla nave e nei loro cuori, i miei complimenti." detto questo andò via.

"Smettila di fare quella faccia, ringrazia e SORRIDI." disse Castiel facendo un inchino con un sorriso fin troppo innaturale e gli occhi lucidi.

"Non posso, ho qualcosa nell'occhio.." disse Balthazar che era messo anche peggio di Castiel.


 
 
*
Nel pomeriggio Castiel  rivide lo scozzese con un bambino di quattro anni, biondo, che giocava con un puzzle sul ponte.
“Non ci credo..è lui?” chiese Castiel.
Sì.” Disse Benny, andando via.

I due si avvicinarono e videro lo scozzese e il bambino giocare.
Guardarono meglio il paesaggio che ritraeva un bosco interamente oro, una dama e un bambino che faceva un inchino a lei.
“Cosa rappresenta?" chiese Castiel.
“Zio Crowley lo chiama l’età dell’oro.” Disse il bambino tutto felice.
Un mondo fatto di oro puro.

“Un giorno potrò andarci?” chiese lui.
“Un giorno potremo andarci tutti.” disse Crowley.
 
 
 


*

Arrivati a sera, il bambino bussò nella cabina dei due angeli, e quando vide che Castiel si era alzato, scappò a perdifiato.
“Muoviti, Balthazar, dobbiamo capire perché scappa sempre.”
Rincorsero il bambino e ad un certo punto Castiel lo afferrò di peso.
“Ci dici perché scappi sempre?”
 

“Timothy!! Che fai? “ chiese Benny arrivato in quel momento.
“Benny!”
Il bambino scappò dalle grinfie di Castiel e si rifugiò dietro Benny, timido, ma facendo un sorriso malandrino.

“Benny, io..non è come sembra.” Disse Castiel.
“Oh, pensavo che Timothy avesse effettivamente trovato gli eroi che vogliono PROTEGGERLO.”

Castiel rimase sbalordito.
“Sì, in effetti, siamo proprio noi! Quando non navighiamo in mare, salviamo teneri fanciulli in difficoltà!”disse Balthazar gongolando.
Timothy si mise a ridere.
 
*
“Dove sono i genitori del bambino?” chiese Castiel.
“Li incontreremo in un bosco appena la nave attraccherà,
“Timothy non ha ben compreso quello che accadde quando avete cercato di prenderlo, in questi giorni ha imparato a parlare e a sviluppare una coscienza, gli ho raccontato che siete angeli e che il vostro scopo è di proteggerlo, gli ho anche detto che avete faticato molto per trovarlo ed essendo ancora un bambino, ha pensato bene di stuzzicarvi per farsi inseguire.”

“È adorabile..” disse Castiel. “Benny, grazie..noi..io ti ho giudicato male.” disse Castiel.
“E io ho giudicato male te, gli amici non dovrebbero mai peccare della fiducia ma sono tempi difficili questi.”

“Una volta un uomo eccezionale mi ha detto che i tempi difficili si sarebbero sempre ripresentati, ma che bisognava avere forza d’anima per riuscire a combattere un’altra guerra, perché sarebbero finiti, per poi ripresentarsi ancora.”

“Sembra un po’ semplicistico per me, sei sicuro che ho detto proprio questo?”
“Mmm..no!” risero entrambi. “Scusa, ma possedendo un corpo umano, mi sottometto in parte alle sue limitazioni, è vero che noi angeli dovremmo avere un potenziale di memoria mille volte superiore…ma..sono comunque tanti anni e possiedo comunque un corpo umano.”

“Perché non mi fai vedere le ali!” disse il bambino.
Balthazar si guardò intorno e spalancò le ali immense, lasciando il bambino allibito.
“BALTHAZAR!!” lo rimproverò l’angelo.
“Lascialo fare.”

“Sono così belle…” disse il bambino accarezzandole.
Ai due si strinse il cuore.
Balthazar le ritrasse e il bambino ne fu contrariato.
“Nooo.” Si lamentò.

“Non possiamo rischiare di essere visti.-Ehi, piccolo, sei capace di giocare a palla?” disse prendendo la pallina al centro.
“Certo!”
“Io sono un vero campione, vediamo se mi batti.”disse Balthazar, rubandogliela e facendosi rincorrere.

“Devo chiederti scusa, Castiel, forse ho sempre saputo che eri INNOCENTE, ma nonostante questo..ho voluto farti credere di aver bisogno di una prova..”
“Perché?” gli chiese Castiel.
“Volevo che restaste.” Disse semplicemente.
“L’avrei fatto comunque.”

Benny chinò il capo, Castiel gli mise una mano sulla spalla.
“Ma sai una cosa? Mi è piaciuto fare il marinaio e voglio farlo fino alla fine di questa traversata.”
“Mi dispiace comunque di aver aggredito te e il tuo amico.”

“A me no, perché vuol dire che mi vuoi bene, che ci tieni a me.”
Benny lo fissò stupito.
“Non credevo che gli angeli avessero bisogno di AFFETTO.”
“Un errore che fanno in molti, in realtà proprio perché siamo caricati di  tanto peso sulle spalle, ne abbiamo un GRAN BISOGNO.”

“E lo ricevi proprio da un vampiro.”
“Già..non è la prova di quanto la vita sia FENOMENALE? Vorrei che gli umani lo capissero..sarebbe stupendo.”
“Un giorno, amico mio, lo faranno.” Disse Benny guardando il mare, con i capelli mossi dal vento.
   
 
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