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Autore: NPC_Stories    25/10/2021    0 recensioni
Inktober 2021 con la lista ufficiale, come sempre troverete storie dei miei personaggi originali nel mondo di Forgotten Realms.
Dovrebbero essere storie brevi (altrimenti come faccio a pubblicarne una al giorno?), ma chissà se ci riuscirò...
Genere: Avventura, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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Genere: malinconico, triste
Note: i pareri e i discorsi dei personaggi sono un riflesso del mondo in cui vivono, un mondo pseudo-medievale / pseudo-rinascimentale che presenta molti più pericoli del nostro. Questa storia si svolge circa un anno dopo Lei è mia e solo qualche mese prima dell'inizio di Jolly Adventures (e chi ha letto quella storia sa che cosa questo implichi)


25. Splat


1298 DR, primavera, in una locanda vicino a Secomber

Il pezzo di pane con burro e marmellata cadde giù dal seggiolone - venne lanciato, a onor del vero - e atterrò sul pavimento con un sonoro Splat!
Da questo suono, l'elfo scuro comprese che ovviamente era caduto sul lato imburrato. Era inevitabile. Avrebbe dovuto raccogliere i dati in una statistica, visto che tanto succedeva spesso.
Tuttavia non si adirò per quel piccolo disastro. Sorrise alla bambina nel seggiolone e le fece un gesto che lei conosceva bene: tenendo le mani parallele al terreno, schiacciò i palmi l'uno contro l'altro. La piccina sbottò a ridere, con quella sua risata quasi normale, ma acuta e disarmonica. Poteva sembrare solo una bambina che rideva in modo un po' strano, ma la sua famiglia conosceva la verità: lei non sentiva la sua stessa voce, né la voce degli altri. Quella risata era una reazione spontanea alle situazioni buffe, ma non era in grado di imitare, nemmeno inconsciamente, i suoni che emettevano le altre persone.
Il gesto che lo zio aveva fatto significava… non era facile da tradurre, era il gesto che lui faceva quando lei buttava a terra qualcosa, insieme a un'espressione falsamente esasperata. La bimba interpretava quella gestualità come "oggetto che cade" e "scherzo", ma non aveva le parole per quei concetti: erano solo impressioni e immagini nella sua mente. Quello era il gesto in risposta alla sua burla più classica.
In qualche modo lei sapeva che quell'adulto, il suo principale punto di riferimento, non era arrabbiato per le sue azioni. Dopo aver fatto quel gesto, lui aspettava sempre che lei lo imitasse con un gesto identico, e poi le sorrideva.

"Grazie per aver dato da mangiare alla bambina" lo chiamò Krystel, mentre lui puliva per terra. "Sei sempre molto…" esitò, e nel suo silenzio c'era un fiume di non detti. Avrebbe potuto dire gentile, avrebbe potuto dire disponibile, invece disse: "presente."
C'era qualcosa, nel tono in cui l'aveva detto, che suonava come 'dobbiamo parlare'. Daren lo percepiva a pelle. Qualunque maschio drow imparava molto presto a riconoscere la minima intonazione preoccupante nella voce di una femmina.
Solo che lui non capiva che cosa avesse fatto di male. Stava facendo del suo meglio per prendersi cura di Krystel e della bambina. Sua sorella aveva perso il latte poco dopo aver cominciato a svezzare sua figlia, quindi il passaggio al cibo semi-solido era dovuto avvenire più in fretta, più bruscamente. Krystel si sentiva in colpa per quello - sembrava che si sentisse in colpa praticamente per tutto - e faceva sempre più fatica a stare con la bambina, a darle quel contatto intimo che lei, com'era naturale per la sua età, cercava. Da allora se ne era occupato per la maggior parte lui. Era chiaro che le cose non stavano andando molto bene, e che Krystel non stava riuscendo a legare con la sua creatura come avrebbe voluto: l'ultima nata di casa non aveva ancora un nome, sebbene avesse già quasi un anno.
"Daren, per favore, possiamo parlare un momento?"
È quasi penoso avere sempre ragione, pensò il drow. Autoincensarsi era il suo modo di sdrammatizzare, perché aveva la sensazione che qualcosa stesse per succedere, certi nodi forse stavano per venire al pettine.
Annuì, ma non si alzò dalla sua sedia davanti al seggiolone. "Non ho ancora finito di darle la colazione. Butta per terra metà del cibo che cerco di infilarle in bocca. Possiamo parlare qui, la bambina è troppo piccola per capire."
"La bambina non ci sente. Smettiamo di far finta che non sia così."
"Puoi averne la certezza?"
"Daren, io non ti dico come fare il guerriero. Tu non dirmi come diagnosticare i problemi. La bambina non reagisce ai rumori forti, quando invece dovrebbe, quasi tutti i bambini si spaventano in caso di rumori improvvisi. È la natura che li crea in questo modo, fa parte della sopravvivenza."
Il drow si chiuse in un ostinato silenzio per qualche momento, aveva bisogno di riflettere e sì riparo dietro alla necessità di nutrire la nipotina. Riuscì a farle mangiare un pezzetto di pane morbido con burro e marmellata; la bimba era in grado di masticare la mollica di pane, visto che ormai aveva quasi tutti i denti da latte.
"Ma la natura deve aver creato questa bambina in qualche altro modo, allora, perché non ho dubbi che la sua esistenza sia naturale" ribatté alla fine.
"Ma certo che è naturale" confermò la strega, "solo che non è… completamente ottimale. Se non fosse una bambina, se fosse un animale del bosco, sarebbe grandemente a rischio per il fatto che non sente i rumori. Sono certa che, avendo la possibilità di crescere, con il tempo svilupperà dei metodi alternativi per percepire il mondo intorno a sé. E sono anche certa che ciò che tu mi hai insegnato, il modo di parlare con le mani, mi sarà molto utile. Impareremo a comunicare con lei."
"Ti sarà molto utile" ripeté l'elfo scuro, che aveva colto qualcosa. Parlando del futuro, sua sorella lo stava escludendo.
"Non posso sviluppare un rapporto con lei finché tu sei qui" finalmente Krystel indicò l'elefante nella stanza. "Ho bisogno di sapere che sono necessaria. Devo credere che mia figlia abbia bisogno di me. Se tu ti prendi cura di lei, se continui a farle da padre, io non sarò spronata a diventare una madre. Tu sei assolutamente meraviglioso con lei, se la situazione fosse diversa… se io mi sentissi in modo diverso, sarei molto felice di avere il tuo aiuto. Sarebbe fantastico averti qui per insegnare a tutta la famiglia a comunicare al meglio con il codice gestuale. E poi lo vedo come la bambina ti adora. Però quello è un mondo ideale; nel mondo reale io ho bisogno di legare con mia figlia prima che sia tardi."
Daren diede un altro pezzetto di pane alla piccola, guardandola mangiare con soddisfazione. Stava crescendo sana, forte, l'unico suo problema era l'incapacità di sentire ma secondo lui era una cosa in qualche modo superabile. Dopo tutto la piccola non era una drow del Buio Profondo. Poteva rimanere in Superficie, avere una vita protetta. Poteva fare a meno di lui.
L'elfo scuro si fidava del giudizio di sua sorella: se Krystel assicurava di potersi prendere cura della bambina, e che lo avrebbe fatto in sua assenza, lui non aveva dubbi che la bambina sarebbe stata in buone mani.
"Non sono sicuro di capire i tuoi sentimenti, sorella, ma se questo è ciò di cui hai bisogno allora io qui ho terminato il mio compito."
"Mi dispiace."
"Non capisco perché. Sei stata esaustiva nella tua spiegazione, potevi limitarti a darmi un ordine."
"Non dire sciocchezze, Daren. Pensavo che il nostro rapporto si fosse evoluto ben oltre quel punto."
"Io…" l'elfo scuro ci dovette pensare per un lungo momento. Non era abituato a prendere in esame i suoi stessi sentimenti. "Forse ho bisogno di questo. Ho bisogno di sapere che devo obbedire a un ordine. Così come tu dici che hai bisogno di credere di non avere scelta… anch'io."
Krystel non si lasciò ingannare dal suo tono neutro e lo strinse in un abbraccio fraterno, un abbraccio che diceva sia 'scusa' che 'grazie'.

Quello stesso pomeriggio Krystel accompagnò Daren nei pressi di Waterdeep con un incantesimo che le permetteva di aprire un passaggio di teletrasporto attraverso le piante. Era un modo molto rapido di viaggiare ma la strega non si sentiva sicura a spingersi più lontana dei luoghi in cui era già stata. Dalla città portuale, Daren aveva espresso l'intenzione di imbarcarsi su una nave - sotto mentite spoglie, naturalmente, perché i drow non sono bene accetti in Superficie - e veleggiare verso sud. Aveva un amico nella foresta di Mir, nel Calimshan, e non lo vedeva da almeno quattro anni. Era tempo di andare, di ricominciare la sua vita da viaggiatore e guerriero.

Nei mesi successivi Krystel riuscì a prendersi cura di sua figlia, per la maggior parte per senso del dovere. Un po' riuscì anche ad amarla, a stabilire un legame con lei, ma non era un legame spensierato o privo di nubi. Sul loro rapporto c'era sempre ad aleggiare lo spettro del rimpianto, del senso di colpa, e in piccola parte anche del rancore. Non verso la bimba, naturalmente, ma non di meno.

Alla fine la drow chiamò la piccina Tinefein, che per etimologia elfica significava Fanciulla silenziosa.
Era un errore comprensibile: Krystel non l'aveva mai sentita ridere.

   
 
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