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Autore: pampa98    25/10/2021    6 recensioni
[Storia scritta per il Writober di fanwriter.it]
«La tua mente rimugina su qualcosa da prima della cena» continuò Alastor. «Conoscendoti, immagino riguardi Ninfadora. Mi piace quella ragazza, perciò se pensi di tradirla o di farle del male, dimenticherò che abbiamo bisogno di ogni mago possibile tra le nostre fila e provvederò personalmente a sbarazzarmi di te.»
Un piccolo sorriso comparve sul volto di Remus nel sentire con quanto trasporto Alastor si preoccupasse per Tonks.
«E tu non credi che le stia già facendo del male?» gli chiese, sollevando gli occhi verso di lui.
«Perché sei un Lupo Mannaro?»
Remus annuì.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alastor Moody, Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Prompt 25: OTP

REGALO DI COMPLEANNO




 

«I tuoi pensieri sono rumorosi, Lupin» sbottò a un tratto Alastor, sedendosi sul divano davanti a lui.
«Scusami» rispose Remus, tornando ad abbassare lo sguardo sulle sue mani. La cena a casa dei Tonks per il compleanno di Ninfadora era trascorsa in allegria, i partecipanti (lui, Tonks e i suoi genitori, Alastor e Kingsley) avevano deciso di dimenticare gli eventi delle ultime settimane e ciò che avrebbero dovuto affrontare da quel momento in avanti per godersi quelle poche ore in compagnia.

«Tu non dovevi andare con Kingsley e Ted?» chiese Remus, ricordandosi solo in quel momento che l’Auror non sarebbe dovuto essere lì.
«Li raggiungerò presto. Prima volevo parlare con te.»
Remus si irrigidì, ma sentì anche una sorta di sollievo farsi strada in lui. Andromeda e Ted Tonks non lo avevano respinto, ma nemmeno si erano mostrati entusiasti quando la loro unica figlia aveva presentato loro il suo compagno. Se c’era una persona la cui opinione era per Tonks più importante di quella dei suoi genitori, quella era proprio Moody. L’uomo non si era mai opposto apertamente alla loro storia, e doveva aver fiutato qualcosa già dalle loro prime interazioni a Grimmauld Place, ma non aveva nemmeno mai mostrato approvazione – sebbene, Remus doveva ammettere, non era sempre evidente capire quando Alastor Moody era felice per qualcosa.
«La tua mente rimugina su qualcosa da prima della cena» continuò Alastor. «Conoscendoti, immagino riguardi Ninfadora. Mi piace quella ragazza, perciò se pensi di tradirla o di farle del male, dimenticherò che abbiamo bisogno di ogni mago possibile tra le nostre fila e provvederò personalmente a sbarazzarmi di te.»
Un piccolo sorriso comparve sul volto di Remus nel sentire con quanto trasporto Alastor si preoccupasse per Tonks.
«E tu non credi che le stia già facendo del male?» gli chiese, sollevando gli occhi verso di lui.
«Perché sei un Lupo Mannaro?»
Remus annuì.
Alastor portò il suo bastone davanti al corpo, stringendo la punta con le mani. «Tu non sei un mostro, Remus. La tua parte umana è più forte di quella della bestia. Sei un brav’uomo: gentile, intelligente, coraggioso. Saresti un ottimo marito per chiunque, soprattutto per lei.»
Remus aggrottò le sopracciglia, facendo sbuffare il suo interlocutore.
«Credevi che non avessi visto l’anello che hai in tasca?» disse, mentre l’occhio magico si fissò sulla coscia destra di Remus. L’uomo fece per coprirsi la tasca, ma si disse che sarebbe stato inutile e, comunque, non aveva senso nascondere la verità. Due giorni prima era tornato a casa sua e aveva preso l’anello di sua madre, che gli aveva lasciato in eredità con l’augurio di donarlo a una persona speciale. Era stato un gesto impulsivo, privo di ogni logica, eppure non era riuscito a togliersi dalla mente l’idea di chiedere a Tonks di sposarlo, proprio quella sera.
«Ninfadora ti ama» riprese Alastor, alzandosi in piedi. Remus lo imitò. «Tu la ami. Ti fa paura, ma non è una cosa che puoi controllare, quindi non sforzarti nemmeno di farlo. Daglielo prima che scocchi la mezzanotte: non è educato che il suo ragazzo non le abbia fatto nessun regalo.»

 

«Ci vorrà tutta la notte per pulire queste stoviglie!»
«La cena è stata fantastica, ma in effetti Andromeda ha un po’ esagerato» disse Remus, mettendosi accanto a Tonks di fronte al lavello.
Lei si voltò verso di lui e gli sorrise, poi tornò a guardare i piatti sporchi.
«Un po’? Ha cucinato per un esercito. Secondo te è brutto se ce la svigniamo di sopra e lasciamo tutto il lavoro a mia madre?»
Remus sorrise: in effetti non lo entusiasmava l’idea di trascorrere la notte a pulire. Anche con la magia, avrebbero impiegato parecchio tempo a rendere la cucina di nuovo utilizzabile. Tuttavia, si disse, quella poteva essere una scusa per rimandare quella follia che aveva pensato di fare. Alastor gli aveva dato la sua benedizione, e di certo gliel’avrebbe fatta pagare se al loro successivo incontro Tonks non avesse avuto un anello al dito, ma Remus sentiva che era comunque un gesto egoista e che lei meritava un uomo migliore al suo fianco. Un uomo che fosse davvero tale, almeno.
«Remus?» Tonks gli prese il volto tra le mani, facendolo voltare verso di lei. Lo scrutò con i suoi occhi neri e Remus si trovò a chiedersi, non per la prima volta, se per caso lei non possedesse anche qualche abilità di Legilimens. «Va tutto bene? Non ti sei divertito?»
Sei un brav’uomo. «Certo che mi sono divertito» le disse, posando le mani sulle sue. «È stato tutto perfetto. È solo… Be’, io non ti ho ancora fatto un regalo.»
Tonks rise, dandogli uno schiaffetto giocoso sulle guance.
«La tua presenza è un regalo sufficiente.»
«Ti ringrazio» disse, con un sorriso. Tolse le mani di Tonks dal suo volto e si inginocchiò davanti a lei. Saresti un ottimo marito per lei. «Ciononostante, ci tengo comunque a darti qualcosa.»
L’espressione di Tonks mutò da incerta a scioccata, quando lui mise una mano in tasca ed estrasse un anello con un piccolo rubino incastonato sopra.
«Ninfadora Tonks, vorresti diventare mia moglie?»
Tonks si portò una mano tremante alle labbra, mentre con la testa cominciò ad annuire con tale forza che Remus temette le si potesse staccare.
«Sì! Sì, Remus, sì!»
Si lanciò verso di lui e lo baciò. Remus perse l’equilibrio e cadde a terra, stringendo l’amore della sua vita tra le braccia. Sentì qualcosa di umido e caldo cadergli sul volto e si rese conto che Tonks stava piangendo. Le asciugò le lacrime e le diede un bacio in fronte.
«Posso?» le chiese poi, indicando l’anello.
Tonks gli porse la mano sinistra e lui infilò l’anello all’anulare. Sollevò lo sguardo verso di lei, incrociando i suoi occhi luminosi, ed entrambi scoppiarono a ridere. Remus non ricordava di essere mai stato così felice.



 
   
 
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