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Autore: sab2fab4you    25/10/2021    1 recensioni
Abbiamo conosciuto Dan e Hana come i migliori amici di Ben e Lily, ma è arrivato il momento di raccontare la loro storia.
Dan è il classico genio ribelle, si sente incompreso e inadatto. Troppi demoni gli scavano dentro senza lasciargli via d'uscita, è intrappolato da sé stesso. Poi c'è Hana, che diventa uno spiraglio di luce nell'oscurità del ragazzo. Dietro la sua facciata da ragazza con la testa fra le nuvole si nasconde una persona che porta sulle spalle un peso molto più grande di lei. Saranno l'uno la salvezza dell'altro, perchè infondo sono due anime che stavano solo aspettando di incontrarsi.
***
ESTRATTO DAL CAPITOLO SETTE:
"Nessuno dei due disse una parola, continuarono a guardarsi e a capirsi. Erano diversi come il giorno e la notte, questo lo sapevano, eppure c’era qualcosa che li legava ed era proprio per questo che in un modo o nell’altro continuavano ad attrarsi."
***
AAA: NON E' NECESSARIO LEGGERE IL VOLUME 1
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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AAA: IL CAPITOLO E’ SCRITTO IN TERZA PERSONA

Capitolo sette



 
Shall I sleep within your bed
River of unhappiness
Hold your hands upon my head
Till I breathe my last breath


Oh, oh woe-oh-woah is me
The last time that you touched me
Oh, will wonders ever cease?
Blessed be the mystery of love






I due giovani camminarono a lungo per le strade silenziose di Bristol, Hana non aveva idea di dove stessero andando ma si fidava, più di quanto avrebbe dovuto perché in fin dei conti lei non conosceva bene Daniel. Il ragazzo le avrebbe potuto fare di tutto, era molto più grosso e forte di lei. Eppure c’era qualcosa che la spingeva a continuare a tenere la sua mano, a bearsi del calore che essa emanava e perché no, a provare del solletico al contatto con il suo palmo calloso.


Daniel d’altro canto non riusciva a controllare il battito cardiaco, il cuore batteva come una molla impazzita perché la ragazza era ancora aggrappata a lui e sembrava non volerlo lasciare. La sua pelle era morbida e liscia e ciò lo rendeva nervoso, quel gesto così innocente lo agitava a tal punto da fargli sentire le farfalle nello stomaco.


E questo pensiero lo mandava fuori di testa, perché provava così tanta attrazione lei? Lui era il tipo che non abbassava mai lo sguardo, anzi, a lui piaceva sfidare gli altri sapendo che avrebbe già vinto, ma da quando aveva conosciuto Hana non aveva fatto altro che perdere.


Finalmente Daniel avvertì lo scrosciare delicato dell’acqua, erano arrivati.


Il quartiere dell’Harbourside li accolse silente, e nonostante l’oscurità della notte Daniel non poté fare a meno di provare un forte senso di calma. Odiava Bristol e odiava Stokes Croft, ma c’era qualcosa nel Porto che invece lo affascinava. Quel luogo era vissuto, in passato marinai e mercanti ci avevano fatto la storia e niente era andato perduto perché ovunque ti girassi potevi trovare dei frammenti di ricordi a partire dalle strade che riprendevano i nomi di personaggi importanti per finire alle statue costruite e piazzate in ogni dove.


L’Harbourside era un luogo in cui nessuno veniva dimenticato e Daniel trovava sollievo in questo, quel posto era senza tempo e ad ogni passo che faceva lui si sentiva infinito.


I due si accomodarono su una panchina, Daniel percepì la presa di Hana allentarsi per cui pose fine a quel contatto tanto piacevole per paura di infastidire la ragazza.


<< Come ti senti? >> le chiese, sperava che la passeggiata l’avesse calmata un minimo.


Hana si sentiva come stordita e non era più colpa dell’attacco di panico ma del giaccone che indossava. Profumava di acqua di colonia e di uno shampoo che a lei pareva essere alla camomilla, misto all’odore del tabacco, non sapeva come definirlo ma una cosa era certa: profumava di Daniel, e adesso anche tutti i suoi vestiti erano impregnati dello stesso odore.


<< Sto molto meglio… grazie >> disse sbirciandolo sottecchi.


I lampioni illuminavano le strade con la loro luce fioca ma ciò non impediva loro di creare un gioco di colori nel momento in cui essi si andavano a specchiare nelle acque del fiume Avon. La vera protagonista però era la luna, pallida ed immensa, il cui bagliore inondava qualsiasi cosa e che rendeva tutto un po’ più misterioso.


<< Vengo qui ogni volta che mi sento solo, mi aiuta >> iniziò Daniel, gli occhi sempre puntati avanti a lui.


Hana invece non aveva timore a guardarlo, per cui si girò verso il ragazzo sperando che prima o poi anche lui facesse lo stesso.


<< Ti senti spesso solo? >> domandò lei con un tono di voce che a Daniel arrivò vellutato come una pesca e non poté fare a meno di ricambiare il suo sguardo.


<< Sempre >> non era mai stato uno che parlava a cuore aperto di ciò che provava, lui nascondeva, ma con lei sentiva che non ce n’era bisogno perché i pensieri fluivano liberi dalla sua bocca, era ormai inutile negarlo.


<< Due anni fa mia sorella maggiore, Yoona, è scappata di casa >> Hana si lasciò sfuggire un sospiro carico di dolore, << e hai visto come funziona nella mia famiglia… lei era l’unica che capiva ciò che provavo >>.


La ragazza aveva iniziato a giocare con le dita delle mani, la sua vittima in particolare era una pellicina sul pollice, insulsa, ma che se l’avesse strappata avrebbe bruciato come il fuoco.


<< Sono sola da quando se n’è andata >> ed era vero, perché sebbene i suoi cugini avessero la sua stessa età le madri erano diverse, e nessuno poteva farti più male di un genitore ferito specie se vedeva in te la figlia ormai lontana.


Hana aveva dovuto prendere il posto della sorella, farsi carico delle sue responsabilità e prendersi cura dei cuori sofferenti dei suoi genitori e fratelli, ma il problema era che nessuno aveva pensato a lei. E Daniel lo leggeva questo dolore e ci si rispecchiava, perché avrebbe tanto voluto protestare quando la mamma aveva preso la decisione di lasciarlo a Bristol; ogni volta che lo chiamava e gli chiedeva come stava, avrebbe voluto dirle che andava tutto male, che per l’ennesima volta la scuola lo stava distruggendo e si sentiva un fallito. Aveva bisogno di lei in un modo così egoistico che, diamine, aveva addirittura provato a spacciare per trovare un po’ di soldi. Ma lei era partita lo stesso.


<< Vivo da solo… >> pronunciò malinconico il ragazzo, << … e da quando mia mamma si è trasferita altrove per lavoro non me la passo bene, mi manca >>.


Minseo Kwon era la sua eroina. La donna che a diciott’anni era scappata da Seoul perché disconosciuta dalla famiglia quando aveva scoperto di essere incinta. Daniel non aveva voluto sapere niente più di nessuno, né di suo padre che voleva costringerla ad abortire e tanto meno dei suoi nonni, così bigotti da buttare fuori casa una ragazzina.


All’improvviso entrambi poggiarono la mano sul bordo della panchina e per un momento le loro dita si toccarono; erano ancora occhi negli occhi, quel contatto era stato fugace ma carico di elettricità. Ognuno stava confessando cose che mai avrebbe pensato di dire all’altro, quel momento era più intimo di un bacio.


Per la prima volta Hana vedeva sincerità negli occhi di Daniel.


Nessuno dei due disse una parola, continuarono a guardarsi e a capirsi. Erano diversi come il giorno e la notte, questo lo sapevano, eppure c’era qualcosa che li legava ed era proprio per questo che in un modo o nell’altro continuavano ad attrarsi.


<< Mi dispiace per la questione del diario… in realtà una pagina l’ho letta >> svelò la ragazza per poi mettere subito le mani avanti, << ma è stato un errore, ti giuro >>.


Daniel sorrise alle sue scuse sincere, dopo le confessioni di questa sera la vicenda del diario gli sembrava lontana anni luce, << no, sono io che mi devo scusare. Me la sono presa con te inutilmente >>.


E ad Hana il cuore iniziò a correre come un cavallo imbizzarrito alla vista di quel sorriso gengivale, perché Daniel poteva allontanare chiunque voleva, poteva essere scorbutico e antipatico ma quel sorriso rivelava tutto ciò che il ragazzo cercava di nascondere: voleva essere compreso, ascoltato e voleva fare lo stesso con gli altri ma aveva paura di essere preso in giro.


<< Non voglio essere presuntuosa, ma semmai volessi sfogarti su qualsiasi cosa… io ci sono >>.


Hana non lo sapeva, ma era davvero coraggiosa. Era stata sempre la prima a fare un passo verso di lui e non aveva idea di quanto Daniel stesse imparando da lei.


<< Devi imparare ad essere un po’ più egoista >> il consiglio del ragazzo aveva una sfumatura fraterna, quasi a volerla aiutare.


<< E tu invece a fidarti più degli altri >> controbatté lei, lasciando Daniel a corto di risposta.


Decisero che era l’ora di ritornare, quindi si alzarono dalla panchina e si allontanarono da quel posto magico nel quale il tempo pareva essersi davvero fermato per loro due.


E quando Daniel si rimise la giacca prestata alla ragazza, inspirò un forte profumo di ciliegie e gli bastò un attimo per capire che quello era l’odore dei capelli di Hana. Quella meravigliosa e lunga chioma che faceva prudere le mani a Daniel perché moriva dalla curiosità di constatare quanto fosse morbida. Entrambi avevano il profumo dell’altro impregnato addosso, come un ricordo di questa strana serata.


<< Grazie >> disse Hana in piedi vicino all’entrata del ristorante, ormai chiuso.


<< Grazie a te >> rispose lui.


Poi la ragazza fece l’ennesima cosa che sconvolse Daniel: si avvicinò a lui con uno scatto e lo abbracciò.


Per pochi secondi le braccia di Hana cinsero la vita di Daniel, fu un gesto spontaneo che rispecchiava appieno la personalità della ragazza, ma lui non era abituato.


<< Ci vediamo a scuola >> fu l’ultima cosa che lei gli disse, prima di andare via.


Niente sarebbe stato più come prima, perché non puoi tornare a casa e dimenticare ciò che è stato condiviso.


Dan e Hana ancora non lo avevano capito, ma si stavano innamorando.



Ciao!


Avrei dovuto aggiornare domenica ma
è stato un capitolo piuttosto intenso da scrivere, pardon!


Ho deciso di scriverlo in terza persona perché mi sembrava
il modo più efficace di esprimere appieno ciò
che i due protagonisti provano l’uno per l’altro.


Ad ogni modo, sono davvero contenta di quello che è
venuto fuori, spero che vi piaccia tanto quanto piace a me.


Un bacio


 
   
 
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