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Autore: Hilla_    26/10/2021    0 recensioni
Cos'era il destino?
Era per caso stato il destino a condurla in quel posto, in quel mondo così diverso dal suo?
Era stato il destino a spingerla in quel viaggio?
Si, probabilmente era destino che finisse in quella situazione, un destino vecchio di secoli e che si intrecciava con altri, formando un complesso dipinto che avrebbero visto solo alla fine, quando ormai sarebbe stato troppo tardi per cambiarlo.
Quindi che fare? arrendersi a quello che sarebbe accaduto? Di certo fuggire non era un opzione, anche volendo non ne sarebbe stata capace. C'era una sola possibilità: andare avanti.
aggiornamenti ogni martedì
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ultima revisione 26/09/2021

Ethel si avvicinò ad una delle sue opere incompiute.
《In realtà, più che averli visti ho visto le pennellate che lo componevano. Probabilmente ti sembrerò folle, ma è così》 spiegò col tono di qualcuno a cui non importava più nulla del parere altrui: avrebbe anche potuto prenderla per pazza, alla donna non sarebbe importato nulla. Dopo tutto quello che aveva visto, però, Niav non faticava a credere. Strani poteri profetici? Nulla di stano, perché non sarebbero dovuto esistere in un mondo in cui i draghi erano reali?

《Io le credo - affermò la ragazza, ottenendo un sorriso dall'anziana donna - non solo. Io li conosco, conosco le creature che ha dipinto》 proseguì, sentendo il bisogno di raccontare a qualcuno quello che le aveva stravolto la vita.
《Siedi pure, raccontami di più》 propose.
Niav acconsentì alla sua richiesta, sedendo su una sedia mentre Ethel occupava lo sgabello davanti ad una tela ed iniziava a dipingere.

Raccontò quello che le era successo, tralasciando la posizione del villaggio dei guardiani, che non volle indicare ad una sconosciuta, ed Ethel ascoltò ogni parola senza fare una piega, senza fare domande. Lasciò semplicemente la ragazza libera di raccontare quello che le era successo.
Le due andarono avanti a parlare - o meglio, la ragazza parlò ad Ethel - per ore e ore, finché l'anziana non si alzò, facendo cenno a Niav di avvicinarsi.
Entrambe osservavano la tela, dove Ethel aveva dipinto un drago bianco davanti a tre ragazzi girati di spalle.
《Se devi partire dovresti trovarti degli amici - affermò calma la donna - credo che ci sia un motivo se ho sentito il bisogno di chiamare qui Jacob e la sua amica, lo stesso per cui li ho mandati a fare quella commissione. Ritengo di aver sempre avuto un buon intuito per queste cose - Ethel le sorrise - e ora mi dice che dovresti riposare. Sbaglio o il tuo sarà un lungo viaggio?》chiese.

Nonostante stesse cercando di non darlo a vedere, per la donna era finalmente giunto il momento che aspettava da una vita: la conferma che tutto quello che vedeva era reale. Aveva ancora chiaro il ricordo tutte le serate che suo nonno - l'unico che fosse mai stato in grado di comprendere quello che Ethel percepiva - aveva passato a raccontarle delle maestose creature che controllavano i cieli e della loro casa immersa fra i pini, popolata da uomini e donne che ogni giorno avevano il privilegio di vivere al loro fianco.

Più era cresciuta e più le parole di suo nonno avevano iniziato ad acquisire un senso diverso. Anche lei vedeva i draghi e la loro casa, anche se a differenza di suo nonno poteva farlo solo tramite il disegno.
Era stato proprio suo nonno a dirle quella frase, che in seguito era diventata una delle sue risposte preferite quando qualcuno la accusava di viaggiare troppo con la fantasia: "nella nostra famiglia abbiamo sempre avuto un buon intuito, anzi, è qualcosa in più"

Niav scosse la testa.
《La ringrazio per tutto, ma se quello che mi sta dicendo è che non mi accadrà nulla stando qui non posso comunque rimanere. Non riesco più ad aspettare, devo tornare da Shu. Mi sta aspettando》 spiegò la castana. Percepiva che il drago era nelle sue vicinanze ma non riusciva a sentirlo cosa stesse provando o pensando in quel momento.
Ethel sospirò, scuotendo la testa ed incrociando le braccia sul petto.
《Non posso oppormi alla scelta, ma almeno sii prudente nel viaggio che ti aspetta》 raccomandò.

La ragazza annuì, rivolgendo un sorriso sicuro alla donna. Le cose stavano iniziando ad andare nel verso giusto: con Ryan momentaneamente fuori dai giochi ed il Cuore finalmente fra le sue mani sentiva di avere la migliore possibilità che le fosse capitata fino a quel momento per completare rapidamente il suo viaggio e tornare finalmente a casa.

Casa... una parola dal sapore curioso.
Qual era casa sua? In Irlanda, al fianco del suoi amici, o insieme a Shu?
Non poteva sceglierli entrambi, ma fino a quel momento non si era mai posta seriamente il problema. In quel momento però si era sentita così vicina alla fine del suo viaggio che non aveva potuto fare a meno di pensare al dopo. Non era mai stata propensa a "vivere sul momento", come le aveva spesso suggerito Jacob, ma la quantità di eventi delle ultime settimane non aveva lasciato alla mente della ragazza il tempo di pensare al futuro.

Stare lontana da Shu causava un vuoto opprimente nel cuore della ragazza. Le emozioni e le sensazioni del drago erano diventate una parte di lei ed esserne privata rendeva ogni istante eternamente lungo e doloroso.
Incontrare i suoi amici però le aveva fatto realizzare quanto le fossero realmente mancati e quando desiderasse tronare alla sua vecchia vita. Se avesse potuto avrebbe cancellato quell'ultimo mese e sarebbe tornata all'esistenza che conduceva fino a poco prima, ma ora che sapeva dell'esistenza dei guardiani non poteva più tornare indietro.

Mentre valutata le sue opzioni Ethel lasciò silenziosamente la stanza, lasciandola sola.
Dopo una lunga esitazione recuperò il suo esiguo bagaglio e approfittò di quel momento di solitudine per sgusciare fuori dall'abitazione dalla vera porta sul retro, che si trovava all'interno della stanza delle tele.
Aveva deciso che non era in grado di prendere una decisione in quel momento e farlo immediatamente le avrebbe portato alcun vantaggio rispetto al pensare con calma, al contrario concludere quel viaggio le avrebbe solo fatto bene.
Raggiungere Shu, poi, era qualcosa da fare nell'immediato futuro, aveva bisogno di stare accanto al drago immediatamente.

Ma nonostante la sua convinzione il peso di camminare nelle vie buie, lasciandosi alle spalle i suoi amici ai quali sapeva di dovere ancora una spiegazione, cresceva ad ogni passo. Aveva valutato l'opzione di lasciare un biglietto con delle spiegazioni, ma l'avrebbero presa per pazza. Se avesse aspettato il loro risveglio le avrebbero impedito di partire. Non le rimaneva altra scelta.

Mentre la ragazza camminava verso il bosco Ethel e bussò alla stanza di Jacob, appartenuta al padre del ragazzo, e alla camera degli ospiti, occupata da Ailis.
I due scesero lentamente le scale che portavano al piano inferiore della villetta, dove tutte le luci erano accese.
Jacob notò immediatamente che la porta dello studio era aperta. Solitamente l'accesso a quella stava era vietato a chiunque non venisse invitato da sua nonna, ma in quel momento l'uscio spalancato permetteva di osservare facilmente la grande quantità di dipinti accumulati al suo interno. Prima che potesse avvicinarsi però l'anziana chiuse la porta.
《Dov'è Niav?》 Chiese all'improvviso Ailis riscuotendo Jacob dai suoi pensieri.
《È andata via, vero?》 Rispose immediatamente il corvino, stupendo anche sé stesso con quella frase.
La signora Reyes sorrise soddisfatta.
《Sembra che anche tu abbia un buon intuito. Niav è uscita, ma se vi muovete in fretta la raggiungerete prima dell'alba》 li informò la donna.
Per Jacob non c'era nessuna domanda da porsi, tanto che uscì di corsa dalla casa senza nemmeno preoccuparsi di mettere una giacca. Una volta che si fu chiuso la porta alle spalle ed ebbe camminando in silenzio per una manciata di minuti Jacob si voltò finalmente a guardare Ailis, che continuava a porgli domande su quello che stava accadendo.
《Non so dove sto andando Ailis... so solo che mi sono sempre fidato di mia nonna, ed ora lei ha detto di fidarmi del mio intuito. Ed ora mi sta dicendo che Niav è da quella parte》 sentenziò. La bionda sospirò, sistemandosi su una spalla la borsa che la signora Reyes le aveva rifilato poco prima mentre continuava a ripetere al nipote che doveva "fidarsi del suo intuito". Se Jacob ne era davvero sicuro si sarebbe fidata: era comunque l'opzione migliore che avevano per trovarla.

Le intuizioni di Jacob condussero la coppia ai margini di un boschetto, dove il ragazzo accelerò il passo. A qualche centinaio di metri da loro anche Niav si aggirava fra le piante alla ricerca di Shu.
Sentiva il loro legame farsi sempre più forte e ad ogni passo che faceva verso di lui il peso sul petto della ragazza si alleggeriva. Strinse con forza la borsa contenete il Cuore ed aumentò l'andatura, arrivando quasi a correre per raggiungere il prima possibile il drago.
Ancora pochi minuti e sarebbe ripartita, avrebbe abbandonato di nuovo i suoi più cari amici. Lasciarli di nuovo senza dare spiegazioni - questa volta di proposito, per di più - era stato un colpo basso, ne era cosciente. Ma cos'altro poteva fare? Oltre ad Ethel non avrebbe trovato nessun altro disposto a credere alla verità, lei stessa l'aveva potuta accettare solo vivendola sulla propria pelle. Certe volte non era nemmeno sicura che tutto quello fosse reale e di non essere completamente impazzita.

Allo stesso modo, le parve di essere impazzita quando sentì una familiare voce che chiamava il suo nome. Cosa ci facesse lì Jacob a quell'ora del mattino rimaneva un mistero, ma era senza alcun dubbio l'aveva seguita. Se avesse avuto più lucidità sarebbe potuta scivolare via fra gli alberi e sparire, ma la sorpresa la spinse a rispondere a quel richiamo.
《Jacob? Cosa stai facendo qui?》 Chiese prendendo per un braccio il ragazzo e stringendolo con forza, come se volesse trattenerlo e mandarlo via allo stesso momento.
《Dovremmo farti noi questa domanda... si può sapere cosa ti prende?》 Replicò Ailis al posto del ragazzo, che illuminava il terreno circostante con la torcia del cellulare. 《Ci avevi promesso delle spiegazioni》 insistette la bionda mentre Niav lasciava lentamente la presa sul braccio di Jacob.
《So di averlo fatto, ma è una situazione complicata》 cercò di giustificarsi la giovane guardiana, nel frattempo Jacob scivolò fra gli alberi, lasciando sole le due ragazze. Ailis e Niav discussero per una manciata di minuti, con la prima che esigeva spiegazioni e la seconda che cercava di inventare scuse plausibili o per lo meno più sensate della realtà.

Si interruppero bruscamente quando notarono l'assenza del ragazzo. Lui si era diretto lentamente in una direzione scelta dal suo istinto, con le gambe che si muovevano senza che lui lo volesse davvero. Si fermò, guardandosi attorno e puntando la torcia prima sul terreno e poi fra gli alberi, cercando di capire dove fosse finito e perché avesse sentito il bisogno di raggiungere quel posto.
Faticò nel trattenersi dal lanciare il cellulare nel momento in cui la torcia si puntò su una enorme cosa - non avrebbe saputo definirla in altro modo - bianca.
Continuando ad illuminarla con mani tremanti scoprì che la "cosa" era una zampa dotata di tre artigli affilati, collegata ad una gamba grossa quanto un tronco d'albero.
Indietreggiò di qualche passo fino a ritrovarsi con le spalle contro un vero tronco mentre un muso, gigantesco quanto la zampa, gli si avvicinava.

Il ragazzo iniziò a ridacchiare, teso. Stava forse impazzendo? Era caduto e aveva battuto la testa? Probabilmente era un assurdo sogno.
《Shu!》 Esclamò Niav in tono di rimprovero, facendo sussultare il corvino. Il muso della creatura si allontanò di scatto dal giovane e si avvicinò alla ragazza.
《Lo vedi anche tu》 constatò Jacob con la voce strozzata dalla paura. Niav fece scorrere lo sguardo sul ragazzo e poi sulla creatura, puntando infine gli occhi su quelli di Shu in cerca di spiegazioni.
"Mi vede, ma non so il perché" disse lui in risposta. L'ímisy esitò per qualche istante, indugiando sul volto spaventato di Jacob per qualche secondo prima di iniziare a parlare.
《Maka ha parlato di persone con un legame speciale, ma pensavo si riferisse solo a noi》 spiegò la ragazza, stava iniziando a pensare che quel legame fosse l'origine del buon intuito di cui le aveva parlato la signora Reyes.
"Potrebbe trattarsi di quello, anche se non ho mai incontrato una persona del genere" spiegò il drago mentre studiava il ragazzo, ancora con la schiena premuta contro il tronco dell'albero.

《È come quelle cose che disegna mia nonna... Niav, lo vedi anche tu vero? Non sto impazzendo, giusto?》 Farneticò il ragazzo portandosi una mano sulla fronte e chiudendo gli occhi, quasi come se la luce del cellulare lo stesse accecando.
《Mi scoppia la testa...》 sussurrò il corvino, attirando l'attenzione di Niav che lo affiancò preoccupata.
"È come quando ci siamo incontrati per la prima volta, portalo via di qui e fallo riposare, io e te possiamo partire questa sera e viaggiare di notte, sarà più semplice passare inosservati" disse il drago, sollevando un macigno dal petto di Niav con le sue parole. Sapere che Shu era disposto ad aspettare, che capiva quanto tenesse a quella persone, era un immenso sollievo.
《Va bene, stai attento - sussurrò prima di aiutare il ragazzo ad alzarsi da terra - forza Jacob, andiamo, ti riporto a casa》 gli sussurrò la castana mentre Jacob si reggeva ad un albero per non perdere l'equilibrio.
Nel frattempo anche Ailis, abbandonata a barcollare nel buio, era riuscita a trovare i suoi due amici. Il suo sguardo si posò sul drago senza che però lei potesse davverk vederlo. Poteva però vedere Jacob e lo stato in cui si trovava. Immediatamente si precipitò accanto all'amico e lo aiutò a reggersi in piedi, collaborando con Niav per farlo camminare verso casa.

Gli occhi ambrati della bionda si scontrarono con quelli del colore della nebbia dell'altra ragazza, in cerca di spiegazioni. Quelli di Niav passarono da Jacob ad Ailis trasmettendo un messaggio chiaro alla bionda: ne sapeva quanto lei.
Il ragazzo si fece sfuggire un mugolio di dolore mentre Niav smetteva di sostenerlo per bussare alla porta della signora Ethel. L'anziana donna aprì, rimanendo per qualche istante a fissare i ragazzi come se si fosse trovata davanti tre creature sconosciute anziché i tre ragazzi che aveva salutato poco prima. Erano passati diversi anni dall'ultima volta in cui qualcosa l'aveva colta di sorpresa in quel modo.
《Entrate - mormorò quando si fu ripresa, almeno in parte - fatelo sedere sul divano》

   
 
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