26. Fulmine
Wilhelm si dondola sul letto,
le mani avvinghiate in un abbraccio disperato al cuscino e la testa
assordata dalla musica troppo alta – unica soluzione per
mettere a tacere le troppe voci di accusa che sente rimbombare nella
sua testa.
Non riesce a credere che anche stavolta, dopo essersi sforzato per evitare l’espulsione di Simon e aver sistemato le cose ancora e ancora, il mondo abbia ripreso a sgretolarsi e a franargli sotto i piedi.
Si sente come un parafulmine solitario all’interno di una tempesta gigantesca, ogni scandalo e ogni disgrazia che lo ha colpito recentemente come un fulmine sempre più potente che cerca di scardinarlo e abbatterlo.
Anche sua madre, che doveva venire in suo soccorso, non gli ha fornito alcuna soluzione ragionevole, e non riesce a pensare ad alcun modo per risolvere l’ennesima sventura che lo ha preso di mira.
Rivede continuamente Simon davanti a sé, sente la sua pelle sotto i suoi polpastrelli e il suo respiro caldo contro il collo – e non può credere che proprio per qualcosa di così bello ora stia nuovamente così male.
Forse dovrebbe chiedere aiuto a Felice e Madison, fare insieme a loro un nuovo rituale – perché non si dà altra spiegazione di essere stato maledetto da qualcuno di davvero potente, visto che ogni felicità ormai pare negata, ogni piccola oasi di tranquillità proibita.
Wilhelm piange, mentre le cuffie gli propongono la prima canzone che gli ha cantato Simon appena giunto a scuola, e coccola il cuscino in cerca di quel calore che, ora lo teme davvero, potrebbe non sentire mai più.
[260 w.]
Non riesce a credere che anche stavolta, dopo essersi sforzato per evitare l’espulsione di Simon e aver sistemato le cose ancora e ancora, il mondo abbia ripreso a sgretolarsi e a franargli sotto i piedi.
Si sente come un parafulmine solitario all’interno di una tempesta gigantesca, ogni scandalo e ogni disgrazia che lo ha colpito recentemente come un fulmine sempre più potente che cerca di scardinarlo e abbatterlo.
Anche sua madre, che doveva venire in suo soccorso, non gli ha fornito alcuna soluzione ragionevole, e non riesce a pensare ad alcun modo per risolvere l’ennesima sventura che lo ha preso di mira.
Rivede continuamente Simon davanti a sé, sente la sua pelle sotto i suoi polpastrelli e il suo respiro caldo contro il collo – e non può credere che proprio per qualcosa di così bello ora stia nuovamente così male.
Forse dovrebbe chiedere aiuto a Felice e Madison, fare insieme a loro un nuovo rituale – perché non si dà altra spiegazione di essere stato maledetto da qualcuno di davvero potente, visto che ogni felicità ormai pare negata, ogni piccola oasi di tranquillità proibita.
Wilhelm piange, mentre le cuffie gli propongono la prima canzone che gli ha cantato Simon appena giunto a scuola, e coccola il cuscino in cerca di quel calore che, ora lo teme davvero, potrebbe non sentire mai più.
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Buonasera e ben ritrovati per questo ventiseiesimo giorno di
#Writober! Siamo giunti anche all'ultimo episodio della stagione, con i
suoi toni cupi e pieno di angst ma anche di un crescente e faticoso
desiderio di rivalsa e autonomia di Wilhelm. Anche per Simon le cose
non sono semplici, e potete leggere di lui qua!
In ogni caso, grazie per essere
passati a leggere
anche oggi, ci vediamo domani :)
Giorno 26 - prompt "fulmine" (dalla #pumpINK list)