27. Tramonto
È venuta a trovarlo non appena arrivata, ma sebbene non abbia mostrato il benché minimo problema a livello personale con quanto gli è successo, ha principalmente cercato di trovare soluzioni ragionevoli e razionali, più che consolarlo.
Un modo per non farlo sentire giudicato a livello personale – non avrebbe potuto, dopo aver permesso da sempre a lui e a Erik di fare privatamente più o meno quello che volessero – ma al tempo stesso di rivendicare la superiorità degli interessi pubblici della famiglia rispetto ai piccoli problemi personali.
Sua madre se ne va al tramonto, e quei fari che si allontanano sembrano le ultime luci rimaste a illuminargli il cammino che fuggono lontano da lui, verso soluzioni e destini su cui non ha il benché minimo controllo.
Per questo si ritira nella sua stanza senza nemmeno cenare, eludendo ogni contatto pubblico pur di poter cercare da solo una qualche pace in quell’oscurità che continua a scendere e non sembra volersene più andare.
Se nel buio dovrà restare, sarà meglio cominciare ad abituarsi già adesso.
Qualcuno bussa alla sua porta poco dopo il tramonto, e lui sobbalza perché nessuno dovrebbe più volere a che fare con lui.
È August con la sua cena, intento a fargli una gentilezza autentica e rara che, finalmente, percepisce provenire direttamente dal cuore.
Ha parole di incoraggiamento per lui, che emergono da troppe scuse non richieste – come se avesse fatto qualcosa di male, e non fosse stato proprio lui lo stronzo a rivelare la sua condizione economica per umiliarlo davanti alla Società – e Wilhelm gliene è sinceramente, profondamente grato.
Non sarà Erik, ma lo conosceva quasi quanto lui e gliene dà prova: «Io sono convinto che Erik avrebbe voluto che fossi te stesso».
Sono parole strane, che non si aspettava di sentire uscire da quella bocca, ma estremamente sincere e sentite: «Veramente. Segui il tuo cuore».
August lo incoraggia con uno sguardo dolce e colpevole che non ha mai visto – come se avesse davvero deciso di rendere effettiva quella unità di sangue che li lega da sempre, abbandonando ogni idiozia sulla loro superiorità e semplicemente dimostrando di essere famiglia.
Esce dalla sua stanza in silenzio, lasciandolo solo con i suoi pensieri che ribollono nel suo animo.
È già passato il tramonto, ormai è sera e presto sarà notte – ma forse ora riesce a intravedere una possibile alba.
[408 w.]
♥ ︵ ‿ ︵ ‿ ♕ ︵ ‿ ︵ ‿ ♥
Buonasera e ben ritrovati per questo ventisettesimo giorno di
#Writober! Il prompt di oggi mi ha reso un po' più poetico -
almeno, io mi sento tale ahahah - e ho anche voluto scrivere una storia
in cui emergesse il lato buono del rapporto di August e Wilhelm. Non mi
piace per nulla come personaggio, ma la storia di August è a
sua volta tragica e ingiusta e credo che se si comporta così
con Wille e Simon non sia per chissà quale
crudeltà naturale, ma semplicemente per un orgoglio malsano
che gli è stato iniettato dal contesto in cui è
cresciuto - e l'aiuto che dà a Wille in questo momento
difficile a mio parere è la prova che sotto sotto
c'è qualcosa di buono anche in lui. Se invece volete leggere
qualcosa August-free, andate qua:
troverete Simon alle prese col ritorno a scuola dopo Santa Lucia, e il
ritorno di un po' di romanticismo.
In ogni caso, grazie per essere
passati a leggere
anche oggi, ci vediamo domani :)
Giorno 27 - prompt "tramonto" (dalla #pumpNIGHT list)