302 >>> 27. You Know My Name
Ricordava il caldo tocco della lingua di sua madre, il calore dei suoi fratelli e sorelle, quando tutto era dolce e perfetto.
Poi si era ritrovato solo, non ricordava nemmeno come.
Un attimo prima giocava assieme a loro e quello dopo miagolava da solo, sentendo solo il freddo.
Aveva imparato nel peggiore dei modi a diffidare delle mani umane, della falsa cortesia, delle menzogne indorate da promesse.
E quando una mano si era proteso verso di lui non aveva esitato a graffiarla.
Come poteva fidarsi di nuovo?
Ma quella mano si era allungata di nuovo porgendogli del cibo.
Sollevando lo sguardo aveva intravisto i suoi occhi dorati e un sorriso incorniciato da due dolci fossette.
Quando la mano si era protesa di nuovo l’aveva leccata.
“Sai mi ricordi qualcuno, potrei chiamarti come lui… Cáel…”
Quando udì il suo nome si sgranchì e saltò in collo a quel giovane umano.
Non era certo di quel che sentiva ma sapeva che quello che aveva pronunciato era il suo nome, almeno lo era stato.
Si raggomitolò in grembo all’umano, il suo cuore batteva lento e regolare.
E finalmente lo vide, un filo rosso che partiva dal dito del ragazzo arrivando fino a lui.
Sapeva di potersi fidare, che la sua vita era al sicuro assieme a lui, non lo ricordava con chiarezza ma, gli aveva già affidato la sua esistenza, il solo che non lo aveva mai tradito.
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