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Autore: __World_Of_Dreams__    02/09/2009    1 recensioni
[500 views!!!! Grazieeee XD] Cosa succederebbe se si venisse cataplutati all'improvviso dalla sorte più nera alla speranza più pura di Spira? Se si devesse far fronte ad un proprio alterego ('seconda identità'), con un passato oscuro e forse orribile? E qual è la potenza delle cinque Arti Proibite, tra cui il segretissimo Sacrificio, tenuto nascosto dal clero per evitare il panico e il caos tra la gente? Entra nei panni di una ragazza orfana di diciassette anni, di nome Noemi, e rivivi speciali avventure in tutto il magico continente, ed un lungo viaggio con tutti i tuoi personaggi preferiti, tra nuovi amici e bizzarri antagonisti, e tanti segreti misteri da svelare ed inseguire... Capitolo per capitolo, trova la chiave per capire come tornare a Metropolis e cambiare il destino infelice della ragazza, di Tidus e di tutti gli altri. Per cambiare il proprio futuro, molti pericoli si devono affrontare... [Aggiornamento ad ogni mese o meno^^]
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lulu richiamò i guardiani più seri a raccolta. Wakka aveva preferito più pregare per Yevon che andare al chiostro…in questi casi estremi, diceva sempre a se stesso, era meglio pregare il più possibile.

‘Andremo io e Lulu…’ fece subito Auron, pensando di sbrigare la faccenda al più presto possibile. L’invocatrice chissà dov’era e loro? Stavano lì a raccattare sfere? Se avessero avuto l’Eliomagilite, l’avrebbero subito usato…ma per andare dove, poi? Se avessero saputo dove ella fosse, avrebbero già avuto le idee chiare: prendere parte di quella polvere magica, ed usarla subito. Ma così…

‘Kimahri aspetta… Ma bisogna muoversi…’ e si diresse verso un angolo, da solo, il più lontano da tutta quella gente. Wakka era nell’angolo opposto, davanti alla statua di Braska. Faceva i movimenti rituali più strani, in ginocchio, alzando ed abbassando il bacino, con le braccia tese e rivolte verso la statua.

I due guardiani decisi salirono subito le scale ed entrarono nel Chiostro, preparando libro e katana.

 

Il percorso che portava al Naos del custode da affrontare era ancora più gelido e freddo dell’esterno. Era tutto fatto di ghiaccio. Le porte, gli archi, le colonne, e le volute…alcune parti del passaggio sembravano come quelli che passavano attorno ai nobili giardini, con decorazioni, volte dalle forme più curvate, e tutto splendidamente simile al cristallo. A volte questo era così trasparente che si poteva vedere cosa c’era oltre. Non c’erano enigmi, porte multiple, attacchi o tranelli. La vera prova sembrava una tremenda resistenza fisica contro il gelo più pungente in quel posto, che rallentava parecchio i movimenti, e con essi la mente. Più si avanzava, più il freddo si faceva sentire. Ma l’unica a subire il gelo sembrava la maga. Il compagno, infatti, si muoveva tranquillamente come se nulla fosse.

‘A…Auron…Aspetta! Uso la sfera di K…Kilika…fa t...troppo freddo…’ e prese al volo la sfera, recitando l’incantesimo Fire, creando una scia di fuoco aereo nell’aria intorno a lei, che riscaldava l’aria circostante, prima di congelarsi rarefatta. Lui invece fece una corta risata, e si fermò a guardarla. Attorno a lei erano piccoli spiragli di fuoco continui che volteggiavano a cerchi.

‘A quanto pare per prendere questa sfera servono dei maghi…altrimenti si morirebbe di ipotermia…’.

Stavolta fu la maga a fissarlo, mentre avanzava aprendo un’altra porta con difficoltà per il ghiaccio duro.

‘Ma…tu…non soffri il gelo…’ e lo seguì appena si sentì meglio.

‘Eheheh…un buon guardiano trova ovunque la forza per lottare anche contro il gelo… o contro se stessi…’.

Così lei avanzò con la sfera sulla mano sinistra, cercando di stringere i denti e continuare la via, a senso unico.

 

Isabelle portò Tidus vicino alla statua di Ohalland, affianco alle scale. Anche nei passi ella sembrava un angelo. Insieme contemplarono quell’immagine solenne.

‘Vedo…che siete guardiano di quell’invocatrice…allora quello che avevano detto allo stadio era vero!!’.

Lui si girò di scatto verso la ragazza, pensoso. ‘Ma!! Eri allo stadio??!! Avevi visto la partita??’.

‘Si!! Chissà che male quella pallonata che avevate preso! Mi è dispiaciuto un po’…’.

Poi si fermò quando lo vide di nuovo sorridere.

‘E…voi abitate qui??’ chiese lui, portandosi la mano destra sotto il mento.

‘No…diciamo che seguo mio cugino, anche se ultimamente non vuole parlare con nessuno…’.

‘Perché?’.

‘Non lo so…sai, i suoi pensieri, fin da quando era piccolo, sono stati sempre un mistero per me!! Lo conosco da tanti, tanti anni!’. Già…e non mi sembra tanto un tipo di cui ci si possa fidare…

‘Cosa sai di lui? Sarà stato un capo anche da piccolo, immagino…’.

Lei congiunse le sue mani aggraziate, e si girò verso la statua di Braska, senza distaccare il suo sguardo.

‘In realtà…la sua infanzia non fu affatto semplice… essendo di sangue per metà Guado e per metà umano, non era molto accettato da tutti…ed è per questo che ora il suo obiettivo è cercare di unire le due razze anche con il matrimonio….’. Che scusa!!!…secondo me si è innamorato di lei…

‘Beh…allora giuro che la sua educazione sarà stata da oscar…’ Quello è bravo solo a fare le fusa alle ragazze che gli piacciono!!!

Lei tornò a fissare Ohalland. ‘Questo si…insomma…era figlio di un Maestro...e si pensò da subito che sarebbe stato il suo successore! Era l’alunno più bravo della scuola nel credo di Bevelle, imparando le formule magiche e tutti i segreti delle Arti Proibite… ed è per questo che divenne custode della Gemma delle Quattro Arti… Una volta che Mika lo nominò Maestro di Yevon, divenne subito famoso per il suo impegno e le sue imprese! Secondo lui, il compito di un invocatore non è solo quello di sconfiggere Sin, ma anche pensare alla felicità tra le razze ed è per questo che…’.

Il biondo cambiò espressione e smise di seguire Isabelle appena sentì la citazione di quella gemma. Quella aveva l’impressione di averla già vista… ‘Un momento! Ma…quella gemma è una specie di anello extralarge che porta su un medio [cap.24]??’ e mimava con la mano l’inserimento di un invisibile anello sul medio dell’altra mano.

‘Esatto! E’ proprio quella! E’ molto potente…perciò ha bisogno di qualcuno che la metta al sicuro con sé, come un custode con la propria sfera nei Templi!’. Chissà come se la stanno cavando…

 

La maga, anche grazie al suo pesante vestito, riuscì a resistere fino alla fine, quando arrivarono ad un viale più grande, tutto di ghiaccio, che terminava con una doppia porta dello stesso materiale. Sembrava la porta per l’ingresso di una fortezza.

‘Credo che questa sia la porta del Naos…’ disse il compagno, che subito prese la katana e diede un colpo secco in mezzo, così da rompere il ghiaccio. Il freddo era tale da rendere immobili quelle ante. Oltre la porta distrutta entrò del caldo.

‘Mi sa che dobbiamo continuare il passaggio verso l’entrata più bassa del tempio che abbiamo visto prima…’ disse la maga, avvicinandosi verso l’uscita.

‘Là sotto c’è il Naos…andiamo…’ continuò l’altro, rimettendo la propria katana lucida sulle spalle. La via continuò a spirale verso destra in discesa, e ben più in basso là sotto si poteva vedere l’acqua del lago. Bisognava fare molta attenzione ed avere sangue per non caderci. Era molto facile scivolare e farsi un bel volo.

Arrivarono poi ad un’altra porta, non di ghiaccio, ma forse di legno, tutta decorata in diversi colori, che si aprì da sola appena giunsero davanti ad essa. Lanciava un rumore debole ma inquietante.

‘No…è questa la porta…’ fece lei, ritirando la sfera, che poteva farle perdere molte energie per il combattimento.

‘Lo è…me la ricordo… però non si apriva da sola! Stiamo attenti…credo che non siamo soli…’ e mise la mano pronta sulla katana, tenendosi pronto a tutto.

Entrarono in un’enorme sala, di ghiaccio brillante e decorato a rilievi, che creava volte a crociera, con colonne a capitelli compositi, con due navate laterali ed una centrale. Sembrava a momenti di stare in una chiesa, a prima vista.

‘Andiamo…stiamo pronti…arriverà…!!’ ed Auron si mosse davanti a Lulu, pronta con la sfera di Kilika. Contro il gelo, il fuoco era l’arma migliore.

Essi giunsero sotto una cupola emisferica, al centro della sala, dalla quale proveniva la luce.

‘Mi chiedo come faccia a stare un posto così ampio sotto un Tempio grande la metà!!’ esclamò la maga, guardando intorno l’enorme spazio ghiacciato.

‘E’ possibile quando c’è di mezzo un custode…tutto il gelo che c’è qui, compreso il lago, è tutto ad opera sua… A volte è capace di portarti anche in un’altra dimensione se vuole…’.

‘Cosa??!!’.

All’improvviso la cupola soprastante si ruppe in mille pezzi, lasciando cadere qualcosa che sembrava essere un abete, creando un frastuono che rimbombò per tutto il Naos. Aveva la lunghezza di una normale altezza di un adulto, e le minute foglie si muovevano come danzando, a destra ed a sinistra, dolcemente come le onde del mare. Le radici erano scoperte e senza terra, e tutto, dopo quei pochi secondi di sorpresa, tornò ad essere fisso, immobile e silenzioso.

‘Un…un abete??!! Cos’è…? Un tranello?’.

‘Probabile…aspettiamo…’.

 

 

ÑÑÑAltroveÐÐР

 

 

Gli Albhed, arrivati alla loro base, erano già scesi dalla macchina, tutti soddisfatti del proprio lavoro, anche se due di loro sembravano ancora preoccupati. Yuna era stata condotta da altri ragazzi lì pronti.

'Uny yppeysu m'ehjulydnela!! Vehymsahda…knywea ym leamu…’ fece il tipo con la pelle scura.

Quello tatuato a fiamma si rivolse a loro con i nervi a fior di pelle.

‘Any uny!!! Ca le vucce cdydu eu hakme yddyllre bnalatahde lra yjada vyddu, y xiacd'uny anyjyda yhluny mì yt ehcakienmy!! A jue lra 'cybada paha icyna ma syllreha'… sy ca huh cybada hassahu clakmeana xiamma keicda!!!'.

‘Oh, Fratello…Huh accana ynnyppeydu!! Me yppeysu….cuddujymidyde!! A nelunty lra yppeysu yhlra ih dunhau te Pmedw y lie bahcyna!!’ disse il tipo con i capelli biondi a corna.

‘Landu, landu…’—riprese l’altro sbuffando di fronte—‘…uny yhtyda…Cid je cdynà ycbaddyhtu…’.

Appena quello tatuato se ne andò i due ripresero a parlare, mentre Rikku era ancora sulla macchina. Si tolse subito lo scalda spalle di Yuna per il gran caldo e si fermò a fissarlo. Si sentiva un po’ in colpa per aver lasciato i suoi amici in quel modo per fare il suo dovere. Aveva rubato anche l’Eliomagilite che serviva tanto a Wakka per trasferirsi a Luka per le partite. Come avrebbe fatto ora? Sentì poi gli altri due compagni, e la sua attenzione si accentuò quando si misero a parlare bassi bassi.

‘Sy…ymmuny?? Kme teleysu yhlra tam nykywwu peuhtu?’ fece quello scuro, coprendosi con la mano.

‘Vunca è sakmeu lra kmeamu teleysu…banlré yhlra mie ry ih chakra… a se caspnyjy beù budahda…’.

‘Cì sy…Lyjumu!!’—e il biondo si mise con la mano sulla fronte—‘...huh cybbeysu habbina lusa ce lreysy!!!’.

Rikku aprì la bocca per rispondere, ma qualcosa la fermò di colpo. Li vide poi andare da suo padre, lasciandola sola, sotto il sole picchiante e cocente.

E se rapiscono anche lui?? Come faranno in cinque? Beh…però…mi piacerebbe se lo portassero qui… forse… si potrebbe…potrei…

Lei scese si colpo e rincorse i suoi compagni a gambe levate e chiamandoli gridando ed agitando le mani.

 

Auron si fermò a contemplare l’ambiente. C’era qualcosa che non quadrava, per niente. Il custode non sembrava lì…forse era già stato sconfitto da qualcun altro. Possibile?

‘Forse la sfera è stata già presa...’ fece la maga, voltando le spalle e dirigendosi verso l’uscita.

‘No… Non capita tutti i giorni che da una cupola possa cadere un abete…’.

Lulu, più che alla sfera pensava all’invocatrice che non era più tra loro. Preferiva di certo andare a cercarla, anche andando alla cieca, come le era stato detto dal “rimbambito”, piuttosto che stare lì a contemplare una chiesa di ghiaccio e cristallo. Quando lei si avvicinò alla porta a due ante per uscire, improvvisamente il suolo ghiacciato davanti a lei si spaccò di colpo, dove comparvero dal basso dei giganteschi rami, che coprirono la porta, portando con sé rumori e terremoti, che smisero di colpo appena quelle radici non si mossero più, coprendo tutto.

‘Co…cosa?? Ma…!!’.

‘ATTENTA!!!’ le urlò il guardiano, che si voltò di scatto vedendo due grosse radici avvicinarsi a velocità pazzesca verso la maga, afferrandola per la vita e sollevandola da terra. Quei rami, che si muovevano come tentacoli, provenivano da quell’albero prima caduto, che iniziò a muoversi sinuosamente per mettersi in piedi, e per spostarsi iniziò a far strisciare i tronchi come fa il corpo del serpente. Le strane fessure sul tronco principale si definirono, mostrando degli occhi giallastri, per non parlare della bocca, dalla quale usciva, come saliva, della resina appiccicosa che in parte cadde sul suolo ghiacciato.

Auron prese la katana e con tutta la sua forza cercò di stroncare il ramo che aveva preso Lulu da dietro e che la stava facendo soffrire non poco, intrappolata in quella stretta morsa feroce. La chiesa rimbombava qua e là per i rumori a scatti e duri del legname che si contorceva e cambiava continuamente forma.

‘Maledizione!! Lulu!! Appena ti libero, usa la sfera di fuoco!! Usa una magia potente!!…’.

La sua spada si incastrò all’interno della radice e il custode ligneo sembrava non soffrirne per niente.

La maga, approfittando del fatto che le sue braccia erano vicine al corpo, riuscì a prendere in mano la sfera di Djose, mentre l’altra le scivolò a terra, e recitò al volo l’unica magia psiche che ricordava a memoria.

Bailamme!!’ urlò lei, e mentre Auron cercava di recuperare la sua spada, attorno all’abete vivente si crearono delle piccole scariche violacee, unite a strane sfere dello stesso colore, che continuarono a girare, fino a quando le scariche non colpirono il custode tutte insieme, confondendolo. Le radici iniziarono a muoversi in maniera confusa ed a casaccio, rilasciando la maga, che cadde duramente sul suolo con il fondoschiena. I rami divennero più teneri, tanto che il guardiano riprese la sua spada, ed approfittò del momento per mettere a terra diversi bracci dell’albero con attacchi secchi e decisi, facendone cadere una ventina qua e là. L’abete continuava a vacillare, ma i rami sembravano non finire mai, e continuavano a muoversi, cercando di colpire i due.

‘Lulu!!’—disse lui, ponendosi davanti a lei—‘Stai bene?! Presto!! Usa la magia, prima che sia troppo tardi!!’.

Si girò almeno cinque volte in pochi secondi per vedere a che punto stava.

‘Non riesco a trovare la sfera di Kilika!!!’—rispose, alzandosi barcollando—‘Dev’essere caduta da qualche parte…!!’.

Auron si girò lentamente verso il boss. La sfera di fuoco era stata presa da una radice minore, che la rilasciò poi, facendola cadere nella bocca del mostro davanti ai due guardiani. Il custode sembrava ridere ampiamente dietro quei strani lineamenti, con la sfera luccicante in rosso nelle “fauci”.

‘Fantastico…’.

 

‘Ehm…Isabelle… posso chiederti una cosa?’

Lei si girò facendo oscillare per breve i suoi lunghi capelli mossi castani. Erano davvero bellissimi.

‘Prima…vorrei un vostro autografo!!!’ chiese a Tidus mostrando un blocchetto bianco ed una penna. Stranamente gli venivano i brividi rivedere un affare simile, perché ripensare a quel fanatico di Chicco era come ripensare alla pantera. Groan…ancora??!! Non è proprio il momento…

‘Ecco…abbiamo un problema…un piccolo…’—fece l’autografo e glielo consegnò—‘…problema...’.

‘Cosa?! Qualunque cosa…’.

‘Beh…due…innanzitutto dammi del tu…’ continuò, sorridendole un poco. Lei mantenne un alto grado di rispetto. Chissà che educazione ferrea che aveva ricevuto…

‘E poi… siamo rimasti senza Eliomagilite…che ci serve davvero tanto…sai…anche per le partite di Blitz…!!’.

Lei si avvicinò fino a una decina di centimetri di distanza. Senza fare motto gli prese la sua mano destra delicatamente, come nessuno poteva saper fare, con il sorriso stampato sull’angelico viso, e gli pose, apparsa chissà quando e dove, un piccolo sacchettino rosso di velluto, chiuso con un piccolo laccetto marroncino che terminava a fiocco. Lui arrossì un poco, lei continuò a sorridere.

‘Qui c’è un po’ di quella polvere magica…diciamo che…è in cambio del suo autografo!! Ma…’—con tono più duro—‘Non chiedetemi MAI di darle del tu!! Non è rispettoso!! Non siamo né parenti, né ci conosciamo...’.

Il biondo le scambiò quasi uno sguardo di sfida per gioco. Che gentilezza!! Ora è fatta!!

‘Ah, si?? Ora ci conosciamo e poi…’—si schiarì la voce—‘mi dici che al tuo cugino Maestro gli dai del tu??’.

‘E…ehm…’—guarda qua e là mostrando difficoltà—‘no...no…e…ecco…’.

 

 

‘Maledizione!!’—continuò la maga—‘…ed ora come prendiamo quella sfera??!!’.

Il custode sembrava divertirsi da morire a far vedere che aveva in bocca. Non parlava, ma dai movimenti e dagli atteggiamenti, sembrava amare farsi beffe dei suoi avversari come un bambino pestifero. Il guardiano osservò i suoi movimenti con cura, come per studiarlo, e dopo che sospirò fortemente, si girò verso la maga dietro di lei, con la katana sulle spalle e gli occhi chiusi.

‘Mi faccio catturare…tu prendi la sfera che ti lancio e poi fai l’incantesimo!!’.

Lei lo squadrò non poco. ‘Cosa??!! E tu vorresti finire in polvere??!!’.

‘Ognuno decide per sé il suo destino e quello che vuole fare…’ e si avvicinò sfacciato verso quei rami, i più vicini alla bocca.

‘FERMO!! Tu sei impazzito!!!’.

 

Il biondo si mise a ridere dolcemente, mettendosi il sacchettino in una delle due tasche che aveva dietro ai suoi pantaloni stravaganti neri. ‘Oh…stavo scherzando…non volevo metterti in difficoltà… comunque io alle persone do del tu e basta… Figurati a tuo cugino!! Sinceramente io non mi fido di lui!! Fin dalla prima volta che l’ho visto non mi sembra che ci abbia aiutato chissà tanto!!’.

Lei lo fulminò con lo sguardo, mettendosi le mani sulla vita. ‘Lui è il più Grande Maestro che ci possa essere!!!!’.

‘Ehm…nononononono…’—girando qua e là la testa e le mani—‘non volevo dire questo…ecco…è solo una mia impressione…non voglio offendere nessuno…’. Lei tornò a mostrare un viso dolce.

‘Ho solo un’altra piccola domanda…’ riprese.

‘Cosa…ditemi!!’ e sorrise di nuovo.

‘Sai dove vivono gli Albhed?? Ecco…io non sono di queste parti…è una curiosità…’.

‘La loro base principale si trova oltre il deserto di Sanubia… ma non frequentate quei posti!! Loro sono stati scomunicati dal clero, non seguono la retta via di Yevon!!’. Perfetto…un’altra religiosa come Wakka… forse andranno molto d’accordo insieme se si conosc…

‘Ma…mi hanno detto che venite da Zanarkand!! Quella città non esiste da mille anni!! Lo sapete quante versioni di voi si stanno creando??!!’. Adesso ho un motivo in più per odiare i giornalisti… un po’ di privacy?? No, eh??

‘Ehm…ecco…mi…mi piace fare il misterioso!!! No, sul serio… ho…com’era la scusa di Wakka?...sono stato intossicato da Sin…ed ora sto recuperando la memoria…’.

Improvvisamente si sentì un enorme tonfo che fece vibrare tutto.

‘Cosa succede??!!’ urlò Wakka, correndo verso il centro della sala e richiamando i guardiani presenti.

 

Auron venne catturato all’istante dalle radici più corte e più vicine alle fauci, che continuavano a muoversi come per imitare una risata. Stretto nella morsa, riuscì comunque a prendere la sfera, lanciandola come meglio poté a terra. Questa rotolò fin verso la maga, che la raccolse al volo, e che nel frattempo lesse la formula magica. Ma per fare l’incantesimo, era necessario pronunciarne il nome alla fine. E vedere Auron lì, in quella morsa, a fare la fine di cenere come quell’abete, la rendeva titubante ed esitante come mai fino ad allora. Restò lì, con la sfera rossa già fiammeggiante in mano, immobile e rigida.

‘Auron!!’.

‘MUOVITI!!!’ riprese lui, seccamente, rimanendo impassibile nel volto e non riuscendo in alcun modo a muoversi da quella gabbia. Lei prese coraggio e cercò di non ripensare a Belgemine, il ricordo che sempre tornava quando lei si sentiva in difficoltà. Alzò la sfera in alto con la mano destra ed urlò: ‘Firagaaaa!!!’.

Dove c’era l’abete si creò una strana luce brillante gialla, che raccolse piano piano energia, fino ad esplodere tutt’all’improvviso, facendo bruciare ogni singolo braccio ligneo, e fondere il ghiaccio nell’area vicina. Molta acqua evaporò per poi cadere sotto forma di goccioline ghiacciate, appena queste si avvicinarono nelle aree più fredde.

Lei rimase rigida davanti a quella piccola nebbia che si era creata davanti a sé. Riusciva a scorgere solo fuoco, fiamme che avvolgevano l’albero, che cadde di colpo, facendo un forte rumore sul suolo [vedi sopra], poi sostituito da un silenzio, lungo ed assoluto…

  
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