Lulu
richiamò
i guardiani più seri a raccolta. Wakka aveva preferito
più pregare per Yevon
che andare al chiostro…in questi casi estremi, diceva sempre
a se stesso, era
meglio pregare il più possibile.
‘Andremo
io
e Lulu…’ fece subito Auron, pensando di sbrigare
la faccenda al più presto
possibile. L’invocatrice chissà dov’era
e loro? Stavano lì a raccattare sfere?
Se avessero avuto l’Eliomagilite, l’avrebbero
subito usato…ma per andare dove,
poi? Se avessero saputo dove ella fosse, avrebbero già avuto
le idee chiare:
prendere parte di quella polvere magica, ed usarla subito. Ma
così…
‘Kimahri
aspetta… Ma bisogna muoversi…’ e si
diresse verso un angolo, da solo, il più
lontano da tutta quella gente. Wakka era nell’angolo opposto,
davanti alla
statua di Braska. Faceva i movimenti rituali più strani, in
ginocchio, alzando
ed abbassando il bacino, con le braccia tese e rivolte verso la statua.
I due guardiani
decisi salirono subito le scale ed entrarono nel Chiostro, preparando
libro e
katana.
Il percorso
che portava al Naos del custode da affrontare era ancora più
gelido e freddo
dell’esterno. Era tutto fatto di ghiaccio. Le porte, gli
archi, le colonne, e
le volute…alcune parti del passaggio sembravano come quelli
che passavano
attorno ai nobili giardini, con decorazioni, volte dalle forme
più curvate, e
tutto splendidamente simile al cristallo. A volte questo era
così trasparente
che si poteva vedere cosa c’era oltre. Non c’erano
enigmi, porte multiple,
attacchi o tranelli. La vera prova sembrava una tremenda resistenza
fisica
contro il gelo più pungente in quel posto, che rallentava
parecchio i
movimenti, e con essi la mente. Più si avanzava,
più il freddo si faceva
sentire. Ma l’unica a subire il gelo sembrava la maga. Il
compagno, infatti, si
muoveva tranquillamente come se nulla fosse.
‘A…Auron…Aspetta!
Uso la sfera di K…Kilika…fa t...troppo
freddo…’ e prese al volo la sfera,
recitando l’incantesimo Fire, creando una
scia di fuoco aereo nell’aria intorno a lei, che riscaldava
l’aria circostante,
prima di congelarsi rarefatta. Lui invece fece una corta risata, e si
fermò a
guardarla. Attorno a lei erano piccoli spiragli di fuoco continui che
volteggiavano a cerchi.
‘A
quanto
pare per prendere questa sfera servono dei maghi…altrimenti
si morirebbe di
ipotermia…’.
Stavolta fu
la maga a fissarlo, mentre avanzava aprendo un’altra porta
con difficoltà per
il ghiaccio duro.
‘Ma…tu…non
soffri il gelo…’ e lo seguì appena si
sentì meglio.
‘Eheheh…un
buon guardiano trova ovunque la forza per lottare anche contro il
gelo… o
contro se stessi…’.
Così
lei
avanzò con la sfera sulla mano sinistra, cercando di
stringere i denti e
continuare la via, a senso unico.
Isabelle
portò Tidus vicino alla statua di Ohalland, affianco alle
scale. Anche nei
passi ella sembrava un angelo. Insieme contemplarono
quell’immagine solenne.
‘Vedo…che
siete guardiano di quell’invocatrice…allora quello
che avevano detto allo
stadio era vero!!’.
Lui si
girò
di scatto verso la ragazza, pensoso. ‘Ma!! Eri allo
stadio??!! Avevi visto la
partita??’.
‘Si!!
Chissà che male quella pallonata che avevate preso! Mi
è dispiaciuto un po’…’.
Poi si
fermò quando lo vide di nuovo sorridere.
‘E…voi
abitate qui??’ chiese lui, portandosi la mano destra sotto il
mento.
‘No…diciamo
che seguo mio cugino, anche se ultimamente non vuole parlare con
nessuno…’.
‘Perché?’.
‘Non
lo
so…sai, i suoi pensieri, fin da quando era piccolo, sono
stati sempre un
mistero per me!! Lo conosco da tanti, tanti anni!’. Già…e non mi sembra tanto un
tipo di cui ci si possa fidare…
‘Cosa
sai
di lui? Sarà stato un capo anche da piccolo,
immagino…’.
Lei congiunse
le sue mani aggraziate, e si girò verso la statua di Braska,
senza distaccare
il suo sguardo.
‘In
realtà…la sua infanzia non fu affatto
semplice… essendo di sangue per metà
Guado e per metà umano, non era molto accettato da
tutti…ed è per questo che
ora il suo obiettivo è cercare di unire le due razze anche
con il
matrimonio….’. Che
scusa!!!…secondo me si
è innamorato di lei…
‘Beh…allora
giuro che la sua educazione sarà stata da
oscar…’ Quello
è bravo solo a fare le fusa alle ragazze che gli piacciono!!!
Lei
tornò a
fissare Ohalland. ‘Questo
si…insomma…era figlio di un Maestro...e si
pensò da
subito che sarebbe stato il suo successore! Era l’alunno
più bravo della scuola
nel credo di Bevelle, imparando le formule magiche e tutti i segreti
delle Arti
Proibite… ed è per questo che divenne custode
della Gemma delle Quattro Arti…
Una volta che Mika lo nominò Maestro di Yevon, divenne
subito famoso per il suo
impegno e le sue imprese! Secondo lui, il compito di un invocatore non
è solo
quello di sconfiggere Sin, ma anche pensare alla felicità
tra le razze ed è per
questo che…’.
Il biondo
cambiò espressione e smise di seguire Isabelle appena
sentì la citazione di
quella gemma. Quella aveva l’impressione di averla
già vista… ‘Un momento!
Ma…quella
gemma è una specie di anello extralarge che porta su un
medio [cap.24]??’ e
mimava con la mano l’inserimento di un invisibile anello sul
medio dell’altra
mano.
‘Esatto!
E’
proprio quella! E’ molto potente…perciò
ha bisogno di qualcuno che la metta al
sicuro con sé, come un custode con la propria sfera nei
Templi!’. Chissà come se
la stanno cavando…
La maga,
anche grazie al suo pesante vestito, riuscì a resistere fino
alla fine, quando
arrivarono ad un viale più grande, tutto di ghiaccio, che
terminava con una
doppia porta dello stesso materiale. Sembrava la porta per
l’ingresso di una
fortezza.
‘Credo
che
questa sia la porta del Naos…’ disse il compagno,
che subito prese la katana e
diede un colpo secco in mezzo, così da rompere il ghiaccio.
Il freddo era tale
da rendere immobili quelle ante. Oltre la porta distrutta
entrò del caldo.
‘Mi
sa che
dobbiamo continuare il passaggio verso l’entrata
più bassa del tempio che
abbiamo visto prima…’ disse la maga, avvicinandosi
verso l’uscita.
‘Là
sotto
c’è il
Naos…andiamo…’ continuò
l’altro, rimettendo la propria katana lucida
sulle spalle. La via continuò a spirale verso destra in
discesa, e ben più in
basso là sotto si poteva vedere l’acqua del lago.
Bisognava fare molta
attenzione ed avere sangue per non caderci. Era molto facile scivolare
e farsi
un bel volo.
Arrivarono
poi ad un’altra porta, non di ghiaccio, ma forse di legno,
tutta decorata in
diversi colori, che si aprì da sola appena giunsero davanti
ad essa. Lanciava
un rumore debole ma inquietante.
‘No…è
questa la porta…’ fece lei, ritirando la sfera,
che poteva farle perdere molte
energie per il combattimento.
‘Lo
è…me la
ricordo… però non si apriva da sola! Stiamo
attenti…credo che non siamo soli…’
e mise la mano pronta sulla katana, tenendosi pronto a tutto.
Entrarono
in un’enorme sala, di ghiaccio brillante e decorato a
rilievi, che creava volte
a crociera, con colonne a capitelli compositi, con due navate laterali
ed una
centrale. Sembrava a momenti di stare in una chiesa, a prima vista.
‘Andiamo…stiamo
pronti…arriverà…!!’ ed Auron
si mosse davanti a Lulu, pronta con la sfera di
Kilika. Contro il gelo, il fuoco era l’arma migliore.
Essi
giunsero sotto una cupola emisferica, al centro della sala, dalla quale
proveniva
la luce.
‘Mi
chiedo
come faccia a stare un posto così ampio sotto un Tempio
grande la metà!!’ esclamò
la maga, guardando intorno l’enorme spazio ghiacciato.
‘E’
possibile quando c’è di mezzo un
custode…tutto il gelo che c’è qui,
compreso il
lago, è tutto ad opera sua… A volte è
capace di portarti anche in un’altra
dimensione se vuole…’.
‘Cosa??!!’.
All’improvviso
la cupola soprastante si ruppe in mille pezzi, lasciando cadere
qualcosa che
sembrava essere un abete, creando un frastuono che rimbombò
per tutto il Naos.
Aveva la lunghezza di una normale altezza di un adulto, e le minute
foglie si
muovevano come danzando, a destra ed a sinistra, dolcemente come le
onde del
mare. Le radici erano scoperte e senza terra, e tutto, dopo quei pochi
secondi
di sorpresa, tornò ad essere fisso, immobile e silenzioso.
‘Un…un
abete??!! Cos’è…? Un
tranello?’.
‘Probabile…aspettiamo…’.
ÑÑÑAltroveÐÐÐ
Gli Albhed,
arrivati alla loro base, erano già scesi dalla macchina,
tutti soddisfatti del
proprio lavoro, anche se due di loro sembravano ancora preoccupati.
Yuna era
stata condotta da altri ragazzi lì pronti.
'Uny
yppeysu m'ehjulydnela!! Vehymsahda…knywea ym
leamu…’ fece il tipo con la pelle
scura.
Quello
tatuato a fiamma si rivolse a loro con i nervi a fior di pelle.
‘Any
uny!!!
Ca le vucce cdydu eu hakme yddyllre bnalatahde lra yjada vyddu, y
xiacd'uny
anyjyda yhluny mì yt ehcakienmy!! A jue lra 'cybada paha
icyna ma syllreha'… sy
ca huh cybada hassahu clakmeana xiamma keicda!!!'.
‘Oh,
Fratello…Huh accana ynnyppeydu!! Me
yppeysu….cuddujymidyde!! A nelunty lra
yppeysu yhlra ih dunhau te Pmedw y lie bahcyna!!’ disse il
tipo con i capelli
biondi a corna.
‘Landu,
landu…’—riprese l’altro
sbuffando di fronte—‘…uny
yhtyda…Cid je cdynà
ycbaddyhtu…’.
Appena
quello tatuato se ne andò i due ripresero a parlare, mentre
Rikku era ancora
sulla macchina. Si tolse subito lo scalda spalle di Yuna per il gran
caldo e si
fermò a fissarlo. Si sentiva un po’ in colpa per
aver lasciato i suoi amici in
quel modo per fare il suo dovere. Aveva rubato anche
l’Eliomagilite che serviva
tanto a Wakka per trasferirsi a Luka per le partite. Come avrebbe fatto
ora?
Sentì poi gli altri due compagni, e la sua attenzione si
accentuò quando si
misero a parlare bassi bassi.
‘Sy…ymmuny??
Kme teleysu yhlra tam nykywwu peuhtu?’ fece quello scuro,
coprendosi con la
mano.
‘Vunca
è
sakmeu lra kmeamu teleysu…banlré yhlra mie ry ih
chakra… a se caspnyjy beù
budahda…’.
‘Cì
sy…Lyjumu!!’—e il biondo si mise con la
mano sulla fronte—‘...huh cybbeysu
habbina lusa ce lreysy!!!’.
Rikku
aprì
la bocca per rispondere, ma qualcosa la fermò di colpo. Li
vide poi andare da
suo padre, lasciandola sola, sotto il sole picchiante e cocente.
E se rapiscono
anche lui?? Come
faranno in cinque? Beh…però…mi
piacerebbe se lo portassero qui… forse… si
potrebbe…potrei…
Lei scese
si colpo e rincorse i suoi compagni a gambe levate e chiamandoli
gridando ed
agitando le mani.
Auron si
fermò a contemplare l’ambiente. C’era
qualcosa che non quadrava, per niente. Il
custode non sembrava lì…forse era già
stato sconfitto da qualcun altro.
Possibile?
‘Forse
la
sfera è stata già presa...’ fece la
maga, voltando le spalle e dirigendosi
verso l’uscita.
‘No…
Non
capita tutti i giorni che da una cupola possa cadere un
abete…’.
Lulu,
più
che alla sfera pensava all’invocatrice che non era
più tra loro. Preferiva di
certo andare a cercarla, anche andando alla cieca, come le era stato
detto dal
“rimbambito”, piuttosto che stare lì a
contemplare una chiesa di ghiaccio e
cristallo. Quando lei si avvicinò alla porta a due ante per
uscire,
improvvisamente il suolo ghiacciato davanti a lei si spaccò
di colpo, dove
comparvero dal basso dei giganteschi rami, che coprirono la porta,
portando con
sé rumori e terremoti, che smisero di colpo appena quelle
radici non si mossero
più, coprendo tutto.
‘Co…cosa??
Ma…!!’.
‘ATTENTA!!!’
le urlò il guardiano, che si voltò di scatto
vedendo due grosse radici
avvicinarsi a velocità pazzesca verso la maga, afferrandola
per la vita e
sollevandola da terra. Quei rami, che si muovevano come tentacoli,
provenivano
da quell’albero prima caduto, che iniziò a
muoversi sinuosamente per mettersi in
piedi, e per spostarsi iniziò a far strisciare i tronchi
come fa il corpo del
serpente. Le strane fessure sul tronco principale si definirono,
mostrando degli
occhi giallastri, per non parlare della bocca, dalla quale usciva, come
saliva,
della resina appiccicosa che in parte cadde sul suolo ghiacciato.
Auron prese
la katana e con tutta la sua forza cercò di stroncare il
ramo che aveva preso
Lulu da dietro e che la stava facendo soffrire non poco, intrappolata
in quella
stretta morsa feroce. La chiesa rimbombava qua e là per i
rumori a scatti e
duri del legname che si contorceva e cambiava continuamente forma.
‘Maledizione!!
Lulu!! Appena ti libero, usa la sfera di fuoco!! Usa una magia
potente!!…’.
La sua
spada si incastrò all’interno della radice e il
custode ligneo sembrava non
soffrirne per niente.
La maga,
approfittando del fatto che le sue braccia erano vicine al corpo,
riuscì a
prendere in mano la sfera di Djose, mentre l’altra le
scivolò a terra, e recitò
al volo l’unica magia psiche che ricordava a memoria.
‘Bailamme!!’
urlò lei, e mentre Auron cercava di recuperare la
sua spada, attorno all’abete vivente si crearono delle
piccole scariche violacee,
unite a strane sfere dello stesso colore, che continuarono a girare,
fino a
quando le scariche non colpirono il custode tutte insieme,
confondendolo. Le
radici iniziarono a muoversi in maniera confusa ed a casaccio,
rilasciando la
maga, che cadde duramente sul suolo con il fondoschiena. I rami
divennero più
teneri, tanto che il guardiano riprese la sua spada, ed
approfittò del momento
per mettere a terra diversi bracci dell’albero con attacchi
secchi e decisi,
facendone cadere una ventina qua e là. L’abete
continuava a vacillare, ma i
rami sembravano non finire mai, e continuavano a muoversi, cercando di
colpire
i due.
‘Lulu!!’—disse
lui, ponendosi davanti a lei—‘Stai bene?! Presto!!
Usa la magia, prima che sia
troppo tardi!!’.
Si
girò
almeno cinque volte in pochi secondi per vedere a che punto stava.
‘Non
riesco
a trovare la sfera di Kilika!!!’—rispose, alzandosi
barcollando—‘Dev’essere
caduta da qualche parte…!!’.
Auron si
girò lentamente verso il boss. La sfera di fuoco era stata
presa da una radice
minore, che la rilasciò poi, facendola cadere nella bocca
del mostro davanti ai
due guardiani. Il custode sembrava ridere ampiamente dietro quei strani
lineamenti, con la sfera luccicante in rosso nelle
“fauci”.
‘Fantastico…’.
‘Ehm…Isabelle…
posso chiederti una cosa?’
Lei si
girò
facendo oscillare per breve i suoi lunghi capelli mossi castani. Erano
davvero
bellissimi.
‘Prima…vorrei
un vostro autografo!!!’ chiese a Tidus mostrando un
blocchetto bianco ed una
penna. Stranamente gli venivano i brividi rivedere un affare simile,
perché
ripensare a quel fanatico di Chicco era come ripensare alla pantera. Groan…ancora??!! Non è
proprio il momento…
‘Ecco…abbiamo
un problema…un piccolo…’—fece
l’autografo e glielo
consegnò—‘…problema...’.
‘Cosa?!
Qualunque cosa…’.
‘Beh…due…innanzitutto
dammi del tu…’ continuò, sorridendole
un poco. Lei mantenne un alto grado di
rispetto. Chissà che educazione ferrea che aveva
ricevuto…
‘E
poi… siamo
rimasti senza Eliomagilite…che ci serve davvero
tanto…sai…anche per le partite
di Blitz…!!’.
Lei si
avvicinò fino a una decina di centimetri di distanza. Senza
fare motto gli
prese la sua mano destra delicatamente, come nessuno poteva saper fare,
con il
sorriso stampato sull’angelico viso, e gli pose, apparsa
chissà quando e dove,
un piccolo sacchettino rosso di velluto, chiuso con un piccolo laccetto
marroncino che terminava a fiocco. Lui arrossì un poco, lei
continuò a
sorridere.
‘Qui
c’è un
po’ di quella polvere magica…diciamo
che…è in cambio del suo autografo!!
Ma…’—con tono più
duro—‘Non chiedetemi MAI di darle del tu!! Non
è rispettoso!!
Non siamo né parenti, né ci
conosciamo...’.
Il biondo
le scambiò quasi uno sguardo di sfida per gioco. Che gentilezza!! Ora è fatta!!
‘Ah,
si??
Ora ci conosciamo e poi…’—si
schiarì la voce—‘mi dici che al tuo
cugino Maestro
gli dai del tu??’.
‘E…ehm…’—guarda
qua e là mostrando
difficoltà—‘no...no…e…ecco…’.
‘Maledizione!!’—continuò
la maga—‘…ed ora come prendiamo quella
sfera??!!’.
Il custode
sembrava divertirsi da morire a far vedere che aveva in bocca. Non
parlava, ma
dai movimenti e dagli atteggiamenti, sembrava amare farsi beffe dei
suoi
avversari come un bambino pestifero. Il guardiano osservò i
suoi movimenti con
cura, come per studiarlo, e dopo che sospirò fortemente, si
girò verso la maga
dietro di lei, con la katana sulle spalle e gli occhi chiusi.
‘Mi
faccio
catturare…tu prendi la sfera che ti lancio e poi fai
l’incantesimo!!’.
Lei lo
squadrò non poco. ‘Cosa??!! E tu vorresti finire
in polvere??!!’.
‘Ognuno
decide per sé il suo destino e quello che vuole
fare…’ e si avvicinò sfacciato
verso quei rami, i più vicini alla bocca.
‘FERMO!!
Tu
sei impazzito!!!’.
Il biondo
si mise a ridere dolcemente, mettendosi il sacchettino in una delle due
tasche
che aveva dietro ai suoi pantaloni stravaganti neri.
‘Oh…stavo scherzando…non
volevo metterti in difficoltà… comunque io alle
persone do del tu e basta…
Figurati a tuo cugino!! Sinceramente io non mi fido di lui!! Fin dalla
prima
volta che l’ho visto non mi sembra che ci abbia aiutato
chissà tanto!!’.
Lei lo
fulminò con lo sguardo, mettendosi le mani sulla vita.
‘Lui è il più Grande
Maestro che ci possa essere!!!!’.
‘Ehm…nononononono…’—girando
qua e là la testa e le mani—‘non volevo
dire questo…ecco…è solo una mia
impressione…non voglio offendere
nessuno…’. Lei tornò a mostrare un viso
dolce.
‘Ho
solo
un’altra piccola domanda…’ riprese.
‘Cosa…ditemi!!’
e sorrise di nuovo.
‘Sai
dove
vivono gli Albhed?? Ecco…io non sono di queste
parti…è una
curiosità…’.
‘La
loro
base principale si trova oltre il deserto di Sanubia… ma non
frequentate quei
posti!! Loro sono stati scomunicati dal clero, non seguono la retta via
di
Yevon!!’. Perfetto…un’altra
religiosa
come Wakka… forse andranno molto d’accordo insieme
se si conosc…
‘Ma…mi
hanno detto che venite da Zanarkand!! Quella città non
esiste da mille anni!!
Lo sapete quante versioni di voi si stanno creando??!!’. Adesso ho un motivo in più per odiare i
giornalisti… un po’ di
privacy?? No, eh??
‘Ehm…ecco…mi…mi
piace fare il misterioso!!! No, sul serio… ho…com’era la scusa di Wakka?...sono
stato intossicato da Sin…ed ora
sto recuperando la memoria…’.
Improvvisamente
si sentì un enorme tonfo che fece vibrare tutto.
‘Cosa
succede??!!’ urlò Wakka, correndo verso il centro
della sala e richiamando i
guardiani presenti.
Auron venne
catturato all’istante dalle radici più corte e
più vicine alle fauci, che
continuavano a muoversi come per imitare una risata. Stretto nella
morsa,
riuscì comunque a prendere la sfera, lanciandola come meglio
poté a terra.
Questa rotolò fin verso la maga, che la raccolse al volo, e
che nel frattempo
lesse la formula magica. Ma per fare l’incantesimo, era
necessario pronunciarne
il nome alla fine. E vedere Auron lì, in quella morsa, a
fare la fine di cenere
come quell’abete, la rendeva titubante ed esitante come mai
fino ad allora.
Restò lì, con la sfera rossa già
fiammeggiante in mano, immobile e rigida.
‘Auron!!’.
‘MUOVITI!!!’
riprese lui, seccamente, rimanendo impassibile nel volto e non
riuscendo in
alcun modo a muoversi da quella gabbia. Lei prese coraggio e
cercò di non
ripensare a Belgemine, il ricordo che sempre tornava quando lei si
sentiva in
difficoltà. Alzò la sfera in alto con la mano
destra ed urlò: ‘Firagaaaa!!!’.
Dove
c’era
l’abete si creò una strana luce brillante gialla,
che raccolse piano piano
energia, fino ad esplodere tutt’all’improvviso,
facendo bruciare ogni singolo
braccio ligneo, e fondere il ghiaccio nell’area vicina. Molta
acqua evaporò per
poi cadere sotto forma di goccioline ghiacciate, appena queste si
avvicinarono
nelle aree più fredde.
Lei rimase
rigida davanti a quella piccola nebbia che si era creata davanti a
sé. Riusciva
a scorgere solo fuoco, fiamme che avvolgevano l’albero, che
cadde di colpo,
facendo un forte rumore sul suolo [vedi sopra], poi sostituito da un
silenzio,
lungo ed assoluto…