#Writober
2021 ~ pumpBLANCK list ~ 29 ottobre, prompt:
Blu
Are
you happy?
La radio diffondeva musica classica allegra nel piccolo bar in
stile vittoriano, con le pareti, con i tavolini e le sedie color azzurro
confetto alternato con blu pastello.
Louis ne approfittò per leggere un buon libro dalla copertina blu,
nell'attesa che giungesse il suo fratellastro. Sapeva che voleva presentargli
qualcuno, quindi poi non avrebbe potuto continuare la
lettura.
Louis era un giovane professore di letteratura francese,
trasferitosi in Inghilterra da un paio d'anni poiché lo affascinava molto anche
la storia e la cultura anglosassone. Della sua vita al momento era davvero
lieto, non poteva lamentarsene. Benvoluto dalla sua padrona di casa perché era
molto pulito e ordinato, benvoluto dai suoi studenti perché sapeva come attirare
la loro attenzione senza dilungarsi in spiegazioni lunghissime e tediose. Gli
mancava sua sorella Dominique: questo era l'unico pensiero che talvolta lo
turbava, ma bastava che si concentrasse su altro e stava
bene.
Tuttavia, tempo due settimane e l'avrebbe rivista e riabbracciata,
bellissima e raggiante nel suo vestito da sposa. Sarebbe stato un gran giorno
quello delle sue nozze e lui non sarebbe mancato per nulla al mondo. Capiva
dunque perché lo chiamasse sempre meno al telefono: doveva essere molto presa da
tutti gli innumerevoli preparativi per il lieto
evento.
«Louis!»
Udita l'esclamazione, lui distolse gli occhi dal libro per
controllare l'orologio da taschino. Era in orario.
«Noé, eccoti qui. Ben arrivato», lo salutò con un cenno del capo e
un lieve sorriso. Il fratello non era cambiato per niente in quei mesi in cui
non si erano visti, tuttavia una luce particolare negli occhi gli faceva intuire
che era sereno. Mantenendo la sua posizione con le gambe accavallate, Louis
inclinò il capo verso destra fino ad accorgersi che dietro il fratellastro stava
colui che gli voleva presentare e che i due si tenevano per
mano.
«È lui?»
L'altro giovane si fece avanti togliendosi un guanto con il chiaro
intento di stringergli la mano. Aveva le iridi blu
intenso.
«Sono Vanitas. Non è ancora una notizia ufficiale, ma Noé ha
insistito così tanto perché per lui dovevi essere il primo a saperlo.
Sono-».
«Il suo fidanzato. Ho una gemella che si sposa a breve, ritieni che
non possa averlo capito da solo?» rise il professore, nascondendosi la bocca
sottile con quattro dita. La risata durò pochissimo, poi ricambiò la stretta di
mano.
«In ogni caso congratulazioni. Ti sei messo con un tipo davvero
niente male, devo dartene atto, caro Noé», riconobbe lui, assottigliando i begli
occhi dorati e tenendo la mano sul mento mentre il fratello occupava la sedia
libera di fronte a lui e Vanitas quella alla sua
sinistra.
«Avete anche molte cose in comune e quindi ho pensato che sareste
andati subito d'accordo. Possiamo ordinare?»
Alle parole di Noé i due si scrutarono studiandosi seriamente. Se
era perché entrambi erano mori, intelligenti e affascinanti, ci aveva preso in
pieno.
«Certamente», replicò Louis,
deliziato.
A Noé la Torte Tartin
piaceva sempre moltissimo, constatò Louis. Si comportava esattamente come quando
l'avevano assaggiata per la prima volta da bambini: gli brillavano gli occhi e
ne era totalmente rapito.
E Vanitas in effetti lo fissava intenerito come qualcuno che ci
teneva molto, anche se, quando si accorse di essere osservato a sua volta, mutò
l'espressione in una indifferente.
«Adesso capisco perché gli sei piaciuto, Vanitas. In un certo senso
mi rende felice sapere che, oltre me e Dominique, esista un'altra persona al
mondo che si preoccupa tanto per il nostro Chaton e che l'abbia preso a
cuore».
Louis si levò in piedi, afferrando il manico della sua valigia e il
basco da sistemare sopra i propri capelli scuri.
«È stato un piacere conoscerti, Vanitas. Tuttavia il mio tempo per
stare qui con voi è scaduto, devo già congedarmi».
Il diritto interessato rispose con un cenno del capo: vero, non si
erano parlati tanto, ma era stato un incontro
piacevole.
«Louis, grazie», si levò in piedi anche Noé per dargli un mezzo
abbraccio. In pubblico non erano soliti darsi ai convenevoli affettuosi e poi
era passato anche il tempo dell'infanzia in cui dormivano tutti e tre – lui,
Domi e l'altro – nello stesso letto e stretti stretti a Louis come
piovre.
Povero se stesso bambino: quanta pazienza aveva
avuto!
«Di niente. Au
revoir».
Fece per andarsene e dopo cinque passi il fratellastro lo richiamò
nuovamente, le guance rosse e Vanitas che teneva una mano poggiata sopra la sua,
sul tavolino.
«Louis? Sei felice?» chiese, speranzoso per una sua risposta
sincera e positiva.
Che pazienza, davvero.
«Moltissimo, Noé. A presto».
La prossima volta sarebbe stata al matrimonio di Domi. Forse gli
conveniva occupare il tempo restante per trovarsi un accompagnatore che – perché
no? – sarebbe potuto anche diventare il suo
fidanzato.
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Ho immaginato il tutto ambientato negli anni 80, quando non c'erano ancora i cellulari mi pare, ma i telefoni sì xD
Rota aveva richiesto una Vannoé, io volevo Louis alive and happy =D voilà!