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Autore: eddiefrancesco    29/10/2021    1 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Alla fine del colloquio con Mr. Barraclough, ad Octavia le vennero in mente due occhi neri da zingara, delle finestre luccicanti... Sbalordita, si udì dire: Molto bene, sir.» E seguì 'l'orco' fuori della stanza. Octavia spero' con fervore che Lady Dorney fosse stata sincera quando le aveva assicurato che si sarebbe occupata volentieri di suo padre. Non avrebbe saputo dire se aveva capitolato davanti alla forza della personalità di Edward Barraclough o all'altrettanto potente attrazione esercitata da quella strana casa. Comunque fosse, aveva accettato di tornare dopo quattro giorni, munita di referenze, per assumere l'incarico di istitutrice e dama di compagnia delle ragazze Barraclough. L'orco si era rivelato più accomodante del previsto, o forse era solo disperato. Dopo avergli spiegato che voleva far visita a un anziano parente che viveva a una certa distanza, aveva ottenuto due giornate libere al mese, più l'uso del calesse. Tuttavia, Mr. Barraclough non aveva fatto mistero dei suoi dubbi riguardo al fatto che lei potesse farcela. La scarsa opinione che aveva di lei l'aveva irritata e, mentre si congedava dai Barraclough, Octavia giurò a se stessa che gli avrebbe dimostrato che si sbagliava, fosse l'ultima cosa che avrebbe fatto in vita sua! Rifiutò l'offerta delle ragazze di accompagnarla lungo il viale e partì in tempo utile per trovarsi ai cancelli all'orario convenuto. Dato che aveva deciso di interpretare quella parte, temeva che Will Gifford potesse tradirla. Era difficile che un'aspirante istitutrice potesse andarsene su un bel calesse, con un palafreniere che la trattava con la deferente familiarità di un vecchio servitore. Forse 'parte' non era la parola giusta. Sarebbe stato più appropriato dire 'scappatella'. Dopo tutto, non recitava alcun ruolo a aveva dato ai Barraclough il suo vero nome, se non il titolo. E anche se non aveva mai cercato un impiego di nessun tipo, era perfettamente in grado di prendersi cura delle due ragazze per un paio di mesi, checché ne pensasse il loro zio. Si sarebbe guadagnata ampiamente il generoso salario che le aveva promesso. Ma ancora non riusciva a capire perché aveva accettato! Quella casa doveva averla proprio stregata. Mentre camminava lungo il viale, pensò all'ultima volta in cui aveva visto la zia Carstairs. Si erano già salutate e il valletto si stava preparando ad aiutare l'anziana signora a salire in carrozza. Ma un attimo prima di montare, la zia si era girata a prendere la mano di Octavia. «Sii paziente, bambina. Presto la tua vita cambierà.» Poi si era affacciata dal finestrino e aveva aggiunto con una risata rauca: «C'è persino un principe azzurro in vista, anche se ti ci vorrà del tempo per riconoscerlo.» Octavia stava rimuginando su quelle parole, mentre si approssimava ai cancelli di Wychford. Un principe azzurro? Non tra i Barraclough, questo era certo! Edward Barraclough non solo era sposato, ma era l'opposto del suo ideale di uomo. Bruno, cupo di carattere, brusco... Non avrebbe potuto esserci una persona più dissimili dal solare Tom Payne! Nessun eroe biondo tra i Barraclough, dunque. E allora dove? Forse uno dei vicini aveva un figlio... Ma come poteva incontrarlo se a Wychford era una dipendente? Octavia sospirò. Sicuramente la zia Carstairs doveva aver fatto qualche piano! Quando vide apparire il calesse guidato da Will Gifford, scoppiò a ridere. Stava cominciando a credere davvero a quelle sciocchezze! Octavia arrivò ad Ashcombe che era ancora giorno e, senza perdere tempo, invitò Lady Dorney a prendere il tè con lei in privato. «È un secolo che non vedo papà così felice» iniziò, non appena si furono sedute. «La vostra presenza gli fa bene.» Lady Dorney la guardò divertita. «Mi fa piacere sentirlo. Ma credo di conoscerti troppo bene per pensare che questa sia un'osservazione casuale. Dimmi, quali piani stanno prendendo forma nella tua bella testolina? Dubito che tu mi abbia invitato qui solo per farmi dei complimenti. Per inciso, anche tu sembri più felici. Direi quasi eccitata. Cos'è successo oggi?» Octavia esitò, poi si lanciò in un racconto delle sue avventure. Quando raggiunse il punto in cui Edward Barraclough aveva detto che non era la farfalletta che pensava, Lady Dorney era così divertita da rischiare di lasciarsi sfuggire la tazza di mano. «Come ha reagito quando gli hai detto che, lungi dall'essere un'indigente istitutrice in cerca di un posto di lavoro, sei la figlia del Conte di Warnham e la proprietaria della casa che lui ha affittato?» «Non l'ho fatto.» « Che cosa?! E perché mai?» Octavia inspiro' a fondo e annunciò in tono di sfida: «Inizierò a lavorare per loro tra quattro giorni esatti!» «Ma come pensi di fare? Fingere di essere una persona che non sei. No, no! Non puoi, Octavia!» «Potrei. Con un piccolo aiuto da parte vostra.» «Tuo padre non acconsentira' mai!» «Non gli chiederei il permesso. Gli direi che è come lui aveva temuto, che Wychford ha bisogno della mia personale attenzione per un po'. Non è proprio del tutto una menzogna.» «Non è nemmeno la verità. Come pensi che si sentirebbe se venisse a sapere che sua figlia lavora come istitutrice?» «Dubito che lo scoprirà mai. Alla fine dei due mesi, io tornerò qui e riprenderò la mia solita vita. Vorrei trovare un modo per farvi capire... Quelle ragazze hanno bisogno di me.» «Anche tuo padre. Come lo convincerai a fare a meno di te?» «Ah! È per questo che mi è necessario un favore da parte vostra.» «Dimmi tutto.» «Bene, avete detto che non vi dispiacerebbe fermarvi più a lungo, questa volta. E se voi foste qui, papà sentirebbe meno la mia mancanza. La nostra governante è molto competente e i domestici hanno familiarità con la gestione della casa...» «Se stai suggerendo quello che penso io, la risposta è no, Octavia! Non lo farò. Assumermi la responsabilità di Ashcombe? Certamente no.» «Non dovreste proprio prendervi la responsabilità... Solo essere presente. Io tornerei regolarmente per assicurarmi che proceda tutto bene, anche se sono sicura che non sarà necessario. Vi prego, ditemi che accettate.» Lady Dorney la guardò con una certa freddezza. «Ti rendi conto, spero, di ciò che rischierei? Rupert e io siamo sempre stati buoni amici. Cosa penserebbe di me se scoprisse che ti ho aiutato a ingannarlo? Questo potrebbe segnare la fine del nostro rapporto.» «Non sarà così. Ve lo assicuro. Anzi, ho una certa sensazione. Cugina Marjorie, mi rendo conto di chiedervi molto. Non riesco nemmeno a spiegare perché sia tanto importante per me. Forse è la via di fuga che stavo cercando. Vi prego, aiutatemi!» Lady Dorney esitò, fece per parlare, si interruppe di nuovo. Octavia aspetto' in silenzio. Finalmente, sua cugina disse: «Ho cercato tante volte di convincerti a farti una vita tua che mi è difficile rifiutare di aiutarti ora. Non ho ancora programmi per l'autunno, e se per questo neanche per l'inverno. Nessuno sentirà la mia mancanza a Lutworth.» Sospirò, poi si raddrizzo' e sorrise con aria decisa: «Molto bene. Lo farò! Resterò per due mesi. Ma credo proprio di essere pazza quanto te!» Con l'aiuto di Lady Dorney, Octavia poté rimettersi in viaggio per Wychford pochi giorni dopo la prima, fatale visita. Will Gifford la accompagnò di nuovo, ma questa volta sarebbe tornato ad Ashcombe senza di lei. Sul retro del calesse c'era un piccolo baule con una scelta degli abiti più semplici di Octavia. I suoi capelli erano stati raccolti in una severa crocchia sotto il cappellino. La sua cappa era di un banale panno grigio, e scarpe e stivaletti erano stati scelti per la funzionalità che per l'eleganza. La contessina Octavia Petrie, ultimogenita di una delle più ricche famiglie del sud dell'Inghilterra, era diventata semplicemente miss Petrie, istitutrice e dama di compagnia delle signorine Barraclough. Un osservatore casuale non avrebbe capito quanto fosse nervosa. I suoi modi erano composti e sicuri. Ma lo spirito d'avventura non era sparito. Dentro di lei c'era uno strano miscuglio di anticipazione, ansia, sorpresa per la propria audacia, esultanza per quella fuga. Due mesi! Due mesi per scoprire cosa volesse realmente dalla vita. Wychford appariva più accogliente che mai. Era una giornata nuvolosa, ma all'avvicinarsi del calesse, un fuggevole raggio di sole si riflette' su quelle straordinarie finestre. La casa stava di nuovo sorridendo in quel suo misterioso modo. Lisette si trovava sul prato, chiaramente in attesa del suo arrivo. E quando Octavia smonto' dal calesse, Pip scese dall'albero più vicino. La presero in consegna, Pip attirandola in casa per una mano e Lisette dando ordini alla governante. «Vi abbiamo alloggiato nella stanza accanto alla mia. Non proprio nella torre, ma vicino. Lo sapevate che la vecchia signora che un tempo era la proprietaria di questa casa era una strega? Mrs. Dutton non lavorava qui allora, viveva in villaggio poco lontano, ma sostiene che tutti qui attorno avevano paura di Mrs. Carstairs.» le spiegò Pip. «Davvero?» Nel varcare il portone di quercia, Octavia ebbe di nuovo la strana sensazione che la casa la abbracciasse, accogliendola in sé. «Allora dev'essere stata una strega buona, Pip. Wychford è una casa amica. Non siete d'accordo?» commento' sorridendo. In quanto figlia del Conte di Warnham, Octavia era abituata alla deferenza dovuta al suo rango e alla sua ricchezza. Ma non le risultò difficile, ora, entrare nella parte. Non era né arrogante né presuntuosa, ed era di animo gentile. I suoi modi semplici, la sua naturalmente e la praticità le conquistarono tutti, a Wychford. Tutti, ovviamente, a parte il padrone di casa.
   
 
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