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Autore: Miria    30/10/2021    0 recensioni
Dalla prefazione: Hermione curva sul calderone mescolava la pozione con estrema cura, depose il lungo cucchiaio di faggio portandosi al bilancino d’oro, prese l’ampolla aprendola con delicatezza, controllò il contenuto per assicurarsi che fosse esattamente quello che le serviva, sorrise soddisfatta, Sangue di Drago essiccato, con il cucchiaino anch’esso d’oro ne prelevò una piccola quantità depositandola lentamente sul piattino, due grammi, né un granello in meno né un granello in più.......Hermione sbarrò gli occhi orripilata, con la coda dell’occhio vide due occhi turchesi appartenenti ad una figura statuaria vestita di nero, non fece in tempo ad allontanarsi che tutto saltò per aria.
Dal primo capitolo: -“Buongiorno amore mio” sussurrò baciandole appena sotto l’orecchio dove la pelle era più sensibile “sei tesa” constatò “vuoi un massaggio?”- mormorò allusivo
-“Toglimi immediatamente le mani di dosso se non vuoi essere schiantato”- ringhiò la ragazza cercando di scostarsi.
Queste poche righe per darvi un'idea...vaga a dire il vero, di quello che sta succedendo nella vita della nostra eroina.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Lavanda/Ron, Pansy/Theodore
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ed eccoci qui con il secondo capitolo, spero sia più gradito del precedente
Una buona giornata a tutte/i
 
 
 
 
 
Capitolo 2
INCUBO
 
 
-“Zabini”- rantolò senza fiato
-“Sei bellissima così scompigliata” le si avvicinò sfiorandole le labbra “vai a farti la doccia, ti aspetto di sotto per la colazione” si scostò infilandosi un paio di pantaloni neri e un maglioncino a collo alto dello stesso colore “ieri sera ho sentito Ginevra ed ha espresso il desiderio di voler andare a cavallo oggi, vestiti di conseguenza”- le strinse l’occhio e uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Hermione si alzò titubante avvolgendosi il lenzuolo guardandosi intorno con circospezione. La camera era ampia, arredata con mobilio moderno, due grandi finestre illuminavano la stanza e il panorama era davvero unico, dolci colline verdi a perdifiato, il sole rischiarava quei fili d’erba dove la brina notturna stava scemando lentamente rendendo il tutto più brillante. Si volse disorientata e confusa, cosa accidente stava succedendo e cosa accidenti ci faceva in quella camera e cosa accidenti aveva a che fare lei con quell’idiota pomposo, arrogante purosangue di Zabini?
Tornò al letto sollevando il cuscino, dove accidenti era la sua bacchetta? A terra i suoi slip e il reggiseno, si morse il labbro ricordando le parole di quell’infido Serpeverde. Cosa diavolo stava succedendo? Rovistò il letto, aprì tutti i cassetti e l’armadio dove abiti maschili e femminili erano accostati, rabbrividì e non solo dal freddo ma della sua bacchetta neanche l’ombra. Adesso era davvero panico.
-“Hermione” disse a se stessa “mantieni la calma, c’è di sicuro una spiegazione, devi solo trovarla” si avvolse il lenzuolo ancora più strettamente addosso, prese della biancheria pulita dirigendosi verso il bagno “una doccia, adesso ti fai una lunga doccia e vedrai che dopo, tutto torna al suo posto” l’acqua era da sempre stata una fonte di tranquillità, la rilassava e la faceva stare bene, lavò con cura i capelli e rimase sotto il gettò per un lungo lasso di tempo. Uscì rinvigorita e serena, si asciugò con cura avvolgendo i lunghi capelli “sono lunghi” sussurrò “troppo lunghi” si portò allo specchio e tolse l’asciugamano, deterse con la mano il vapore e sbarrò gli occhi “merda”-
Il riflesso che vide non era esattamente quello che si aspettava di vedere. Avrebbe dovuto scorgere una ragazzina di quasi diciassette anni con un corpo formato ma non così formato, i suoi capelli un po' crespi le avrebbero dovuto arrivare fino alle spalle, quelli che aveva dinnanzi a se le arrivavano a metà schiena. Il suo seno era più grande, i suoi fianchi erano tondi e dolci, le sue cosce tornite e levigate, il suo viso era più…più da grande. Quella riflessa non era lei, si morse il labbro e gli occhi si fecero lucidi. Cosa stava succedendo? Dov’erano Lavanda e Calì? Dov’era Hogwarts? Harry, il suo migliore amico dov’era? E Ron, il ragazzo simpatico e pasticcione di cui aveva creduto di esserne innamorata. Dov’erano tutti?
Con il cuore in gola decise di vestirsi e di raccapezzarsi in quel casino che pareva esserle piombato addosso e di cui non aveva memoria. Prese un paio di pantaloni in lana neri e un maglioncino verde bottiglia, si asciugò i capelli e fece una coda. In tutto questo notò un riflesso, si guardò la mano sinistra dove un solitario faceva bella mostra di se e come compagno una fede circondata da diamanti. Chiuse gli occhi rabbrividendo, merda…era sposata. Prese un lungo respiro e aprì la porta. Quel posto era enorme e lei non sapeva dove andare
-“Buon giorno Milady, ha riposato bene?”- domandò gentile una ragazza sorridendole, portava una divisa da cameriera o qualcosa di simile
-“S…si grazie” si guardò intorno confusa “dove…dove…io…”-
-“Si sente bene?”- domandò scrutandola
-“No, io…non tanto”- rantolò incapace di formulare una frase in senso compiuto
-“Venga Milady, l’accompagno nella saletta della colazione. Vedrà che dopo si sentirà meglio” le fece strada scendendo una grande scalinata, arrivarono in un atrio enorme, illuminato da grandi vetrate. Hermione si guardò spaesata intorno ma rimase attaccata alla ragazza “eccoci qui” disse indicandole l’entrata “buona colazione”-
-“Ehm, grazie”- oltrepasso la porta a due ante. Due teste si alzarono al suo ingresso e sorrisero
-“Buongiorno cara”- la salutò una donna piacente di circa cinquant’anni. Portava un abito da giorno grigio chiaro, una crocchia lenta sul capo di capelli nerissimi, un giro di perle rosa il tutto incorniciavano due occhi neri come la notte e un sorriso sincero e dolce. Hermione si ritrovò a sorridere fino a che incrociò un altro paia d’occhi turchesi che la fissavano ironici
-“Ben svegliata amore” la sua voce profonda e roca le fece scorrere un brivido lungo la schiena “pensi di rimanere ancora per molto in mezzo alla porta o ti accomodi?”- domandò divertito
-“No io…io mi accomodo”- sussurrò avvicinandosi al tavolo sedendosi impettita al fianco del presunto marito. Un uomo di colore in livrea le si affiancò versandole una tazza di caffè fumante allungandole un croissant
-“Lady Zabini favorisce del latte schiumato?”- domandò gentile. Hermione a quelle parole fece cadere il cucchiaino che stava usando per mettere lo zucchero nella bevanda nera, il rumore sul piattino sebbene fosse stato appena udibile le parve uno sparo. Impallidì paurosamente e sollevò il viso fino a guardare l’uomo al suo fianco
-“Jane stai bene?”- chiese premuroso Blaise appoggiando la sua grande mano su quella piccola e ora gelata della ragazza che la ritrasse di scatto
-“Se…se è uno scherzo giuro che vi affatturo tutti!”- esclamò balzando in piedi e fuggendo dalla stanza. Salì veloce tornando nella stanza che l’aveva accolta poco prima. Buttò all’aria tutto quello che la circondava. La porta si aprì
-“Jane che accidenti stai combinando?”- domandò l’uomo
-“Dov’è la mia bacchetta” sibilò “RIDAMMI LA MIA BACCHETTA!”- urlò ormai in preda al panico continuando a togliere abiti dai cassetti e dall’armadio
-“Sei impazzita!” esclamò al colmo della confusione “di che diavolo stai parlando?” le si avvicinò prendendole le mani per fermarla, lei cercò di sottrarsi e lui la strinse più forte facendola aderire al suo corpo e cingendole la vita “ehi, calma piccola” sussurrò facendole alzare il viso con un dito sotto il mento, le baciò la fronte fino a scendere accarezzandole appena le labbra “cosa succede Jane?”-
Hermione scoppiò a piangere, lei, la regina dei Grifoni, lei, la mente del Golden trio, lei che aveva combattuto contro i Mangiamorte, lei la strega più brillante degli ultimi 100anni, lei ora si sentiva fuori posto.
-“Io…io mi chiamo Hermione”- mormorò singhiozzando con il capo sulla clavicola dell’uomo
-“Lo so” rispose l’uomo “ma tu sei la mia Jane, ricordi” sussurrò “io Tarzan e tu Jane” Hermione sollevò il capo e lui sorrise “Hermione Jane Granger in Zabini. Io so esattamente chi sei”-
-“Sei fortunato, io…”- fece un lungo sospiro e si allontanò
-“Cosa stai cercando per aver fatto tutto questo casino. Winky non ne sarà affatto contenta”- la prese in giro
-“Winky?”- C’era un elfo? Impossibile, non qui
-“La tua cameriera” disse lui assottigliando gli occhi “Jane spiegami perché comincio a preoccuparmi davvero”-
-“Voglio andare ad Hogwarts”-
-“Dove?” chiese
-“Hogwarts”- ribadì sicura
-“Non ho idea dove sia questo Hogwarts”-
-“Smettila” sibilò “lo scherzo è bello quando è corto Zabini. Se tu e quell’idiota di Malfoy mi avete fatto qualcosa giuro su Merlino che ve ne pentirete amaramente”-
-“Cosa centra Draco adesso!” esclamò innervosito, le prese le spalle stringendo più del dovuto “si può sapere cosa farnetichi?”- lei si allontanò avvicinandosi alla finestra
-“In che anno siamo?” domandò “ma soprattutto dove siamo?”-
-“Prendi la giacca, andiamo immediatamente all’ospedale”- decretò raccogliendo da terra la sua casacca
-“Al San Mungo?”- lui la guardò come se fosse completamente impazzita
-“Al che?” adesso era spaventato “andiamo al Mayo Clinic Hermione”-
-“Quindi siamo a Londra” fece un sospiro “non ho bisogno di andare in ospedale non sono malata Zabini” lui sollevò un sopracciglio. Hermione scorse su di una sedia una borsetta, si avvicinò la prese e gettò sul letto il contenuto “niente bacchetta” sussurrò avvilita. Aprì il portafoglio ed estrasse la carta d’identità, si morse il labbro sbarrando gli occhi “merda” data di nascita 19 settembre 1979 “almeno questo è giusto” data del rilascio 2003, coniugata, data di scadenza 2013 “merda”- ripeté sottovoce
-“Ieri sei andata a cavallo. Sei caduta e hai battuto la testa?”- l’uomo si avvicinò toccandole una spalla, lei sollevò il viso guardandolo
-“Non me lo ricordo, ma potrebbe essere un’ipotesi”-
-“Dobbiamo andare in ospedale e farti visitare, potresti avere un trauma cranico e…”-
-“Non serve, se così fosse la notte appena trascorsa avrebbe in qualche modo fatto uscire qualche sintomo” si scostò appena e vide i suoi bellissimi occhi oscurarsi “ho fame”- disse toccandogli un braccio
-“Un sintomo c’è di sicuro” attestò. Lei scosse il capo “sei sicura Jane?” lei annuì e lui la strinse tra le braccia “Dio piccola, mi hai spaventato a morte. Andiamo, mia madre sarà preoccupata”-
-“Tua…tua madre vive con noi?”- domandò titubante. Lui sebbene sconcertato dalla domanda fece una risatina divertita
-“Lei vive al Manor con mio padre, è qui solo in visita. Tra qualche giorno torna a casa”-
-“OK” riuscì solo a dire. Mentre scesero le scale lei si guardò intorno e si avvide di quanto era bella e lussuosa quella dimora. Poi i suoi pensieri tornarono al suo principale problema. La guerra era conclusa e lei era viva, il suo Harry dov’era e Ron e Ginny e tutti gli altri. Guardò l’uomo al suo fianco, non lo aveva mai guardato veramente ma era di una bellezza sconvolgente, altissimo con un fisico prestante, carnagione olivastra, capelli nerissimi e due occhi, per la barba di Merlino aveva due occhi da annegarcisi dentro “Blaise”- lo chiamò piano e lui la guardò sorridendo
-“Credevo mi avresti chiamato Zabini per sempre” si fermò un gradino più in basso, occhi negli occhi “mi piace quando sussurri il mio nome ma ancora di più quando lo gridi piena di passione”- lei arrossì come una torcia e lui appoggiò le labbra sulle sue invadendole le labbra, la strinse forte baciandola con desiderio e lei si ritrovò a ricambiare. Quando si staccò lei era senza fiato, nessuno mai l’aveva baciata in quel modo. La prese per mano riprendendo a scendere per entrare nella saletta e aiutandola a sedersi
-“Tutto bene cara?”- chiese la donna apprensiva
-“Si grazie, chiedo scusa per prima”- disse arrossendo. Il maggiordomo le versò del nuovo caffè caldo
-“Milady gradisce del latte?”-
-“No, grazie. Credo di aver bisogno di puro caffè in questo momento” rispose all’uomo che annuì comprensivo. Prese il suo cornetto e lo addentò con gusto. Si guardò intorno e sul camino vide una foto che ritraeva lei e Zabini il giorno del matrimonio. Rimase col cornetto a mezz’aria a fissare quelle due figure che si fissavano innamorate “Blaise”-
-“Dimmi”-
-“Siamo così innamorati?”- lui allungò la mano e con un dito le fece girare il capo perché lo guardasse
-“Ogni giorno di più”- sussurrò. La donna al loro tavolo sbarrò gli occhi
-“Cosa succede?”- domandò confusa
-“Nulla mamma, Hermione oggi non si sente troppo bene ma non c’è nulla da preoccuparsi”-
-“Sarà per la festa” attestò sicura “andrà tutto bene Hermione e io farò del mio meglio per aiutarti. Domani pomeriggio andiamo a fare l’ultima prova dei vestiti e tu sarai la Lady più bella del Regno Unito”- disse con convinzione
-“Ma…ma certo”- strinse a pugno il tovagliolo fino a sbiancare le nocche, si morse il labbro e una paura totale le calò addosso. Di cosa accidenti stava parlando quella donna, di che festa stava parlando. Si portò le dita alle tempie massaggiandole chiudendo gli occhi. Voglio tornare a casa pensò, ti prego fatemi tornare a casa. Gli occhi le si fecero lucidi e…e doveva andare via di li o sarebbe scoppiata a piangere. Doveva assolutamente capirci qualcosa o l’avrebbero rinchiusa alla neuro buttando la chiave
-“Jane” la chiamò Blaise “tutto bene?”-
-“Benissimo”- prese un lungo sospiro “Blaise mi diceva che dobbiamo stilare il menù” la donna annuì “per la festa, giusto?” la donna annuì di nuovo “perfetto, direi di farlo il prima possibile perché ho davvero bisogno di riposare”-
-“Che accidenti le hai fatto stanotte Blaise?” quella voce la fece irrigidire “che fai mi scomponi la mia Lady, ciao tesoro” due braccia la strinsero da dietro dandole un sonoro bacio sulla guancia “sei sempre bellissima”- Hermione dovette deglutire ma pareva avere della carta vetrata al posto della saliva
-“Draco sei in anticipo e piantala di sbaciucchiare mia moglie”- lo riprese Blaise ma stava sorridendo
-“Ciao zia” Draco baciò la donna sulla guancia sedendosi al suo fianco “Fiorenzo posso avere un caffè?”-
Hermione sbarrò gli occhi guardando l’uomo col nome del centauro suo professore di Divinazione e dovette ammettere che un po' gli assomigliava, alto, possente e di carnagione scura.
-“Sono letteralmente fuggito, Astoria mi sta facendo impazzire, ho ridipinto la stanza del bambino almeno quattro volte” bevve il suo caffè con un lungo sospiro “ho chiamato un imbianchino e le ho detto che io non ne voglio più sapere, spero che nasca presto perché giuro non ce la posso fare, almeno dopo sarà impegnata per la maggior parte della giornata e non romperà le palle a me” guardò Hermione corrugando la fronte “tesoro stai bene?”-
-“Si”- ma le uscì quasi in falsetto, era senza fiato
-“Ho sentito Harry” riprese. A quel nome Hermione fu attraversata da un lungo brivido “lui e Ginevra hanno portato James da Molly, ma saranno qui come stabilito”-
-“Gli altri?”- chiese Blaise
-“Regolare, tra un paio d’ore sono tutti qui. Theo e Pansy vanno a prendere Astoria, Ronald non l’ho sentito ma suppongo sarà come sempre”- dichiarò Draco che non distoglieva gli occhi da Hermione sempre più a disagio
-“Chiedo scusa ma vado in camera, credo mi stia venendo mal di testa. Ci vediamo quando saranno arrivati anche gli altri”- disse alzandosi. Sia Draco che Blaise si alzarono in piedi galanti
-“Ti accompagno”- disse sollecito Blaise
-“Non c’è bisogno” disse accarezzandogli il braccio “rimani a far compagnia a…a Draco”- quasi si strozzò a pronunciare quel nome così odiato. Si allontanò in fretta
-“Cosa succede?” domandò il biondo “non mi pare nelle sue pieghe”-
-“Questa mattina si è svegliata strana, fa discorsi ancora più strani e…e non lo so”- soffiò seguendo la figura scomparire
-“E’ solo nervosa” intervenne la madre alzandosi “ha un compito gravoso con questa festa imminente e non vi è abituata. Quando sarà tutto finito tornerà ad essere la tua Jane di sempre”- uscì salutando i ragazzi
-“Credi che sarà così?”-
-“Non ne ho la più pallida idea” rispose Blaise “di sicuro lo spero perché sembrava impazzita. Andiamo alle scuderie a preparare i cavalli?”-
-“Assolutamente, così anticipiamo i tempi”-
 
OO-oo-OO
 
Hermione entrò in camera e la trovò in ordine, tutti i vestiti erano tornati al loro posto, non v’era nulla fuori sede e si sentì inadeguata, aveva lasciato la camera come un campo di battaglia e aveva obbligato qualcun altro a sistemare il casino che aveva fatto.
Riprese il portafoglio e tolse i documenti controllandoli di nuovo. Trovò una foto plastificata di loro due il giorno del matrimonio con la data, 2 giugno 2002. Non lo aveva notato ma trovò anche un cellulare, il cuore prese a battere molto più velocemente: la data segnava Domenica 16 Maggio 2004
-“Sono quasi due anni che sono sposata” disse a se stessa “quindi suppongo che la festa sia per il nostro anniversario e precisamente tra tre settimane” sfogliò la rubrica, nome per nome:
Astoria Malfoy – Arthur Weasley -  Andromeda Tonks - Augusta Paciock - Albus Silente - Alastor Moody - Bill Weasley - Charlie Weasley – Draco Malfoy - Fred Weasley - Fleur Delacour - Ginny Potter - George Weasley - Kingsley Shacklebolt - Harry Potter –
Il suo migliore amico, il fratello che avrebbe voluto. Gli occhi le si riempirono di lacrime
Lee Jordan - Luna Lovegood – Mamma –
Alla lettura di quella scritta fu percorsa da un brivido. I suoi genitori erano in Australia senza ricordi di lei, ma in questo universo pare che invece fossero vicini e perfettamente coscienti di avere una figlia. Continuò a spulciare la rubrica
Minerva McGranitt - Molly Weasley - Nymphadora Tonks - Neville Paciock -  Papà - Pansy Parkinson - Percy Weasley - Ronald Weasley - Remus Lupin - Sirius Black - Severus Piton - Ted Tonks – Theodore Nott – Tom Riddle
Balzò in piedi sconvolta, Voldemort era lì. Oddio ti prego non qui, non qui. Perché allora il suo nome risultava in rubrica? Si sedette più calma
-“Non può essere Voldemort. Da quel poco che riesco a capire non c’è magia qui. Non ci sono purosangue e mezzosangue, sono tutti babbani” le scappò da ridere “Malfoy un babbano” rise così tanto che le scesero delle lacrime “il pomposo stronzo è un babbano, se mai dovessi tornare indietro potrei quasi ridergli in faccia” si asciugò dalle lacrime
La porta si aprì, Blaise entrò sorridendo
-“Cosa ti diverte amore mio?”-
-“Che siete tutti babbani”- si lasciò sfuggire, si portò la mano alla bocca sbarrando gli occhi
-“Siamo cosa?” chiese confuso “sei strana forte oggi. Sono arrivati e manchi solo tu, i cavalli sono pronti, Rubeus ti ricorda di non strafare con Lucifero non è ancora in forma perfetta e dovrai stare accorta” lei annuì, l’unica cosa che aveva incamerato era Rubeus, quindi Hagrid faceva parte di quel mondo. Blaise rovistò nell’armadio prendendo i pantaloni da cavallerizzo, allungò anche quelli di Hermione “sbrigati, Ginevra sta scalpitando come una puledra mestruata” Hermione scoppiò a ridere e senza pensarci si tolse i pantaloni “quanto sei bella” disse l’uomo avvicinandosi lei arrossì di botto rendendosi conto che era in mutande ma il peggio è che anche lui lo era ed era la quintessenza della bellezza maschile “mi rimescoli il sangue come nessuna sarà mai in grado di fare” se la strinse addosso, le accarezzò le gambe per poi impossessarsi di quelle labbra morbide, dopo minuti o ore si staccarono, lei sentì la sua eccitazione premergli sul ventre e si morse il labbro abbassando lo sguardo “se non ti conoscessi bene potrei pensare che tu sia imbarazzata e pudica”- le prese le natiche stringendola sul suo ventre e lei annaspò in cerca d’aria. Come faceva a dirgli che non era sua moglie e che porca di quella paletta era anche vergine
-“Ci…ci stanno aspettando”- soffiò vergognosa nascondendosi sul suo torace e a quegli occhi meravigliosi
-“Guardami Jane” sussurrò. Lei alzò il viso e lui imprecò “non guardarmi così o li butto fuori e ti rinchiudo fino all’anno del mai facendoti mia fino al giorno del giudizio”- lei sorrise poggiò le mani sul torace allontanandolo
-“Vestiti maniaco”- si infilò i suoi pantaloni, lui le allungò il cap e per mano scesero le scale. Giunti all’ingresso un gruppo di persone li stavano attendendo
-“Finalmente Herm”- una ragazza dai lunghi capelli rossi le si avvicinò abbracciandola
-“Ciao Ginny” un groppo alla gola nel vedere quanto si era fatta bella, la sua migliore amica, la strinse, il suo profumo era lo stesso, sapeva di mandorle e vaniglia. Sollevò il viso e incrociò due occhi verdi sorridenti, si staccò portandosi dinnanzi al suo amico di sempre “Harry”- mormorò senza fiato
-“Milady”- la strinse tra le sue braccia e ad Hermione gli si bloccò il respiro, gli occhi le si fecero paurosamente lucidi
-“Quando avete finito con queste smancerie direi di muoverci” li riprese astioso Theodore Nott. Harry scoppiò a ridere lasciando la ragazza “Milady” la salutò il Serpeverde inchinandosi per poi ridere a sua volta
-Buongiorno a tutti”- salutò Hermione. Pansy al fianco di Theo la salutò col capo. Astoria decisamente incinta guardava Draco con astio mentre lui la fissava benevolo ma senza scomporsi più di tanto. Ron le strinse l’occhio e lei gli sorrise, al suo fianco Lavanda Brown anch’essa mostrava un pancino sospetto
-“Mentre le future mamme si possono ritirare nel solarium a rilassare mente e corpo e usufruire della piscina riscaldata” pronunciò Blaise “noi raggiungiamo le scuderie. Ci vediamo tra un paio d’ore per il pranzo”-
-“Finalmente”- disse Ginny tutta eccitata
-“Harry devi deciderti a costruire una scuderia per tua moglie”- lo incitò Draco
-“Non se ne parla, rischio di non trovare neanche da mangiare quando torno dal lavoro. Una cavalcata una volta a settimana è più che sufficiente”-
-“Stronzo”- soffiò la moglie imbronciata
-“Anch’io ti amo”- la prese in giro Harry
Raggiunsero le scuderie ridendo, infilarono gli stivali mentre Hagrid portava ad ogni cavaliere il cavallo designato. Tutti di razza Akhal-Teke erano considerati i cavalli più belli al mondo, slanciati e con un mantello lucidissimo, originari del Turkmenistan considerati i più antichi conosciuti, usati dalle tribù nomadi per essere adatti a viaggiare per lunghe distanze. Il cavallo di Hermione dono di Blaise per il loro matrimonio era di razza Canadese, importato dalla Francia da Luigi XIV appunto in Canada. Bellissimo con un manto nero come l’inchiostro e lucido, il nome gli calzava a pennello, Lucifero. Questa razza era quasi estinta, se ne potevano contare circa 6000 esemplari. Blaise stava cercando una femmina da acquistare per poterli accoppiare. Hermione rimase impressionata da quell’esemplare che al suo cospetto allungò il muso appoggiandolo sulla sua spalla per farsi accarezzare. La ragazza si stupì, lui la riconosceva e questo le diede da pensare
-“Buon giorno Milady” la salutò lo stalliere “la prego di non tirarlo troppo, non è ancora nel suo pieno possesso delle forze e…”-
-“Tranquillo Hagrid, sarò bravissima”- lui sorrise e l’aiutò ad issarsi. Hermione lo guardò, non era di sicuro un mezzo-gigante ma un omone di quasi due metri con lunghi capelli e una folta barba. Non era l’Hagrid che lei conosceva ma gli assomigliava molto
-“In sella signori e signore”- ordinò Blaise
-“Dove ci dirigiamo oggi?”- domandò Pansy accarezzando il collo dell’animale
-“Attraversiamo la collina dei Black e ci inoltriamo nel bosco, sosta alla capanna di Seamus e ritorno”-
-“In marcia miei cavalieri”- disse Ron iniziando al passo a far muovere il suo cavallo, uno ad uno in fila indiana iniziarono la loro marcia.
Le verdi colline li accolsero al piccolo trotto, la giornata era magnifica un sole caldo e luminoso garantiva ai cavallerizzi una visuale a tutto tondo di quello che li circondava, l’aria impregnata dal profumo dell’erba fresca. Tutto era perfetto.
Hermione era totalmente a suo agio, su quel bellissimo stallone si sentiva parte integrante di esso. Al suo fianco si portò Ginevra che sorrise felice
-“Se fossi al tuo posto ci passerei la vita a cavallo” scoppiò a ridere “potrei quasi portarmelo a letto tanto li adoro”-
-“Ed ecco scoperto perché Harry non ti costruirà mai una scuderia” ghignò Hermione “toccherebbe a lui dormire in mezzo al fieno”-
-“Mi sa di si”- scoppiarono a ridere
Il viaggio proseguì senza intoppi, al limitare del bosco si fermarono
-“Sbizzarritevi signori, ci vediamo da Seamus” incitò Blaise agli amici, si volse verso la moglie “attenta ai rami Jane e non tirare troppo Lucifero o te la dovrai vedere con Hagrid”- la prese in giro. Lei gli fece una linguaccia poco signorile e partì al galoppo
-“Sbaglio o Milady diventa ogni giorno più impertinente?”- lo prese in giro Theo
-“Sto davvero cercando di insegnarle le buone maniere ma temo che sia un lavoro troppo impegnativo e soprattutto inutile”- attestò divertito
-“Non sarà mai una vera Lady” disse Pansy “è troppo abituata ad avere tutto sotto controllo e decidere della sua vita. Mi dispiace Blaise ma temo che sarai tu a cedere”- proferì senza acredine
-“E’ perfetta così com’è, non mi ci vedo proprio con un oca senza cervello pronta a soddisfare ogni mia piccola stronzata e che mi dà sempre ragione. Jane è intelligente e furba e…e perfetta”- affermò seguendola con lo sguardo
-“E tu sei ancora rimbambito come la prima volta che l’hai vista” rise Draco “ma hai ragione, lei è perfetta”-
-“Se rimaniamo qui un altro po' diventiamo vecchi” ribadì Ron “necessito di un buon bicchiere di vino speziato, quindi se volessimo darci una mossa ve ne sarei immensamente grato”- spronò il cavallo e partì all’inseguimento dell’amica
-“Che snob del cazzo”- soffiò divertito Draco incitando il cavallo
-“Andiamo miei prodi o quei due daranno fondo alla cantina di Sem”- rise Harry inseguendo Ron ed Hermione. Tutti partirono al galoppo.
Immersa nel bosco, La Capanna, come veniva chiamata, di Seamus Finnegan. Era una costruzione in mattoni rossi e legno ad un piano, un lungo porticato su tutta la parte davanti della casa. Adibita a trattoria e pub, frequentata solitamente da giovani della Londra benestante. L’arredamento interno era rustico ma ben studiato, tavoli e sedie di pesante quercia, un bar super fornito e una cucina tipicamente inglese. Ma quello che attirava la clientela erano i vini, imbottigliati dallo stesso Seamus nessuno era riuscito a sapere da dove provenissero, a chiunque lo si chiedesse, tutti nessuno escluso avrebbe affermato che i suoi vini avevano qualcosa di speciale, i profumi, i colori e quelle spezie strane con cui venivano aromatizzati erano qualcosa che mai avevano trovato in nessun altro luogo.
Hermione fu la prima ad entrare seguita poi a ruota da Ron e da tutti gli altri
-“Ciao Sem”- lo salutò Theo
-“Buongiorno ragazzi” li salutò gioviale l’uomo “vi fermate a pranzo?”- domandò andandogli incontro
-“No. Abbiamo lasciato a casa Lavanda e Astoria, siamo venuti a cavallo ma gradiremmo senz’altro un buon bicchiere di rosso dalla tua speciale riserva”- disse Ron sedendosi ad un tavolo
-“Accomodatevi pure, datemi cinque minuti e arrivo”- si allontanò entrando in una porta richiudendola alle sue spalle
Hermione si guardò intorno curiosa, tutto era rigorosamente perfetto in quel posto e le piaceva, il camino acceso scaldava l’ambiente e diffondeva un buon profumo di pino
-“Vieni Jane?” Blaise l’affiancò prendendole la mano “stai bene?”-
-“Benissimo” sorrise “andiamo dai nostri amici”- si trovò seduta tra Blaise e Draco.
Quando tornò Seamus lei lo guardò, era lui, esattamente come ad Hogwarts, i capelli castani e quell’aria così irlandese. Si ritrovò a sorridere al ricordo di come gli riuscissero difficili alcuni incantesimi e di come spesso e volentieri bruciacchiava qualche compagno. Ricordò anche quando al loro quinto anno si era adirato con Harry, con Ron e anche con lei dando a tutti dei bugiardi per la rinascita di Voldemort e per colpa loro di avergli fatto passare un’estate terribile. Dio le sembrava che fosse passata una vita e in un certo senso era così, lei ora frequentava il settimo anno insieme a Ginny, così come Zabini e Malfoy mentre Harry e Ron avevano deciso diversamente, loro erano entrati di diritto alla scuola per Auror, anche lei avrebbe potuto ma aveva preferito finire la scuola
-“Milady, mi sono permesso di prepararle il suo preferito” disse Sem porgendole il suo Ballon di vino rosso “speziato al punto giusto”-
-“Grazie”- rispose sorridendo
-“Per voi signori e dame, in un calice Rod Wine con un fantastico rosso profumato e deliziato con una mia nuova spezia. Spero sia di vostro gradimento”-
-“Lo sarà di sicuro Sem” lo lodò Ginny annusando il vino “il profumo è strabiliante” disse sorseggiando e gustandone appieno il sapore “questo è nettare degli Dei. Sei un mago Sem, è semplicemente divino”-
-“Ne sono estasiato”- la ringraziò l’uomo chinando leggermente il capo, allontanandosi.
Chiacchierarono del più e del meno ed Hermione non perdeva una parola, cercava di raccapezzarsi e trovare qualche affinità con quello che lei conosceva ma a parte qualche dettaglio di davvero poco conto queste persone erano diverse. L’unica cosa che li accumunava era la ricchezza, erano tutti più che benestanti.
Draco Malfoy e la moglie Astoria abitavano a Malfoy Manor con i genitori di lui anche se in un’ala appartata, decisamente ricchi. Lui lavorava al fianco del padre nel loro studio come avvocato con decine di collaboratori.
Theodore Nott e la moglie Pansy risiedevano in una villa di nuova costruzione donata dai genitori di lui il giorno del loro matrimonio nella periferia di Londra. Lei aveva un negozietto d’antiquariato e vendeva gioielli, abiti da sera e accessori vari. Proveniente anch’essa da una famiglia facoltosa ma che andò in rovina perdendo quasi tutto il patrimonio per colpa del nonno avvezzo al gioco d’azzardo e a donne di malaffare. Theo era amministratore unico di una grande azienda farmaceutica di cui il padre ne era stato il proprietario fino al suo ritiro alcuni anni addietro per dedicarsi alla moglie malata.
Il conte Ronald Weasley e la moglie Lavanda Brown vivevano in un castello di notevoli dimensioni con la famiglia di lui. Provenivano da un’antica e nobile stirpe, tutti un po' snob e come diceva sempre la moglie con la puzza sotto il naso. Ron gestiva il notevole patrimonio di famiglia e Lavanda, cazzeggiava.
Harry Potter e la moglie Ginevra, sorella di Ronald, dimoravano in un palazzo ereditato dai genitori di lui morti in un incidente aereo qualche anno prima. Oltre a tale dimora aveva ereditato un considerevole numero di quadri d’autore e una montagna di sterline ed era a capo di una multinazionale con vari rami inerenti alla tecnologia. Ginevra si dilettava tra la palestra, lo shopping e il loro pargolo James di due anni, nome ereditato dal nonno.
Blaise Zabini Duca del Wessex era il più nobile dei cinque, suo nonno Zaccaria Zabini Arciduca del South West regione inglese. Il loro blasone era un drago alato. Viveva con la moglie in un grande maniero a sud di Londra immerso nelle colline. I suoi genitori abitavano con il nonno nel castello principale della famiglia. Gestiva gran parte dei beni famigliari ereditati dalla nonna e quelli donatogli dal nonno. Sebbene di stirpe reale li frequentava ben poco, non particolarmente amante delle feste di corte riteneva quei nobili superficiali e arroganti.
-“Quando vi decidete a mettere su famiglia?”- domandò divertito Draco alla volta di Hermione che distratta dalle varie chiacchiere neanche si volse dalla sua parte ma tutti avevano smesso di parlare e la guardavano curiosi
-“Come?”- chiese sbattendo gli occhi
-“Resetta quel magnifico cervello che ti ritrovi Herm, oggi sei suonata come un trombone”- la prese in giro Draco abbracciandola
-“Malfoy” l’apostrofò fulminandolo “resetta tu quel minuscolo neurone che ti ballonza in quella testa bionda e stammi su da dosso”-
-“Wow” ghignò Theo “la duchessina è nervosetta”-
Hermione resasi conto di aver esagerato dopo lo sguardo sgomento di Blaise e lo sconcerto di tutta la tavolata cercò di rimediare
-“Ero distratta scusate” si volse verso Draco che la fissava con occhi socchiusi come per sondarla “cosa chiedevi?”-
-“Tesoro stai bene?” lei annuì “stavo domandando quando tu e Blaise avete intenzione di allargare la famiglia?”-
-“Abbiamo ancora tempo” guardò lo pseudo marito che le sorrise “ma ci stiamo lavorando”- dichiarò cercando di metterci un po' d’umorismo
-“Su questo non si discute, non riesce a tenere le mani lontano da te che per poche ore!”- attestò divertito il biondo
-“E tu che diavolo ne sai?” lo redarguì Blaise allontanando la moglie dalle braccia dell’amico “e piantala di toccarla di continuo, capisco che sia la tua metà di cuore ma stai esagerando, ti ricordo che hai una moglie e questa meraviglia è mia”- sibilò divertito. Tutti risero annuendo
-“Sarà anche innamorato della moglie e non lo mettiamo in dubbio” disse Harry divertito “ma Hermione è speciale per il nostro Draco e tu non puoi farci proprio nulla e non mi azzarderei neppure a chiederle chi di voi due preferisce o potresti trovarti al secondo posto”- ghignò
-“Che sia chiaro, non te lo sto chiedendo. Ma sono al secondo posto nel tuo cuore?”- domandò Blaise fingendosi atterrito a quella nefasta ipotesi
Hermione rimase un attimo interdetta, non era Harry il suo migliore amico ma Draco. Merda.
-“Lui è il mio migliore amico ma sei tu che scaldi le mie lunghe notti”- sussurrò arrossendo. Dio ma che l’era venuto in mente di dire quelle parole e quando gli occhi di Blaise si accesero di desiderio ebbe un fremito
-“Draco vaffanculo”- soffiò Blaise prima di avvicinare la bocca a quella della moglie coinvolgendola in un bacio mozzafiato che fece fischiare Theo e ridere Pansy e Ginny
-“Non mi riprenderò mai più”- piagnucolò Draco facendo ridere Hermione sulle labbra di Blaise interrompendo il bacio
-“Sono sicura che Astoria saprà distrarti”- ghignò Hermione
-“Per favore tesoro, lasciala fuori da noi due”-
-“Ehi!!!”- intervenne Blaise accigliato
-“Vogliamo per favore cambiare discorso” propose Hermione accarezzando il braccio del marito “questa discussione è infruttuosa e oltremodo noiosa”-
-“Sono d’accordo”- concordò il marito
-“Ho giusto giusto quello che fa per noi” intervenne Ron “mi è stato recapitato da un ente benefico… bla bla bla… sei biglietti per la partita dei Chelsea di domenica prossima. Che ne dite?”-
-“Io ci sto”- disse Theo
-“Anch’io”- annuì Harry
-“Mi vedrò costretto ad accettare e anche se io tifo per l’Arsenal mi posso accontentare”- pronunciò pomposo Draco. Ron gli mostro il medio e gli altri scoppiarono a ridere
-“Sei dei nostri Blaise?” domandò Ron “se ti può facilitare la resa ti informo che siamo in tribuna d’onore”-
-“Non sono così megalomane da pretendere…” si interruppe agli sguardi ironici degli amici “cosa vorreste insinuare razza di antipatici e…e stronzi”- irruppe scontroso
-“Falla finita Blaise” lo prese in giro Draco “più snob di te c’è solo Ron”-
-“Ehi!!! Io non sono snob” Ginny scoppiò a ridere e lui la fulminò “piantala stronzetta. Comunque ci vieni o no?- ringhiò alla volta di Blaise
-“Naturalmente”- attestò raddrizzando le spalle.
Ad interrompere i loro nobili discorsi sopraggiunse Seamus
-“Desiderate un altro giro?”-
-“No grazie Sem. Metti pure sul mio conto” Blaise si alzò in piedi “sarà bene tornare e raggiungere le ragazze per il pranzo”- tutti concordarono uscendo dal locale.
 
 
  
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