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Autore: elenabastet    30/10/2021    4 recensioni
La morte orribile e voluta di qualcuno che credo che noi fan di Oscar abbiamo tutti odiato, e a ragione. Un fatto comunque storico, anche se romanzato. Torni forti.
Genere: Angst, Horror, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, Altri, Oscar François de Jarjayes, Soldati della guardia metropolitana di Parigi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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VENDETTA

 

Rating: toni duri, violenti, ispirati comunque ad un evento storico

Fandom: Lady Oscar.

Disclaimer: Oscar e soci appartengono a Riyoko Ikeda e a TMS.

Argomento: la morte orribile e voluta di qualcuno che credo che noi fan di Oscar abbiamo tutti odiato, e a ragione. Un fatto comunque storico, anche se romanzato.

 

Avrei dovuto fermarla. Quando si era buttata tra le mie braccia nel vicolo dopo che le avevo chiesto di comandarci ancora nell’assalto alla Bastiglia, a piangere calde lacrime per il suo André perduto, l’avevo sorretta, e per un attimo, in un lampo di follia, avevo immaginato una vita, con tutti gli anni che il destino ci avrebbe dato, a occuparmi di lei e magari della creatura frutto del loro amore che poteva già essere nel suo grembo.

L’avrei fatto senza pensarci, perché andava fatto e basta, anche senza pretendere di essere un vero compagno per lei. L’avrei fatto per l’amore che nutrivo per lei e per lui, ma non potei farlo e anche se seppi che era condannata da una malattia che le aveva già tolto il futuro, il rimorso di non averla fermata mi perseguita ancora oggi.

Lei si mise davanti ai cannoni che i rivoltosi non erano capaci di usare tra la costernazione di Bernard Chatelet e dei suoi, salvando l’assedio e dirigendo il nostro fuoco verso la parte alta della Bastiglia. La ricorderò per sempre, con quei suoi meravigliosi capelli biondi sparsi nell’aria, il suo urlo Fuoco, il suo coraggio folle, mentre rombavano i cannoni e la fortezza si sgretolava sotto i nostri occhi.

Io, e anche gli altri, sapevamo che quello era un suicidio, la avrebbero vista senz’altro dall’alto, ma a lei non importava niente di morire e quando scoprii della sua malattia capii ancora di più il suo gesto. Ma avrei dovuto comunque fermarla.

Quando la crivellarono di colpi mi sentii morire con lei. La soccorsi con gli altri compagni e la portai in quel dannato vicolo, dove c’erano anche Bernard, Rosalie e il dottore che le fece togliere il sangue dal volto.

Non dimenticai mai cosa mi disse:

“Continuate a sparare, noi dobbiamo prendere la Bastiglia!”

Io andai a combattere, ma avrei dovuto rimanere con lei, un’altra cosa per cui sono divorato dai rimorsi. So che volò poco dopo dal suo André, sperando che poi l’abbia trovato davvero, io a volte ho qualche dubbio che questo succeda.

In quel momento io ero rabbioso e volevo distruggere quei bastardi che l’avevano ferita, anche se non sapevo ancora che lei ci aveva lasciati. Diressi io il fuoco, e feci a pezzi quelle mura, mentre la folla cominciava ad invaderli e a devastare. Se pensavano di averci fermato si sbagliavano di grosso.

Quando dalla fortezza si arresero, io corsi subito nel vicolo a dirle che ce l’avevamo fatta, avevamo vinto e vidi Rosalie china accanto a lei che la abbracciava, in lacrime. Il dottore e Bernard mi guardarono scuotendo la testa e capii che se ne era andata. E tutto l’odio che provavo verso chi l’aveva uccisa mi travolse.

Corsi di nuovo dentro alla Bastiglia, dove gli altri soldati miei compagni e la gente avevano già messo alle strette il comandante Launay e i suoi uomini, fucilieri svizzeri, mercenari venuti lì ad uccidere per denaro e quindi da odiare ancora di più.

“Ci siamo arresi, cosa volete ancora da noi?”, disse l’illustre marchese, visibilmente terrorizzato.

“Pensavi che ci fermassimo, vero?”, gli sbraitai io addosso.

Il caro Launay cercò di mantenere un tono, ma se la faceva sotto, oh come ero felice di vederlo ridotto così.

“Credevo che una volta che avessi fatto sparare a quel demone biondo del vostro comandante vi sareste fermati… Sembrava uscito dall’inferno, beh ci ho provato”.

“Sei stato tu, bastardo di merda, ad ordinare di ucciderla? Lo sai che era una donna, vigliacco?”, gli urlai contro, mentre intorno a me saliva la rabbia verso quell’essere ignobile.

“Sì, e non sono mai stato così soddisfatto di quando ho detto ai fucilieri Mirate al loro comandante e mirate al petto!”. Lo disse per provocarmi o per farsi vedere superiore a me. E decisi di non avere pietà di lui.

Non ci vidi più e gli diedi un pugno in pieno volto. Poi un altro e un altro ancora, mentre gli massacravo la faccia, tra le urla di giubilo degli astanti della mia parte e quelle di orrore dei suoi soldati. Altri si avvicinarono a darmi manforte, anche una donna, oltre ai miei compagni, ma ero io quello che lo pestavo, mentre i suoi soldati erano sempre più inorriditi, perché sapevano cosa sarebbe successo anche a loro.

Ero un soldato e avevo sempre usato la forza delle armi per portare a termine degli scopi e per difendermi. Quella volta massacrai quel bastardo anche quando ormai non poteva più difendersi, non gli lasciai chiedere pietà per nessun motivo e lui da un certo punto in poi non ne ebbe più nemmeno la forza. Lo presi a botte, calci, pugni, ovunque lo potessi colpire, e poi presi la spada e lo sventrai. A quel punto, lasciai che gli altri finissero il lavoro, decapitandolo e mettendo la sua testa su una picca.

Poi passai ai suoi soldati, terrorizzati, alcuni erano dei ragazzi, non parlavano nemmeno bene la nostra lingua.

Uno disse:

“Abbiamo obbedito ad un ordine, vi prego”.

“Ci sono ordini che non vanno eseguiti perché sono crimini, dovevate fermarvi, l’avete uccisa! Obbedire agli ordini non è una scusa!”

Li massacrai e li feci massacrare come il loro comandante, uno dopo l’altro, e quella fu la mia vendetta, per non averla protetta, per averla vista morire sotto i miei occhi. Non me la restituì ma lo volli fare e lo portai a termine, perché non c’era altro che potessi fare, perché volevo vendicare il mio comandante, perché odiavo chi mi aveva portato via la donna che amavo.

Alcuni di loro riuscirono a scappare e io continuai a cercarli, per far loro pagare di aver obbedito ad un ordine spietato. Non fui solo in questa mia vendetta, trovai due complici imprevedibili ma graditi, il padre di lei, divorato dai rimorsi per cosa aveva fatto della vita della figlia e senza più niente da perdere, e l’altro uomo che l’aveva amata, il colonnello Girodel, anche lui pronto a tutti. Li cercammo uno per uno e gli facemmo pagare ogni pallottola sparata, ogni momento della sua agonia, ogni goccia del sangue di lei versato, senza mai avere tentennamenti.

Non tornò da noi, non poteva, ma almeno la sua morte fu vendicata. Il mio amore, quello di Alain de Sossoins, soldato della guardia, per il mio comandante, la splendida Oscar François de Jarjayes, è rimasto e anche se lei non avrebbe approvato la mia vendetta, perché era nobile, generosa e coraggiosa, non come me, ho dovuto almeno fare quello per lei. Almeno solo quello, per l’eternità e oltre, dove per me non ci sarà comunque mai posto accanto all’unica donna che ho amato e che è già con il suo amore André.

 

  
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