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Autore: fenris    03/11/2021    2 recensioni
Sono passati circa tre anni dal ritorno a casa di Arthur Weasley. Conclusa la battaglia contro i Gargoyle e i loro alleati in Inghilterra, le forze di Camelot decidono di fortificare la loro rete di alleati per poter liberare tutta l'Eurasia dai demoni. Ma sotto la luce di Ar'tuu, nuove mostruose ombre si muovono per stritolare il crescente regno. Riuscirà la Vendetta di Morgause a portare a termine i suoi piani?
*Successivamente sono presenti anche una manciata di elementi da Warhammer e Darksiders.
Genere: Avventura, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arthur Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rifts chronicles '
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Circa vent'anni prima

 

Sirius ansimò pesantemente, stringendo le mani sudate sulla sua vibro- spada. Aveva appena concluso un acceso duello con un piccolo gruppo di orsi mutanti, che avevano rischiato di prendere Harry. Viaggiare, combattere e difendere allo stesso tempo il suo figlioccio, trovato nelle rovine di Privet Drive, diventava sempre più difficile. Non sapeva quanto a lungo sarebbe ancora resistito.

 

L'unica speranza, che l'aveva spinto da Little Whinging fino a lì assieme all'addestramento di un anziano mago da battaglia che aveva incontrato, era che anche Hogwarts e Hogsmeade fossero state trasportate in quel pianeta infernale e che ci fosse qualcuno che potesse prendersi cura di Harry, anche a costo di finire in prigione un'altra volta.

 

<< Papà, ti sei ripreso?>>, domandò il bambino, tirando la manica di Sirius, che lo guardò con occhi stanchi, immaginandosi di avere accanto una versione ancora infantile di James. Harry aveva cominciato a chiamarlo così sin quando era stato tirato fuori da quel bozzolo nero che l'aveva avvolto durante il viaggio dimensionale, protetto dall'anziana e ormai defunta signora Figg, i cui poteri latenti erano stati svegliati dal viaggio dimensionale e che li aveva accompagnati per un tragitto prima di cadere in combattimento. Sirius, per ringraziarla, l'aveva sepolta nella radura più bella che aveva trovato.

 

L'ultimo Black sentiva quasi di insultare la memoria di James a farsi chiamare padre da Harry, ma gli era ormai insopportabile correggerlo. Per quanto ne sapeva Harry era, escludendo il suo maestro tornato in America, l'unico essere vivente con cui ormai avesse una sorta di legame, non importava se di sangue o no.

 

<< Tranquillo, Harry, sto bene- disse rialzandosi- e tra poco arriveremo in un luogo sicuro, dove potrò anche insegnarti tra qualche anno a spaccare i culi come faccio io>>, scherzò il Mago da battaglia, rialzandosi e prendendo per mano il suo protetto prima di alzare lo sguardo verso le stelle. Istintivamente cercò la stella da cui aveva preso il nome, Sirio. L'astro del Cane maggiore risplendeva nel cielo notturno come una bussola naturale, che sembrò indicargli la via. Si incamminò per l'ennesima volta, lasciando che Harry si mettesse sulle spalle, ma quando sentì un rumore di cavalli, temendo fossero banditi, cominciò a correre più veloce che potè.

 

Il rumore degli zoccoli si fece sempre più vicino, accompagnato dalle urla di alcuni uomini. Facendo perno sulla forza quasi soprannaturale che gli scorreva nelle gambe dopo il recente addestramento, Sirius saltò su un ramo e poi su un altro, finchè uno di essi non si spezzò lasciandolo cadere nel mezzo di una radura. Harry si staccò da lui con un grido soffocato e perdendo tempo per stringerlo a sè, Sirius dovette interrompere la sua fuga, ritrovandosi circondato dalla battuta di caccia che l'aveva seguito fino ad allora, formata da diversi uomini e un paio di D-Bee protetti da armature Mega- danno.

 

A capeggiarli un ragazzo che non poteva avere più di quattordici o quindici anni, dotato di un volto carismatico e determinato. Al suo fianco teneva una spada corta con un'impugnatura molto complessa, più simile a un fucile.

 

 

<< Non avvicinatevi a me o al bambino.>>, disse Sirius, alzandosi lentamente e giudicando la situazione. Uno dei cavalieri fu sul punto di gridargli contro, ma il ragazzo biondo lo interruppe con un cenno della mano e gli rivolse un'espressione amichevole.

 

<< Tu... sei Sirius Black, giusto? Posso assicurarti che non intendiamo fare del male nè a te nè al piccolo. Anzi, possiamo accompagnarti in un luogo sicuro. New Hogsmeade.>>

 

<< Come sapete chi sono? Chi... sei... siete voi?>>, domandò il Black, stupito tanto dall'affermazione del guerriero, tanto dal tono di comando che aveva usato. Gentile, disinvolto e fermo... gli ricordava per certi versi James quand'era capitano della squadra di Grifondoro.

 

<< Io sono Ar'Tuu, re del regno di Camelot- rispose gentilmente l'appena rivelatosi sovrano- e i tuoi compatrioti sono diventati da pochi mesi miei sudditi. Sono impegnati a fortificare Hogwarts e la cittadina costruita intorno per resistere ai mille pericoli che abitano queste terre. Puoi unirti a loro senza paura, hanno scoperto la tua innocenza poco dopo l'apertura dei Rifts.>>

 

I cavalieri liberarono una cavalcatura per Sirius, che strinse Harry assieme alle redini del suo destriero mentre chiedeva altre informazioni al misterioso Ar'Tuu. Di tutto si sarebbe aspettato in quel luogo, tranne che incontrare una versione futuristica del re delle antiche leggende britanniche, assumendo non fosse solo un pazzo con manie di grandezza.

 

<< Come hanno scoperto che non sono una spia di Voldemort?>>, disse un rassicurato Sirius.

 

"Poco dopo averti incastrato, Peter Minus si nascose sottoforma di topo nella casa di Molly Weasley. Dopo il salto dimensionale riassunse inavvertitamente la forma umana e venne interrogato dalla suddetta fino a confessare tutto. Attualmente è ospite delle nostre prigione, impossibilitato a usare qualsiasi magia grazie agli arti cibernetici che gli abbiamo dato."

 

<< E' il minimo che si merita per quanto ha fatto a Harry- ringhiò Sirius, soddisfatto che il traditore avrebbe ricevuto la stessa fine che aveva inflitto a lui anni prima- avete anche detto che ora gli abitanti dell'Inghilterra magica che sono finiti qui rientrano tra i vostri sudditi?>>

 

<< Sì, Silente e miss Bones li hanno convinti che per sopravvivere qui hanno bisogno non solo degli incantesimi in uso su questa Terra, ma anche della nostra tecnologia e di un leader capace. Cercherò di fare il mio meglio per non deludere le loro aspettative. Nel frattempo, tu hai dimostrato notevoli abilità per giungere fin qui da Azkaban, curandoti di Harry per una buona parte del tragitto. Saresti interessato a entrare alle dipendenze della corte come uno dei nostri cavalieri?>, domandò il giovane sovrano, scatenando un a reazione di sorpresa dal suo seguito.

 

Nessun cavaliere aveva mai ricevuto quest'offerta al primo incontro con Ar'Tuu. Ma Sirius era riuscito a fare la strada da Azkaban a New Hogsmeade, proteggendo sé stesso ed Harry. Aveva probabilmente le carte in regola per diventare uno dei migliori difensori di Camelot.

 

<< Cioè, come un vostro cavaliere?>>, domandò Sirius, proprio mentre New Hogsmeade entrava nella loro vista, illuminata dalle prime luci dell'alba. Ar'tuu annuì. Sirius ci pensò attentamente. Non si vedeva come cavaliere, tutt'altro. Aveva fatto innumerevoli errori nei suoi ventitre anni di vita, in particolare riguardo suo fratello Regulus e Piton.

 

Aveva cercato di rimediare come poteva cercando un posto sicuro per Harry su quella versione da incubo della Terra. Dubitava di potersi ergere a paladino della giustizia, ma forse così facendo avrebbe potuto essere il pilastro di cui il suo figlioccio avrebbe avuto bisogno negli anni a venire. Buttando un ultimo sguardo a Sirio per prendere coraggio, disse al re che accettava.

 

Oggi

 

L'orda di Nixla era arrivata nottetempo alle porte di New Hogsmeade, che aveva schierato il più rapidamente possibile i Nexus Knight, ricreati da Sirius e Ar'tuu dopo la loro decimazione a opera dei Gargoyle, al cui fianco si trovava una buona fetta dei mercenari arrivati quello stesso pomeriggio.

 

Umani o a qualsiasi altra razza appartenessero, i difensori della città restavano immobili, tenendo le loro armi pronte a colpire il primo non morto che avesse osato avvicinarsi, mentre nelle zampe dei mutanti sud americani scoppiettavano scintille di pura energia. Sirius, a capo delle difese, era più calmo e allo stesso tempo più nervoso di ognuno dei suoi sottoposti. Il leader della polizia militare girava di fronte ai suoi uomini in attesa di una singola mossa da parte degli zombie.

 

Neanche a Loch Ness si era sentito così ansioso. Per anni aveva cercato di essere un punto di riferimento per Harry e i suoi amici. Ora che loro e il re erano lontani, mentre il grosso delle forze di Camelot cercava di forzare un'apertura fino ai mostruosi capi delle truppe nemiche, spettava a lui difendere la casa che con tanta fatica avevano costruito. Il cavaliere magico salì sul proprio destriero, un bellissimo Thestral bardato e corazzato con le insegne di Camelot, sfoderando la spada in preparazione allo scontro e tenendola davanti a sè, lanciando dunque lo sguardo alle stelle come tanti anni prima. Sirio era ancora lì, a inondarlo con la sua lontana luce e un debole cenno di speranza, a cui lui avrebbe fatto affidamento fino all'ultimo istante.

 

<< Sir Black, stanno per attaccare!>>, disse il suo secondo in comando, Dobby, quando finalmente gli zombie cominciarono a risalire la salita che li separava dalle porte di New Hogsmeade. Sirius puntò contro di loro la sua spada e si gettò all'attacco assieme ai propri uomini, gridando con quanto fiato aveva in gola.

 

<< PER CAMELOT!>>

 

 

 

*****

 

Mentre i Nexus Knight combattevano i nemici dell'Inghilterra con fiamme e acciaio, Minerva era occupata ad analizzare nel suo studio l'essere trovato da Percy. La strega, forte delle sue vecchie conoscenze di trasfigurazione e degli studi fatti sulla Terra dei Rifts, aveva toccato più volte l'ameba paralizzata con la propria bacchetta, nutrendola di energia magica e a volte ferendola, osservando attentamente ogni sua reazione prima di posarla in una teca.

 

“ Che ne pensi, Minerva?”, chiese preoccupata Amelia, stremata mentalmente dall'ora di attesa. L'anziana professoressa si tolse gli occhiali e posò la bacchetta.

 

“ Confermo che è una creazione degli Splugorth. E stanto a quanto Percy ha riferito non si nutriva solo del legno, ma della forza vitale dell'Albero millenario. Se non l'avesse trovato l'albero avrebbe anche potuto appassire in qualche giorno. E forse dovremmo controllare non ce ne siano altri. ”.

 

“ Oh, diamine. E' stato molto fortunato a non venire morso”, commentò il sindaco, rendendosi conto che il suo assistente sarebbe potuto essere divorato assieme al loro protettore.

 

“ Già, soprattuto per aver scoperto la loro esistenza. E se è stata Nixla ad averli portati qui, staranno parassitando ogni Albero. Avvisa gli altri capi villaggio e magistrati di controllare, questi orrori devono essere sterminati il prima possibile.”, spiegò secca Minerva, terrorizzata al solo pensiero che simili abomini osassero toccare gli Alberi millenari, senza il quale Camelot non sarebbe mai sopravvissuta fino a questo punto.

 

“ Lo farò subito- confermò Amelia, terrorizzata dal peggior scenario possibile- Se riescono a distruggerli, sarà la fine del nostro regno e probabilmente di tutta l'alleanza. Non possiamo cadere proprio ora!”.

 

“ A proposito, notizie da Lazlo?”, chiese Minerva, cominciando intanto a bollire del thè, con movimenti ben precisi della sua bacchetta, per calmare entrambe. L'amica annuì.

 

“ Percy ha parlato con loro prima di trovare quell'orrenda cosa. Saranno un po' lenti ad organizzarsi, ma Plato stesso guiderà i rinforzi.”.

 

 

******

 

Il primo assalto a New Hogsmeade venne respinto, seppur con una certa difficoltà e non poche perdite, ma la guerra non si fermò.

 

Già il giorno successivo la battaglia nelle brughiere e nelle campagne riprese senza esclusione di colpi, e i difensori avevano finalmente giocato una delle loro carte vincenti, l'orda di Tuska. Una macchia nera e verde formata da veicoli dall'aspetto male assestati e selvaggio, ma letale quanto qualsiasi altro mezzo usato da Camelot, guidati da grossi bruti che non aspettavano altro che un piacevole massacro, poco importava se fossero stati tra le sue vittime.

 

“ WAAAAAAAGH!”, era il grido collettivo dei guerrieri orchi mentre travolgevano i loro nemici in un misto di metallo e fiamme verdi. I pochi sopravvissuti alla carica vennero rapidamente distrutti dagli spari a base di onde sonore dei pochi Glitter Boy rimasti a Camelot, situati molto lontano dall'azione vera e propria.

 

“ Scappate, è il Demonkilla!”, urlò terrorizzato uno dei comandanti demoniaci, tentando di volare via prima di ritrovarsi un'ascia nella schiena. Circondato dal fuoco della sua tribù, Tuska saltò dalla cima del camion su cui si trovava per gettarsi nella mischia, attaccando chiunque gli capitasse a tiro con una ferocia senza pari, bagnando rapidamente la sua ascia col sangue dei nemici e sparando una raffica di fulmini tali da sembrare non meno mostruoso delle proprie vittime, alcune delle quali si gettarono contro di lui nel tentativo di provare almeno a rallentarlo.

 

Lo scontro proseguì per quasi un'ora. Gli umani e gli altri D-Bee combattevano per la loro sopravvivenza muovendo i loro mezzi in un'intricato mescolarsi di ruote chiodate e fiammate, i demoni e gli orchi si sfidavano per soddisfare la loro infinita sete di sangue in un cacofonico concerto di urla sia di gioia che di dolore, condito da esplosione d'ogni dimensione e colore.

 

Quando ormai si avvicinava il tramonto ed entrambi gli schieramenti erano al limite, i rinforzi per le schiere demoniache arrivarono. Consistevano in un'altra orribile orda di non morti, Mietitori e altri esseri più o meno oscuri che i loro padroni avevano tirato fuori dai più bui meandri del Megaverso. A guidarli una figura a cavallo di un piccolo drago fatto di ossa, avvolto da una maestosa aura nera.

 

Era Vrena, vestita con un'armatura nera, decorata col teschio di un lord Gargoyle sulla spalla destra, che proteggeva la maggior parte del suo corpo decomposto. I fluenti capelli neri erano nascosti da un elmo a forma di drago. Il suo destriero sembrava lo scheletro di un grosso lucertolone o un cucciolo di drago, dalle cui fauci proveniva del miasma tossico.

 

La sua sola presenza sembrò fermare la battaglia. Come avvolti dal fetore emanata dalla guerriera non morta, i combattenti smisero di attaccare e fissarono la nuova arrivata, incerti sulla prossima mossa. L'avatar di Nixla scese dal suo destriero e alzò generosa una mano scheletrica, come a circondare l'intero campo di battaglia.

 

“ Tuska, amico mio. Perchè tutta questa ferocia?- domandò con tono quasi caritatevole- Hai più in comune con noi che con loro- proseguì, avvicinandosi a lenti passi e tenendo la mano alzata in segno di pace- se mi aiuti, potrai sfogare la tua sete di battaglia con gli umani che ti tengono al guinzaglio. Potrai affogare Camelot nel sangue, e proseguire con chiunque ti si metta contro.”.

 

Remus, venuto a osservare l'operato di Tuska, si pulì il muso sporco di sangue prima di osservare attentamente il capo tribù. Ripensò a quando Silente sosteneva che lasciare Azkaban ai Dissennatori era una pessima idea perchè si sarebbero uniti a chiunque avrebbe offerto loro più prede. Si chiese se Ar'Tuu non avesse fatto lo stesso errore fidandosi di quell'orco sanguinario.

Se Tuska avesse accettato di seguire Nixla e rivoltarsi contro di loro, sarebbe stata la fine.

 

“ MA VOI SIETE PIU' DIVERTENTI DA UCCIDERE!”, ribattè uno degli orchi nelle prime linee.

 

“ Già, gli umani hanno tra loro quattro tizi con cui è divertente combattere.”, ribattè un altro. I guerrieri di Camelot, umani o non, ingoiarono l'orgoglio ferito. Non farsi uccidere era la cosa più importante per il momento.

 

“ E se ci mettiamo a combattere dei battaglioni, ci seccano dalla distanza. Dov'è il divertimento, eh?”, chiese di rimando lo stesso Tuska, mostrando le possenti zanne e gonfiando i muscoli verdi.

 

“ Quindi dobbiamo ripiegare sui demoni per un po' di sana carneficina.”, concluse uno degli ufficiali vicino al proprio boss, guadagnandosi i ringhi delle loro odiate vittime.Vrena allargò le braccia, arrendendosi.

 

“ Ah, quasi tre milioni di anni e ancora cerco di ragionare con gli orchi.”, sbuffò la non morta. Il Demonkilla ringhiò e alzò i pugni, avvolti da scintille verdi in una piccola dimostrazione di potere che lo fece somigliare alle creature infernali che tanto amava uccidere.

 

“ C'è solo un modo per ragionare con noi.... COMBATTERE!”, gridò, venendo ancora una volta spalleggiato dalla propria orda e dai loro compagni di altre razze.

 

“ Sarò più che lieta di accontentarti.”, disse con un ghigno soddisfatto Vrena, tirando fuori la sua spada, che cambiò forma in un inquietante paio di forbici, prima di rivolgersi ai suoi soldati.

 

“ Non intervenite.... Il bestione è mio.”.

***************

Salve a tutti, mi auguro di non avervi fatto aspettare troppo e che il capitolo vi piaccia. La prima parte è voluta per mostrare un pò più di Sirius, cui non ho dedicato molto spazio pur essendo uno dei personaggi più popolari del fandom. La seconda è voluta ovviamente per dare un pò d'amore agli orchi, che sono tra le mie razze fantasy preferiti( specie nella versione di Warhammer che uso qui), sotto forma di una ignorante scena di combattimento che forse avrebbe avuto bisogno di più lavoro. Avrei dovuto inserire anche la riunione tra Ar'Tuu e i suoi compagni, ma non ce la facevo proprio a raffinarla in serata. Aspettatela per il prossimo capitolo. Consigli sempre bene accetti, a presto.

  
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