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Autore: sab2fab4you    05/11/2021    1 recensioni
Abbiamo conosciuto Dan e Hana come i migliori amici di Ben e Lily, ma è arrivato il momento di raccontare la loro storia.
Dan è il classico genio ribelle, si sente incompreso e inadatto. Troppi demoni gli scavano dentro senza lasciargli via d'uscita, è intrappolato da sé stesso. Poi c'è Hana, che diventa uno spiraglio di luce nell'oscurità del ragazzo. Dietro la sua facciata da ragazza con la testa fra le nuvole si nasconde una persona che porta sulle spalle un peso molto più grande di lei. Saranno l'uno la salvezza dell'altro, perchè infondo sono due anime che stavano solo aspettando di incontrarsi.
***
ESTRATTO DAL CAPITOLO SETTE:
"Nessuno dei due disse una parola, continuarono a guardarsi e a capirsi. Erano diversi come il giorno e la notte, questo lo sapevano, eppure c’era qualcosa che li legava ed era proprio per questo che in un modo o nell’altro continuavano ad attrarsi."
***
AAA: NON E' NECESSARIO LEGGERE IL VOLUME 1
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo otto




 
I don't like the way he's looking at you
I'm starting to think you want him too
Am I crazy? Have I lost ya?
Even though I know you love me, can't help it




Hana


La serata di ieri aveva preso una piega totalmente inaspettata e solo ora stavo realizzando tutto quello che era successo, la cosa divertente era che non mi importava minimamente del litigio con mia madre perché nella mia testa ora c’era solo Daniel.


Non avevo dimenticato la ruvidità delle sue mani in netto contrasto con la sua presa gentile e non sapevo se me lo stessi immaginando, ma ero sicura di riuscire a sentire ancora il suo profumo. Un pensiero mi colpì all’improvviso: gli avevo tenuto la mano per un sacco di tempo ed era stato proprio lui a staccarsi.


Poggiai le mani sul tavolo della cucina e chiusi gli occhi, che imbarazzo, probabilmente gli avrò dato fastidio. Come se non bastasse l’avevo anche abbracciato, ma a cosa stavo pensando?


Cercai di essere razionale e di non vedere malizia in ciò che era successo, perché alla fine eravamo due persone, due amici che si erano semplicemente sfogati l’uno con l’altro. Ma non riuscivo a togliermi dalla testa il suo sguardo, gli amici si guardano davvero così?


Sobbalzai quando sentii un tonfo sul tavolo, il Generale Choi aveva appena appoggiato una pila di panni da piegare. Sperai che il rossore della mia faccia non destasse sospetti e afferrai la prima maglia della catasta. La donna aveva la stessa espressione severa di sempre e mi preparai a una sua sfuriata, stamattina l’avevo evitata perché ero uscita presto quindi era arrivato il momento.


Piegai tre magliette in attesa della sentenza, poi mia madre parlò, << ti senti bene? Mica hai la febbre? >>.


Boccheggiai confusa da ciò che aveva detto, << hai la faccia rossa >> e poggiò una mano sulla mia fronte.


<< S-sto bene >>.


Mirae mi guardò attentamente, ora le mani entrambe sui fianchi, << copriti bene se esci >>.


Cercai di nascondere la mia sorpresa e ripresi a sistemare i vestiti, mi aveva implicitamente dato il permesso di uscire e capii che quello era il suo modo di chiedermi scusa. Mia mamma non era una donna di molte parole, era rigida ed esigente per cui questo suo piccolo gesto mi aveva scaldato il cuore e anche se sapevo che non amava il contatto fisico, la abbracciai di sfuggita per poi correre nella mia stanza.


**


Feci dondolare le gambe dal muretto per poi fissare con un pizzico di tristezza il cielo già scuro alle cinque di pomeriggio. Sbuffai e una nuvola di condensa uscì dalla mia bocca.


<< Aaallora, stasera c’è un evento in questo locale che dicono sia super particolare, vieni? >> Lily si parò avanti a me con un sorriso a trentadue denti, declinavo più della metà delle cose che mi proponeva di fare ma non stavolta.


<< Oggi il ristorante è chiuso, quindi sì! >> dissi entusiasta.


<< Evvai! >> esultò per poi correre nel campo avanti a noi e fare un canestro, << questo è per te! >>.


Eravamo al Bearpit ad aspettare che arrivassero gli altri e non potevo negare che ero impaziente di vedere Daniel, ora che finalmente si era sciolta quella freddezza iniziale avevo immaginato mille modi in cui si sarebbe potuto evolvere il nostro rapporto, ero contenta di essere sua amica.


<< Ben! >> esclamò Lily prima di correre in direzione del suo ragazzo.


La mia testa fece uno scatto che mi sbilanciò dal muretto e per poco non caddi.


Daniel camminava dietro al suo migliore amico, la testa bassa e il cappuccio della felpa a coprirgli il viso, seguito da Angie. Mi alzai ma rimasi ferma sul posto perché non sapevo cosa fare, quando il ragazzo fu abbastanza vicino sventolai una mano in segno di saluto e lui ricambiò con un cenno.


Certo, non mi aspettavo i fuochi d’artificio ma almeno un po’ più di entusiasmo.


Solo quando si tolse il cappuccio capii il motivo del suo silenzio: aveva un occhio gonfio e vagamente violaceo.


Lo fissai sfacciatamente, << che cosa ti è successo? >> mi avvicinai preoccupata.


<< Non mi vuole dire con chi ha fatto a botte >> aggiunse Ben.


Daniel si passò una mano nei capelli, il suo viso perfetto era stato deturpato da quella botta ma rimaneva comunque bellissimo e il mio cuore non seppe contenersi dal battere più velocemente.


<< Hai picchiato qualcuno per me? >> Angie si aggrappò al suo braccio per poi guardarlo con occhi languidi.


<< Giochiamo e basta >> il ragazzo ci ignorò tutti, si limitò a prendere la palla da basket e dirigersi in campo.


Non so se rimasi più infastidita dal suo atteggiamento o da Angie che lo seguì ancora aggrappata al suo braccio. Presi di nuovo posto sul muretto anche se avevo una gran voglia di andare via.


<< Non mi piace >> e Lily indicò con la testa la riccia, << e sai che io non sbaglio mai su queste cose >>.


<< Cosa te lo fa pensare? >> domandai, forse se mi avesse dato una ragione mi sarei sentita meno ridicola dall’odiarla senza motivo.


<< Ben mi ha detto che prima stavano insieme >>.


Spalancai gli occhi mentre sentivo il cuore perdere dei battiti.


<< E poi, so che lei ha passato la notte a casa sua >>.


Quindi dopo la serata passata insieme, dopo che mi aveva accompagnato a casa, Daniel era stato con lei. Eravamo amici, certo, ma allora perché mi sentivo così ferita da tutto questo?


<< Wow, Ben non sa proprio tenere la bocca chiusa con te >> sdrammatizzai per mascherare la delusione.


**


Mi ero illusa che forse stava nascendo qualcosa di speciale tra me e Daniel e stavo quasi per balzare la serata al locale perché non avevo voglia di vedere né lui né Angie ma alla fine avevo ripreso i sensi, mia mamma mi aveva dato il permesso di uscire senza che facessi nessuna faccenda e non potevo di certo sprecare questa occasione. Ciò che era successo mi servii da lezione, la prossima volta ci avrei pensato due volta prima di iniziare a costruire castelli in aria.


Ero arrivata al locale da circa cinque minuti e non sapevo cosa fare. L’insegna rossa de “Le ombre notturne” illuminava il marciapiede, il nome avrebbe potuto incutere un certo timore se non fosse che era una semplice scritta a led. Lily non rispondeva ai miei messaggi, per cui decisi di entrare e di scoprire se fosse già arrivata.


Uscii di nuovo per controllare di essere nel posto giusto prima di ritornare dentro. La stanza era grande quanto la mia camera, muri bianchi, pavimento grigio e neanche una sedia per arredare, era completamente spoglia e silenziosa. Notai delle scale che portavano al piano di sotto, una volta scesa spinsi la pesante porta che si trovava alla fine delle scale e mi addentrai finalmente nel locale.


Dire che rimasi a bocca aperta era poco. La sala era immensa, grande quasi quanto lo spiazzale del Bearpit. Alcune pareti erano decorate da graffiti, altre invece erano a tinta unita ma adornate con quadri di personaggi di manga e anime, riconobbi il famoso alfabeto disegnato sul muro di Stranger Things e c’era una parete dedicata esclusivamente alla Marvel. Delle botti erano usate come tavolini ma non erano l’unico tipo di arredamento perché c’erano anche parecchi divani, come quelli che si trovano nelle case, poltrone e pouf. Non sapevo dove mettere occhio perché avevo come l’impressione che spuntava fuori sempre qualcosa di nuovo.


C’erano richiami a qualsiasi tipo di serie tv, film o fumetto che potesse esistere sulla faccia della terra.


Il bar si trovava letteralmente nel furgoncino di Scooby Doo.


C’erano persone che stavano giocando a giochi da tavolo mentre altre bevevano, ma la stragrande della maggioranza si trovava sulla pista da ballo luminosa, come quella de “La febbre del sabato sera”, in puro stile anni ‘70.


Ero li da solo cinque minuti ma stavo sudando come se avessi corso per un’ora. Mi tolsi il giaccone e rimasi con il maglione di lana, al di sotto del quale avevo ancora un’altra maglia a manica lunga e la canottiera. Fuori si moriva di freddo, non mi sarei mai aspettata invece di trovarmi catapultata nell’estate.


Le casse stavano sparando a tutto volume una canzone hip hop che non riconobbi ma rimasi incantata nel guardare il modo in cui stavano ballando, non era come il semplice ballare in discoteca, eseguivano passi ben precisi e in un modo o nell’altro si trovarono a ondeggiare a ritmo della stessa coreografia.


Di Lily o Ben neanche l’ombra, mi allontanai dalla folla trovando posto su uno sgabello e mi chiesi come avrei fatto a trovare i miei amici in quel mare di persone, il telefono neanche prendeva più, non c’era modo di contattarli.


<< Non ci credo, Hana! >> qualcuno urlò il mio nome.


Quel qualcuno era Joseph, il ragazzo mi raggiunse a petto nudo e non so cosa mi fece più arrossire, se i suoi bicipiti o il suo addome scolpito. Sembrava molto più grosso di quanto mi ricordassi.


<< Ciao! >> lo salutai cercando di concentrarmi sul suo viso.


<< Sei da sola? >> mi domandò avvicinando uno sgabello vicino al mio.


<< Sì, sto aspettando che arrivino gli altri >> dissi, il colletto del mio maglione sembrava quasi incollato alla pelle, mi stava facendo diventare matta.


Inoltre, la vicinanza con Joseph non aiutava.


<< Fortuna che ti ho trovato >>, il ragazzo si sporse pericolosamente verso di me << sarò ridondante ma il rosso ti sta davvero bene >> e fu lì che arrivai al mio limite.


Da quando lo avevo conosciuto non aveva fatto altro che essere ambiguo nei miei confronti e mi sembrava sempre di essere presa in giro.


Mi coprii il volto con le mani << non prenderla male m-ma mi sento un po’ a disagio quando fai così >>, allargai le dita per lasciare liberi solo gli occhi << non so mai se prenderti sul serio >>.


Mi stavo ufficialmente sciogliendo insieme alla catasta di vestiti che avevo addosso.


Joseph portò una mano sulla bocca per poi girarsi dal lato opposto al mio, << tu mi farai morire un giorno di questi >> disse ma non capii cosa volle dire.


Alzò le braccia come se si stesse arrendendo, << ti prometto che sarò più discreto >>.


<< Quindi… anche tu eri in pista? >> cambiai argomento.


<< Sono il miglior ballerino con cui potrai avere a che fare stasera >>.


La sua spavalderia mi fece ridacchiare e mi tolse da dosso un po’ di tensione, << anche il più umile a quanto vedo >>.


Joseph gettò un’occhiata alle sue spalle per poi ritornare a rivolgermi la sua attenzione, << ti va di ballare? >>


**


Dan


L’occhio mi faceva un male cane ed era diventato ormai di un viola scuro, come me lo ero procurato era un’altra storia, alquanto imbarazzante se posso aggiungere.


Perché non posso non darmi del cretino se mentre camminavo ero concentrato a guardare il profilo di Hana, in particolare una sua foto di qualche anno fa in cui eseguiva un perfetto grand jeté, e mentre continuavo a fissare la foto avevo travolto una vecchietta che pensava la stessi derubando e che mi aveva colpito con la busta della spesa contenente quelle che mi convinsi essere pietre, era l’unico modo per spiegarmi questo brutto livido.


Quella ragazza ormai aveva invaso ogni angolo della mia mente, e se prima mi era difficile guardarla negli occhi ora era proprio impossibile. Le sensazioni che avevo provato con lei su quella panchina erano state indescrivibili e non riuscivo a capire perché lei mi facesse un effetto così potente.


La magia però era stata interrotta una volta tornato a casa, perché sull’uscio della porta avevo trovato Angie che era scappata di casa per l’ennesima volta dopo un litigio con i suoi genitori e anche se non volevo darle false speranze, non avrei certo potuto lasciarla lì.


Il problema era che adesso la ragazza non faceva che starmi appiccicata.


<< Oddio! Hana mi ha scritto un’ora fa e non ho letto il messaggio >> esclamò Lily poco più avanti di me.


<< Che significa? >> chiesi un po’ troppo ad alta voce.


<< E’ probabile che ci stia ancora aspettando fuori al locale >> e all’improvviso la voglia di raggiungere “Le ombre notturne” si fece più forte.


Conoscendola era davvero possibile che stesse ancora la fuori.


<< La smetti di andare così velocemente? Mi sto stancando! >> si lamentò Angie alle mie spalle.


<< Non mi interessa >>.


Dopo dieci minuti arrivammo fuori al locale ma di Hana neanche l’ombra.


<< Forse è tornata a casa >> suggerì Ben.


<< No, me lo avrebbe scritto altrimenti >> ribatté la sua ragazza.


<< Io propongo di entrare, mi sono rotta di stare qui >> Angie ci superò per poi iniziare a scendere la rampa di scale.


Candy shop di 50cent risuonava per tutta la sala, c’era un caldo innaturale li dentro e una forte aria viziata. Storsi il naso mentre mi facevo spazio fra la gente, odiavo stare in mezzo alla folla e odiavo tutte quelle persone sudate con cui mi stavo scontrando.


<< Non la vedo >> urlai per farmi sentire da Lily.


<< Ragazzi, ma quella non è… >> Angie indicò un punto preciso della pista e la mia mascella non fu l’unica a cadere quasi al suolo.


Hana si muoveva agitando sinuosamente i fianchi, la cascata di capelli ondeggiava insieme a lei, e spiccava in mezzo a tutta quella gente. I jeans le fasciavano le cosce alla perfezione fino ad arrivare al punto vita stretto da una cintura e all’interno della quale era infilata una semplice canottiera bianca.


La musica iniziò a cambiare pian piano fino a quando non si mischiò con Mi gente di J Balvin. Una mano si posò sul suo fianco destro e quando realizzai che quello era Joe mi strozzai con la mia stessa saliva.
Il ragazzo le prese una mano e le fece fare una giravolta troppo velocemente perché Hana perse l’equilibrio e si ritrovò fra le sue braccia, entrambi scoppiarono a ridere. Avevo dimenticato un particolare, Joseph era senza maglia.


Avevo conosciuto il lato dolce, timido e innocente di Hana, ma non l’avevo mai vista così… era attraente, sensuale.


Joe prese a twerkare e ciò causò altre risate da parte della ragazza che gli posò una mano sulla schiena nuda per farlo smettere. Da quando erano così amici?


<< Non credo ai miei occhi >> disse Ben.


La canzone era quasi finita quando Hana ci notò e come un fulmine ci raggiunse. Aveva i capelli leggermente arruffati, piccole gocce di sudore le imperlavano la fronte e le gote rosse erano la prova del fatto che stesse ballando già da un po’. Era stupenda.


<< Finalmente siete qui! >> e abbracciò la sua migliore amica.


<< Hana, mica hai bevuto? >> domandò Lily e in effetti era una domanda lecita.


<< Cosa? No! >> la ragazza stava ancora sorridendo.


La canottiera era troppo stretta, non lasciava nulla all’immaginazione tanto da mettere in risalto il suo seno. Mi strofinai gli occhi, dovevo smetterla.


<< Io non ci posso credere, perché non ti ho mai vista ballare? Sei fantastica! >> Joseph calcò l’ultima parola con entusiasmo, << l’avreste dovuta vedere, è proprio portata per l’hip hop >>.


Joseph era mio amico ma per qualche ragione che avevo deciso volutamente di ignorare avevo tanta voglia di zittirlo con un pugno in testa.


<< Vado a sedermi >> annunciai, mi dovevo allontanare da loro.


Mi sentivo uno stupido perché ero geloso del fatto che Hana avesse condiviso questo suo lato con Joseph.


Ma in fin dei conti, chi ero io per essere geloso? Non aveva alcun senso.












Ciao!


Perdonatemi se la settimana scorsa non ho aggiornato, purtroppo ho avuto dei problemi di studio con l’università e non avevo abbastanza ispirazione per scrivere, quindi ho deciso di rimandare.

In ogni caso, eccoci qua! Dopo un primo avvicinamento fra Dan e Hana c’è stata di nuovo una scissione che ha fatto solo capire ad entrambi che forse quello che provano l’uno per l’altro non è semplice amicizia.

Dan però è il mio preferito, non sa come gestire i suoi sentimenti e quindi si chiude nel suo guscio ma non ha idea che Hana è sempre pronta a creparlo, lo vedrete nel prossimo capitolo!



Baci



 
   
 
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