Noelle si sedette su una delle scale che portava al castello, si guardò intorno notando degli Oscuri andando in giro a pochi metri da lei. Tutti erano felici, in armonia e lavoravano l’uno per l’altro, qualcosa che non si vedeva spesso accadere nel suo mondo, qualcosa che lei non riusciva nemmeno a immaginare. Nel Mondo Oscuro—o meglio, a Castle Town—Noelle si sentiva bene, si sentiva a casa. Ma non poteva ammetterlo, non di fronte alla madre, probabilmente.
«Noelle Mio Piccolo Tesoro»
Si voltò dall’altra parte, riconoscendo la voce robotica di Queen, «Oh, salve, Queen…»
«Burghley» la donna cibernetica scosse per un secondo la testa, «Voglio Dire Berdly, Mi Ha Detto Che Eri Qui» le sue labbra blu si incurvarono in un sorriso, «Perché Non Sei Con Gli Altri»
«Oh, avevo solo bisogno di un momento per me stessa» Noelle giocò nervosamente con le sue dita, poggiando le mani sulle sue stesse ginocchia, «Niente di speciale» guardò in basso.
Pensava che Queen probabilmente non l’avrebbe capita, o se l’avesse fatto, avrebbe provato a calcolarlo con il suo sistema tramite algoritmi. Escludendo il loro primo incontro al Mondo Cibernetico, Queen non era così male—si era comportata così solamente perché non capiva il vero potere delle Fontane, non sapendo del Roaring e collegando i punti solo con le azioni esposte del Cavaliere. E Berdly, che era stato lui a convincerla ad assisterlo nel creare un nuovo mondo per entrambi.
Noelle sentì il rintocco dei tacchi alti di Queen che si avvicinavano, la donna cibernetica si sedette a fianco a lei elegantemente. Noelle tirò un leggero sospiro, facendo intrecciare le sue dita l’una all’altra.
«Quando Berdly mi aveva portata qui… io non volevo crederci,» mormorò, «Questo mondo… è completamente diverso dal nostro. Ma in qualche modo, mi sento meglio quando vengo qui… non so nemmeno come spiegarlo…»
Queen rimase in silenzio, ascoltando la ragazza. I Lucenti, dopotutto, non vivevano come loro.
«Che Cosa Fate Nel Vostro Mondo?» domandò.
«Non molto, in realtà» Noelle ridacchiò appena, «Mi sveglio, vado a scuola, visito mio padre…» sospirò nuovamente, «E poi torno a casa, non sapendo se mia madre è già lì o è ancora al lavoro»
«Oh Capisco»
La ragazza sorrise malinconicamente, «Quando vedo te e Lancer, penso a quando ero piccola. Lui è un piccolo raggio di sole nel buio…» disse, «E anche se non è veramente tuo figlio, tu lo tratti come tale»
Il sorriso di Queen si allargò, «Ma Certamente» successivamente la guardò confusa, «Ma Perché Il Tuo Tono È Così Triste C’è Qualcosa Che Non Va?»
Noelle restò momentaneamente in silenzio. Non sapeva come spiegarglielo.
«Beh… mia madre è sempre occupata con il lavoro, visto che è il sindaco…» rispose, «Non ha tempo per me, e molto spesso è di pessimo umore e lo riversa su di me… ma lo capisco!» sorrise tristemente, «È lo stress per il lavoro»
Il volto di Queen diventò serio, alcuni punti di domanda le apparvero sullo schermo, «Quando I Lucenti Lavorano Molto Si Arrabbiano?» chiese, «Ma Non Capisco Perché Dovrebbe Prendersela Con Te» le sue labbra si incurvarono in un’espressione indignata e aggrottò la fronte, «Probabilmente Non Capisce Quanto Le Vuoi Bene»
Gli occhi di Noelle si illuminarono, voltandosi verso la donna robot. Nonostante i suoi calcoli fossero mal calibrati, era sempre molto gentile. Noelle vide lo stesso con Lancer—con cui lei si era autoproclamata sua madre—lui adorava stare con lei, giocare, o magari solo per rilassarsi insieme. Come una vera madre. Queen voleva dimostrare lo stesso a Noelle, ma si erano fraintese al loro primo incontro.
«Noelle Tesoro» la chiamò Queen, «Ti Ho Sempre Considerata Più Di Una Tirapiedi Quando Ti Ho Dato Quella Spilla» ammise, guardando la ragazza, «Ho Visto La Tua Forza Attraverso Il Tuo Dolore Ed È Perché Tu Hai Bisogno Di Amore»
Finalmente Noelle capì. Nonostante avesse iniziato a stare con Susie, che le migliorava le giornate e l’umore, aveva sempre bisogno di qualcosa che non riceveva da molto tempo: l’amore materno. E Queen era sempre stata lì per darglielo, ma siccome era un computer, lei capì solamente dopo come darglielo correttamente. L’androide l’abbracciò, con un dolce sorriso.
«Oh, Queen…» mormorò Noelle, ricambiando l’abbraccio.
«Umore Salito Del 90%» disse Queen, «100%» si corresse.
La ragazza ridacchiò dolcemente, «Grazie»