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Autore: ladypink88    07/11/2021    3 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Non aveva timore di arrivare in ritardo quella mattina. Avrebbe dovuto iniziare intorno alle 11 ed aveva deciso di dedicarsi un po’ di tempo per iniziare al meglio la giornata.
Negli ultimi anni Silvia aveva preso l’abitudine di andare a correre, complice il fatto di aver messo su qualche kg di troppo negli ultimi anni.
Ma una volta tornata in forma, aveva deciso di continuare non tanto per il discorso della forma fisica, ma semplicemente perché i benefici che le apportava quell’ora dedicata per sé compensavano lo sforzo.

E così, dopo aver indossato il suo outfit da runner la bionda si mise in moto .
Quella mattina aveva decisamente bisogno di correre e di pensare.

Sì, esattamente pensare.

Perché mentre correva i suoi pensieri danzavano come in preda ad un flusso di coscienza e lei aveva proprio bisogno di questo : di vederli sfilare davanti a lei per poter decidere cosa fosse meglio fare.

In primo luogo una parte di sé era immensamente, incommensurabilmente felice.

Mai nella vita si sarebbe aspettata un messaggio di apertura da parte di Lorenzo.

E se da una parte aveva una profonda voglia di rispondergli positivamente e di lasciarsi andare, dall’altra il timore di essere ferita nuovamente la bloccava moltissimo.
Certo, erano passati tanti anni, ma quel famoso motto che diceva  che il tempo lenisce i dolori per lei era profondamente falso.

Il tempo non cura, semmai attenua.
Ma se i problemi non vengono risolti, essi restano lì.
Le cose cambiano solo se siamo noi a deciderle di farle cambiare.

E il suo pensierò andò inesorabilmente a Romina.
Ovviamente era rimasta parecchio stupita dall’invito a pranzo ella sorella.
Il suo pensiero andò al passato, a quando ancora erano unite.
Le sembrava fossero passati dei secoli.
In quella dimensione passata sua sorella era una psicologa di un certo rilievo nel milanese e, anche se lei non era esattamente esperta nel campo poteva anche dire che avesse una certa professionalità.

Era felicemente sposata.E dedita alla carriera.
Non aveva mai espresso quel suo recondito desiderio di maternità. E se ne stupì parecchio quando gliene parlò.

In fondo agli occhi di Silvia sua sorella era sempre parsa una donna pratica e ambiziosa, non le era mai passato per l’anticamera del cervello che un bel giorno le sarebbe nato il desiderio di allargare la famiglia.
E fu così che Romina si lanciò a capofitto nel suo nuovo progetto : diventare mamma.

Ma questa volta l’ambiziosa e tenace brunetta non aveva proprio fatto i conti con la realtà.

Nonostante i tentativi ripetuti e costanti nel tempo il bimbo non arrivava.
Ciò che invece non tardò fu l’insicurezza e l’apprensione.

Fu proprio in quel periodo che Edoardo entrò nella vita di sua sorella.
Brillante psichiatra del San Raffaele di Milano.
Brillante , bello e carismatico.

Iniziò a corteggiare Romina senza troppi giri di parole, incurante del fatto che la donna fosse già impegnata.
Era convinto infatti che a breve non lo sarebbe stata più.
E ciò che avvenne dopo gli diede ragione.
La passione da cui venne colta Romina fu dirompente ed inevitabile.

La donna si sentiva estremamente vulnerabile in quel periodo della sua vita. Era la prima volta che nella sua vita provava la cuocente sensazione di fallimento.
Perché era esattamente così che viveva la sua mancata maternità, come un assoluto ed inequivocabile tormento.
E quella sua relazione illecita con Edoardo la portò anche alla conclusione del suo ormai spento e triste matrimonio.

Ma di sicuro, Edoardo non era uomo da desiderare una relazione stabile. Tutt’altro.
Non appena Romina ed il marito si lasciarono lui fece tre passi indietro e sparì dall’oggi al domani dalla vita di sua sorella.
Ed anche la sua carriera come psicologa ne risentì, poiché i suoi pazienti si accorsero che la donna non stava bene.

Insomma da lì sua sorella cadde nel baratro e ormai da un paio di anni non aveva dato segno di volerlo risalire.

Fino a ieri sera con quel messaggio.
Appena uscita dalla doccia Silvia si rese conto che ciò che provava dentro di sé era un sentimento di pura gioia.
Certo, certo che aveva voglia di andare a pranzo da lei domenica.
Chiaro che aveva voglia di ricostruire con sua sorella che stava risorgendo dalle ceneri.
Prese di istinto il suo cellulare e digitò una risposta :

Buongiorno Romina! Ma certo che verrò domenica a pranzo da te! Ti chiamo in serata così ci mettiamo d’accordo. Devi sapere che questo tuo invito è stato tanto inaspettato quanto gradito. Silvia”

E lo inviò senza pensarci troppo.

Ridiede un’occhiata al cellulare e si accorse che quella guastafeste di Serena non le aveva fatto sapere nulla.
Quanto invece a Lorenzo, non gli aveva ancora risposto,e per ora non lo avrebbe fatto.
Aveva bisogno di tempo.
Con immensa fatica era riuscita a ritrovare un equilibrio.
E non era disposta a perderlo così facilmente.

Per ora aveva più che chiaro nella sua mente che preferiva una vita serena ad un attimo di inevitabile follia che poi avrebbe pagato con amare lacrime.

E se Lorenzo volesse molto di più che un momento di inevitabile follia?”

Scacciò immediatemente quel pensiero che secondo me era chiaramente una pia illusione.
E nemmeno valeva stare lì a fomentare certi pensieri.
Sapeva già come finiva in questi casi. Che ne avrebbe sofferto.

E lei voleva essere felice.
O quanto meno tranquilla.

Lasciò scivolare il cellulare nella borsa e si preparò per andare a lavoro. Aveva rimuginato anche troppo sulla questione.
Se davvero Lorenzo voleva riavvicinarsi a lei, avrebbe dovuto fare molto di più che inviarle un semplice messaggio, che per quanto ne sapeva lei poteva semplicemente il frutto di un bicchiere di whisky in più.

***

Lavinia passeggiava sovrappensiero lungo uno dei due chiostri dell’Università Cattolica.
Per lei non vedere Serena a lezione quella mattina era decisamente un fatto più unico che raro.

D’altronde era davvero cambiata parecchio negli ultimi giorni: la sua amica non si fermava più a chiaccherare con loro finite le lezioni , o a prendere un te per parlare di make up o dei suoi ultimi acquisti.

Aveva preferito stare con quella strana ragazza così stravagante e poco curata ai suoi occhi.
Questa cosa non le andava decisamente giù.
Sentiva decisamente bisogno di chiedere una spiegazione alla sua amica.

Era talmente presa dai suoi pensieri che si era dimenticata del suo principale obiettivo ossia tenere d’occhio quella morettina scialba che aveva monopolizzato l’attenzione di Serena.
Senza prestare molta attenzione a dove andava prese la direzione per uscire dal chiostro ma in men che non si dica andò a scontrarsi contro qualcosa.
O per meglio dire , contro qualcuno.

Non fece in tempo ad alzare lo sguardo che una voce a lei molto conosciutà esclamò in maniera sgarbata :
“ Ma allora è proprio un maledetto vizio quello che hai!! Hai deciso di scontrarti e stalkerizzare tutte le mie amiche?”

Lavinia sorrise nel rivedere Serena. Non le sarebbe capitata un’occasione migliore.
Ma allo stesso tempo si vergognava parecchio per essersi scontrata come un’imbranata contro quel ragazzo così carino che la guardava con fare imbronciato.
Ma aspetta un secondo.

Serena lo conosce? Come mai si rivolgeva a lui in modo così sgarbato?
“ Senti, biondina dei miei stivali mi hai stancato con le tue accuse ingiuste!” rispose lui a tono alzandosi.

Certo che è proprio alto” pensò Lavinia

“ Sere non è successo niente!” si affrettò  la ricciolina a dire mentre si alzava velocemente.
Alessandro si girò e diede un’occhiata alla ragazza con cui si era scontrato.
“ Senti scusami, ma non ti ho proprio vista!” proferì parola lui.
“ Non ti preoccupare ero sovrappensiero!” si scusò lei.

Serena era furente, ma per rispetto alla sua amica decise di non protestare oltre.
Fu così allora che al ragazzo venne in mente un’idea per placare gli animi :
“ Un caffè in segno di pace vi va?” chiese sorridendo.
“ Certo volentieri!” esclamò Lavinia senza pensarci troppo.

Serena la guardò con un’occhiata di disapprovazione.
“ E sia dato che la mia amica desidera un caffè” assentì con aria di sufficienza.

Proprio quello spilungone non lo tollerava.
E meno lo sopportava, più se lo ritrovava davanti.
Assurdo.
Ma nonostante questo si ritrovò a camminare con lui al suo fianco mentre si dirigevano al bar dell’Università.
 
 
 
   
 
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