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Autore: OrnyWinchester    08/11/2021    2 recensioni
Sam e Dean si ritrovano misteriosamente catapultati nella Camelot arturiana e dovranno affrontare una serie di difficoltà prima di scoprire la pericolosa minaccia che si cela dietro al loro strano viaggio nel tempo e che rischierà di mettere a repentaglio tanto il loro presente quanto il destino di Artù, Merlino e di tutti gli abitanti del regno di Albione.
La storia è ispirata alle serie tv "Merlin" e "Supernatural" e si colloca tra gli episodi 4.7 e 4.8 di Merlin e tra gli episodi 9.19 e 9.20 di Supernatural.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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“Merlino, vedi, io e Dean eravamo diretti in un luogo ben diverso da questo, ma dobbiamo esserci persi e non abbiamo la più pallida idea di come abbiamo fatto a ritrovarci a Camelot. Non vorremmo abusare della tua gentilezza, ma non sappiamo davvero come tornare indietro.” spiegò Sam a Merlino, mentre continuavano a fissare il profilo del castello sullo sfondo.
“Beh, da quale regno provenite? Di Lot? Di Carleon? Non sarà difficile indicarvi la strada del ritorno.”
“In realtà, veniamo da un posto molto più lontano di quelli che hai menzionato e potrebbe essere un problema farvi ritorno.” disse ancora Sam.
“Quello che mio fratello sta cercando di dirti, Merlino, è se puoi fare una magia, un incantesimo o qualunque altra cosa ti venga in mente per rimandarci da dove siamo venuti!” disse Dean, indispettito, tagliando corto.
“Ma di che stai parlando?! La magia è proibita! E abbassa la voce! Se qualcuno dovesse sentirti, passeremmo tutti dei grossi guai!” replicò Merlino in apprensione.
“Vorresti farmi credere che non si può usare la magia a Camelot?!” chiese Dean a bassa voce.
“Esatto. Sono decenni che è proibita e chi ne fa uso viene giustiziato.” spiegò senza mezzi termini il giovane ragazzo.
“Ma tu sei il mago più potente di ogni tempo, non è così?” gli bisbigliò Dean in un orecchio.
“Ma che dici?! Non so proprio come ti sia venuta in mente una simile idea!” rispose Merlino, visibilmente a disagio.
“Merlino, noi sappiamo quello che sei, ma non hai nulla da temere. Il tuo segreto è al sicuro con noi.” lo tranquillizzò Sam.
“Andiamo a parlare in un posto meno affollato, così mi spiegherete cosa volete da me!” replicò indignato, conducendoli verso il castello.
 
***
 
I tre raggiunsero il castello, poi Merlino accompagnò i due forestieri nelle stanze che divideva con Gaius, il medico di corte, nonché suo mentore.
“Qui possiamo parlare con calma. Ascolterò ciò che avete da dire e poi deciderò se posso fidarmi di voi.” disse il giovane mago.
Sam e Dean si guardarono intorno e poterono notare come Merlino li avesse condotti in un locale simile ad un laboratorio. C’erano molti scaffali che contenevano le cose più svariate, dai libri, alle erbe e alle radici, ai barattoli dal contenuto insolito e perfino alle pozioni fluorescenti. Un grosso tavolo di legno occupava il centro della stanza e alcune sedie erano spostate da un lato alla rinfusa. Ogni angolo di quel posto conteneva ritrovati e ingredienti di vario genere, tanto che ne erano piene anche le soglie in prossimità delle finestre.
“Noi conosciamo la tua storia, o, quantomeno, una parte di essa. Sappiamo che sei il più grande mago mai esistito e che sei in grado di compiere qualunque incantesimo. Beh, conosciamo la storia di re Artù e della Tavola Rotonda, anche se qualche dettaglio è diverso.” gli spiegò Sam, continuando a lanciare occhiate ovunque per cogliere meglio l’essenza di quel posto.
“Ad esempio, tu dovresti essere un vecchietto ultracentenario con una lunga barba grigia, gli occhiali e un cappello blu a punta e la tua magia dovrebbe essere stata fondamentale per edificare il regno di Camelot.” s’intromise Dean.
“Beh, quest’ultima parte è vera. Il fatto che la magia sia bandita non mi ha impedito di usarla in caso di necessità. Ovviamente, nessuno ne è a conoscenza. Soltanto Gaius conosce il mio segreto. E’ il medico di corte e questo è il suo studio. Ma come avete saputo queste cose?”
“Da dove veniamo noi tutti conoscono la storia di Camelot e la tua storia, Merlino. Anche se, come ha detto mio fratello, l’immaginario collettivo ti raffigura in modo differente. Non ci aspettavamo di trovarci di fronte ad una tua versione giovanile, per quanto, dopotutto, anche l’anziano Merlino di cui abbiamo sentito parlare deve essere stato giovane.” osservò Sam.
“Siete druidi, per caso? Perché non lo sembrate affatto.”
“No, noi non possediamo poteri magici, ma conosciamo chi pratica la magia e, di tanto in tanto, ci siamo imbattuti in qualche strano incantesimo.”
“Allora non capisco come facciate a sapere di me e, ancora meno, il motivo per cui siete venuti a Camelot.”
“Non lo sappiamo nemmeno noi. E’ per questa ragione che abbiamo chiesto il tuo aiuto.”
“Cosa vi è successo? Spiegatemi affinché possa capire e trovare un modo per aiutarvi. Senza offesa, ma prima ve ne andrete da Camelot, tanti meno rischi correrò di essere scoperto.”
Sam e Dean si guardarono sbigottiti e un po' stizziti dalla mancanza di fiducia di Merlino nei loro confronti.
“Stai calmo, Merlino. Non siamo qui per metterti nei guai. Anche noi vorremmo soltanto tornare a casa. E poi, come ti ha detto Sam, non diremo a nessuno dei tuoi poteri. Hai la nostra parola!” disse Dean, seccato.
“Mi dispiace se vi ho mancato di rispetto, ma nella mia situazione non è facile fidarmi delle persone che incontro, soprattutto se non sono nemmeno in grado di dirmi da dove vengono.”
“Per fartela breve, stavamo cenando a casa nostra, quando all’improvviso ci siamo ritrovati in quella foresta e ti abbiamo incontrato.” concluse sbrigativo Dean.
“Volete dire che era notte e di colpo vi siete ritrovati in piena mattina a Camelot?”
“Esattamente.”
“E’ un po' poco per aiutarvi, non credete?” asserì Merlino, ma prima che i Winchester potessero dire altro, la porta sbatté alle loro spalle e un uomo anziano dai capelli bianchi entrò nella stanza.
“Gaius, siete già di ritorno!” esclamò il giovane mago.
“Sì, ho terminato in fretta il giro di visite che dovevo fare.” rispose il medico, sovrappensiero. Poi guardò i due ragazzi che erano con Merlino, inclinò il capo in senso di sorpresa e disse:
“Vedo che hai visite! Chi sono i nostri ospiti?”
“Io sono Sam e questo è mio fratello Dean. Voi dovete essere il mentore di Merlino.” si presentò Sam.
“Sono dei conoscenti, più o meno, e, diciamo, che si trovano in difficoltà qui a Camelot. Così hanno chiesto il mio aiuto. Vi spiegherò meglio più tardi, anche perché vorrei capirci qualcosa di più io stesso.”
“Dovrai fare alla svelta perché nel pomeriggio hai degli impegni con Artù, non dimenticarlo!”
“Come dimenticarmene! Me lo ricorderebbe, mettendomi alla gogna!”
A quelle parole, Sam e Dean si guardarono titubanti, poi Dean disse velocemente:
“Se ci indicate un posto dove alloggiare, noi togliamo il disturbo immediatamente.”
“C’è una locanda nella città bassa, ma credo sia meglio per tutti se restate qui. Non sembrate avere molta pratica con le nostre abitudini. Più tardi chiederò ad Artù il permesso di ospitarvi qui al castello, anche se dovrò inventarmi qualcosa di veramente convincente.” convenne il mago.
“Grazie.” si limitò a rispondere Sam.
“Ora torniamo a noi e raccontatemi tutto, senza tralasciare dettagli importanti.”
 
***
 
“Artù, posso parlare con voi un istante? C’è una cosa che vorrei chiedervi.” esordì Merlino, entrando nelle stanze del re.
“Chissà come mai, Merlino, ogni volta che arrivi puntuale, è per chiedermi un favore. Avanti, ti ascolto.” rispose Artù, seduto alla scrivania e intento a leggere alcuni fogli.
“Beh, ecco, ci sarebbero due conoscenti… In realtà, sono conoscenti di conoscenti, ma fa lo stesso. Beh, loro sono di passaggio a Camelot e avrebbero bisogno di un alloggio. Non è che potreste ospitarli qui al castello? Starebbero benissimo anche nelle stanze di Gaius, se per voi non è un problema.” cercò di spiegare Merlino.
“In pratica, Merlino, mi stai chiedendo di ospitare nel castello due perfetti sconosciuti. Non è così?! E la locanda non va bene come sistemazione?”
“Ehm, sono stati derubati e non hanno soldi con loro, ma non sono degli sconosciuti. Più che altro, non so molto di loro, ma non sembrano cattive persone.”
“Degli sconosciuti, appunto. Quanto meno, concedimi il beneficio del dubbio di conoscerli, poi deciderò se posso ospitarli. Portali nella sala del consiglio, voglio parlare con loro.”
“Va bene, sire.” rispose Merlino, che nel frattempo si era messo a riordinare il guardaroba di Artù.
“Adesso.” concluse il re, irritato.
 
***
 
Merlino condusse Sam e Dean nella sala consigliare, raccomandandosi con loro di non proferire parola di qualunque cosa potesse avere a che fare con la magia e con la strana vicenda che li aveva condotti a Camelot. Nel tragitto i due fratelli non potevano evitare di guardarsi attorno ad ogni svolta e in ogni circostanza in cui vedevano una stanza aperta, tanta era la loro meraviglia per trovarsi in quel luogo fantastico.
Merlino bussò alla grande porta di legno che conduceva nella stanza del consiglio, poi entrò e chiese il permesso di parlare con il re. Nel frattempo Sam esclamò:
“Ci pensi, Dean, stiamo per conoscere re Artù in persona. Nonostante le cose strane a cui il nostro lavoro ci ha abituato, non avrei mai immaginato che questo potesse accadere. Non sto più nella pelle!”
“Sì, beh, datti una calmata, Sammy. Non so se hai notato che qui le cose sono un po' diverse da quelle tramandate per secoli. Chi ci dice che non rimarremo delusi da Artù?”
“Aspetta almeno di parlare con lui prima di vederla in modo così negativo.” rispose Sam, infastidito dall’atteggiamento pessimistico del fratello.
“Beh, sai com’è, Sammy? Da quando ho questo ricordino sul braccio, non è che sia il massimo dell’allegria.” disse, alludendo al “Marchio di Caino”. “Comunque, hai ragione. Vediamo com’è questo Artù prima di giudicarlo male.”
Merlino ricomparve sulla porta e fece segno ai due di entrare. Al centro della stanza si trovava un enorme tavolo di legno di forma circolare, la famosa Tavola Rotonda, e vi trovarono seduti un giovane biondo con gli occhi azzurri, un ragazzone alto e muscoloso con capelli biondi cortissimi e un uomo di qualche anno più grande con lunghi capelli biondo scuro e un mantello rosso con le effigi di Camelot.
Merlino pensò che i due non conoscessero Artù, così li precedette e li presentò personalmente.
“Sire, questi sono Sam e Dean.” disse, indicando prima il ragazzo più alto, poi quello più basso.
I due abbozzarono un mezzo inchino in direzione del re, poi questi iniziò a parlare.
“Merlino mi ha detto che siete dei forestieri e che vi trovavate in viaggio verso Camelot quando siete stati derubati, così avete chiesto il suo aiuto. Posso chiedervi come mai vi siete recati qui?”
“Eravamo di passaggio per via del nostro lavoro.” rispose Sam, senza pensarci troppo su.
“E quale sarebbe il vostro lavoro?” chiese ancora Artù, tamburellando con le dita sul tavolo.
“Siamo dei mercanti.” disse Dean, inventandosi una storia in un batter d’occhio. “Ci siamo accampati nella foresta per la notte e al nostro risveglio non abbiamo più trovato il nostro carro e tutte le nostre cose erano sparite, denaro compreso.”
Sam lo guardò spaventato, poi tirò un sospiro di sollievo, constatando che la storia che Dean aveva raccontato era verosimile.
“Fortunatamente abbiamo incontrato Merlino, di cui avevamo sentito parlare da alcuni amici, e lui ci ha condotti al castello.” concluse il maggiore dei Winchester con un’aria realmente provata.
Anche Merlino sembrò sollevato dal fatto che il racconto combaciasse alla perfezione con quanto egli stesso aveva accennato ad Artù.
“Mi dispiace. Non avevo capito che la situazione fosse così seria. Pensavo che fosse uno dei tanti espedienti di Merlino di far alloggiare qualcuno al castello a mie spese. Perdonate la mia diffidenza.” si scusò Artù, intuendo sincerità nelle parole di Dean.
“Non dovete scusarvi di nulla, sire.” disse subito Sam.
“Come di certo saprete, questi sono tempi difficili; i nemici di Camelot sono sempre in agguato e non è semplice essere al mio posto.”
“Per quanto ci riguarda, sire, non avete nulla da temere. Il nostro unico scopo è tornare quanto prima a casa. Abbiamo soltanto bisogno di un po' di tempo per organizzarci.”
“Bene. Allora sarete nostri ospiti qui al castello. Merlino, prepara due stanze per loro.” “E le mie più sentite scuse per il disagio che vi è occorso nel mio regno.” “Potete chiedere a Merlino qualunque cosa di cui abbiate bisogno.”
“Vi ringraziamo per la vostra gentilezza, sire.” concluse Sam.
“E spero vogliate onorarci della vostra presenza durante la cena. Farete la conoscenza dei miei cavalieri.”
I due ragazzi annuirono.
“Intanto vi presento sir Leon e sir Parsifal.” disse Artù, indicando i due cavalieri, che risposero con un saluto.
A quel punto Sam e Dean ricambiarono i saluti, poi seguirono Merlino fuori dalla stanza.
“Beh, dopotutto non è andata male, non trovate?” disse il mago, decisamente sollevato.
“Meglio di quanto mi aspettassi, a dire il vero.” gli fece eco Dean.
“Aspettatemi qui, sarò di ritorno in un attimo per accompagnarvi nelle vostre stanze.” affermò, allontanandosi.
“Allora, Dean, che ne pensi di Artù?” gli chiese Sam, sorridendo.
“Sono stato piacevolmente colpito dai suoi modi di fare. Non me l’aspettavo!”
“Almeno in questo caso le leggende non mentono.”
“Già, anche se Merlino ha torto!”
“Riguardo a cosa, Dean?”
“Non è affatto vero che assomiglio ad Artù.” “Io sono più bello.”
“Sì. Certo.” concluse mestamente Sam.
   
 
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