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Autore: __eryn__    09/11/2021    1 recensioni
Edward è un diciassettenne attratto dagli stimoli e dall'adrenalina della vita. Questi ultimi li ricerca in una realtà spericolata composta da skate, uscite notturne, alcol e soprattutto... le droghe.
Edward è accecato da ogni tipo di droga, gli comportano la visione temporanea di un mondo alternativo fatto di desideri e pazzia.
I suoi genitori e gli amici hanno accettato il fatto che non possono più aiutarlo e che staranno solo guardare mentre ogni giorno si lascia morire...
Riuscirà a disintossicarsi e a riprendersi in mano la sua vita?
𝙎𝙏𝙊𝙍𝙄𝘼 𝘼𝙏𝙏𝙐𝘼𝙇𝙈𝙀𝙉𝙏𝙀 𝙄𝙉𝙏𝙀𝙍𝙍𝙊𝙏𝙏𝘼
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OMBRE

È sera, saranno le 18.
Una piccola stanza illuminata da una luce artificiale, ospita una finestra, delle mensole con dei libri e dei certificati riferiti ai titoli di studio di una psichiatra, una poltrona con un tavolino davanti poggiato su un tappeto e un divano su cui è sdraiato un adolescente che fissa un punto indefinito del soffitto.

<< Tic... tac... tic... tac... tic... tac... >>

Poi c'è una signora, capelli a caschetto neri, che lo guarda attraverso i suoi occhiali e con un quaderno in mano.

<< Tic-tac-tic-tac-tic-tac >>

<< Senti l'orologio? >> Chiede la psichiatra cercando un orologio nella stanza ma esso non c'è.

<< Sento le lancette muoversi, forse sto acquisendo il potere del tempo... >> Dice il paziente chiudendo gli occhi per poi fare un profondo sospiro.

La psichiatra prende qualcosa dal tavolino.

<< Vedo che stai facendo i tuoi compiti con piacere, finalmente, ottimo lavoro >> Dice lei leggendo il diario dell'adolescente che non dice nulla.

La psichiatra aggrotta la fronte dopo aver letto l'ultima parte del testo scritto.
Volge lo sguardo verso di lui e accavalla le gambe mentre il ragazzo apre gli occhi per fissare il soffitto.

<< Nicholas, continui a vedere qualcosa di soprannaturale o che gli altri non riescono a vedere? >> Gli domanda ma lui non risponde ma si gratta la superficie della mano come se si sentisse in agitazione.

<< Vedi qualcosa che qualcun altro non ci fa caso? >> Riformula la psichiatra.

<< Ombre, sono scure >> Sussurra lui.

<< E quando le guardi che sensazioni ti danno? Ti mettono paura? >> Domanda lei.

<< No, affatto, sto bene con loro. Mi piacciono >>
Dopo aver detto così, Nic gira lentamente il viso verso la donna e la guarda con i suoi occhi scurissimi.

<< Gli altri preferiscono non vederle, perché hanno timore di loro >> Continua lui.

Un'altra pausa... lei sta per parlare ma il biondino la blocca subito dicendo:
<< Ha notato che quando ci ritroviamo nel buio si cerca sempre di accendere la luce o si corre per sfuggire dal nero pece del corridoio? Le ombre sono come me, attendono che qualcuno si avvicini e se ne stanno in disparte, sole, ma tutti sembrano avere paura di loro, nonostante non fanno nulla di male, sono solo lì, immobili >>

Poi rivolge nuovamente lo sguardo verso l'alto.

<< Pensi che gli altri abbiano paura di te? >>

<< Può essere... dopotutto chi vuole avvicinarsi ad uno psicotico? >>

<< E tu sei immobile come le ombre? >> Domanda lei appuntandosi qualcosa sul quaderno.

Lui si siede e la guarda.

<< Pensa che potrei fare del male a qualcuno? >>

<< No, non credo. Dopotutto tu te ne stai sempre in disparte, parole tue. Fammi capire, tu hai detto che vuoi qualcuno che ti si avvicini ma nella nostra ultima seduta hai detto che non vuoi questo >>

<< Non lo so più nemmeno io. Mi sento un disadattato. A volte penso di essere felice se resto da solo, mi dico sempre che bisogna dire di no alle richieste oppure scappo via appena possibile. Non voglio farmi coinvolgere e sento il costante bisogno di avere il mio spazio >>

Fa una pausa e poi continua: << Se mi avvicino troppo agli altri, mi derideranno o si imporranno su di me >>

<< Questo è quello che pensi tu o sono le voci a dirtelo >>

<< Credo le voci >> Nic si gira verso l'angolo nella stanza poi strizza gli occhi e si volta verso la psichiatra.

<< Hai visto qualcuno? >>

<< Sì, ma le medicine le sto prendendo. Non ho più forti allucinazioni, appaiono solo ogni tanto >>

<< Capisco... tornando al discorso di prima. Tu vorresti avvicinarti ma hai paura di soffrire, non è così? Credo che tu sia rimasto traumatizzato dalla tua esperienza alle scuole medie >>

Gli occhi di Nic si spengono, ripensa a quell'esperienza, i suoi compagni di classe che ridevano di lui, che assecondavano i suoi deliri facendogli credere di essere pazzo, lo spingevano a terra dando la colpa alle ombre immaginarie.
È stato uno dei periodi più difficili della sua adolescenza.
Nicholas si alza e cammina per la stanza per scaricare la tensione grattandosi dietro la testa e guardando basso.

<< Sono stanco che tutti mi facciano credere di essere un pazzo, io non sono uno psicopatico, sono psicotico e le cose sono ben differenti >> Esclama lui gesticolando.

<< Secondo me arriverà la persona giusta quando meno te l'aspetti >>

Lui socchiude le labbra per dire qualcosa ma poi si ferma, la psichiatra l'ha notato.

<< Hai già trovato quella persona? >>

<< Non ci ho mai parlato, l'ho incontrato due volte al bar, ma appena finisco di ordinare fuggo via >>

<< E come mai lui ti ha colpito particolarmente rispetto a gli altri? >>

Il ragazzo si siede nuovamente davanti a lei.

Guarda giù e dopo un attimo di pausa alza lo sguardo verso la donna.

<< Io riesco a sentire la sua anima, mi sento come se fossi l'unico a guardarlo dentro. Ho visto il suo tormento, la solitudine, sembra essere stanco di tutto >>

<< Credi che lui possa essere simile e te? >>

<< Penso di sì >> Dice lui per poi alzarsi non appena vede che lei fa lo stesso.

<< Il compito che ti voglio dare è quello di creare una programmazione delle attività: incrementare le attività e ridurre la ruminazione su pensieri negativi, non impegnarti a preoccuparti. Se incontri di nuovo questa persona e senti che c'è un legame, prova a parlargli >>

<< E se mi manda a quel paese? Non sono bravo a colloquiare >>

<< Provaci Nic, non puoi rimanere sempre da solo >>
Detto ciò, i due si salutano e Nic cammina verso casa.

Si gira improvvisamente verso destra notando un lampo di luce immaginario.
Alza lo sguardo verso il cielo e si mette una mano di fronte a sé sentendola bagnata.
Crede che stia piovendo, però poi nota tutti gli altri intorno a sé sono privi di ombrello e camminano come se niente fosse.
Ha un brivido per tutto il corpo come se fosse stato una sensazione di elettricità.
Si gratta il braccio sentendo qualcosa muoversi su questo, alza la manica e nota delle sanguisughe viola che stanno strisciando lentamente.

<< Oddio, che schifo >>

Nic si porta la mano alla bocca evitando di vomitare.
Si avvicina di corsa ad una fontana e fa passare l'acqua sul braccio, se lo gratta con forza cercando il più possibile di togliere quelle sanguisughe immaginarie.
Si sciacqua poi il viso restando per qualche secondo con le mani sulla faccia e fa dei respiri profondi.
Si siede vicino alla fontana, sente il respiro più veloce, poi guarda verso l'alto.

Ha iniziato a piovere, stavolta per davvero.
I suoi capelli si bagnano e le gocce cadono sul suo viso.
Si poggia una mano sulla fronte e inizia a respirare in modo affannoso non appena inizia a vedere delle ombre, ma queste sono bianche, sembrano spiriti informi, allungati.
Quest'ultime si mischiano tra le persone che camminano.
Le foglie degli alberi cadono lentamente sulle teste di quella gente in movimento, ma tra tutte quelle, Nic riconoscere l’unica che, invece di cadere, ha provato a volare, e questa è Edward.
Lo vede che corre veloce, come se stesse fuggendo, inseguito dalla sua malinconia.

Nicholas vede l'ombra bianca avvicinarsi lentamente a lui, barcollando.

<< V-Vai via da me!! >>
Indietreggia e mette la mano nella tasca, prendendo la confezione dei suoi medicinali.
Prende in mano delle capsule, nonché farmaci antipsicotici, e se li porta alla bocca di corsa per poi ingoiarli con l'acqua della fontana.

Strizza gli occhi.

<< Odio quello che vedo >> Si ripete nella sua testa.

Inizia a sentire secchezza alla bocca e le vertigini, questi sono alcuni degli effetti che gli produce il farmaco.

Non appena riapre gli occhi, quella figura immaginaria è sparita e lui si rialza piano da terra per poi camminare sotto la pioggia verso casa.

 

   
 
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