Capitolo IX
Una Nuova Avventura
Il TARDIS aveva iniziato a vagare all’interno del tunnel spazio-temporale; senza una meta precisa. Durante il nostro viaggio nel tempo …Una Nuova Avventura
il mio adorato Dottore, mi stava insegnando a controllare la rigenerazione. Facevo dei notevoli progressi e Il Dottore mi guardava incantato
e con il suo sguardo da innamorato; non faceva altro che ammirarmi di continuo in tutto ciò che facevo.
“Sembra che tu sia in grado di controllare l’abilità della rigenerazione;ma per verificarlo … devo fare un ultimo test …”
Il Dottore prese un coltello dalla tasca della sua giacca e mi fece un taglio profondo sulla mano ed io con tono alterato dissi :
“Ma dico … sei impazzito?! Mi hai appena ferito una mano.” ero davvero incollerita per quel vile gesto che Il Dottore aveva appena fatto.
“Avanti. Fammi vedere se sei in grado di rigenerarti senza cambiare l’aspetto e la personalità.“ disse lui incitandomi mentre io mi concentrai al massimo sul mio obiettivo finale : quello di rigenerare una parte determinata del corpo senza cambiare l’aspetto e la personalità. Sapete non era cosa semplice da fare; infatti per riuscirci ci volevano anni di addestramento prima di poter essere in grado di gestire la rigenerazione e con mio stupore … notai che ci ero riuscita in grande stile. Ero strafelice di ciò che avevo appena fatto e dall’entusiasmo gridai :
“Non ci posso credere ?! Questa volta ci sono riuscita davvero !!!”
“ Si, Pearl . Ci sei riuscita; sono fiero di te. Vieni qui ed abbracciami amore mio …”mi disse Il Dottore sorridendo e dandomi un passionale bacio alla francese; quando tutto sembrava perfetto … Jack c’interruppe per avvertirci che il TARDIS era atterrato.
“Ehi piccioncini ? Vi volevo dire che il TARDIS è appena atterrato su di un magnifico prato fiorito. Venite a vedere …”
cosi ci allontanammo dalla zona di allenamento del TARDIS ed uscimmo all’ esterno per capire dove fossimo …
“Dottore ? Dove siamo ?”
“Sembrerebbe essere il Pianeta Terra Pearl …”
"Non è la Terra Dottore... Guardati intorno... sembrerebbe Londra ma non può essere... ci sono due Soli!!" lo corresse Jack.
"Già... non l'avevo notato..." confermò lui, grattandosi la testa. Il mio Dottore mi prese per mano, mi sorrise e mi disse:
"Dai Pearl!! Andiamo a scoprire dove siamo!!"La sua allegria era contagiosa, per cui non potei fare a meno di sorridergli a mia volta.
"Andiamo Dottore!! Jack vieni?".
Jack era rimasto sulla porta del TARDIS e rispose dicendo:
"No, no... Andate voi. Laggiù c'è una città... qualcuno deve pur andare a fare rifornimento. Ci vediamo qui al TARDIS questa sera. Buon divertimento!!" Detto questo si diresse dalla parte opposta rispetto alla nostra. Capii che Jack lo aveva fatto per lasciarci un po' da soli: "Grazie Jack..." sussurrai, consapevole che non mi avrebbe sentito.
"....Forza Dottore dove volevi portarmi?" gli chiesi io sorridendo. Lui mi diede un rapido bacio sulle labbra e poi si diresse verso un bosco li vicino. Camminammo per un paio d'ore continuando a parlare, a ridere e a scherzare. Ad un tratto arrivammo in riva ad un magnifico lago... e ne rimanemmo incantati. Quel posto era davvero magnifico; l'ideale per un atmosfera romantica... così io e il Dottore, decidemmo di distenderci sulla riva del lago ed ascoltare ogni singolo suono della natura che ci circondava; sentivo il fruscio delle foglie che cadevano e mentre il vento soffiava sui nostri volti , Il Dottore con un fiore a me sconosciuto mi aveva sfiorato il volto ed i capelli mentre riposavo sull' erba rinfrescata dalla rugiada al tramontar del sole per due volte di seguito ed erano bellissimo.
"Pearl ? Non trovi che questo posto... sia magnifico?"
“Si, Dottore! Lo è davvero. Guarda il cielo; non ti sembra stupendo?”
“E’ davvero bellissimo; ma mai quanto sono i tuoi occhi blu profondi.” Mi disse mentre mi metteva una rosa fra i capelli e mi accarezzava il volto dolcemente.
“Lo sai, che ti sta proprio bene; questa rosa fra i capelli … s’intona con le tue labbra rosse, come la passione che ci unisce.” Quando sentì quelle intense parole d’amore; uscire dalla bocca del Dottore … il mio cuore umano,fece i salti di gioia e i miei occhi s’inumidirono dalla commozione e quelle lacrime che mi rigarono il viso … non erano lacrime di gioia, ma erano lacrime di felicità e una di quelle lacrime … bagnò la mano del mio Dottore che si preoccupò.
“Pearl; perché stai piangendo ? Qualcosa non va ?”
“No, Dottore! Non c’è niente che non va; anzi, è tutto perfetto e solo che … sembra cosi stupido; piangere quando si è felici …”
“No, Pearl! Non è affatto stupido; sei bellissima e terribilmente sexy quando piangi che …mi viene voglia di saltarti addosso e coccolarti.”
Il Dottore si mise su di me ed iniziò a farmi il solletico con un unico scopo: quello di farmi ridere e per tutto il tempo … ci rotolammo nell’erba; come se fossimo due bambini.
“Dai ! Smettila di farmi il solletico; non credo che potrò resistere ancora a lungo!!” Continuava a farmi il solletico. Non aveva nessuna intenzione di smettere e poi all’ improvviso … ci fermammo, ci guardammo negli occhi e … ci baciammo con passione e desiderio; quel bacio … fu il migliore che io avessi mai ricevuto dal Dottore; entrambi eravamo fortemente legati da un sentimento chiamato amore; e quel legame indissolubile … non poteva essere spezzato da niente e da nessuno; nemmeno dalla morte stessa. Nel frattempo … sul pianeta simile alla Terra, era calata la sera e Jack stava ancora vagando per la città; in cerca di qualche bar per i non – eterosessuali per soddisfare i suoi bisogni mortali anche se non lo era , quando lo trovò … vi entrò al suo interno per bere qualcosa . Il locale dove era entrato; era in stile moderno, con le pareti chiare e il bancone nero e dietro di esso … c’era un affascinante Barman alto e dalla carnagione dorata, con i capelli castani e gli occhi verdi con addosso una camicetta attillata di lino nero e a mezze maniche.
“Ehi, straniero ? Che cosa ti servo ?”
“Mi dia uno Scotch doppio con ghiaccio; per favore.”
“Tieni! Offre la casa !” Gli disse il giovane Barman,una volta versato lo Scotch nel suo bicchiere.
“Grazie! Come ti chiami ?”gli chiese.
“Antoine; e tu ?” gli chiese sorridendo.
“Jack; piacere di conoscerti.”
“Dimmi un po’ Jack; sei di queste parti ?”
“Ecco … veramente no; sono solo di passaggio. Devo fare qualche rifornimento per il viaggio."
Il tempo passò velocemente e Jack aveva perso la cognizione del tempo.
Doveva scappare altrimenti avrebbe mancato l' appuntamento con Pearl e il Dottore!
"Scusami Antoine.... sai dirmi che ore sono?"
"Le 21.00 circa, perché ?"
"Dio! Come è tardi!! Devo andare, ho un appuntamento e non posso mancare.
E' stato un piacere conoscerti. Addio." Jack tentò di alzarsi ma qualcosa lo fermò. All'improvviso sentì le gambe pesanti e gli si annebbiò la vista. Di colpo cadde sul pavimento del locale, privo di sensi. Nel frattempo... io e Il Dottore, c'incamminammo sulla strada che ci avrebbe riportati al TARDIS, dove avevamo appuntamento con Jack. Ma quando arrivammo dove avevamo parcheggiato il TARDIS non c'era nessuno.
"Che strano... Jack non è qui... eppure sono le 21.30 passate. Lui è sempre puntuale..." dissi, cominciando a preoccuparmi.
"Arriverà vedrai ...dobbiamo soltanto aspettare." mi rispose il Dottore con tono rassicurante e speranzoso. Quando appoggiai la mia mano sulla porta del TARDIS ebbi una visione...mi sembrava diversa dalle altre... pareva che fosse ambientata nel passato … quando le immagini sparirono dalla mia testa mi sentii strana, intontita, come se fossi stata drogata con un sonnifero e fossi svenuta. Capii che era quello che era accaduto a Jack. Guardai il Dottore ma appena cercai di dire qualcosa le mie gambe cedettero. Il Dottore notò il mio mancamento e subito mi sorresse. Preoccupato mi chiese:
"Come stai Pearl ? Va tutto bene?"
"Tranquillo, Dottore! Io sto bene; è Jack ad essere in pericolo!!"
"In pericolo ? Come fai a saperlo?"
"Ho appena avuto una visione su Jack!" esclamai io preoccupata e spaventata; per la prima volta le mie visioni erano molto confuse e poi mi sentivo stanca e disorientata come se avvessi vissuto per un attimo quello che aveva vissuto il Capitano proveniente dal 51nesimo secolo.
"Una Visione? Cosa hai visto?" mi chiese il mio compagno stupito e allo stesso tempo preoccupato.
"Dottore … Jack è stato rapito!" dissi io mentre cercavo di riprendere dallo spavento.
“Rapito? Da chi ?” mi chiese lui ansioso.“Dobbiamo subito andare a cercarlo!!!" concluse.
Cosi io e il Dottore ci allontanammo dal TARDIS e ci dirigemmo verso la città per cercare Jack, basandoci su ciò che avevo visto. Cercammo in lungo e il largo … dopo una mezzora di ricerca infruttuosa notai un bar … sembrava proprio quello dove Jack era entrato prima di venire rapito! Quando vi entrammo notai subito il giovane Barman; era con lui che Jack aveva parlato … era stato lui a stordirlo!!
“ Dottore? E’ qui che Jack è stato drogato ed è lui" dissi, indicando il barman "la persona con cui parlava.”
Il Dottore si avvicinò a lui... e lo prese per il colletto della camicia! Rimasi molto stupita di questa sua reazione...il Dottore teneva molto a Jack...
“Ma sei pazzo?! Mettimi giù!! Che volete?” Il giovane si dibatteva, cercando di liberarsi dalla presa del Dottore … ma, con un impeto di orgoglio, notai che il mio uomo era molto più forte di lui!
“Dove hai portato il capitano Jack Harkness?” chiesi io con tono adirato; mentre Il Dottore lo analizzava con il suo cacciavite sonico; aveva notato un intensa attività telepatica proveniente dal retro del bancone alle spalle del giovane Barista che in quel momento si sentiva disorientato ed era in stato confusionale come se tutto quello che gli avevamo ranccontato per lui non fosse mai successo. Soffriva di una forte Amnesia; ci stavano tutti i sintomi.
"Mmmh... che strano...ci sono delle anomalie provenienti dal retro del bancone. I valori sono fuori scala." disse Il Dottore mentre io infierivo sul giovane Antoine per scoprire la verità su Jack.
“Non conosco nessun Jack Harkness! Non so chi sia!!” cercava di difendersi lui … ma si vedeva nei suoi occhi: mentiva!
“Tu menti!!” gli urlai contro mentre lo guardavo fisso nei suoi occhi verdi, con lo sguardo colmo di rabbia e rancore.
“Mentire? Perché dovrei ?” Mi rispose in maniera vaga e titubante come se non ricordasse nulla di quello che aveva fatto.
“Credi che non lo sappia che sei stato tu a drogarlo e a rapirlo?” ribattei io adirata.
“Senta, io non ho rapito nessuno, e non ho la minima idea di cosa stia parlando! Ultimamente ho dei vuoti di memoria, come se soffrissi di una specie di amnesia.”
“Amnesia hai detto ?”chiese il Dottore con tono curioso al giovane Barman:“Da quanto tempo?”
“Tutto è cominciato all’incirca cinque giorni fa... è venuto un tipo strano; un buffo omino blu con delle enormi orecchie da cane. La sua pelle era molliccia e rugosa e i suoi occhi avevano il colore dell’ambra... non ricordo altro. ”
“Ne sei sicuro?” domandò Il Dottore per avere più dettagli sull' accaduto.
“Si, certo che sono sicuro!!”rispose il giovane Barista confuso. Appena sentita quella descrizione, vidi il Dottore irrigidirsi : "Dottore.. sai chi è??" gli chiesi. Lui annuì e mi disse:
"E' un Satrax... e quando c’è un Satrax in giro arrivano i guai!" Analizzai l'ambiente circostante con il mio cacciavite sonico per verificare la teoria del Dottore ed aveva ragione: i valori erano fuori scala e il povero Barista era soltanto una pedina da sacrificare che faceva parte un gioco molto più grande di lui.
“Hai ragione Dottore; in questo bar c'è qualcosa di molto losco e di alieno. Che cosa c’è li dentro Antoine?” dissi io con sospetto.
“Non c’è nulla … è soltanto un innocuo sgabuzzino …”mi rispose lui con tono molto pacato e rilassato.
“Dobbiamo entrare li dentro.. e scoprire cosa c’è …” insistette il Dottore intento a scoprire la vertità sul nostro amico Jack Harkess.
“Non potete farlo !! Non ne avete il diritto!” incalzò mentre opponeva resistenza nei nostri confront; intento a proteggere il contenuto nello sgabuzzino.
“Facci entrare o saremo costretti ad usare la forza!" Il giovane barman, si mise davanti alla porta e non aveva nessuna intenzione di cedere a compromessi.
“Per passare dovete uccidermi!! ” esclamò orgoglioso.
“Non credo che sia necessario perché ci farai entrare di tua spontanea volontà …” lo informai io. Così accadde ciò che sospettavo. Infatti il giovane barman, ci fece entrare all’interno dello sgabuzzino di sua spontanea volontà come gli avevo gentilmente chiesto e senza opporre resistenza. Quando entrammo in quello sgabuzzino, ciò che vedemmo … fu davvero sconcertante: il bar dove Jack era entrato … in realtà era un nascondiglio segreto. I Satrax vi imprigionavano gli essere umani e li rendevano schiavi del loro volere e della loro mente... e tra quelle persone … c’era anche Jack!! Lo stavano torturando.
“Basta! Smettetela ! Non vi permetterò mai d’impossessarvi della mia mente !! Non lo farò! lasciatemi!!” si lamentava lui.
“Non possiamo restare qui fermi a guardare Dottore ! Dobbiamo fare qualcosa e in fretta; prima che sia troppo tardi!!” Dissi, con un tono forte, determinato.
“Lo salveremo Pearl! Te lo prometto!” mi rassicurò il Dottore.