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Autore: SonounaCattivaStella    10/11/2021    2 recensioni
Aziraphale si aggirava per la sua libreria con fare frenetico, lo sguardo che guizzava fra gli scaffali e le dita che scorrevano come in una carezza sulle costole dei suoi amati libri. Stava cercando un tomo in particolare, uno di quelli a cui teneva di più, ma non riusciva a trovarlo da nessuna parte.
{Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it}
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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» Prompt: Sottosopra
» Lista: pumpBLANK
» Fandom: Good Omens

» Rating: Verde

 

 

Aziraphale si aggirava per la sua libreria con fare frenetico, lo sguardo che guizzava fra gli scaffali e le dita che scorrevano come in una carezza sulle costole dei suoi amati libri. Stava cercando un tomo in particolare, uno di quelli a cui teneva di più, ma non riusciva a trovarlo da nessuna parte.

Dopo aver sventato la fine del mondo ed essere sopravvissuto al giudizio dei suoi superiori, era ritornato in quel luogo che considerava come sua unica e vera casa e l’aveva rimesso in sesto: aveva trovato gli ambienti letteralmente sottosopra, quando vi rimise piede dopo gli avvenimenti del mancato Armageddon, per non parlare della grande quantità di libri strappati, bruciati o scollati che si era ritrovato davanti e che aveva riparato con parsimonia.

Eppure, fra tutti quelli che aveva salvato e riposto sui nuovi scaffali di legno, mancava proprio la primissima stesura del manoscritto di “Romeo e Giulietta” a cui aveva avuto l’onore di partecipare. William gliel’aveva autografata e dedicata proprio per il prezioso aiuto che gli aveva dato nello scrivere quel racconto bellissimo e drammatico. Non riusciva proprio a capire come potesse essere l’unico libro della collezione a non trovarsi più al suo posto, eppure li aveva ricontrollati tutti, uno a uno, mentre li sistemava e rimetteva in ordine.

Sconsolato, si sedette sul divanetto presente nella libreria con un sonoro sbuffo e si prese la testa tra le mani. Non poteva crederci: aveva perso un libro; e non un libro qualunque, ma quello più importante di tutta la sua immensa collezione. Lui, che li trattava come fossero figli suoi, come fossero la cosa più preziosa e fragile sulla faccia della Terra. Sospirò affranto e rimase immobile a fissare il pavimento, perso nei suoi pensieri tanto da non accorgersi del trillo proveniente dalla porta di ingresso che annunciava l’arrivo di un nuovo cliente. Solo quando due gambe snelle entrarono nella sua visuale, si riprese appena e alzò lo sguardo disperato per incontrare il viso del suo demone preferito: Crowley.

«Oi, angelo, perché quel muso lungo? È successo qualcosa? Sono entrato chiamandoti, ma non mi hai degnato di uno sguardo.» Disse con il suo accento sibillino, mostrandosi offeso per quella mancanza di attenzioni.

«Oh, Crowley caro! Sì, è successo un disastro, una catastrofe!» Disse Aziraphale, tornando con la testa tra le mani e facendo preoccupare il demone.

«Cosa? Siamo sotto attacco? È in vista un altro Armageddon? I pezzi grossi ci hanno scoperti e vengono a prenderci?» Chiese Crowley agitato mentre si accovacciava davanti al biondo e gli afferrava i polsi per scuoterlo appena.

«Peggio.»

«Peggio? Cosa può esserci di peggio?»

«Ho perso la mia personale prima edizione di “Romeo e Giuietta” autografata dal buon caro William.» Disse Aziraphale, portando lo sguardo reso lucido dalle lacrime che premevano per uscire dritto in quello sconvolto e serpentino del rosso.

«Stai scherzando, vero?» Chiese Crowley, non sapendo bene se ridere per l’esagerata drammaticità o inveire contro l’angelo per il mezzo infarto che gli aveva fatto venire.

«No! Ho sfogliato ogni libro, guardato in ogni angolo, messo sottosopra i cassetti e gli sportelli dei mobili, ma non l’ho trovato da nessuna parte.»

«È solo un libro, angelo.»

Crowley pronunciò quelle poche parole senza nemmeno rendersene conto, senza darvi troppo peso: non l’avesse mai fatto. Aziraphale divenne rosso di rabbia e iniziò a boccheggiare come un pesce fuor d’acqua, combattuto tra il rispondere in maniera educata o il mandare l’altro a “farsi benedire”.

«Solo un libro? Hai idea di quanto fosse importante, per me? Del valore affettivo che aveva?» Riuscì a dire con un tono di voce alto diverse ottave più del solito.

Il demone alzò le mani in segno di resa e provò a placare l’animo di Aziraphale prima che la situazione potesse degenerare ulteriormente a causa sua.

«Scusa! Hai ragione, è il libro più importante della tua collezione e l’avevo dimenticato. Ma vedrai che è qui da qualche parte.»

«No, non c’è! Ne sono sicurissimo.» Rispose il biondo con voce lamentosa, lo sguardo da cucciolo bastonato puntato sui Vermont scuri di Crowley che celavano le sue iridi gialle.

«Ok, ok.» Disse il rosso prima di rimettersi eretto e cominciare a passeggiare per la libreria. «Facciamo mente locale. Quando è stata l’ultima volta che ricordi di aver visto il libro? Com’era fatto?»

«Non me lo ricordo. Sono successe così tante cose, in questi giorni, e non ho assolutamente memoria di quand’è stata l’ultima volta che ho avuto tra le mani il manoscritto. Ho proprio paura che qualcuno l’abbia preso o che sia andato distrutto. In fondo, era composto solo da fascicoli autografi tenuti insieme da del semplice cordino rosso, senza copertina di pelle a proteggerli. Sapevo che avrei dovuto chiuderlo in una teca e farlo rilegare.» Mugugnò Aziraphale, sconfortato.

A quelle parole, una lampadina di allerta si accese in Crowley che arrestò il passo di colpo, restando pietrificato come una statua di marmo. Sapeva dove si trovava quello che il suo angelo stava cercando disperatamente, ma non poteva dirglielo o stavolta l’avrebbe davvero sciolto nell’Acqua Santa.

«Crowley, caro, tutto bene?» Gli chiese Aziraphale, non capendo il repentino cambio di comportamento del demone.

«Io… ho dimenticato di fare una cosa importante. Importantissima. Ci sentiamo.» Rispose semplicemente prima di schioccare le dita e sparire davanti agli occhi sbarrati per la confusione di Aziraphale.

Ricomparve nel suo appartamento e lo attraversò a grandi passi fino ad arrivare nella stanza in cui inceneriva le sue piante indisciplinate e la spazzatura che non aveva voglia di portare ai cassonetti. Frugò tra le buste e i bidoni, mettendo l’intera stanza sottosopra, spargendo rifiuti vari per il pavimento. Quando stava per perdere le speranze – convinto di aver già bruciato il sacco nero incriminato –, finalmente trovò il manoscritto che il suo angelo stava cercando: sporco, macchiato in più punti e sgualcito, ma integro. Non sapeva esattamente come fosse finito a casa sua – forse Aziraphale l’aveva portato con sé durante una delle loro serate alcoliche e gli era scivolato fuori dalla borsa – e non si era minimamente curato di controllare cosa fosse, quando l’aveva preso e buttato, ma l’importante era averlo ritrovato in tempo. Se l’avesse ridotto in cenere, era sicuro che il biondo non gli avrebbe mai perdonato una cosa del genere e lui non voleva passare il resto della sua immortale vita a evitarlo. Era decisamente troppo importante, per lui, quell’angelo.

Con uno schiocco di dita, rimise in sesto il libro, lo chiuse dentro una busta gialla insieme a un bigliettino e fece in modo di farlo comparire direttamente sulla scrivania di Aziraphale. Avrebbe tanto voluto vedere la sua faccia nel ritrovare il manoscritto sulla superficie lignea, ma aveva ben altro da fare prima dell’arrivo dell’altro a casa sua – perché sapeva che si sarebbe precipitato da lui una volta lette le poche righe scritte nero su bianco e doveva farsi trovare pronto.

 

“Ho ritrovato il tuo preziosissimo libro. Era tra i miei rifiuti e rischiava di fare davvero una brutta fine. Devi stare più attento alle tue cose, angelo. Cominci ad essere sbadato; sarà l’età che avanza?”

 

N° Parole: 1174

   
 
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