Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: bridgetvonblanche    10/11/2021    0 recensioni
[bts crime/noir au]
«Volevo davvero riuscire ad odiarti per aver pensato a cosa fosse meglio per me quando eri tu il meglio per me»
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BLACK INK.

 
[18]

 

 

Erano trascorse tre settimane dall'assalto delle forze di polizia di Seoul al Black Ink, che avevano portato all'arresto di Kim Young e della maggior parte dei suoi seguaci. Ventuno giorni di inferno per Kim Namjoon e Kim Taehyung, che insieme - come capo della polizia e procuratore in carica - avevano dovuto partecipare e testimoniare al processo per mettere una volta per tutte la parola fine a quella brutta storia e far archiviare il caso con una pena di trent'anni di carcere per il padre del giovane procuratore, finalmente in manette. Cinquecento quattro ore da quell'incidente che aveva costretto Jungkook ad un lettino d'ospedale e a qualche noiosa ma necessaria seduta di riabilitazione per rimettere completamente in sesto la propria gamba, mentre la sua mente ed il suo cuore erano rimasti al momento in cui una ragazza di nome Kim Jieun aveva finalmente confessato di amarlo. Trentamila duecento quaranta minuti che comunque non erano bastati invece a Jieun per cancellare dalla sua mente il ricordo di quelle immagini che, puntualmente, ogni notte, tornavano a torturarla, facendole perdere il sonno e togliendole le forze. Le uniche motivazioni che ogni mattina ancora la convincevano ad alzarsi dal letto erano riuscire ad assistere al processo contro Kim Young e poi, dal tribunale, farsi una passeggiata a piedi fino all'ospedale più vicino solo per accertarsi delle condizioni di Jungkook. Anche se, di tutte le volte che era andata a trovarlo, solamente in un paio di occasioni i due erano riusciti a scambiarsi qualche battuta, grazie soprattutto al tempestivo intervento di Jimin e Yoongi che non mancavano (come lei) a nessuna visita. La maggior parte delle volte che Jieun arrivava davanti alla sua stanza qualcosa si aggrovigliava nel centro del suo petto, costringendola ad accontentarsi di vedere Jungkook sorridere all'infermiera di turno o guardando anime davanti allo schermo di un televisore. E le poche volte che Jieun aveva trovato il coraggio di entrare in quella stanza aveva dovuto lottare con ogni suo muscolo per non sembrare né invadente né troppo distaccata. Non voleva parlare di quello che era successo e di ciò che aveva detto in presenza degli altri e, soprattutto, non quando Jungkook era ancora sotto osservazione in ospedale. Continuava a ripetersi che ci sarebbe sicuramente stato il modo e l'occasione giusta anche se, nel frattempo, erano trascorsi ventuno giorni e quella stretta al petto cominciava davvero a pesare come un macigno.

Continuava a ripeterselo Jieun, ascoltando per ore ed ore podcast motivazionali nella vaga speranza e convinzione che, in quelle parole, avrebbe trovato il coraggio per sostenere gli sguardi (di qualunque natura essi fossero) di Taehyung e Jungkook: con entrambi ormai sapeva di avere un conto in sospeso da troppo tempo e che ormai non era più possibile procastinare, per il bene di tutti. Ma per quanto si fosse convinta di aver già fatto la sua scelta, la parte razionale della testa di Jieun si risvegliava di tanto in tanto per farle capire che doveva ancora parlare ai diretti interessati.

Persa in queste filosofiche elucubrazioni della sua mente, la giovane detective venne risvegliata dal suo stato catatonico solamente quando, sdraiata da ben più di qualche ora sul suo letto ancora sfatto, non avvertì qualcuno suonare alla porta di quell'appartamento che condivideva insieme al fratello Namjoon.

— Nam puoi aprire tu per favore? Manca un minuto alla fine di questo podcast, — gridò lei dalla camera al piano superiore, sapendo perfettamente che, per sua pigrizia, Namjoon avrebbe dovuto alzarsi al posto suo e andare ad aprire.

— Jieun, è per te, —

Solo alla telegrafica e atona risposta del fratello, la giovane si sentì vagamente in colpa per averlo fatto alzare dal divano del salotto costringendolo ad appoggiare chissà quale nuovo libro solo per accontentare le sue sciocche motivazioni. Ma il senso colpa provato per Namjoon non avrebbe in alcun modo potuto sostenere quello provato da Jieun una volta scese le scale che dalla sua camera portavano all'ingresso della casa.

Kim Taehyung se ne stava al centro del corridoio in un elegantissimo completo grigio, un colore che metteva in risalto non solo la sua pelle, ma anche quei grandi occhi a mandorla e quei capelli corvini, tenuti ordinatamente in una perfetta piega. Tra le mani, il giovane procuratore stringeva uno splendido mazzo di fiori bianchi.

— Ciao Jieun ecco io-, io ero nei paraggi, — esordì il giovane procuratore, cercando di camuffare in qualche modo l'imbarazzo dovuto al motivo della sua inaspettata visita.

— Lo vuoi un caffè? —

Riprese il proprio coraggio tra le mani solo quando Namjoon, dalla cucina, non gli offrì l'assist perfetto per tornare a schiarirsi la voce e far si che Jieun tornasse a guardarlo in quegli stessi occhi che troppo a lungo le avevano nascosto bugie e menzogne, piccole o grandi che fossero.

— Un the sarebbe perfetto, ti ringrazio, —

— Questi sono per te, — asserì quindi, in tono molto più delicato, porgendo quello splendido mazzo nella direzione di Jieun che, questa volta, sollevò lo sguardo verso di lui solo per poterlo chinare nuovamente poco dopo in gesto di ringraziamento.

Una scossa percorse tutto il corpo di Taehyung nel momento in cui le mani di lei sfiorarono le sue e un timido, — Accomodati ti prego, — non uscì dalle sue labbra così soffici che ancora il giovane desiderava poter assaporare.

In quei brevi istanti che seguirono la loro camminata verso il salotto, Taehyung sperò con tutto sé stesso che Namjoon facesse qualche danno in cucina durante la preparazione del thè per potersi prendere ancora del tempo prima di iniziare un discorso che non sapeva dove lo avrebbe portato realmente. E invece questa volta il giovane procuratore dovette arrendersi al fatto che il tempismo non fosse proprio dalla sua parte: Namjoon si affacciò sulla soglia del salotto il tempo necessario affinché Jieun potesse riempire un vaso con dell'acqua fresca per poi immergere quel bel mazzo di candidi fiori che, sapeva, Taehyung aveva comprato solo pochi minuti prima di arrivare davanti al suo portone di casa per paura che, durante il tragitto, potessero in qualche modo appassire.

— Sono bellissimi, — fu il miglior ringraziamento che Jieun potesse fargli, facendo seguire a quelle parole uno dei sorrisi più aperti e sinceri che Taehyung le avesse mai visto dipingersi sul volto.

— Non avrei mai potuto presentarmi a mani vuote, —

Una volta dopo aver servito loro il caffè, Namjoon decise di lasciare la stanza con solo un vago sospetto di quello che Taehyung avrebbe detto di lì a poco. Si avvicinò quindi a lui solamente per poggiare una mano sulla spalla del più giovane che ricambiò quel gesto d'intesa con un semplice sorriso. Quella fu la scossa definitiva che permise al giovane procuratore di appoggiare la tazza di quel thè nero ancora bollente sul piccolo tavolo di vetro del salotto di casa Kim per schiarirsi la voce e tornare così a prendere parola.

— Lascio la centrale di polizia di Seoul, —

Per poco Jieun non fece rovesciare l'interno contenuto della tazza su sé stessa o, peggio ancora, sull'antica poltrona in pelle sulla quale aveva preso posto per poter stare di fronte a Taehyung. Sul suo volto sorpreso vi erano impresse mille domande sul perchè e sul come lui fosse arrivato ad una conclusione del genere, tutte domande a cui il giovane era già pronto a rispondere precedendo qualsiasi richiesta di spiegazioni da parte della ragazza, ancora incredula di fronte a lui.

— Dopo la storia di mio padre ho deciso di dimettermi.. Ho intenzione di aprire una galleria d'arte, —

— Una galleria d'arte? — la domanda sinceramente incredula di Jieun non fece altro che suscitare in Taehyung una leggera risata, che però egli stesso fu costretto a contenere portandosi una mano davanti alla bocca. E, come se anche questa volta fosse riuscito a leggerle nella mente, il giovane cercò di trovare una spiegazione che rasentasse il razionale per giustificare una mossa apparentemente cosi azzardata.

— A causa dei nostri impegni di lavoro non sono mai riuscito a portarti ad una mostra.. Però, anche se non si direbbe, il mondo dell'arte mi affascina e mi intriga, quindi ho deciso di investire così il mio tempo e il mio denaro nel prossimo futuro, —

— Wow, riesci sempre a sorprendermi Kim Taehyung, — era sempre stato così, per Kim Jieun. Forse era stato il suo carisma, o forse il suo modo di fare, o ancora la sua eleganza nelle parole e nei gesti, che Kim Taehyung l'aveva fatta innamorare. E, con ogni probabilità, se non fosse successo tutto quello che in questi mesi entrambi avevano dovuto sopportare e superare, probabilmente ora sarebbero stati alle prese con gli ultimi preparativi del loro matrimonio invece che parlare di gallerie d'arte davanti ad una tazza di thè bollente come due perfetti sconosciuti.

— Forse sarai ancora più sorpresa di sapere che la mia galleria verrà aperta al posto del Black Ink, —

Non era sua intenzione far sparire quel bellissimo sorriso dalle labbra di Jieun, eppure Taehyung ci era riuscito perfettamente nominando solo quelle due parole. Due parole che erano state sufficienti per far dimenticare a Jieun persino come respirare. Forse, tra tutti quelli che ci erano passati nel corso degli anni, alla fine era stata lei ad aver instaurato un legame quasi viscerale con quel posto che, evidentemente da poco, aveva cambiato ancora una volta il suo proprietario.

Jieun avrebbe voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa. Anzi, lo stava per fare davvero, anche se in realtà probabilmente dalle sue labbra non sarebbe uscito altro che un profondo respiro. Ma, anche in questo caso, venne fermata da ogni suo intento proprio da Taehyung che prese parola ancora una volta, interrompendo ogni suo tentativo di cercare di trovare una spiegazione logica alla conversazione.

— No ferma Jieun, ti prego, so cosa hai pensato non appena dalla mia bocca sono uscite le parole Black Ink, — la informò il giovane ancora seduto di fronte a lei, gli occhi questa volta ridotti ad un paio di minuscole fessure, — Dio, ho provato questo discorso per giorni, ma adesso che ti vedo qui davanti a me faccio davvero fatica a ricordare anche solo come mi chiamo, — fu tutto quello che, al momento, riuscì ad aggiungere, costringendosi poi ad alzarsi in piedi ed iniziare a camminare nervosamente da un lato all'altro della stanza per secondi che parvero interminabili.

— Taehyung, —

Avrebbe macinato volentieri altri due o tre chilometri prima di trovare il coraggio per affrontare di nuovo lo sguardo dolce e perso della ragazza ancora immobile sulla poltrona, ma gli era bastato sentir pronunciare da Jieun il suo nome per fargli rendere conto che il tempo ormai non era più dalla sua parte e che questa era davvero la sola ed ultima occasione che gli era rimasta per dire tutto quello che la sua mente aveva partorito nel corso di tutti quei giorni in cui le era stato distante.

— Ascoltami Jieun, esiste una differenza enorme tra il grande amore, e quello vero, — iniziò quindi il suo discorso, cercando per quanto possibile di essere convincente non solo per lei, ma soprattutto per se stesso, — Io ti amo, ti amo con tutto me stesso, ma ho capito che quella con Jungkook è la tua occasione per essere felice e adesso pensi di non meritartela perchè con me non l'hai mai avuta veramente, — non era sicuro di essere riuscito a dire quelle parole con la sincerità che avrebbe voluto trasmettere a Jieun ma, mai come in questa occasione, Taehyung si era reso conto di quanto fosse umano e difficile provare questo genere di sentimenti tanto forti quanto contrastanti.

In casi come questi, nonostante tutta la buona volontà, Kim Taehyung avrebbe voluto eliminare la poca distanza che ancora lo separava da Jieun per stringerla in un caldo abbraccio. Ne aveva bisogno, come una macchina che necessita della benzina per funzionare. Eppure, per qualche strana ragione, sentiva di non meritarselo.

— Tu devi vivere la tua favola, ogni giorno della tua vita, — proseguì quindi, il fiato improvvisamente corto come se avesse appena finito di correre una maratona e la voce quasi rotta, — E chiaramente io non sono il tuo lieto fine, lo capisci vero? —

Non era una domanda la sua. Taehyung voleva solo che quelle parole entrassero nella testa di Jieun e nella sua per rimanerci. Non voleva procurarle altro dolore ed era perfettamente cosciente dei sentimenti della sua (ormai quasi ex) ragazza nei confronti di Jungkook. Eppure, era come se Taehyung avesse preparato quel discorso più per se stesso che non per lei.

— Taehyung, —

— No ascoltami, — si prese una piccola pausa solo per riflettere ancora per un istante sulle prossime parole da rivolgerle, — Non è vero che non ami Jungkook, solo che sei "bloccata" in questo passato che ci tiene ancora legati, perchè la nostra storia non è finita perchè finora forse non lo abbiamo voluto, —

Fece finta di non aver sentito la voce flebile di Jieun richiamarlo all'attenzione perchè Taehyung era perfettamente consapevole che se avesse sollevato lo sguardo e l'avesse guardata negli occhi, probabilmente non sarebbe riuscito a concludere nulla di ciò che si era prefissato bussando alla sua porta quel pomeriggio.

— E allora perchè sento che questo è un addio? —

— Perchè è così Jieun, —

Taehyung aveva sempre odiato iniziare un nuovo capitolo nei libri. Per lui era come leggere una nuova storia dall'inizio. Il capitolo nuovo lo spaventava perchè l'idea di non sapere cosa fosse successo ai protagonisti di una storia, il non sapere se li avrebbe ritrovati una, due, dieci pagine più avanti lo tormentava a tal punto dal costringerlo a lasciare dei romanzi a metà per "paura" di rimanere deluso o ferito da ciò che avrebbe potuto leggere e vivere proseguendo nella lettura. Mai avrebbe pensato che chiudere la sua storia con Jieun gli avrebbe provocato un dolore cento volte più forte di quello legato a qualsiasi romanzo lui avesse mai letto.

— Ti sto dicendo addio perchè voglio che tu sia felice, lo sia veramente, — da questo momento, Taehyung non avrebbe mai più potuto tornare sui suoi passi e forse aver raggiunto questa consapevolezza gli diede le ultime forze per chiudere il proprio discorso a modo suo, — Ma lo sto facendo anche per me, perchè se non lo faccio ora non credo avrei più le forze per lasciarti andare via, —

Se Jieun lo avesse baciato in quel momento.. Anzi no, gli sarebbe bastata una sua carezza, un suo "aspetta" per far crollare tutta quella corazza che Taehyung si era costruito con fatica con le sue stesse mani, per farlo cedere come un castello di carte, per farlo desistere da mettere quel punto che gli avrebbe permesso di voltare pagina ed iniziare davvero un capitolo nuovo della sua vita. Gli sarebbe bastato solo questo, così poco, e per un solo, maledetto secondo Taehyung chiuse gli occhi pregando per quel miracolo. Poi, riaprendoli, fu solo semplicemente grato a Jieun per essere rimasta fedele a sé stessa anche quando lui avrebbe volentieri voluto cedere.

C'era ancora una cosa però con cui non aveva fatto i conti. Un oggetto piccolissimo ma dal valore affettivo inestimabile era ancora ancorato all'anulare della mano sinistra di Jieun che, per non farsi vedere visibilmente commossa dalla parole di Taehyung, inavvertitamente aveva portato proprio quella mano sul viso, rendendosi a sua volta conto della presenza, adesso ingombrante, di quel piccolo ma scintillante oggetto.

— Oh, io dovrei- devo restituirti questo, — Jieun fece per togliersi l'anello dall'anulare, ma venne fermata dalla mano di Taehyung che, delicatamente, si posò sulle sue - decisamente più piccole -, nel tentativo di farla desistere dal compiere quel gesto.

— Non potrei mai rivolerlo, quell'anello l'ho regalato a te quindi è e sarà sempre tuo, — le confessò in tono fermo e quantomai deciso, senza però dimenticare di allargare le sue labbra in un dolcissimo sorriso, — Ma puoi sempre rivenderlo, so che all'epoca ti eri informata per conoscerne il valore, — aggiunse poco dopo, avvicinandosi al suo orecchio ed abbassando volutamente il tono di voce, per cercare di farla sentire in colpa o forse, per bearsi ancora una volta del dolce profumo della sua pelle e dei suoi capelli prima di allontanarsi definitivamente da lei, lasciandole andare le mani.

— Non è vero! — fu tutto ciò che Jieun potè permettersi di replicare, cercando di nascondere il senso di colpa che si era impossessato delle sue guance, facendole diventare più paonazze di quanto volesse far credere.

Per questo, e per tutta quella serie di motivi che li avevano portati fino a quel punto, in quel pomeriggio d'inizio primavera Jieun si liberò della presa di Taehyung su entrambe le sue mani solo per avere l'opportunità di potergli cingere la vita con entrambe le braccia e, finalmente, stringerlo in quell'ultimo, caldo abbraccio che Taehyung tanto aveva desiderato.

— Aspetta Tae, presto ci sarà il karaoke per-, — non ebbe il coraggio di pronunciare il nome di Jungkook davanti a lui, non dopo tutto quello che si erano appena detti. Sapeva che Taehyung aveva capito cosa volesse dire ma, come se fosse finito un incantesimo, Jieun venne drasticamente riportata alla realtà, una realtà nella quale Hoseok e gli altri stavano organizzando una serata a cui Taehyung avrebbe avuto tutto il diritto di dover presenziare.

— Ho già parlato ad Hoseok della mia decisione, non c'è motivo per cui io debba essere presente e poi.., — prese un profondo respiro prima di aggiungere delle parole che lo avrebbero tormentato ancora per un pó, — Vederti insieme a Jungkook mi costerebbe più che essere venuto fin qui oggi per dirti tutto quello che mai avrei pensato di poterti dire, non odiarmi per questo, — disse in ultima istanza, soffocando un singhiozzo nel vago tentativo di schiarirsi la voce, tentativo che si rivelò essere un totale fallimento perchè, in cuor suo, Kim Taehyung avrebbe voluto che quell'abbraccio durasse per sempre.

— Come potrei odiarti, —

Quelle parole furono sufficienti per convincerlo a sciogliere l'abbraccio, ma solo per permettergli di portare una mano sulla nuca di Jieun e fermarsi un istante ancora per poterla accarezzare con una dolcezza a dir poco disarmante. Sciolto anche quell'ultimo incantesimo, l'ormai ex procuratore si diresse verso la porta, che aprì per la prima volta senza alcun rimpianto, nonostante si fosse reso conto solo a contatto con la fresca brezza primaverile di quanto umide fossero le sue gote.

— Taehyung? Grazie, di tutto, —

Non si voltò per ringraziarla a sua volta né si permise di farlo, perchè sentire la voce di Jieun tremare, rotta dai singhiozzi, sarebbe stato un colpo troppo basso per poterlo sostenere. Il solo pensiero che lei stesse piangendo e lo stesse facendo per lui sarebbe stato sufficiente per eliminare il ricordo del suo volto sorridente che invece era tutto ciò che lui avrebbe voluto portare con sè per sempre. Si chiuse quindi la porta alle spalle Kim Taehyung, facendo poi il suo primo passo verso quel nuovo capitolo della sua vita da cui troppe volte era fuggito e che invece adesso era pronto ad affrontare a testa alta.

 

 

 

a/n 

anneyeong haseyo! 👋🏻

ci siamo: queste sono le battute semi-finali, il prossimo capitolo infatti sarà l'epilogo di questa luuunghissima long (lol)

ho pensato che taehyung e jieun dovessero avere il loro momento per chiarirsi e fare pace con i loro sentimenti: forse non farà loro giustizia, ma sono contenta di essere a mio modo riuscita a far si che la loro storia finisse "in pace" (per chi mi conosce, sa che spesso e volentieri i miei protagonisti non fanno una bellissima fine ahahah)

detto questo evaporo, ma noi ci rivedremo la prossima settimana per il GRAN FINALE! <3

borahae

bvb

  
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