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Autore: Daani82    10/11/2021    0 recensioni
Il vento canta tra le macerie del mondo, una debole luce rossastra si spande su lande desolate, qualcuno cammina dove tutto è morto.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ancora un passo.
Logori sandali di cuoio scuro avvolgono il piede pallido e scheletrico, sembrano antichi come il mondo.
Ancora un passo.
Il piede affonda nella polvere che si insinua tra le dita ossute,scivola sotto la pianta e si incastra tra le cinghie della calzatura graffiando come carta di vetro la pelle sottile, ma quello che cammina non sente più il dolore da molto tempo, è in un altro luogo.
Ancora un passo.
La figura si muove lenta avvolta in un mantello scuro, la schiena curva sotto il peso degli anni. Ormai solo un ombra tra le ombre di quel mondo di macerie.
Ancora un passo.
Londra, New York, Roma, Mosca. Potrebbe aggirarsi in una qualsiasi di queste grandi città  non farebbe alcuna differenza: tutto è¨ perso. Da molto tempo ormai i fuochi si sono spenti e la cenere si è raffreddata coprendo tutto con un manto di neve nera.
Ancora un passo.
Una pallida luce rossastra si spande tutt'attorno su quel paesaggio marziano, una luce uniforme e debole, una luce che non scalda i cuori e non porta la vita.
Neanche il sole di mezzogiorno riesce a penetrare la spessa coltre di nuvole grige e tossiche che si stendono da un orizzonte all'altro. Fa caldo: l'effetto serra ha reso il pianeta un forno, la vegetazione è quasi totalmente estinta e l'acqua praticamente introvabile.
Ancora un passo.
Solo il vento continua a cantare tra le rovine dell'umanità, scivola tra le macerie, accarezza vecchi muri e fischia tra le carcasse delle automobili. Non si sentono più gli uccelli cantare, nè i gatti miagolare, nessun bambino che gioca o piange, nulla: solo il vento che soffia.
Ancora un passo.
Ancora cenere nera e leggera che si alza in una nuvoletta scura, una nuova impronta che si somma alle molte che si sta lasciando alle spalle. Un nuovo segno che presto verrà  cancellato dal vento. Non esiste più nessuno che possa ricordare cosa ha scatenato l'olocausto nucleare, nessuno che possa ricordare quanto tempo sia passato: un anno, dieci anni o cento anni non cambierebbe niente. Anche se ci fosse qualcuno non avrebbe nessuno a cui raccontare la sua storia.
Ancora un passo.
Un uomo giace tra i cumuli di macerie annerite, la testa appoggiata su quello che resta di un muro, si riescono ancora a indovinare i graffiti che lo decoravano. La polvere scura ha parzialmente coperto il suo corpo; dai cumuli escono gli arti scheletrici ricoperti da pesanti stracci, la pelle della faccia è tirata sul cranio come pelle di tamburo, sulle parti di corpo esposte si vedono ampi arrossamenti e pustole causate del caldo e dalle radiazioni. Il respiro è debole: solo un lento regolare sibilo leggero.
Ancora un passo, l'ultimo.
La figura scura si ferma ai piedi dell'uomo, tende una mano verso lui.
Lentamente, con una fatica enorme questo apre un po' gli occhi solo per poi richiuderli subito dopo. Fa un lungo respiro che sembra l'ultimo; poi un altro. Riapre gli occhi e guarda la figura scura che incombe su di lui. Una scintilla di gioia balena sul suo sguardo arido.
Le labbra secche si schiudono per far uscire un sussurro: -Mamma-
Lentamente si mette a sedere come una marionetta mossa da una mano invisibile. -Mamma- Ora la voce è più forte e decisa, le labbra si stendono in un largo sorriso e si colorano di sangue dove si lacerano per la tensione a cui non sono più abituate.
-Mamma, sei venuta a prendermi finalmente! E' tanto che la scuola è finita e sono qui fuori ad aspettarti. Ho avuto paura che non tornassi. Mi porterai alle giostre vero? Voglio lo zucchero filato!-
Quello che cammina resta immobile ,tende sempre la mano all'uomo che ora sembra ritornato alla vita. Gli occhi dell'uomo steso ora brillano di pura gioia.
-Allora vengo!- disse l'uomo afferrando la mano che gli è stata offerta.
-Ti voglio bene Mam-
Le ultime parole pronunciante sulla terra restano sospese per un istante, congelate in un attimo che sembra eterno, danzano nell'aria, rimbalzano sulle macerie turbinano insieme alla polvere nera e poi rimane solo il continuo fischiare del vento.

   
 
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