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Autore: MaryFangirl    11/11/2021    1 recensioni
Kai ha sempre amato Takao, ma sa che è impossibile che Takao ami lui. (Kai/Takao)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Kei Hiwatari, Takao Kinomiya
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Martedì mattina. Aeroporto.
La limousine nera che lo aveva lasciato lì era sparita da tempo e Kai si era diligentemente diretto al check in per far imbarcare i suoi due bagagli. Ciò avvenne in modo più rapido ed efficiente di quanto si fosse aspettato, e poco dopo il giovane era seduto al terminal, in attesa della chiamata per salire sull’aereo.
Il volo avrebbe impiegato due ore da quella parte del Giappone fino all’aeroporto vicino alla città di Takao. Solo due ore...ma sapeva che sarebbe sembrata un’eternità. Rispetto all’ora o due trascorse con Takao, quelle parevano sempre passare in pochi secondi, come i granelli di sabbia in una clessidra che gli ricadevano addosso, muovendosi troppo velocemente per poterli trattenere.
 
E non posso trattenerlo, pensò Kai disperatamente. Mi è scivolato tra le dite perché, nonostante i tanti anni in cui lo conosco, non l’ho mai lasciato avvicinare. Non ho mai permesso a nessuno di avvicinarsi.
 
L’universo, apparenemente, ha uno strano modo di far comprendere gli errori. Si parte nella vita con un obiettivo in mente e si lavora per raggiungerlo, a volte con impegno, a volte anche con fortuna, per riuscire finalmente a realizzarlo. Ma, giunti alla destinazione finale, quello che si stava cercando, è stato raggiunto percorrendo così tante strade migliori e oasi lungo la strada, che porta a non apprezzare più quello che si è trovato.
 
Tutte quelle volte in cui si era impedito di aprirsi a Takao e agli altri, aveva ignorato ciò che il suo cuore diceva fosse giusto preferendo quello che riteneva di dover fare.
 
Quindi forse tutti quegli ostacoli e difficoltà gettati nel tragitto che si percorre sono inviati dall’universo che costringe a prendere strade e scorciatoie diverse, modificando il destino in qualcos’altro.
E forse c’è qualcuno al mondo che ha lo scopo di mostrare qual è la strada migliore da percorrere.
 
La mano di Kai si infilò nel taschino della giacca, avvertendo i bordi taglienti dell’invito al matrimonio premere sulla punta delle dita.
 
Takao...avrei dovuto ascoltarlo, ascoltare tutti, molto prima.
 
La presa si strinse sulla carta.
 
Ho desierato la perfezione e il potere, ma ora che li ho, non significano nulla se non ho te...
 
Improvvisamente i pensieri di Kai furono interrotti quando una voce si fece spazio nel brusio del terminal. Gridò qualcosa di simile a, “Kai!”, ma non poteva essere corretto; perché una persona a caso avrebbe dovuto chiamarlo? E in un aeroporto, per di più?
 
“Kai! Kai, sei tu?”
 
Kai si voltò verso la voce e vide un giovane con corti capelli castani, più o meno della sua età, che si muoveva tra la folla e lo salutava come un pazzo.
 
Chi è questo tizio?, Kai strinse gli occhi per esaminarlo. Sembrava familiare.
 
“Ehi!” l’altro giovane era finalmente riuscito a superare la folla e si fermò di fronte a Kai, che era seduto, cercando di riprendere fiato. “Wow...ciao! Sono Yuuya, ricordi? Della scuola privata?”
 
Ecco chi è, pensò Kai inclinando la testa verso il suo vecchio compagno di classe.
 
“Non ti vedo da una vita! Quanti anni saranno passati, 4 o 5?” esclamò Yuuya. Notando che era ancora in piedi, Kai gli fece cenno di sedersi.
“Oh grazie” il giovane si  accomodò, “Allora come te la passi, Kai?”
 
Era una domanda così semplice, qualcosa che solitamente giustificava un semplice ‘bene’ in risposta. Tuttavia questa volta lui non fu in grado di concederlo. Niente andava bene. Tutto era sbagliato. E un silenzio imbarazzante si formò tra loro. Yuuya decise di cambiare argomento.
 
“Io sto andando a New York! Tu dove sei diretto?”
“La costa” rispose Kai seccamente.
“Affari o piacere?” sorrise Yuuya.
L’espressione di Kai divenne vagamente acida. “Nessuno dei due”
“Oh! Mi dispiace, Kai...” il giovane sembrava estremamente dispiaciuto, “è per un funerale?”
“Matrimonio” Kai pronunciò il termine senza emozioni.
“Oh...” Yuuya si appoggiò allo schienale e studiò con cautela il suo ex compagno di classe. C’erano leggere borse sotto i suoi occhi e tutto il suo corpo era teso, sul bordo del sedile. La bocca era tirata in una linea retta e sembrava sul punto di alzarsi e andarsene. In breve, aveva l’aria completamente stressata.
 
Schiarendosi la gola, Yuuya parlò ancora una volta sperando di mettere più a suo agio l’altro. “Non preoccuparti, Kai, il matrimonio è una cosa meravigliosa! Non serve impaurirsi”
“Yuuya” sospirò Kai, “non sono io che mi sposo”
“Ah...io-” annaspò Yuuya imbarazzato per la sua gaffe. “Errore mio. Se non ti dispiace la domanda...chi è? Insomma, sembri un po’ giù”
Soppesando le probabilità sul rivelare o meno qualcosa, Kai decise semplicemente di ridurre la quantità di chiacchiere che gli venivano sparate addosso.
“Takao”
 
Aveva pronunciato il nome che rappresentava una persona così profondamente. Era radicato dentro di lui, ma era passato così tanto tempo dall’ultima volta che ne aveva parlato con qualcuno, che aveva un sapore estraneo. Dirlo ad alta voce aveva anche reso il concetto di matrimonio fin troppo reale e inaspettatamente Kai fu colpito dall’idea che la situazione non fosse un’orribile visione. Era la realtà e nessuna quantità di sogni per un futuro diverso l’avrebbe cambiata.
 
“Takao?” Yuuya sembrò perplesso per qualche momento prima di spalancare gli occhi, consapevole. “Il tuo amico della vecchia squadra, i BBA!” il giovane rise, “capisco perché sei preoccupato. Ventitré anni è un’età un po’ troppo giovane”
Sul sedile di fronte a lui, Yuuya notò un leggero cambiamento nell’espressione di Kai. “Preoccupato che la futura sposa non sia abbastanza per il tuo vecchio amico?”
“Qualcosa del genere”
“Non preoccuparti, Kai” Yuuya si alzò e prese la carta d’imbarco dalla tasca del cappotto. Fece un cenno con il capo a Kai, “sono sicuro che sarà una donna fantastica”
 
È quello che temo, pensò Kai mentre chiudeva gli occhi, senza guardare il ragazzo che se ne andava.
 
^ ^ ^ ^
 
So che dovrò dimenticarlo quando tutto questo sarà finito.
Takao probabilmente metterà su famiglia e io continuerò a dirigere la mia azienda e non dovremo mai più incontrarci. Ma...pur riuscendo a cancellare ogni ricordo di lui forse per una settimana, un mese o al massimo un anno...mi ha lasciato addosso una cicatrice che non svanirà mai.
A miglia di altezza da terra, volando verso questa conclusione, le assistenti di volo con i loro sguardi civettuoli non attireranno mai la mia attenzione. Lui c’è sempre, dietro i loro occhi, provocandomi con gli ‘e se’ e dandomi speranza.
 
Entrando nella mia stanza d’albergo nella capitale, svuoto le tasche sulla scrivania e l’invito al matrimonio si rovescia su tutto. È divertente pensare che un pezzo di carta abbia tanto controllo su di me...
Ho chiesto all’hotel di chiamarmi un taxi e sto uscendo, verso l’ascensore e l’atrio.
 
^ ^ ^ ^
 
Il costoso taxi si infilò in strada, lasciandosi dietro l’albergo. L’auto attraversò Tokyo, in mezzo ad alti edifici di metallo e vetro che sembravano aumentare sempre di più ogni anno. A poco e poco gli edifici si abbassarono e il taxi si fermò davanti a un dojo. Il dojo di Takao.
Dopo aver pagato l’autista ed essere sceso dall’auto, Kai attraversò il cancello e si ritrovò inconsciamente a rallentare i passi. Quel posto appariva quasi esattamente lo stesso di tanti anni prima. Alcune parti sulle pareti di pietra erano state rifatte e le piante erano diventate molto più indisciplinate, ma a parte questo, il dojo della famiglia di Takao era relativamente intatto e immutato.
 
Non farti ingannare, si disse Kai, solo perché sembra lo stesso non significa che anche Takao sarà uguale.
 
Durante il viaggio si era preparato agli scenari peggiori. E se Takao non avesse voluto vederlo? O se lo avesse completamente ignorato durante il suo soggiorno in favore della sua fidanzata? L’idea che la seconda opzione potesse essere vera era insopportabile.
Era stata la decisione giusta? Sarebbe stato così facile ricadere nella vecchia routine di allontanarsi dal suo dolore. Il taxi era ancora accostato al marciapiede, poteva semplicemente risalire e andarsene...ma se non avesse visto Takao un’ultima volta prima di perderlo per sempre, Kai era sicuro che se ne sarebbe pentito per il resto della sua vita.
 
Suonò il campanello.
  
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