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Autore: sg199885    12/11/2021    6 recensioni
STORIA INTERATTIVA (ISCRIZIONI MOMENTANEAMENTE CHIUSE) Una nuova minaccia grava sul mondo: due perfidi cattivi, da far impallidire Papillon, stanno cercando il miraculous che spezza i sortilegi per liberarsi dalla loro prigionia.
La custode dei miraculous che vive in Italia sta cercando nuovi portatori per la battaglia imminente.
Chi saranno i nuovi eroi di Roma? Sarete voi a deciderlo!
"...io sono l’ultima superstite della mia generazione, e per far sì che i poteri degli altri due custodi assopiti si risveglino devo creare una situazione di pericolo: l’assenza di almeno uno dei tre custodi; per essere più chiara, per permettere a voi eroi, di trovare il libro magico che vi permetterà di scoprire tutti i vostri poteri e le profezie antiche che vi guideranno nella vostra battaglia, io devo andare incontro alla morte.-
- allora non è stata uccisa, si è sacrificata… - dedusse la più piccola mentre già le lacrime le rigavano il volto.
- non piangete per me, ho avuto una vita lunga e piena, e non escludo di poterci incontrare ancora una volta… non dimenticate una cosa, giovani guerrieri della giustizia: finché resterete insieme, finché combatterete come una cosa sola, nessun nemico potrà sconfiggervi! – li incoraggiò, - rendetemi fiera di voi!"
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IN THE PREVIOUS CHAPTER:

Dopo la dura sconfitta da parte delle stelle malefiche, per i nostri eroi è doloroso ripartire, tra insicurezze, rancori e amori finiti, ma grazie all’intervento provvidenziale di Simba Wa Moto nella giovane Luna si risveglia lo spirito battagliero e la cara Leevy torna a casa.
Intanto la perfida Dama Nera scopre che non è sufficiente il potere della colomba per liberarsi e, per una sfortunata successione di eventi, Matteo scopre le identità segrete della Miracle Squad.

 
CAPITOLO 13:

LA CURA

 
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai
 
 
Matteo si chiuse la porta della cella frigorifera alle spalle, ansimando, mentre fuori suonavano ancora le note di quella stupida e melensa canzoncina. Aveva bisogno di fermarsi e riprendere fiato, e soprattutto di metabolizzare ciò che aveva visto e dedotto.
Non ci poteva credere, li aveva trovati, ora li teneva in pugno.
Si… ma che avrebbe dovuto fare? Dov’era Edenn quando gli serviva la sua geniale cattiveria?
- non credo sia il clima adatto a voi mammiferi senza pelo… specie per te che ti togli anche quel poco che hai… - gli rivolse la parola il suo Kwami uscendo dal suo nascondiglio.
- grazie del consiglio Crisomallo, ma non accetto pareri sulla depilazione da un caprone! – gli rispose a tono il moretto, - e ora taci, devo pensare! –
- non penseresti neanche se intorno a te ci fosse il silenzio cosmico! – lo prese in giro la creaturina, - spero per te che tu non abbia davvero intenzione di usare ciò che hai visto come un’arma! – lo minacciò.
- e a te cosa interessa? E poi come fai a saperlo se stai sempre chiuso qui dentro?! – chiese confuso ed indignato Matteo.
- o qualche migliaio di anni più di te, ho i miei trucchi. Stai già usando il nobile potere dell’ariete per fare del male, non abbassarti anche a questo! Un vero guerriero non attacca alle spalle un nemico disarmato! – gli ricordò facendosi immediatamente serio.
- grazie per la perla di saggezza, ma ne faccio a meno. – lo zittì il ragazzo voltandogli la schiena e facendo per uscire, effettivamente si stava ghiacciando il culo lì dentro. Spinse la maniglia ma la porta non accennava a volersi aprire. Gridò aiuto ma nessuno pareva sentirlo, maledetta musica del cazzo.
Era in un bel casino.

***

Arrivato nell’appartamento che condivideva con alcuni compagni di corso, Astreo sentì improvvisamente la testa girare, lo stomaco chiudersi in una morsa e un fortissimo senso di nausea assalirlo, tanto che dovette precipitarsi verso il bagno a vomitare e, con orrore, vide il liquido nero e viscoso che aveva espulso da dentro di se.
- Che cavolo mi succede? – rantolò desiderando con tutto se stesso avere Tiffany accanto a se in quel momento.
Quando fu sicuro di reggersi sulle sue gambe, lasciò la presa sulla tazza del water e si sciacquò il viso, ma, quando cercò il proprio riflesso nello specchio, trasalì vedendosi un grosso serpente avvolto attorno alle spalle… urlò e si dimenò fin che non si rese conto di non avere niente addosso, quindi tornò a fissare lo specchio e lo vide ancora lì, muoversi sinuosamente e pericolosamente per avvolgerlo sempre più.
Non sssei stanco di essere sempre quello timido, impacciato, invisibile?
Sussurrò la creatura lambendogli un orecchio con la sua lingua biforcuta.
- Invisibile… - ripeté ipnotizzato il greco.
Tutti ti sssssottovalutano, a stento ti prendono in conssssiderazione, si fanno beffe di te! Tutto perché ti poni da ssssolo dei freni… non vorresti essere finalmente libero dalle tue insssssicurezze, da quel pesante macigno che ti impedisce di emergere?
- Libero… - fece ancora eco il biondino.
Allora vai! Ssssciogli i freni inibitori e vai a prenderti ciò che desssssideri! Basta essere il bravo ragazzo di turno che finisce sssssempre nell’angolo, menti, inganna, approfitta, ruba!
- Ciò che desidero… - sospirò Astreo mentre la testa ricominciava a girare e, prima di svenire, penando al suo più grande desiderio, nel buio emersero due grandi e sorridenti occhi azzurri.


***
 
All’interno dell’oscura cattedrale maledetta, la Dama Nera condensò alcune bolle di energia nere come la pece e le scagliò con violenza contro una parete, che tuttavia rimase intatta come protetta da una barriera invisibile. La donna ringhiò furiosa, - settecento anni in attesa di quella maledetta corona e non è servito a niente! - urlò disperata, - QUEI MOCCIOSI SI SONO PRESI GIOCO DI ME! – sbottò.
- Calmati! – le intimò il Cavaliere di Rubino, - o esaurirai tutte le energie che attingi da quella sciocca mortale! – la mise in guardia.
- ho bisogno di più energia, più potere! – sbraitò la Dama Nera, - ho bisogno di quel libro! – si rese conto, - e quella sottospecie di bambino viziato farà bene a portarmelo quanto prima, altrimenti banchetterò con il suo sangue! -


***
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore
Dalle ossessioni delle tue manie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
E guarirai da tutte le malattie
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te
 
Matteo riemerse da un sonno cupo e senza sogni grazie alla sensazione di qualcosa di freddo ed umido che gli veniva spiaccicato sulla fronte. Provò ad articolare un suono e un forte bruciare in fondo alla gola lo fermò e, mentre cercava di muoversi, si sentì ingolfato da una specie di bozzolo caldo fatto di coperte. Aveva gli occhi talmente gonfi che non riuscì subito a mettere a fuoco dove si trovava, sentiva solo un suono cadenzato e metallico, e gli ci volle un po’ per rendersi conto di essere disteso sul divano del proprio salotto e che qualcuno stava usando un grosso coltello per affettare qualcosa, mentre un buon odore riempiva tutta la stanza.
- ti sei svegliato finalmente! – lo richiamò una voce fin troppo familiare, ormai… e fu così che notò il suo capo che si dava da fare per tagliuzzare verdure che poi metteva in una grossa pentola bollente sull’unico fornello ancora funzionante del piano cottura.
- che cosa ci fai tu qui? – chiese con voce impastata mentre si levava dalla fronte lo straccio umido.
- il brodo di pollo. – rispose semplicemente quello con un’alzata di spalle.
- credo che nessuno mi abbia mai cucinato il brodo di pollo in vita mia… - fece mente locale il moretto mentre si massaggiava le tempie doloranti.
- credo che non ti fosse mai neanche capitato di chiuderti da solo in una cella frigorifera per sbaglio… ti ho ritrovato svenuto, tutto raggomitolato e tremante quando stavo chiudendo il locale. – spiegò con tranquillità Mason. Curiosamente nella sua voce non c’era minima traccia di rancore o risentimento per essere stato “lasciato” da meno di 24 ore, o almeno credeva, per quanto aveva dormito?
- dove sono i miei fratelli? – indago preoccupato.
- dormono, gli ho preparato una carbonara al volo e per poco non si sono addormentati di faccia nel piatto, credo non siano abituati a mangiare carboidrati la sera! – raccontò divertito il più grande.
- non sono proprio abituati a mangiare la sera… - commentò amaramente Matteo distogliendo lo sguardo. - perché fai questo per me? – chiese poi a bruciapelo mentre prendeva in mano l’aspirina ed il bicchiere d’acqua che Mason, dopo aver dismesso il grembiule da cucina, gli porgeva.
- in realtà credo di essermi comportato da stronzo per così tanti anni da aver maturato una specie di debito Karmico, o qualcosa del genere… insomma, non ho intenzione di reincarnarmi in un lombrico o qualche schifezza simile! – ironizzò Mason, - e poi ti voglio bene, lo sai. – concluse più sinceramente.
- lo sai che prenderti cura di me non mi farà cambiare idea su noi due vero? – chiarì Matteo facendosi serio.
- Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare. – gli rispose poeticamente il ragazzo mentre si infilava il cappotto e la sciarpa. – rimettiti presto, e non venire a lavoro, me la cavo da solo, ciao! – concluse avviandosi alla porta che richiuse alle sue spalle, portandosi dietro quella scia di allegria che sempre lo accompagnava e che fece restare Matteo un po’ vuoto e triste, ma lasciando tuttavia di se ancora quel buon profumo di cucinato, che sapeva un po’ di cura.
E per la prima volta, Matteo si chiese cosa volesse dire prendersi cura di qualcuno.


***
Vagavo per i campi del Tennessee
Come vi ero arrivato, chissà
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
Attraversano il mare
 
Andrea aveva appena finito lezione in accademia e si stava precipitando a passo spedito verso il Camilla’s Store, doveva vederci assolutamente chiaro su quello che era successo la sera prima, dato che sia Diego che Fiore si erano volatilizzati prima che potesse indagare.
Arrivata a destinazione, Andrea entrò trafelata nel negozio di abiti, facendo tintinnare la campanella sulla porta; il suono attirò l’attenzione della proprietaria che si voltò e, nel vederla, la mora sbiancò:
- che cavolo hai combinato?! – trasalì vedendo i capelli della rossa freschi di parrucchiere, che sfioravano le spalle e avvolti in morbide onde.
- avevo voglia di cambiamento e ci ho dato un taglio. – scrollò le spalle la stilista senza smettere di sistemare dei capi più primaverili sugli scaffali, l’inverno stava infatti per finire.
- allora ci avevo visto giusto… - sospirò triste la giovane artista.
- che hai visto, un fantasma? – ironizzò Fiore.
- no, ho visto che le cose tra te e Diego non stanno andando bene… - azzardò comprensiva la ragazza-lupo.
- ci siamo lasciati… - ammise la proprietaria fingendo disinteresse, senza smettere di rassettare.
- ehi! – la fermò Andrea, - non devi fingere che vada tutto bene, non con me. – la rassicurò, e fu allora che una lacrima solitaria la tradì. –facciamo così… - cercò di tirarla su di morale, - stasera chiudi prima. – ordinò. –
- perché mai? – chiese scettica la rossa.
- perché stasera usciamo, - le fece l’occhiolino, - serata tra donne. -


***
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi
La bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi
 
Kenny amava Villa Borghese, adorava tutto quel verde in mezzo ad una grande città, dove potersi rilassare e rimanere da solo con i suoi pensieri; e adorava anche mangiare schifezze, per questo stava assaltando un tubo di patatine voracemente; ma la cosa che adorava più di tutto, ea osservare Maya mentre era intenta a fare qualcosa che le piaceva, vederla con quell’espressione crucciata mentre si concentrava, oppure carpire tutte le sfumature del suo viso quando era più rilassato, era il suo Hobby preferito. Certo, non aveva mai dato adito alla sua migliore amica di capire che il suo cuore batteva per lei e lei soltanto, si impegnava con tutte le sue forze a prenderla in giro, ad essere per lei il migliore amico possibile e soprattutto a provarci con quante più ragazze possibile in sua presenza, ma nessuna avrebbe mai preso il suo posto.
- ma riuscirai mai a fare qualcosa di salutare nella tua vita? – lo interrogò l’oggetto dei suoi pensieri, facendo una pausa dai suoi giri di corsa proprio davanti la panchina su cui si era stravaccato bellamente, senza tuttavia perdere neanche un secondo prezioso, infatti subito lo fece spostare per fare stretching.
- la vita è troppo breve per preoccuparsi delle cose salutari. – si giustificò il ragazzo mettendosi seduto, - ancor più breve soprattutto ora che ci siamo imbarcati in questa follia… - constatò ironico.
- io non capisco come tu faccia ad essere così rilassato, - commentò incredula Maya, - tra poco la Custode sarà libera dalla prigionia, e con lei a guidarci cambieremo la faccia della terra! – gli ricordò, emozionata come mai prima era stata.
- esaltante! – la prese in giro Kenny. – e non fare quella faccia, sembri pazza. –
- e tu sei infantile! – lo rimproverò, - una rivoluzione è alle porte e a te sembra che non freghi niente! –
- Maya senti, per quanto ti voglia bene non ho mai fatto mistero su quanto le tue idee mi sembrassero un po’ folli, ma ho sempre rispettato il tuo punto di vista, ma forse non te ne sei resa conto, quella donna è pericolosa! – la mise in guardia l’italo-americano.
- dici così solo perché non capisci, come tutti quanti! Rimanete nella vostra scatoletta come criceti invece di provare a cambiare le cose! – lo attaccò la ragazza, voltandosi stizzita per riprendere la sua sessione di jogging.
Kenny sbuffò e ricominciò a mangiare alzando gli occhi al cielo, discussioni del genere con quell’adorabile pazza erano all’ordine del giorno, non avrebbero mai davvero litigato per quello e lui non avrebbe mai smesso di proteggerla… ma per quanto ci sarebbe riuscito? Non si era mai considerato una persona dall’integerrima legge morale, non gli interessava un fico secco di quanto quella donna inquietante fosse malvagia e quanto male potesse fare al mondo intero, ma Maya… lei era così pure dentro da non accorgersi del pericolo che correva a starle accanto, rischiando di venire tradita e fatta fuori in qualsiasi momento.
Desiderò ardentemente solo di poterle tirare una botta in testa, spiegare le sue ali e portarla via in un’isola deserta.
Solo loro due.

***
 
Mason era nel bel mezzo di una giornata assolutamente frenetica: aveva speso la mattinata per cercare di tamponare il febbrone da cavalo che quel cretino del suo barman/pseudo-ragazzo-chi-lo-capisce-è-bravo, e ora doveva precipitarsi ad aprire il locale sperando di non combinare qualche disastro tutto solo.
Stava praticamente correndo quando voltò l’angolo e passò davanti ad una figura vestita di nero che non registrò subito, poi un lampo nel cervello gli disse qualcosa e decise di fermarsi, voltarsi e osservare meglio: appoggiato mollemente al muro, vestito di anfibi e chiodo di pelle, che soffiava il fumo di una sigaretta lunga e sottile che teneva mollemente tra le dita, un ragazzino biondo lo fissava divertito, un luccichio di malizia negli occhi cerulei contornati di matita nera sapientemente sfumata.
- Astreo?! – notò sconcertato. – wow, che cambiamento! –
- ti piace? – chiese mellifluo il ragazzo, scostandosi dalla parete a cui si era poggiato per venirgli vicino. Molto vicino. Troppo vicino.
- beh ecco io… - farfugliò Mason ad un soffio da quelle labbra piegate in un sorriso divertito.
- l’Astreo che hai conosciuto non esiste più, ho deciso di smussare qualche piccolo dettaglio… - spiegò seducente carezzandogli il petto con un dito.
- chiamalo piccolo dettaglio… - commentò sarcastico il moro, senza tuttavia allontanarsi o respingerlo.
- dovresti essere contento… credevo che questo fosse più il tuo genere… - continuò il suo flirt il biondo.
- beh, veramente… - provò a spiegarsi il maggiore, venendo tuttavia zittito da un bacio inaspettato ed esigente, di quelli che ti lasciano senza fiato e parole.
Ed è esattamente così che rimase Mason, imbambolato come un imbecille, in mezzo ad una strada ad osservare un angelo travestito da diavolo che gli voltava le spalle e si allontanava ridendo sonoramente.

***
 
Dopo tutto quello che le era successo, partendo da un fratello che doveva rivoluzionare la propria vita piombato sul divano di casa sua e finendo in un’amara sconfitta che per poco non era costata cara al mondo intero e passando per un fidanzamento flash rotto per chissà quale motivo, Fiore non avrebbe mai immaginato di potersi, di nuovo, divertire come un’adolescente spensierata. Andrea l’aveva praticamente obbligata a chiudere prima il negozio, vestirsi e truccarsi per uscire insieme a lei, erano andate a fare shopping, poi avevano preso un cono di patatine fritte che principalmente si erano lanciate a vicenda ridendo come due sceme, e infine un enorme nuvola di zucchero filato, rigorosamente rosa, da condividere mentre passeggiavano tra le vie di Roma nel freddo dell’ultima coda d’inverno.
- questo posto non mi piace per niente! – si lamentò Leevy dall’interno della sua borsetta mentre mangiucchiava lo zucchero filato, - non assomiglia per niente ad un nido!
- Leevy tesoro, paragonare i miei capelli ricci ad un nido di uccelli non è una cosa molto carina, sai? – le fece notare la stilista tirando un amichevole schiaffo all’amica che sghignazzava in sottofondo poi, ad un tratto, fece vagare il suo sguardo in giro e si bloccò come attirata da una strana forza magica.
- che ti prende? – chiese curiosa la mora con la bocca piena di zucchero rosa confetto.
- quella cosa è sempre stata lì e io non l’ho mai vista oppure è sbucata dal nulla? – domandò di rimando la rossa indicando una specie di tendone rosso in fondo alla strada, dall’aria misteriosa ed inquietante.
- boh… - rispose ingenuamente l’altra, finendo per essere trascinata, inutili le sue riserve su quanto fosse inquietante, verso quella struttura.
- c’è qualcuno? Possiamo entrare? – chiese Fiore facendo capolino nella tenda, che si era rivelata essere stracolma di tappeti, tendaggi e cuscini dai colori caldi e sgargianti; l’atmosfera etnica era completata da alcune statue di legno di varie misure rappresentanti elefanti, tartarughe e felini e varie maschere da sciamano che le fissavano con quello sguardo vuoto e pauroso.
- salute a voi, vi stavo aspettando. – le salutò una donna seduta al centro della baracca, per terra a gambe incrociate, vestita di un tipico abito ampio e stratificato rosso intenso, decorato con una stola dalla strana fantasia geometrica di colore arancio acceso. Era una giovane donna dalle origini sicuramente africane, come testimoniato dalla pelle molto molto scura, gli zigomi pronunciati, le labbra carnose ed il naso dritto e importante. Gli occhi erano grandi, scuri e molto profondi, dalle lunghe ciglia e sopracciglia ad arco. Pur essendo seduta la sua figura era imponente, Fiore avrebbe giurato dovesse essere almeno di una testa più alta di lei; le sue forme sembravano piccole e sode nonostante l’ingolfo del vestiario, ed i capelli erano avvolti in una specie di turbante scomposto, anch’esso rosso scuro. La cosa che più la colpì di lei, però, erano le varie chiazze irregolari di colore bianco latte che attraversano il suo corpo. Le aveva dappertutto, in ogni parte esposta del corpo, ma quella che attirava di più l'attenzione era la macchia più larga vicino all'occhio sinistro che andava dallo zigomo fino alla fronte, colorando di bianco anche parte del sopracciglio per colpa della depigmentazione. La stilista si ricordò di aver letto da qualche parte su internet che quella condizione si chiamasse vitiligine, o qualcosa del genere…
- ci aspettavi? – indagò sulla difensiva osservandola mischiare un grosso mazzo di carte, con il dorso rosso e il fronte decorato da varie immagini.
- certo, io so leggere nel futuro, accomodatevi. – spiegò con gentilezza la donna indicando due cuscini dinanzi a lei.
- no grazie, abbiamo già la nostra veggente di fiducia… - provò a defilarsi la mora, senza aggiungere “che tra l’altro non mette una strizza assurda come te”, ma l’amica si era già seduta ed osservava con attenzione la strega mentre disponeva in ordine sette carte coperte tra loro due.
-il Mago. – annunciò la strega svelando la prima carta, che raffigurava un mago o un prestigiatore, in piedi davanti al proprio tavolo di lavoro, è raffigurato mentre solleva la sua bacchetta magica. - il mago è colui che è artefice della propria fortuna, che è intraprendente, che agisce, e che ottiene dei risultati. – spiegò, - sei una che si è fatta da sé… - aggiunse e la rossa annuì, poi scoprì la seconda carte e questa si rivelò essere rovesciata, - gli amanti… - spiegò indicando la figura di una coppia di innamorati stava per essere unita in matrimonio. La loro unione sembrava essere sancita da una persona in terra, e da Cupido in cielo. - Il simbolismo della carta è ovvio: l’amore. Che si sia palesata rovesciata indica un’unione non positiva, separazione e rottura. – indagò ancora la donna africana mentre accendeva dell’incenso accanto a sé.
- mmmm, bravina… - commentò sarcasticamente Andrea ricevendo un’occhiata in tralice da entrambe
- continua. – chiese perentoria la stilista, come ipnotizzata da quelle carte.
- la giustizia. – annunciò la veggente svelando la terza carta: una donna che reggeva con una mano la spada e con l’altra una bilancia. – a quanto pare sei stata chiamata ad un compito importante… - spiegò per poi continuare precisando, - un ruolo di Leadership. – mentre scopriva la quarta carta rappresentante un re o un imperatore, comunque un condottiero.
- è tutto esatto… - si sorprese Fiore, -ma ora dimmi… che cosa c’è nel mio futuro? –
La donna la fissò con i suoi occhi profondi per lungo tempo, prima di sfiorare la sesta carta, saltando la quinta, senza tuttavia proferire una parola.
La carta raffigurava la ben conosciuta immagine dello scheletro armato di falce, inquietante nel suo complesso, anche grazie ai dettagli di parti di corpi colpiti dalla falce della morte. Al di sotto della figura, campava il numero tredici, portatore di sventure.
- Andiamo via, Adesso! – ordinò intimorita la mora, alzandosi di tutta fretta e afferrando l’amica, che era rimasta come ipnotizzata dalla carta, per trascinarla via.
- Aspetta! – tuonò la Donna e le due si fermarono, paralizzate da quella voce imperiosa. La maga si alzò in piedi in tutta la sua alta statura, tirò fuori da una piega del suo abito uno specchio, con la cornice ed il manico di una specie di metallo molto antico ed ossidato, e lo porse alla rossa.
- prendilo con te, ti aiuterà ad allungare i confini del tuo terzo occhio. – disse e Fiore lo prese, prima di essere definitivamente trascinata fuori di peso da Andrea.
- ricordami di non far mai più scegliere a te i posti dove andare! – la rimproverò dopo aver preso fiato dalla corsa che aveva fatto per allontanarsi da lì, - ehi, mi stai ascoltando?! – chiese non avendo ricevuto risposta, e, voltandosi, vide la rossa corrucciata ad osservare lo specchio, allora, curiosa, la ragazza si sporse oltre la spalla della mica e guardò anche lei.
- lo vedi anche tu? – chiese pensierosa Fiore.
- io vedo solo le nostre facce… - smentì l’altra, - tu cosa vedi? –
- qualcuno che ha bisogno di noi. -
 
***
 
All’interno della sua lussuosa villa, seduto placidamente in poltrona davanti al camino che scoppiettava, Kyros sfogliava il Grimorio sacro, leggendo con interesse ogni parola che riusciva a decifrare.
- Se riuscissi ad usare solo un paio degli incantesimi scritti qui, diventerei invincibile! – si rese conto.
- non essere così precipitosssssso, - lo riportò con i piedi per terra Edenn, stravaccato in una grande alzata d’argento piena di mele di ogni tipo, - la saggezza contenuta nel Grimorio degli Incantesimi è sottile e pericolosa, non a caso da generazioni i custodi si tramandano l’antica arte di decifrare i codici in cui è scritto. –
- ma a me non ha insegnato nessuno… - lo contraddisse il ragazzo.
- infatti, non sssssei tu a saper leggere il libro è il libro che si lascia leggere da te – lo corresse la creaturina.
- c’è una sezione per ognuno dei Miraculous – lo informò il greco mentre ricalcava con un dito i contorni del disegno di un serpente che sembrava molto minaccioso.
- si, lo ssssso. Per ognuna delle Tredici Sssstelle è scritto di ogni potere che un portatore può raggiungere, e di ogni nemico dal quale deve ssssstare all’erta. – spiegò il Kwami.
- perché il Miraculous del Serpente è vulnerabile contro quello del Pavone? – chiese incuriosito il giovane, osservando la figura di un pavone, appunto, che teneva un serpente nel becco.
- sssssi dice che i pavoni possano cibarsi dei sssserpenti, perché hanno una ghiandola che neutralizza il loro veleno. – disse allora il serpentello, - ma la realtà è che sssssono io ad essere vulnerabile contro il Kwami del Pavone, se ti trovasssssi difronte al suo portatore non potresti niente contro di lui perché io non posssssso niente contro il suo Kwami. – precisò.
- mmmm, figo… - commentò semplicemente Kyros, poi aggiunse: - Edenn… -
- illuminami. – lo prese in giro il Kwami.
- qui c’è scritto che tu non puoi mentire, è vero? – domandò.
- nel libro magico non c’è ssssscritto nulla di falso. – rimandò semplicemente quello.
- ma come avresti fatto ad ingannare gli umani per millenni se non puoi dire bugie? – si mostrò confuso il ragazzo.
- oh, povero ingenuo! È così ssssssemplice ingannare con la verità uomini che vivono nella menzogna del loro cuore… - spiegò enigmatico Edenn.
- allora, se non puoi mentire, se ti domandassi qualcosa mi diresti la pura verità? – chiese ancora il ragazzo trafiggendolo con i suoi occhi cerulei.
- anche se volessssssi, non potrei. –
- mi tradirai? – domandò a bruciapelo.
- no, sssssse non lo renderai necessario. – rispose placidamente azzannando un succoso frutto, rosso come il peccato.
- allora dimmi come mettere nel sacco quella vecchia megera! – propose eccitato il ricco rampollo.
- oh, sssssssperavo che me lo chiedessi! -

***
 
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
 
- È qui. – avvisò Silver Claw annusando l’aria
- molto bene… - le rispose White Dove senza distogliere lo sguardo da quello specchio inquietante… era incredibile come attraverso quell’oggetto riuscisse a vedere le pieghe e le sfumature più nascoste di un’anima…
Era giunto il momento, le due eroine, appollaiate sul ramo di un albero, sentirono un fischiettio che preannunciava Astreo, che comparve poco dopo svoltando l’angolo.
- Oh Santo Cielo! – commentò la mora spontaneamente notando quell’incredibile trasformazione, ricevendo tra l’altro una gomitata dalla collega.
- muoviti! – intimò la rosa scendendo dal suo nascondiglio e tirandosi per la coda la lupa appresso, così che si parassero entrambe davanti al biondo tagliandogli la strada.
- che ci fate voi due qui? – chiese noncurante il ragazzo.
- siamo qui per aiutarti, tra poco sarà tutto finito. – lo rassicurò Andrea cercando di suonare il più comprensiva possibile
Non è vero, sssssono qui per farti del male! Loro non vogliono che tu sssssia libero, approfittano di te ssssolo quando hanno bisogno, non ssssono tue amiche!
Lo mise in guardia la voce nella sua testa e subito un’espressione irosa si dipinse sul suo volto.
- Fermo! – lo bloccò la colomba prima che potesse scappare, - so quello che sta accadendo, e so quello che senti… - provò a rassicurarlo, - quella voce che senti nella testa, quel serpente che ti dice quelle cose, non è dalla tua parte, è lui che ti vuole diverso da ciò che sei!  -
- NON E’ VERO! – le urlò contro il ragazzo.
- non le senti? Le sue spire ti stanno stritolando il cuore! – provò ad avvicinarsi di qualche passo la rossa.
Era vero, ora che qualcuno glielo faceva notare, Astreo riuscì finalmente a dare un senso a quell’orribile sensazione di oppressione al petto che gli faceva mancare il respiro.
Non è la verità, ti sta ingannando!
Sibilò talmente forte la voce nella sua testa da fargli esplodere i timpani e contorcere in un smorfia dolorosa.
- Ascoltami, ti prego! – lo supplicò l’eroina in bianco, - abbiamo sbagliato a lasciarti solo, io ho sbagliato a lasciarti da solo, ero così concentrata su me stessa… ma ti prometto che non accadrà mai più, da ora in poi saremo una squadra! – giurò avvicinandosi ancora, sentendo tuttavia una forte energia negativa che la respingeva come due poli uguali di una calamita.
- Silver Claw, ora! – disse non riuscendo più a proseguire da sola, mentre ancora il greco si contorceva dal dolore.
- RICHIAMO DEL BRANCO! – invocò Andrea e Fiore fu investita da un fascio di luce verde smeraldo che l’avvolse e le donò energia.
- dammi la mano! – chiese la rossa allungandosi più che poteva, ostacolata da pesanti volute di fumo nero che fuoriuscivano dal corpo del biondo come un essudato.
- non… non c…ci riesco… - soffiò appena con un filo di fiato, stremato, Astreo.
- Si che ci riesci! Sei un eroe! – urlò Silver Claw alle loro spalle e, raccogliendo tutte le sue forze, il biondo allungo la mano verso Fiore fino a sfiorarla, poi con un ultimo agognato sforzo, la afferrò.
Appena le loro mani si strinsero, esse sprigionarono prima una grande luce, poi un forte vento li avvolse,
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MISTICO TORNADO! – invocò White Dove e il vento si fece sempre più vorticoso ed impetuoso, e li avvolse mentre l’eroina stringeva a se il ragazzo spaventato e tremante.
Il forte vento costrinse Andrea a ripararsi gli occhi e, quando li riaprì dopo che la tempesta si era placata, vide Astreo che piangeva sommessamente cullato dall’eroina che continuava a ripetergli che andava tutto bene; allora Andrea si avvicinò loro, si accucciò e porse una scatolina al biondo che la osservò confuso, poi la aprì titubante e in un flash di luce si trovò Tiffany appiccicata al viso che provava a stringerlo in un minuscolo abbraccio.
- Che significa? – chiese Astreo.
- che sei il benvenuto in squadra, a tempo pieno! – squittì emozionata la mora facendo sbuffare imbarazzata la rossa.
- benvenuto in questa gabbia di matti! –
 
***
 
- hai visto, si sono ritrovati. – gongolò Simba Wa moto dalla sua postazione di vedetta.
- già. – constatò fredda Tengu, - e scommetto che vorresti farmi credere che hanno fatto tutto da soli… - insinuò-
Beccato.
Un brivido freddo corse lungo la schiena del compagno.
- Non ho idea di cosa tu stia insinuando! – si difese miseramente.
- si certo. Ti ho seguito, so cosa hai fatto! – rivelò la ragazza e non gli restò che sbuffare ammettendo la sua colpa.
- ok, hai vinto! Avevano solo bisogno di un po’ di sostegno morale, poi hanno fatto tutto da soli. – provò a giustificarsi.
- sarà… - commentò scettica la ragazza-corvo, - ma non sono ancora pronti per affrontare i nemici a viso aperto, sono inesperti! – ribadì.
- Tengu… - azzardò il leone, - perché non mi hai ancora picchiato selvaggiamente per aver agito alle tue spalle? – chiese preoccupato.
- oh, perché si è rivelato utile… - rispose vaga l’altra.
- ho paura quando fai cosi! – si lamentò Simba.
- dobbiamo agire in fretta prima che acquistino altro potere, tu brucerai i loro corpi originali e io sigillerò in eterno le loro anime e questa storia finirà. – illustrò pratica il suo piano.
- sai benissimo che se entrassimo in quella chiesa rischieremmo di indebolire l’incantesimo che la protegge! – obbiettò il compagno.
- oh, lo so eccome… - ribatté melliflua la donna, guardandolo con quel sorriso felino che non prometteva niente di buono, - è per questo che andrai dalla tua amichetta e le chiederai in prestito il suo Miraculous! –
Era ufficiale, si era fottuto con le sue zampe.

***
 
Ti salverò da ogni malinconia
Perché sei un essere speciale
Ed io avrò cura di te
Io sì, che avrò cura di te
 
 
Aurora si azzardò ad entrare nella palestra personale di Vaen, all’interno del Dojo di famiglia, pur sapendo che chiunque avesse mai interrotto gli allenamenti speciali della thailandese non fosse finito bene. La trovò in bilico su un alto ceppo di legno, intenta a meditare.
- Ciao… - le disse senza muovere un muscolo dalla sua posizione, senza neanche voltarsi per vedere chi si fosse appena intrufolato.
- cosa fai? – le chiese in imbarazzo la bionda.
- non si vede? Cerco una soluzione al debito pubblico! – rispose l’altra ed, immancabilmente, scoppiarono entrambe a ridere. – mi fa piacere che sia venuta cerarmi. – continuò facendosi seria mentre scendeva dal trespolo.
- non mi piace litigare con te… - si confessò Aurora prendendole le mani nelle sue, - sei la mia migliore amica! –
- lo so… ho sbagliato io, non dovevo prendermela se non mi vuoi dire cosa ti rende triste, è giusto che tu abbia i tuoi segreti. – si scusò anche la mora e la attirò a se in un abbraccio.
- sul serio, che facevi? – chiese poi trillando allegra l’altra, sedendosi a gambe incrociate accanto a Vaen, che riprendeva il suo posto sul ceppo.
- medito, mia madre dice sempre che prima di intraprendere un viaggio occorre un discernimento profondo. – spiegò.
- parti? – chiese curiosa Aurora.
- si… credo di aver bisogno di cambiare aria e schiarirmi un po’ le idee… ho passato così tanto tempo in queste quattro mura che credo di essermi dimenticata come va avanti il mondo fuori… - si confidò la thailandese mentre un velo di tristezza le colorava la voce.
- e dove vai? – si incuriosì ancora l’amica.
- ho già in mente un posto… – rispose sicura l’altra.
 
***
 
NOTE DELL’AUTORE PAZZO

Ok, non so più che sto scrivendo, vado deliberatamente a braccio lol.
1) MOMENTO ESTER EGG: un plauso a chi ha riconosciuto la citazione del Diavolo preferito di Netflix, Lucifer, guadagnandosi un altro biglietto aereo per una destinazione ignota… dite un po’, vi immaginate dove andremo? Vogliamo fare un piccolo totoscommesse? Ci state? Allora, per chi indovina la destinazione oppure la citazione di questo capitolo, che è facilissimissima (e anche un po’ “aulica”) ci sarà in palio un bel premio che vi svelerò dopo (che sadico Bastardo).
2) MOMENTO INTERATTIVITA’: dite un po’ sentite anche voi l’odore di caldarroste nell’aere? Il suono delle campanelle? Avete percepito il ritorno alla vita di Marya Carey e Michael Bublé? Si Signore e Signori, è arrivato Natare e io ADORO il Natale, quindi ecco un compitino speciale per voi, per ogni OC, raccontatemi un episodio a tema natalizio della loro vita, bello o brutto che sia, anche brevissimo, una sorta di Prompt, e vediamo che ne esce fuori ;-)
3) MOMENTO SONDAGGI: ecco, è arrivato il momento di fare una bella votazione: abbiamo detto che i primi “biglietti aerei” sono già stati vinti grazie all’indovinare l’Ester egg dei capitoli 12 e 9, i restanti li assegnerete voi! In che modo? Semplice, votando due personaggi di cui uno vostro ed uno altrui, mi raccomando non vi dimenticate! Ricordo che ANCHE UN SEMPLICE LETTORE NON PRTECIPANTE PUO’ VOTARE ESPRIMENDO PER RECENSIONE IL NOME DI DUE PERSONAGGI
4) SELEZIONE OC: grazie al fantastico HARRYFINE ora abbiamo anche un bel ficcanaso che creerà molto presto scompiglio, ma che ne dite, manca ancora qualcuno all’appello di tutti gli archetipi di una serie che si rispetti? Allora vediamo… abbiamo una squadra di eroi giovani, abbiamo un “facilitatore” ovvero i nostri custodi (sigh per la trapassata Edda), abbiamo un nemico malvagio e i suoi scagnozzi un po’ malvagi un po’ no, abbiamo il classico amico/parente (Mason) sotto il cui naso capitano cose assurde e che non si accorge di avere il bar pieno di magia, abbiamo un ficcanaso, cosa manca? Ci siete arrivati? Esatto! Mancano loro, i personaggi più odiati di sempre, gli scoppia-coppia! Non sapete chi sono? Villici! Avete presente quel momento in cui la coppia del vostro cuore si lascia, e per un motivo assurdo ognuno si ritrova tra le braccia di altri personaggi pur sapendo benissimo che si amano ancora? Ecco, quei fastidiosissssimi personaggi sono gli scoppia-coppia, i più bersagliati (poveretti) di sempre.
Ma non temete, giuro di non bersagliare nessuno! Cosa mi serve? Mi servono ben due scoppi-coppia, ecco qui la scheda:

ANAGRAFICA:

ASPETTO FISICO:

STORIA PERSONALE:

OC A CUI SI INTERESSA (dovete inserire a questo punto un personaggio che è già presente nella storia e che ha già qualche implicazione sentimentale, che sia o meno presente in questo momento):

INCONTRO CON L’OC DI INTERESSE:

QUALITA’/MOTIVO PER CUI L’OC DOVREBBE RIMANRE “AFFASCINATO” DA QUESTO PERSONAGGIO:


5) FANART&MUSICA: questo capitolo, già dal titolo, affronta il tema del “prendersi cura” e ha suonato, con pochissime pretese, grazie al capolavoro del Maestro Battiato, che è e resterà per sempre un grande dono che abbiamo ricevuto dal cielo.
6) VARIE ED EVENTUALI: ok questo è un momento un po’ triste… niente panico! Semplicemente necessito di una pausa, devo mettermi sotto e studiare, quindi, a malincuore, direi che orientativamente ci vediamo nelle vacanze natalizie. Coglierò l’occasione per aprire un cantiere di restauro della storia, inserire ciò che manca, correggere gli errori e darle una parvenza più carina, colgo quindi l’occasione per rinnovare l’invito già fatto qualche capitolo fa: chiunque si voglia proporre per i ruoli di BETA READER e GRAFIC MANAGER, fatevi avanti!
Ora vi racconterò una cosa buffa, ovvero come è nata questa storia. Volete saperlo? Da una lite, si esatto, da una litigata, vi spiego: ero iscritto a questa storia interattiva, tema Harry Potter, ed era nata una discussione con un’altra lettrice che usò il suo spazio di recensione per commentare la mia recensione anziché la storia, sostenendo che io, in quanto non ero un autore di interattive, non avevo il diritto di muovere critiche, e lì ho detto “ah sì? E ora ti faccio vedere io!” e boom, è nata Miraculous World: Rome.  
Allora, che dire, un bacio più grande che mai a tutti

SG
 

IN THE NEXT CHAPTER:
I sei eroi osservavano con attenzione e curiosità lo specchio deposto al centro del tavolo.
- Cos’hai detto che puoi fare con questo affare? – chiese confuso Davide.
- non lo so neanche io… ma credo… credo di poter guardare nell’anima delle persone… -
   
 
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