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Autore: sab2fab4you    12/11/2021    1 recensioni
Abbiamo conosciuto Dan e Hana come i migliori amici di Ben e Lily, ma è arrivato il momento di raccontare la loro storia.
Dan è il classico genio ribelle, si sente incompreso e inadatto. Troppi demoni gli scavano dentro senza lasciargli via d'uscita, è intrappolato da sé stesso. Poi c'è Hana, che diventa uno spiraglio di luce nell'oscurità del ragazzo. Dietro la sua facciata da ragazza con la testa fra le nuvole si nasconde una persona che porta sulle spalle un peso molto più grande di lei. Saranno l'uno la salvezza dell'altro, perchè infondo sono due anime che stavano solo aspettando di incontrarsi.
***
ESTRATTO DAL CAPITOLO SETTE:
"Nessuno dei due disse una parola, continuarono a guardarsi e a capirsi. Erano diversi come il giorno e la notte, questo lo sapevano, eppure c’era qualcosa che li legava ed era proprio per questo che in un modo o nell’altro continuavano ad attrarsi."
***
AAA: NON E' NECESSARIO LEGGERE IL VOLUME 1
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo nove
 
I see the crystal raindrops fall
And the beauty of it all
Is when the sun comes shining through
To make those rainbows in my mind
When I think of you sometime
And I wanna spend some time with you


Dan


Troppe volte avevo sfidato la sorte spegnendo la sveglia la mattina per dormire un po’ di più, perché dopo averlo fatto per l’ennesima volta ero arrivato a scuola così in ritardo da arrivare a metà lezione di letteratura inglese, tutti tranne me sapevano che la professoressa Jones odiava i ritardatari.


Ed era per questo che adesso, dopo le lezioni, mi ritrovavo a seguirla per i corridoi della scuola pronto a scontare la mia ora di punizione e il fatto che ormai avevamo superato tutte le classi mi stava facendo preoccupare.


<< Mi scusi, ma dove stiamo andando? >> chiesi cercando di stare al suo passo.


Ma la donna iniziò a camminare ancora più velocemente, << Per tua informazione, io sono anche la responsabile del club di teatro e in questo periodo sto organizzando lo spettacolo di natale >>.


Si fermò davanti alla porta che conduceva appunto al teatro e poi la spalancò, << abbiamo bisogno di una mano con le scenografie >>.


Era l’unica parte della scuola che ancora non avevo visto e contro ogni aspettativa era davvero grande e ben tenuto al contrario della palestra che se ne stava cadendo a pezzi.


<< Non credo che in un’ora riuscirò a- >> la professoressa mi interruppe all’istante.


<< Sconterai tutte le ore di ritardo che hai fatto, che so essere parecchie, ogni giorno dopo le lezioni per un’ora >>.


Aspettai che si girasse in avanti per lasciarmi andare in un sospiro silenzioso, il vecchio Daniel avrebbe protestato e si sarebbe preso altre ore di punizione ma volevo mantenere la promessa fatta a mia mamma: mi sarei comportato bene.


Le scenografie erano state già montate per cui dedussi che il mio compito sarebbe stato quello di aiutare a dipingerle. Notai che esse rappresentavano il cortile di un palazzo fiabesco, c’era addirittura una scalinata che portava a un cancello.


<< Cosa mettete in scena? >> domandai


<< Lo Schiaccianoci >> rispose secca per poi indicare uno dei tanti studenti che trafficavano sul palco, << Bernard ti mostrerà quello che devi fare >>.


Altamente annoiato, mi rimboccai le maniche e mi diressi verso il ragazzo indicato dalla prof che non fece altro che darmi un barattolo di vernice bianca e un pennello.


“Dipingi tutto” aveva detto e così iniziai a fare.


Dopo dieci minuti la puzza del barattolo già mi aveva dato alla testa e mi mancava poco per arrendermi, andare dalla professoressa e pregarla di affidarmi qualsiasi altro incarico se non fosse stato per la voce che avvertii subito dopo.


<< Ci sono, scusate il ritardo! >> Hana salì sul palco con il fiatone di chi aveva fatto una corsa per arrivare.
Ma perché lei era lì?


Mi cadde il pennello a terra quando la ragazza si accorse di me, da quando l’avevo vista ballare al locale non ero più riuscito a guardarla con gli stessi occhi di prima perché mi ritornava sempre in mente la scena di lei che scuoteva i fianchi, libera e spensierata e ciò mi causava sempre un forte rossore che non riuscivo mai a nascondere.


<< Dan, che ci fai qui? >> non mi aveva mai chiamato Dan.


<< Uhm… punizione, sai com’è… e t-tu? >> benissimo, ora balbettavo anche.


<< Io e Ji-Ah diamo una mano con le coreografie >> disse dondolando sui talloni, indossava una semplice felpa corta e un paio di leggins decisamente troppo stretti perché dovetti fare molta fatica a concentrarmi sul suo viso.


Mi limitai ad annuire per poi osservarla sottecchi quando si allontanò per fare riscaldamento insieme ad altri due membri del club di teatro, rischiai di far cadere nuovamente il pennello perché mi resi conto che il ragazzo che si stava allenando con lei era Mike.


<< Oggi proviamo il passo a due e ricordate: non fa niente se non siete ballerini di danza classica, la coreografia è semplificata >> la sentii dire con tono rassicurante.


<< Lui è mio cugino, vi faremo prima vedere i passi e poi la proveremo insieme >> concluse Hana indicando il ragazzo vicino a lei. Cacciai un sospiro di sollievo nel sentire che non avrebbe ballato con Mike.


Mantenevo con una mano il pennello e per fortuna che non dovevo fare chissà quale disegno perché avevo la testa completamente girata in direzione dei due cugini.


Hana si mise in posizione, dritta ed elegante come solo lei sapeva fare, e Ji-Ah dietro di lei. Un attimo dopo la musica partì e tutto il resto delle persone scomparve, nella mia visuale c’era solo lei.


Hana si perse in un turbine di volteggi e piroette nei quali sembrava quasi volare leggiadra come una farfalla. Era fluida nei movimenti come se facesse questo da tutta la vita. Sul viso rimase stampata l’ombra di un sorriso che non perse neanche per un secondo, trasmetteva calore.


Ogni volta che il cugino la sollevava lei atterrava aggraziatamente e senza il minimo rumore.


E sebbene al locale l’avevo vista ballare in un modo completamente diverso da questo, percepii la stessa cosa: Hana era libera, spensierata e maledettamente attraente.


Sì perché quella ragazza non smetteva di sorprendermi, come poteva una persona passare dal balbettare se un ragazzo le rivolgeva la parola ad essere così sicura di sé mentre ballava?


Volevo conoscere le altre mille sfaccettature che Hana nascondeva in un modo che andava ben oltre l’amicizia.


**





Hana


Passai il panno sul tavolo per la terza volta perché secondo mia mamma due non erano abbastanza per poi passare a quello affianco. Era stata una serata piuttosto tranquilla al ristorante, niente drammi con il Generale stranamente, e si era finalmente fatta l’ora di chiusura.


<< Cugina >> Ji-Ah si avvicinò a me con fare sospetto, << ma per caso piaci a Daniel? >>.


<< Ma che dici? >> tossii per colpa della saliva andata di traverso.


Mio cugino iniziò a pulire insieme a me, << ho notato che oggi alle prove non faceva che guardarti >>.


Mi avvolse una vampata di calore che cercai di nascondere con tutta la disinvoltura possibile, << non dire stupidaggini >>.


Già, perché mi ero resa conto anch’io del suo sguardo ma avevo concentrato tutte le mie forze nel convincermi che magari stava guardando l’esibizione in maniera del tutto disinteressata e sentirmi dire una cosa del genere non faceva altro che accendere quella speranza che forse, forse gli interessavo.


<< Signora Choi, ecco i soldi dell’ultima consegna >> non mi ero resa conto che Daniel fosse entrato in sala, lo guardai di sfuggita e lui fece lo stesso con me.


<< Come dici tu, cuginetta >> Ji-Ah alzò le mani e si allontanò.


Vidi il ragazzo dirigersi nel retro del locale, feci passare circa cinque minuti prima di seguirlo ma una volta raggiunti gli armadietti lui già era andato via.


Afferrai i sacchi della spazzatura completamente delusa da me stessa per poi spingere la porta ed uscire fuori.


Non mi sarei mai aspettata di trovarlo appoggiato al muro a fumare una sigaretta. Ti stava aspettando disse la vocina nella mia testa ma la ignorai scuotendo il capo. Daniel mantenne la cicca fra le labbra per poi avvicinarsi silenziosamente a me e rubarmi i sacchi dalle mani.


<< Grazie >> dissi, ferma sull’uscio della porta.


<< ‘niente >> mormorò buttando fuori il fumo.


Non sapevo cosa fare, mi sentivo una stupida a stare lì impalata ma non volevo ritornare dentro perché avevo voglia di stare con lui.


<< Ti va di fare qualcosa? >> ma perché dicevo sempre ciò che mi passava per la testa?


Daniel mi guardò con gli occhi spalancati, << intendi… ora? >>.


<< Sì… però se non puoi non fa nulla, anche perché è tardi e domani c’è scuola- >> dissi tutto d’un fiato ma il ragazzo mi interruppe con una risposta secca ma che mi rese molto felice.


<< Sì >>.


**


Bristol di notte, a dicembre era meravigliosa. Le finestre degli appartamenti rivelavano tutte uno scorcio di decorazioni natalizie sempre diverso e le luminarie davano un tocco di vita a quella città che molto spesso appariva triste e spenta.


Daniel camminava al mio fianco, silenzioso come al solito e anche se ero contenta che avesse accettato non potevo fare a meno di pensare che forse lo avevo costretto a dire di sì quando avrebbe solo voluto tornare a casa.


Ci fermammo su una delle tante panchine del Bearpit vicine alla pista da skateboard.


Non sapevo cosa dire per iniziare una conversazione il che era strano dato che di solito ero sempre pronta a dire qualcosa di stupido.


<< Sei molto brava… a ballare intendo >> pronunciò all’improvviso rauco.


Il sangue fluì subito alle mie guance << grazie >>, abbassai la testa per poi continuare << ho fatto danza classica per dieci anni >>.


<< Perché hai smesso? >> si avvicinò impercettibilmente a me.


<< Dopo che Yoona è andata via non ho avuto più tempo >> confessai lasciando trapelare una nota di dolore, << però Ji-Ah ha continuato, facevamo spesso spettacoli di coppia >> dissi tentando di risollevare il morale.


Daniel si limitò ad annuire e a rimanere in silenzio così presa dal nervosismo mi alzai dalla panchina e dissi la prima cosa che mi venne in mente, << Lily mi ha detto che fai graffiti >>.


<< Lily non tiene mai la bocca chiusa >> ridacchiò spostandosi i capelli dalla fronte.


<< Vorrei vederne qualcuno >> confessai.


Daniel si mise in piedi sovrastandomi con la sua altezza, << guardati intorno >> e poggiò le mani sulle mie spalle per poi farmi girare lentamente.


<< Questi… li hai fatti tutti tu? >> domandai meravigliata, il tripudio di colori che decoravano la pista da skateboard era infinito.


<< Esatto >> sussurrò, il suo respiro mi solleticò la guancia provocandomi brividi dietro la schiena.


Corsi verso il muro vicino a noi e indicai un disegno in particolare, << anche questa farfalla? >>.


Non so se fu una mia impressione ma mi parve di vederlo arrossire, << quella l’ho fatta oggi >>.


Continuavo a girare su me stessa e ogni volta notavo un disegno diverso, sempre più bello di quello precedente.


<< Sono meravigliosi, Dan, sei bravissimo >>.


Il ragazzo mi raggiunse e siccome stavo ancora roteando persi un po’ l’equilibrio e andai a sbattere contro di lui.
<< Tu lo sei >> sussurrò credendo che non lo riuscissi a sentire, ma quando capì che forse non era stato così si portò una mano alla bocca.


Lo avevo sentito, eccome se lo avevo sentito. Quelle tre parole mi avevano fatto aumentare il battito cardiaco così tanto da causarmi le vertigini. Ma sapevo anche che Daniel era il tipo che non amava esprimere i suoi sentimenti, spesso se ne vergognava per cui decisi di fare finta di niente.


<< Ogni volta che cado ci sei tu a prendermi >> sdrammatizzai.


Daniel stava per rispondere quando vidi un pallino bianco poggiarsi sul suo giubbotto seguito subito dopo da un altro, e poi da un altro ancora.


<< Oddio, sta nevicando! >> esultai.


Il ragazzo alzò il viso verso il cielo e un fiocco di neve gli si posò sulla guancia. Mi alzai sulla punta dei piedi per poi sporgermi verso di lui e passargli il dito sulla pelle, dopo qualche secondo la neve si era già sciolta. Daniel sembrava non credere a ciò che stava succedendo e questa volta il rossore sulle sue guance lo vidi chiaramente.


Gli presi una mano, << Andiamo >>.


<< D-dove? >> domandò.


<< Ad inseguire i fiocchi di neve >>.


Daniel mi piaceva, era inutile dire il contrario, e forse lui ricambiava, forse no, ma in quel momento tutto passò in secondo piano perché decisi che era meglio godermi quell’attimo con lui.










 
   
 
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