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Autore: sabrinaebasta    12/11/2021    0 recensioni
Kirishima e Bakugo tornano entrambi nella propria città natale, per motivazioni differenti e si ricontrano dopo anni, il primo completamente diverso rispetto a prima, il secondo..beh è Bakugo
Peccato che entrambi siano nati a Lake View, una cittadina della Carolina del sud, con la mentalità retrograda e anche un pò bigotta. Un posto dove per sentirti libero e essere te stesso sei costretto a fuggire via, il più lontano possibile, cosa fatta da entrambi i nostri protagonisti ma la vita è stronza e alla fine che a te piaccia o no ti riporta sempre a casa...
Adesso Kirishima e Bakugo che faranno? Rimetteranno le loro maschere costruite da adolescenti..o sfideranno tutto e tutti essendo al 100% loro stessi?
E nel momento in cui la fama busserà alla porta di Bakugo che farà? Riuscirà a tenere separate la sua carriera e la sua vita privata?
Quirkless AU
Genere: Comico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
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Bakugo

 

Bellissimo

 

Il panorama da questo punto è bellissimo, da mozzare il fiato, Lake View vista da qui sembra così pacifica, calma e tranquilla, il mio completo opposto. 

Io ero uno stronzo, sempre incazzato con il mondo, ma non lì, il rilassamento che mi dava quel posto era indescrivibile lì sentivo di essere al sicuro, protetto dagli occhi indiscreti che aspettavano solo di vedermi fallire, crollare e sgretolarmi come un palazzo in decadimento, ed era così che mi sentivo.

Sentivo che tutti i muri costruiti in quei anni con tanto duro lavoro stessero crollando, uno dopo l’altro, pezzo dopo pezzo. Forse adesso ero io il ragazzo dagli occhi tristi e non più il rosso, magari lui a differenza mia era tornato di sua spontanea volontà e perché gli mancava questo posto.

Sapevo che anche il rosso se n’era andato, Deku era qualcosa come un amico per lui e me lo aveva raccontato, devo dire che a guardarlo fosse davvero palese. Aveva quella lieve abbronzatura che non puoi prendere a Lake View, non c’è il mare. Abbiamo a malapena la piscina comunale, cosa strana per una cittadina che ha nel nome “Lake”, una volta il lago c’era peccato che da almeno 20 anni sia completamente prosciugato e che quindi non esista più nessun lago, ma i cittadini bigotti di questo postaccio vogliono continuare a chiamare Lake View la cittadina più noiosa e schifosa di tutta l’America. Una volta lo avevo persino scritto sul cartello posto all’inizio della strada principale che portava al posto di merda in cui vivevo.

 

In quel momento mentre fissavo la città una consapevolezza prese il sopravvento su di me, ossia che forse non sarei mai riuscito ad andarmene davvero, una parte di me sarebbe rimasta per sempre qua a ricordarmi costantemente che qualunque cosa avessi fatto nella mia vita sarei comunque rimasto quel ragazzo stronzo e arrogante, che trattava sempre tutti male e credeva di essere il migliore in tutto. Non che io ora sia diverso, ma con il tempo si matura, prima se qualcuno osava battermi probabilmente gli avrei spaccato la faccia, mentre ora mi alzerei e me ne andrei sbroccando e sono passi da gigante per uno come me.

 

Le ore passarono mentre fissavo il vuoto, ripensando alla mia vita e senza un apparente motivo al rosso, al perché fosse tornato. Non sapevo perché pensavo a lui, forse mi aveva colpito il suo essere cambiato così tanto o forse il fatto che quell’attimo in cui era tornato ad avere quegli occhi tristi mi avesse fatto capire che in realtà non era cambiato affatto e che nessuno cambia mai sul serio, il detto ha proprio ragione “Se nasci tondo non puoi morire quadrato”, da piccolo non lo capivo ma ora era diverso, capivo a pieno il significato di quell detto e in me nasceva sempre più la consapevolezza che sarei morto proprio come la testa di cazzo che ero sempre stato. 

 

Lo squillo del mio telefono mi riportò alla realtà 

«Katsuki ma dove diavolo sei?» Disse quella stronza di Ochako quasi urlando al telefono 

«In giro, ma che cazzo te ne frega scusa?»

“Ma che voleva mo?” Questo pensiero mi passò per la testa. 

Ochako Uraraka era quella che potevo definire qualcosa come la mia migliore amica, era la nostra costumista, quindi l’unica persona che poteva toccarmi. 

Quando l’ho conosciuta credevo fosse cotta di Merdeku, invece poi ho scoperto che era lesbica, sono rimasto scioccato da questa cosa? Ovviamente, non tanto perché fosse lesbica in se per se, non mi sarei mai scandalizzato per quello, non sono cazzi miei con chi vanno a letto i miei amici ma sono rimasto scioccato dalla naturalezza con cui l’ha detto.

 

«ehy faccia tonda smettila di sbavare dietro al nerd e vieni ad aiutarmi.» dissi io alterato abbastanza di essere ignorato per colpa di quel nerd 

«Andare dietro al nerd? Baku sono lesbica» disse lei scoppiando a ridere

io spalancai gli occhi e non dissi nulla per un po’

«Che c’è Baku ti ho lasciato senza parole?» disse continuando a ridere

Io ovviamente non ho neanche ascoltato quella frase, stavo ancora pensando alla rivelazione di qualche minuto prima

«e me lo dici così?!» fu l’unica cosa che riuscì a dire quasi urlando

«e come dovrei dirtelo scusa?» disse senza smettere di ridere 

«non lo so ma non così porca puttana»”

 

Nel mentre che io ripensavo a questo lei disse qualcosa che non avevo capito, perso com’ero a ricordare la mia faccia da pesce lesso dopo quell’affermazione, non che me ne fregasse qualcosa di quello che diceva.

«Katsuki ma mi stai ascoltando?» urlò di nuovo 

«Punto primo smettila di urlare mi stai spaccando i timpani, punto secondo non me ne frega niente di quello che devi dirmi.»

«Kat muovi quel culo immediatamente e torna a casa, io vengo a trovarti e mi ritrovo a casa tua con quell’arpia di tua madre senza di te, hai cinque minuti per venire qua» sembrava quasi arrabbiata 

«Che cazzo ci fai a casa mia?!» mi alzai di scatto 

«Izuku mi ha detto che stasera ci sarebbe stata una festa e che tu non volevi andarci, quindi sono venuta ad assicurarmi che stessi bene»

«Sto da dio puoi anche tornartene da dove sei venuta, Lake View non fa per te» dissi mentre mi incamminai verso casa

«Oh hai ragione, neanche un aereoporto ha questa città, mi sono dovuta fare 3 ore di pulman per poi ritrovarmi quell’arpia davanti e fare finta di essere la fidanzata di Izuku, odio già questo posto»

«Dammi 5 minuti e sono a casa» dissi e attaccai senza aspettae una risposta

 

Che cretina, adesso almeno quanto gli racconterò di quanto fa schifo questo posto mi crederà e non penserà che sono esagerato, a detta di tutti come sempre, gran cazzata perché io non esagero mai.

 

Dopo poco arrivai a casa e sentì mia madre rompere il cazzo non appena aprì la porta 

«KATSUKI SEI TU?» urlò dalla cucina

«Si sono io, ma non iniziare a rompermi il cazzo» Alzai leggermente il tono di voce giusto per farmi sentire 

«KATSUKI TI HO SOLO CHIESTO SE ERI TU, NON TI HO ANCORA DETTO NULLA» sbottò mia madre 

«Si per adesso, ma con te meglio mettere le cose in chiaro da subito vecchia.» sputai acido 

«Comunque dov’è faccia tonda?» chiesi visto che non la vedevo e ero convinto che mi sarebbe saltata addosso non appena fossi entrato.

«Beh ovvio è a casa di Inko, è la ragazza di Izuku e voleva assolutamente conoscerla come è giusto che sia» disse lei ovvia.

 

Ochako e Deku non erano fidanzati ma una volta Inko aveva videochiamato il nerd ed erano insieme a mangiare un gelato e a comprarmi il regalo di compleanno. La mamma del nerd applicato la sua inteligenza pressochè inesistente ed era arrivata alla conclusione che erano fidanzati. Il nerd aveva più volte provato a tirarsi fuori da questa situazione dicendo che si erano lasciati ma la madre rompeva così tanto che non doveva lasciarsela scappare che alla fine per disperazione diceva sempre che erano tornati insieme.

 

«Che fortunata che è Inko, Ochako sembra una così brava ragazza» disse la vecchia quasi sognante 

«Chissà quanto tu mi porterai a casa una così, ma chi voglio prendere in giro te con il caratteraccio che ti ritrovi rimarrai solo a vita»

«O magari troverò qualcuno come papà che non farà altro che tradirmi e ignorarmi» risposi ormai al limite della rabbia e uscì dalla stanza sbattendo la porta 

«KATSUKI BAKUGO CHE HAI OSATO DIRE?!»

«LA VERITÀ» urlai uscendo di casa

 

Perché quella era la dura e cruda verità, avevo scoperto a 16 anni che mio padre tradiva mia madre perché una sera di ritorno da una festa lo avevo visto in macchina con un’ altra donna, la sua segretaria. Poco dopo ho scoperto che lei sapeva tutto e che non divorziavano per non creare scandalo, non perché lo amasse ma solo per la reputazione della nostra famiglia, che sarebbe sembrata agli occhi dei bigotti di merda che abitano qua disastrata, rotta. Probabilmente avrebbero iniziato a lasciare per fino il cibo fuori dalla porta come si fa per le famiglie in lutto, perché era quello che saremmo diventati. 

 

Dovevo andare a salvare quei due cretini dalla mamma del nerd o stasera alla festa di quella mi toccava andarci da solo, così mi incamminai verso casa sua. Abitava a meno di cinque minuti a piedi e sulla mia stessa via, infatti neanche il tempo di finire la sigaretta che ero già arrivato, suonai al campanello e venne ad aprirmi il nerd 

«Deku su muoviti che siamo in ritardo.» dissi a voce un pò alta per farmi sentire anche da faccia tonda in salotto e 30 secondi dopo infatti me la sono ritrovata addosso che mi stritolava in un abbraccio. 

Porca puttana erano solo tre giorni che non mi vedeva, neanche fossi partito per combattere la guerra civile. 

«Baku grazie ti amo» mi sussurrò all’orecchio per farsi sentire solo da me

«Si ma adesso scollati» riuscì a staccarmela di dosso in modo un pò brusco

 

Detestavo il contatto fisico dalle persone che non avevano un certo tipo di confidenza con me, Ochako ce l’aveva ma comunque dovevo essere io a decidere se e quando farlo, non poteva mica abbracciarmi ogni volta che ci vedevamo.

 

In tutto ciò il nerd ci guardava confuso fino a che Uraraka non gli sussurrò all’orecchio il motivo per il quale ero passato, a quel punto mi guardò, fece un gran sorriso e mimò un “grazie”.

Come se l'avessi fatto per loro, tsk. L’ho fatto per me e per non ritrovarmi a quella festa da solo, anche se però stranamente non mi dispiaceva più così tanto andarci, magari ci sarebbe stato anche il rosso, forse sarei riuscito a scoprire il motivo del suo ritorno o chi diavolo era il suo personal trainer, perché di sicuro era davvero bravo visto che lo aveva praticamente trasformato, tre anni fa era un ragazzo mingherlino che a educazione fisica non veniva mai scelto, mentre ora sembrava un giocatore di football, anzi il quarterback della squadra proprio.  

 

Dopo una breve, quanto vorrei che sul serio fosse stata breve, chiacchierata con Inko, che non voleva lasciar uscire la coppietta felice, perché voleva conoscere ogni cosa della futura moglie del figlio, ormai per lei erano fidanzati ufficialmente. Uscimmo dalla casa del nerd e visto che era ancora presto decidemmo di farci un giro, peccato che in meno di mezz’ora avessimo già girato tutta Lake View e di certo non li avrei mai portati al belvedere, così lo chiamavo io, quindi optammo per il cinema un film horror. Tra uno strillo di Deku e uno di faccia tonda il tempo passò in fretta e il film finì. Si era fatto abbastanza tardi infatti dovemmo correre a casa in tempi record per prepararci per quella che sicuramente sarebbe stata una noiosissima festa in compagnia di quelle comparse che erano i miei ex compagni di scuola.

 
ANGOLO AUTRIC*
Buonasera fantasmini, come state?
Aggiornerò mai ad un orario decente e in tempo? No
mai
Comunque questo è un capitolo di passaggio per far
capire meglio il personaggio di Bakugo e introdurre
la nostra Ochako (non odiatela, non intralcerà la
tododeku)
Spero come sempre che vi piaccia e buonanotte
  
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