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Autore: Harry Fine    13/11/2021    2 recensioni
Iselen Surana, Runaan Mahariel, Aida Tabris, Persephone Cousland, Micah Brosca e Aura Aeducan vivono ognuno la propria vita, tutti bloccati dai loro problemi e deliziati dai loro affetti. Nessuno di loro sa chi siano gli altri, ma molto presto dovranno unirsi e affrontare il Flagello, la calamità peggiore che loro e il loro mondo abbiano mai visto e che minaccia di inghiottire ogni cosa, insieme ad un'improbabile compagnia di alleati, facendo tutto ciò che è necessario per salvare il paese che conoscono. Anche se il prezzo potrebbe essere troppo alto.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Alistair Therin, Custode, Morrigan, Nuovo personaggio, Zevran Arainai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Iselen schivò per un pelo la stoccata di una degli assassini, un'elfa dai capelli rossicci, e diede un ordine ad Invel mentre lui faceva un passo indietro. Il mabari scattò subito in avanti, piombando addosso all'elfa e azzannandole il braccio con i lunghi denti.

 

Lei Urlò di dolore, cercando di toglierselo di dosso, ma il mago la precedette. 《Invel, spostati!》 Urlò, raccogliendo il mana.

Dei luminosi fasci di affilati cristalli di ghiaccio travolsero in pieno la sua avversaria appena il segugio si spostò, trapassando le vene e le arterie principali e riducendo il suo corpo ad un punta spilli.

L’elfa crollò a terra in un lago di sangue, mentre Wynne manteneva alta la barriera per difenderli dalle frecce che stavano piovendo dai lati della conca.

 

Sten e Alistair erano rimasti a proteggere la Maga, mentre Persephone, Runaan e Cerere caricavano in avanti, fronteggiando un altro elfo armato di coltelli e un'umana munita di spada.

Ad un ordine della padrona, la mabari azzannò l'assassina al polpaccio, dando il tempo alla corvina di incalzarla con le sue spade.

La sua avversaria si liberò dalla presa del segugio e rispose. Era più piccola e rapida di Persephone, ma la ferita le stava rallentando i movimenti ed era chiaro che non aveva mai combattuto contro un segugio da guerra, perché continuò ad arretrare sotto gli attacchi di Cerere finché la ragazza non riuscì a piantarle le spade nel costato con foga.

Lei si accasciò al suolo, perdendo sangue dalla bocca, ma sia la ragazza che la mabari furono scaraventate sul terreno da una potente onda d'urto.

 

La donna che li aveva attirati lì stringeva un bastone magico e lo stava agitando sopra la testa, scagliando potentissimi colpi attorno a sé e costringendoli a dividersi per non farsi colpire da lei o dalle frecce.

Iselen provò a fermarla, ma l'elfo tatuato gli apparve davanti, iniziando ad attaccarlo Con un sorriso sulle labbra, focalizzando la sua attenzione su sé stesso e portandolo a creare una barriera per proteggersi dalle sue lame avvelenate, che calavano veloci verso di lui e non gli davano il tempo di evocare il mana.

 

 

Runaan, che stava combattendo con un altro assassino, vide la scena e cercò di liberarsi del suo avversario per andare ad aiutare Iselen, ma lui gli tirò un pugno di terra negli occhi, accecandolo temporaneamente e facendogli perdere l’equilibrio.

Quello sorrise vittorioso, ferendo il fianco del Dalish, ma lui rispose rifilandogli un gran calcio sotto la cintura, facendolo accasciare e dandogli il tempo di recuperare la vista.

Il suo avversario si rialzò, dolorante e furibondo, ma il tonfo di qualcosa alla sua sinistra lo distrasse: il Busto tagliato in due di un’altra elfa era caduto accanto a lui, i resti di un arco stretti nella sua mano e una lunga strisciata di sangue che scendeva lungo le pareti della conca dove era caduta.

 

Quell’attimo di distrazione gli fu però fatale, perché Runaan ne approfittò per piantargli una freccia nel collo, facendolo crollare a carponi con un verso di paura, soffocando nel suo stesso sangue poco dopo.

Il Dalish però sentì un altro tonfo e alzò lo sguardo verso le cime della conca: c'erano sei arcieri per lato, ma a sinistra Aura e Leliana ne avevano già eliminati tre, lo spadone della nana aveva falciato il primo e gli altri due erano stati trafitti da delle frecce. E a Destra non ne rimaneva nessuno in piedi: i fulmini di Morrigan e i pugnali avvelenati di Micah li avevano uccisi prima che potessero rispondere agli attacchi.

 

 

Wynne, finalmente libera dal bisogno di proteggerli, sbattè il bastone a terra e il terreno cominciò a sollevarsi e gonfiarsi fino ad esplodere, generando piccole valanghe di Sassi che costrinsero la maga e l’elfo tatuato, gli unici ancora vivi, ad arretrare.

Lei alzò ancora il bastone con un verso irato, lanciando dei grandi lampi di luce azzurra contro l’anziana, ma Sten si intromise, alzando la sua spada e tagliandoli in due come se fossero stati di burro.

La sua avversaria sbarrò gli occhi spaventata, lanciandogli contro altre onde d'urto e raggi magici, ma il Qunari non si tirò indietro: senza abbandonare la sua espressione stoica, caricò in avanti con tutta la sua imponente figura, mandando in pezzi la barriera dietro cui la donna si era nascosta.

 

Lei cercò di fuggire, ma lui la trapassò da parte a parte, frantumandole costole e polmoni e facendole vomitare sangue. Il Qunari gettò via il cadavere senza nemmeno guardarlo.

 

 

Alistair intanto era andato ad aiutare Iselen. L'elfo tatuato era senza dubbio più abile degli altri, i suoi movimenti erano rapidi e fluidi e più di una volta era riuscito a mettere in difficoltà il mago con la sua danza mortale, e anche il cavaliere si trovò presto nei guai.

I coltelli del suo avversario avevano lasciato dei lunghi segni sulla sua armatura e sembravano sempre colpire nei suoi punti deboli, ma il ramato era molto più grosso e resistente di lui e gli stava tenendo testa.

 

Peccato che un improvviso dolore al ginocchio gli fece perdere l'equilibrio: un piccolo pugnale lo aveva colpito proprio dove la sua armatura lo lasciava più scoperto e la lama doveva essere avvelenata, perché i suoi muscoli si erano infiacchiti di colpo e tutta la sua gamba aveva iniziato a formicolare.

Il ramato vide l’elfo sollevare un pugnale, mirando dritto alla sua gola, ma un'onda d'urto magica lo colse alle spalle, spedendolo dolorosamente a gambe all'aria e poi a sbattere contro la parete di roccia della conca.

 

Iselen, mentre quei due lottavano, era scivolato alle spalle dell’assassino e quando lo aveva visto tirare quel coltello avvelenato ad Alistair aveva reagito con tutte le forze che aveva, rilasciando il mana che aveva raccolto mentre era avvolto dal suo scudo. 

 

 

Il suo avversario provò ad alzarsi nuovamente, perdendo sangue dalla bocca e dal naso. La sua fronte era sudata e non aveva più il sorriso sardonico in faccia, ma Persephone lo colpì in testa con l'elsa di una delle spade, facendolo crollare a terra svenuto.

 

 

《Ma chi diavolo erano questi?》 Chiese Alistair, mentre Wynne appoggiava una mano luminosa sul suo ginocchio per guarirlo dal veleno.

《Di sicuro non normali briganti.》 Commentò Leliana. 《Erano addestrati troppo bene.》

 

《Ho visto di meglio a casa mia.》 Scherzò Micah, toccando la faccia dell'elfo svenuto con la punta dello stivale. 《Ma questo qui è resistente, lo ammetto.》

《Cosa ne facciamo di lui?》 Chiese Aura.

 

《Interroghiamolo. Queste persone sapevano che siamo custodi grigi. Penso che Loghain possa averli mandati a fare il lavoro sporco per lui.》 Rispose Iselen, curando le ferite dell'elfo con la magia, mentre Runaan lo legava con la corda che usava per cacciare

《Mandare altri a combattere le proprie battaglie. Patetico.》 Affermò Sten, impassibile, mentre Alistair annuiva, per la prima volta d'accordo col qunari.

 

 

Iselen ignorò entrambi, puntando un dito luminoso sulla fronte dell'altro elfo, che iniziò a risvegliarsi con dei versi di fastidio, ritrovandosi subito i coltelli di Runaan e Micah fin troppo vicini alla gola.

《Beh, questa si che è una sorpresa. Non mi aspettavo di svegliarmi affatto.》 Aveva un pesante accento antivano, e non mostrava il minimo disagio davanti alla posizione in cui si trovava.

《Possiamo rimediare, se ti va.》 Ghignò la nana.

 

《Sappi che l'unico motivo per cui sei ancora vivo è perché vogliamo porti delle domande.》 Proseguì Iselen serio, puntando gli occhi scuri in quelli castani dell'altro elfo.

Lui annuì come se fosse normale, stava persino sorridendo. 《Ma certo. Chiedete pure.》

 

《Chi sei e chi ti manda?》 Chiese il mago.

《Io sono Zevran della casa Arainai, Zev per gli amici. Lieto di conoscerti, splendore.》 Disse, facendo un languido occhiolino ad Iselen. 《Per quanto riguarda chi mi manda, i miei servizi sono stati richiesti da due nobili. Un uomo alto e severo dal grande naso e un individuo viscido con un muso da faina e capelli che hanno visto giorni migliori.》

 

《Howe! Lui e Loghain ti hanno inviato qui!?》 Esclamò Persephone, stringendo le spade. Il Teyrn si era davvero alleato con un simile verme!?

《Esatto, mia bella dama.》 Rispose lui sorridendo, per poi puntare di nuovo gli occhi su Iselen. 《Mi hanno chiamato al palazzo di Denerim e mi hanno ordinato di liberarmi dei tre custodi grigi ancora in vita dopo avervi descritti. A quanto pare siete diventati una grossa spina nel loro fianco e vorrebbero evitare che rovinaste i loro piani. E ora che vi ho affrontati, capisco perché.》

 

《Sei un Corvo di Antiva, non vero?》 Domandò Leliana, dopo averlo osservato attentamente. Il suo addestramento era troppo fine per essere l'adepto di una gilda di assassini qualsiasi.

L'elfo sorrise e annuì. 《Viaggiate con una compagnia bella e intelligente, custodi. Si, sono un Corvo.》

 

《Che cosa sarebbero i Corvi di Antiva?》 Chiese invece Aura, condividendo la sua confusione con Micah e Runaan.

《Non mi dite che non avete mai sentito parlare di noi! Siamo la più grande gilda di assassini di tutta Antiva. Veniamo addestrati fin da piccoli nelle arti dell’omicidio e della seduzione così da diventare armi letali.》 Rispose Zevran, sempre sorridendo fiero.

 

《Potrebbero fare un lavoro migliore.》 Commentò Runaan derisorio.

《Mi ferisci, amico mio. Anche se ammetto di aver sottovalutato le vostre abilità. Non mi aspettavo che voi e i vostri compagni aveste tante risorse.》

 

Iselen assottigliò lo sguardo. 《Hai altre cose da dirci? Sei a conoscenza dei piani di Loghain? Sai cosa hanno in mente lui o Howe?》

《Temo di no. Il mio compito era unicamente uccidervi. E non ho motivo per mentire. Non sono tenuto al silenzio, né ho alcuna lealtà per Loghain o il suo compagno. E non ho nemmeno rimorsi nel parlare di tutto questo con voi. Mi risultano alquanto sgradevoli ad essere sincero.》

 

《Molto bene allora.》 Disse Morrigan con fare annoiato. 《Direi che possiamo sbarazzarci di lui.》

Runaan e Micah annuirono, mentre il sorriso tremava per la prima volta sul volto di Zevran. 《A… Aspettate! Non serve uccidermi! Anzi, potrei esservi utile!》

 

《Perché ho la sensazione di aver già visto questa scena?》 Si chiese Micah, ricordando con un ghigno la faccia di Oskias quando lo aveva ammazzato e avvicinando il coltello alla gola dell'elfo.

《Posso aiutarvi sul serio.》 Riprese lui. 《Non ho alcuna fedeltà nei confronti di Loghain, lo sapete. E soprattutto, non guadagnerei nulla dal tentare di uccidervi di nuovo.》 Disse, cogliendo i loro sguardi. 《Ho fallito la missione, triste ma vero, e per i Corvi significa che devo morire in ogni caso. Anche se trovassi un modo per eliminarvi e tornassi da Loro, mi ucciderebbero senza esitare.》

 

《Oh beh, gli faciliteremo il lavoro allora.》 Ribattè Runaan tagliente.

《Posso fare moltissime cose. So come distillare veleni e antidoti, so aprire serrature, maneggiare coltelli, come uccidere la gente senza farmi vedere, racconto storie molto divertenti e sono anche un ottimo scalda letto.》 Disse, rivolgendo un altro occhiolino ad Iselen.

 

Lui alzò un sopracciglio, mentre Wynne e Alistair lo guardavano con somma disapprovazione. 《Quindi vorresti cambiare bandiera?》 Chiese la maga.

《Dopo aver provato ad ammazzarci tutti quanti?!》 Aggiunse Alistair, stringendo I pugni per la rabbia.

 

《Non era personale, amico mio. Un contratto è un contratto. Non uccido persone a caso, soprattutto non un gruppo come il vostro. Mi piacete.》

Runaan e Micah si scambiarono uno sguardo davvero poco convinto. 《Quindi? Che ne facciamo di lui?》

 

《Lasciatelo andare.》 Disse Leliana, cogliendoli di sorpresa.

《Leliana, stai scherzando?!》 Chiese Persephone. Sapeva che la ragazza era molto compassionevole e aveva già parlato in difesa di briganti o uomini di Loghain, ma quell'elfo aveva provato ad ucciderli!

 

《In realtà, anche io sono convinta che sia il caso di lasciarlo in vita.》 Commentò Aura. 《Se davvero i nostri avversari sono disposti a ricorrere a tattiche sleali come un’imboscata, io preferirei avere un assassino dalla nostra parte.》

Alistair sembrava aver perso la lingua, Wynne aveva aggrottato le sopracciglia e Morrigan aveva alzato le proprie, ma a quel punto Runaan perse la pazienza, mettendosi dritto e riponendo i pugnali nella cintura. 《Ok, ne ho abbastanza. Ascoltate, Gli daremo una sola possibilità, una soltanto. E se farà qualsiasi cosa per danneggiarci, allora lo ammazzeremo.》

 

 

Iselen annuì e Leliana sorrise, così come Aura, mentre Micah liberava l'elfo dalla corda senza mai staccare gli occhi dalle sue mani. Non si fidava affatto

L’assassino rivolse un occhiolino allegro al Dalish, ma quello lo ignorò bellamente, riprendendo a camminare lungo il sentiero, entrando nella foresta.

 

 

La sensazione di essere a casa lo travolse immediatamente. Conosceva quei boschi come le sue tasche, ci aveva passato anni, ed Iniziò ad attraversare i sentieri in cui aveva corso fin da bambino a passo sicuro. Poteva sentire il profumo della resina e delle foglie umide per le piogge autunnali, mentre le chiome sempreverdi brillavano alla luce del tramonto.

Sentì chiaramente un sorriso aprirsi sul proprio viso. Era quasi irreale essere di nuovo lì, gli provocava una grande nostalgia. Gli stava quasi venendo quasi voglia di chiedere a qualcuno una sfida di caccia come faceva sempre con Tamlen e Fenarel. Ma qualcosa attirò il suo sguardo.

Un segno sul terreno, quasi impercettibile, di ruote e zoccoli di Halla. Non erano troppo freschi, però. Era passata più o meno una settimana da quando l’Aravel era passato di lì, ma questo significava che doveva esserci un altro Clan accampato lì.

 

《Qui ci sono degli elfi Dalish.》 Disse ad alta voce

《Come fai ad esserne sicuro?》 Chiese Micah, che aveva passato tutto il tempo a guardare gli alberi come se stessero per saltarle addosso.

 

《Ci sono dei segni di Araverl qui. Non sono arrivati da molto e se siamo fortunati non sono lontani. Potremmo chiedere loro aiuto contro il Flagello, no?》 Chiese concitato ad Alistair, che annuì.

《Ma certo. Dopotutto… prima o poi saremmo dovuti venire a cercarli.》 Rispose il ragazzo, che però non si sentiva tranquillo. Tutta quella foresta gli dava la brutta sensazione di essere costantemente osservato, come se decine di occhi si celassero nelle cortecce.

 

Il biondo annuì con veemenza, iniziando a camminare seguendo la scia, che indicava che il Clan aveva comunque fatto molta strada e che si trovava in una più profonda della foresta. Era contento di conoscere quel luogo così bene: in caso contrario sarebbe stato impossibile trovare l’accampamento in breve tempo.

Poteva sentire un chiaro misto di eccitazione e ansia all'idea di rivedere un altro Clan Dalish: avrebbe rivisto altri Dalish, però sarebbe stato l'ennesimo promemoria della perdita della sua vecchia vita, ma continuò a seguire la scia in ogni caso.

Il problema era che a volte dovevano aver cambiato strada o avevano sollevato le barche di legno con la magia, perché più si avvicinavano al cuore dei boschi, più i segni diventavano sporadici.

 

 

《Siamo sicuri che questi elfi ci aiuteranno? Mi pare di ricordare che ai Dalish non piacciano gli ospiti inattesi》 Disse Zevran a Micah e Persephone, che camminavano poco davanti a lui, dopo ore di marcia.

La corvina non gli rispose nemmeno. Aveva fatto del suo meglio per ignorare l'antivano e le sue battute sconce per tutto il tempo da quando lo avevano preso con loro. E aveva funzionato… almeno per un po'.

Per essere un assassino, quell'elfo era fuori dal comune: parlava per ore, rideva, raccontava aneddoti dei Corvi e delle sue conquiste di letto come se fosse tutto normale. Come se fosse un loro amico e non avesse appena tradito la Gilda di Assassini più pericolosa di tutta Antiva.

E aveva notato che era rimasto a fissare Iselen, o più in particolare il suo fondoschiena, con fare languido fin da quando erano ripartiti, anche se il mago non aveva dato segno di accorgersene. Si limitava a camminare proprio accanto a Runaan con la sua solita aria seria.

《Io lo spero proprio. Sono già stufa di questo posto.》 Rispose invece la nana, girandosi intorno con aria nervosa, un po’ come Aura, che però mostrava più contegno. Non che potesse biasimarle

Le avevano raccontato che la loro fuga da Orzammar era stata alquanto “rocambolesca” e che avevano dovuto nascondersi per giorni nelle foreste prima di trovare il Karta della superficie. Inoltre, i Nani non le erano mai sembrati amanti dei boschi in generale.

 

《Oh beh, guardiamo il lato positivo. Almeno da qui dietro abbiamo un bel panorama.》 Rise sornione l'antivano, mentre Persephone alzava un sopracciglio.

Bastava il suo tono per capire che con “panorama” non intendeva affatto l’incredibile spettacolo delle volte verdi della foresta di Brecilian.

La nana però si fece sfuggire una risatina. 《Amico, ma sei davvero così bravo a sedurre come credi? Perché mi sembra che tu sia in astinenza.》

 

《Mi ferisci, mia piccola amica. Dico solo che quando qualcuno mi mette davanti una visione tanto piacevole è mio preciso dovere apprezzarla.》 Disse lui, tornando a guardare per un attimo Iselen con un ghigno malizioso sul viso.

La nana si fece sfuggire un'altra risata, più sguaiata di prima. 《Consiglio spassionato, non farti ingannare dal suo aspetto Delicato e dai modi educati. Iselen è pericoloso quanto me in battaglia e può essere un avversario davvero bastardo. Ha fatto fuori un mostro gigante alla Torre dei maghi. Maledetti alberi! E credo che ti congelerebbe le palle se gli dessi fastidio.》 Disse, cercando di non inciampare sulle radici.

《Questo, mia cara, rende solo la sfida più interessante.》 Rispose a tono l'elfo, il sorriso sornione sempre stampato in viso.

 

**

 

 

Quella sera si fermarono per riposare, godendosi un altro pasto caldo per allontanare la fastidiosa umidità della foresta e chiacchierando di stupidaggini, ma Runaan si sedette ai margini del campo, toccando a malapena il cibo.

Alastair, Iselen e Aura avevano praticamente dovuto costringerlo a fermarsi per recuperare le forze, ma rimase a guardare il fitto della foresta per ore, cercando febbrilmente tra gli alberi.

E la mattina dopo fu abbastanza chiaro a tutti che non aveva dormito affatto: aveva delle grosse ombre nere sotto gli occhi, le guance smunte e i suoi lunghi capelli erano arruffati. Ma non si lamentò durante il viaggio.

Alistair aveva provato a dirgli di riposare un altro po', ma lui aveva scosso la testa, dicendo che tanto non ci sarebbe riuscito. E non era affatto una bugia. Si sentiva nervoso e in lotta con la propria mente: aveva fretta di trovare il Clan e la foresta sapeva di casa, ma ogni cosa lì continuava a ricordargli quelle maledette rovine e lo specchio corrotto che si celava lì.

 

E dormire era diventato ancora più difficile. Fin da quando aveva bevuto quel maledetto sangue di prole Oscura, le sue notti erano popolate da incubi. Vedeva continuamente l'arcidemone ruggire, mentre il suo esercito enorme lo seguiva in tunnel oscuri in cui lui continuava a perdersi. Era una cosa che accomunava tutti i custodi secondo Alistair, però questo non lo faceva stare meglio.

E di solito, avere vicino lui o Iselen lo aiutava: per quanto il ramato lo irritasse, poteva capire come ci si sentiva ad avere un legame tanto stretto con la prole oscura e l'altro elfo era sempre stato una presenza confortante e pronta ad ascoltare e condividere i propri sogni, ormai popolati solo da demoni e mostri. Ma in quel posto non funzionava. Sentiva di nuovo quella paura… quella che aveva provato quando non aveva più trovato Tamlen ed era stato portato via da Duncan. Lo faceva sentire così impotente e arrabbiato!

 

Il mago lo aveva notato, ma non sapeva cosa dire per aiutarlo. Ormai stava iniziando a pensare che fosse stato un errore farlo tornare in quella foresta. Aveva vissuto troppi ricordi dolorosi lì: aveva perso la sua famiglia e il suo migliore amico e tutto il suo mondo era andato in mille pezzi. Ma era consapevole che senza di lui non avrebbero mai trovato i Dalish, e convincerli ad unirsi a loro sarebbe stato impossibile.

Poteva solo tenerlo d'occhio e sperare di trovare presto il Clan. Ma anche gli altri erano preoccupati, perché quella sera, dopo un'altra giornata infruttuosa, Aura si avvicinò insieme a Leliana. 《Iselen, dobbiamo aiutarlo.》 Disse la rossa, accennando al Dalish, che si era allontanato di nuovo con Morrigan.

《Dovremmo andarcene da questo posto. Gli elfi potrebbero anche essere da tutt'altra parte. E anche se fosse, potremmo non trovarli mai.》 Annuì la nana, alquanto preoccupata. Quella mattina lei e Persephone avevano trovato una impronta di lupo grossa quanto la ruota di un carro e, per quanto lei amasse il campo di battaglia, non aveva voglia di conoscere la bestia a cui apparteneva.

Il mago le guardò con la solita calma. 《Capisco che siete preoccupate per lui, lo sono anche io, ma sappiamo tutti che non se ne andrà. È troppo importante per lui. Credo… credo sia un modo per espiare quello che crede sia un suo errore.》

 

 

La nana sospirò. Era ben consapevole che Runaan non sarebbe andato via, a meno che non lo avessero costretto. E come opzione non le sembrava la più indicata. Ma un fruscio tra le foglie la fece voltare.

Quei boschi non le piacevano. Non solo quegli alberi la mettevano in soggezione, ma Confondevano anche i suoni. Ogni rumore veniva distorto e anche una cosa innocua poteva sembrare una minaccia, ma era sicura di aver sentito dei passi. Poteva giurare sulla Pietra.

Prese subito il suo spadone, e notò che anche Zevran aveva tirato fuori un pugnale, ma la sua espressione era rimasta uguale. 《Qualcuno ci osserva.》

 

Iselen sentì immediatamente il mana fluire in lui e anche Leliana strinse l'arco, girandosi furtiva verso il folto della boscaglia. Fu allora che li vide.

Erano un gruppo di sette, i loro occhi erano grandi e luminosi nel buio come quelli dei gatti, e stavano uscendo allo scoperto tenendo i loro archi tesi. I volti tatuati erano duri e decisamente ostili.

Una di loro, un’elfa dai corti capelli biondi e un intrico di rami tatuato sulla fronte, fu la prima a parlare. 《Shemlen. Che ci fate qui?》 Chiese tagliente, guardando Alistair, Persephone e Wynne. 《Questa foresta non è un luogo sicuro per voi.》

《Non siamo qui per disturbare voi o il vostro Clan. Veniamo in pace.》 Le Rispose Persephone, mantenendo la calma e guardando Cerere acquattarsi, pronta all'attacco.

 

《È vero! Ascoltate, Siamo venuti qui per parlare con voi. Io sono un custode grigio. Io e i miei compagni veniamo in cerca di alleati. Abbiamo bisogno dell'aiuto di voi elfi Dalish per combattere il Flagello.》 Aggiunse Alistair, guardando nervosamente un elfo moro piuttosto giovane che lo stava guardando in cagnesco.

《Mithra, perché stiamo ascoltando queste sciocchezze? Li vedi. Sono armati e probabilmente sono stati mandati qui per disturbare la foresta.》

 

La bionda però sembrava meno sicura di prima. 《Se fosse così, Non avrebbero bisogno di inventarsi di essere custodi grigi, Melior. Non è una bugia che tutti userebbero, soprattutto non ora.》

《Se restano qui, ci daranno solo problemi. Dobbiamo fare qualcosa.》 Replicò l'altro, tendendo l'arco e mirando contro il custode.

 

Mithra cercò di fermarlo, ma una freccia si piantò a pochissima distanza dal piede del più giovane, facendolo sobbalzare e quasi cadere per la sorpresa.

L'elfa bionda si guardò intorno frenetica, cercando chi avesse scoccato, ma quando vide il padrone dell’arco  strabuzzò gli occhi. 《Runaan? Runaan Mahariel!?》

L’Altro le rivolse un ghigno sardonico, il primo in quasi tre giorni. 《Mithra! È un piacere rivederti. Sono lieto di sapere che stai bene, anche se penso che dovresti controllare di più i tuoi cacciatori.》 Disse lui, avvicinandosi agli altri Dalish, che lo stavano fissando come se fosse un fantasma.

 

《Elgar’nan… che ci fai tu qui lethallin!? Il tuo Clan è andato via da mesi ormai. E… perché ti accompagni a Shemlen, nani, Qunari e orecchie piatte!?》

L'altro tornò a rabbuiarsi. 《Diciamo che la mia vita è cambiata. Sono incappato in un antico manufatto corrotto dal Flagello insieme ad un mio compagno. Questo mi ha contagiato e ha ucciso Tamlen. L'unica speranza che avevo di sopravvivere era unirmi ai custodi grigi, quindi uno Shem mi ha portato con sè per affrontare l'unione insieme a loro.》 Rispose, accennando anche ad Alistair e Iselen.

 

Il dalish moro lo guardò con aria seccata, digrignando i denti e ancora rosso di imbarazzo per la figuraccia appena fatta. 《Quindi hai buttato il tuo onore alle ortiche e ti sei unito ad un gruppo di servitori di Shem.》

Il biondo gli rivolse uno sguardo di sufficienza, prima di rivolgersi di nuovo a Mithra. 《Vi stiamo cercando da giorni. Abbiamo bisogno del vostro aiuto contro la prole oscura. Il Flagello ormai dilaga, e i vostri cacciatori sarebbero una grande risorsa per noi.》

 

Mithra abbassò l'arco, ma la sua espressione crucciata non faceva ben sperare. 《Runaan, io vorrei venire con te anche subito se potessi. Ma il nostro Guardiano ha proibito a tutti noi di allontanarsi troppo dal campo. L’unico motivo per cui siamo qui, è perché abbiamo sentito gli schiamazzi dei tuoi… compagni.》 Disse, guardando di sottecchi Persephone, che assottigliò lo sguardo seccata. L'aria di superiorità di quegli elfi le dava fastidio. Guardavano tutti loro come se fossero dei poveracci solo perché non erano Dalish, ma rimase zitta. Ora non era il momento di mettersi a litigare.

Runaan non parve notare lo scambio di sguardi. Sembrava confuso. 《Perché il vostro guardiano vi ha imposto questa regola? È successo qualcosa?》

L'elfa annuì, facendogli segno di seguirla e addentrandosi nella boscaglia insieme ai suoi compagni senza nemmeno parlare agli altri presenti.

 

 

《Bisogna dire, questi Dalish non sono dei padroni di casa molto accoglienti. Voi che dite?》 Commentò Zevran a braccia conserte.

Nessuno se la sentì di dargli torto, quegli elfi li stavano guardando come se fossero delle blatte anche se non avevano fatto nulla, ma si avviarono comunque dietro di loro.

 

 

Percorrendo le lunghe vie della foresta per l'ennesima volta, facendo emettere un sono sbuffo a Micah, sempre più in difficoltà con il terreno spaccato dalle radici e il freddo di quel posto.

Gli elfi che aprivano la strada si muovevano agili e senza fatica, loro invece erano impacciati da rami e radici nascoste dal buio, rischiando di inciampare e più di una volta qualcuno andò a sbattere contro un albero.

《Ma che razza di strade scelgono?》 Chiese Aura, massaggiandosi la faccia con un gesto irritato. Poteva sopportare i modi dei Dalish, aveva conosciuto nobili ben più maleducati, ma Quei boschi la rendevano nervosa e persino tutto il suo addestramento da principessa non poteva farci nulla.

《Forza. Credo che ci siamo quasi.》 Disse invece Morrigan, avanzando elegante tra le figlie e fissando un punto poco lontano da loro.

 

 

Quando raggiunsero finalmente il gruppo dei Dalish, si trovarono davanti ad un grande accampamento composto da tende colorate e falò e soprattutto delle enormi barche dalle vele rosse dotate di ruote.

Alcuni elfi tatuati stavano passando, fissandoli con aria guardinga e bisbigliando appena li videro passare. Runaan però non sembrò neanche farci caso. L’emozione di essere in posto che gli ricordava casa così tanto era davvero troppo grande, aveva persino dimenticato il suo nervosismo, ma quel campo non era colmo di chiacchiere e risate come si sarebbe aspettato. L'aria era tesa, colma di paura e tutti quanti tenevano strette le armi come se si stessero preparando a difendersi.

Doveva essere successo qualcosa di davvero terribile. Solo in un caso del genere un guardiano avrebbe impedito ai suoi cacciatori di cercare prede in un territorio più grande.

 

Mithra condusse lui e tutti gli altri verso una tenda un po' più grande delle altre, dove un elfo anziano dalla testa pelata stava parlando con una giovane elfa dai capelli dorati raccolti sulla nuca. Entrambi portavano dei bastoni magici sulle spalle e lui aveva un vallaslin dorato che lo identificava come il guardiano.

《Guardiano, siamo tornati.》 Disse Mithra, avvicinandosi ai due.

L'anziano si voltò verso di lei con un lieve sorriso. 《Mithra. Spero che sia andato tutto bene. Non avete...》 I suoi occhi si posarono su Runaan e su tutto il suo gruppo.

 

《Andaran atish’an, Guardiano.》 Salutò il biondo in tono rispettoso.

《Andaran atish'an, Da'len.》 Salutò a sua volta l’uomo, studiando lui e tutti gli altri attentamente, soffermandosi un secondo di troppo sugli umani. 《Tu sei un membro del clan di Merathari, non è vero? Io sono Zathrian, Guardiano di questo Clan. Cosa ti porta qui insieme ai tuoi… peculiari compagni?》 Domandò.

 

《Io, Alistair e Iselen facciamo parte dell'ordine dei custodi grigi. Siamo venuti qui per chiedervi aiuto. Vi abbiamo cercato a lungo prima di incappare nei vostri cacciatori. Il Flagello sta invadendo le terre del Ferelden e molto presto la prole oscura distruggerà ogni cosa. Vi saremmo estremamente grati se poteste aiutarci con le vostre frecce e la vostra magia.》

L'uomo annuì, le innumerevoli rughe del suo viso che si increspavano. 《Comprendo il motivo per cui siete venuti, Da'len, e domando scusa per i modi irruenti dei miei giovani protetti. Siamo in una situazione difficile e molti hanno paura. E anche per questo non posso lasciarli andare via insieme a te.》 Disse, cogliendoli di sorpresa.

 

《Perché non potete?》 Domandò Iselen.

《In un altro momento, non negherei il mio aiuto ad un figlio del mio stesso Popolo o ad un custode grigio, il vostro ordine merita il nostro rispetto, ma purtroppo anche il mio Clan è stato colpito da una disgrazia.》 Disse il guardiano con aria greve.

 

Runaan lo guardò preoccupato. 《Possiamo fare qualcosa per voi? Cosa è accaduto?》

Zathrian abbassò le palpebre, facendo segno di seguirlo, e si avviò insieme alla giovane maga elfica. Micah emise l'ennesimo sbuffo della giornata, ormai al limite della pazienza. “Figuriamoci che anche a loro non serviva aiuto. È mai possibile che queste teste d'aria non riescano a fare qualcosa da soli!?”

Notò che anche Zevran non sembrava a proprio agio. Aveva una camminata normale e la sua classica aria gioviale, ma I suoi occhi erano Puntati sulla schiena di Zathrian e aveva arricciato il naso, come se qualcosa non lo convincesse

 

Peccato che non potè chiedergli nulla, perché il Guardiano scostò una tenda e una serie di gemiti di dolore attirò la sua attenzione. 《Ma che cazzo…》 Si chiese, guardando all'interno.

Su vari letti, giacevano molti elfi dall'aria sofferente. Alcuni erano coperti di sangue, altri invece avevano segni di ferite e morsi più vecchi, però era chiaro che tutti erano usciti da scontri piuttosto cruenti. Ma la cosa che davvero le fece impressione fu il fatto che alcuni di loro si stavano… trasformando.

Molti avevano denti grossi e affilati e le loro facce si erano allungate in modo innaturale, altri avevano artigli al posto delle unghie e braccia o gambe piegate in angoli bizzarri troppo grosse e lunghe per il resto del loro corpo e quasi tutti avevano grosse chiazze di pelo ispido che spuntavano dalla pelle. C'erano persino persone che piangevano e urlavano per il dolore causato da quegli arti troppo grossi, e altri ancora erano incatenati per evitare che si mordessero e scorticassero da soli. Uno spettacolo grottesco

 

Leliana si portò le mani sulla bocca, Micah e Alistair trattennero i Conati, Runaan sgranò gli occhi e persino Sten sembrava impressionato. Wynne fu l'unica a ritrovare la parola. 《Cosa gli è capitato?》

《Purtroppo tutti loro sono vittima di un maleficio.》 Rispose Zathrian. 《In questa foresta vive un tipo di bestia maledetta, i lupi mannari. Sono loro ad aver fatto questo alla mia gente.》

 

《Lupi mannari? Ma… quelle sono solo favole.》 Disse Persephone, mentre Iselen e Morrigan osservavano da vicino gli elfi.

L'anziano elfo osservò la ragazza freddamente. 《 Ti posso assicurare, giovane shem, che sono reali quanto me e te. Sono bestie selvagge, guidate solo dalla follia, a cui basta un morso per condannare le vittime a ridursi come loro. Diventano bestie. Ho già dovuto uccidere due dei miei cacciatori perché avevano perso la ragione. E temo che presto molti di loro subiranno lo stesso destino.》

 

《Dobbiamo fare qualcosa!》 Affermò Runaan convinto, guardando un elfo rantolare di dolore. 《Guardiano, sapete se c'è un qualsiasi  antidoto o un rimedio che possa aiutarli?》

L’anziano, con sua sorpresa, annuì. 《Si. Il capo di quei lupi mannari, Zannelucenti, un licantropo bianco molto più potente degli altri. Il suo cuore è la chiave per spezzare la Maledizione. Ma è troppo pericoloso, molti degli elfi che vedete qui sono ridotti così perché sono andati a cercarlo. Non permetterò che altri dei miei cacciatori subiscano questo destino.》

 

《Allora andremo noi.》 Rispose Runaan deciso. 《Vi posso assicurare che i miei compagni sono estremamente abili. Vi porteremo il cuore e con esso potrete salvarli.》

Micah si battè una mano sulla fronte, mentre Persephone e Leliana si scambiavano uno sguardo preoccupato. Aveva seriamente intenzione di andare a spassarsela tra lupi giganti!? E lei che pensava che fosse più sveglio di Alistair.

L'anziano Dalish, invece, sembrava alquanto sorpreso, ma un tenue sorriso gli increspò il viso. 《È un piacere vedere un giovane tanto coraggioso. E oramai il tuo aiuto è più che gradito. Io e la mia Prima, Lanaya, abbiamo passato settimane a usare i nostri poteri per rallentare la Maledizione, ma ormai i nostri Incantesimi non hanno più effetto. Vi darò un po' di tempo per prepararvi. E mi raccomando: siate prudenti quando entrerete nel covo di Zannelucenti.》

 

Runaan annuì, ma Aura gli si avvicinò, notando anche l'aria nervosa di alcuni idei loro compagni. Non molti sembravano eccitati all'idea di combattere lupi mannari. 《Runaan, abbiamo bisogno di parlarti.》

Il Dalish alzò un sopracciglio, ma seguì la nana verso un punto più isolato dell’accampamento, dove presto  li raggiunsero anche tutti gli altri. 《Che cosa succede?》

 

《Stavamo solo riflettendo su quanto tempo ci vorrà per aiutare questi elfi.》 Disse cautamente Wynne. 《Purtroppo la loro situazione è importante e ovviamente molto gravi, ma anche trovare le ceneri e salvare Arle Eamon lo è.》

《Quindi che cosa vorreste fare? Abbandonarli tutti a ridursi a bestie senza cervello? Perché io non ho intenzione di lasciarli. Sono la mia gente, non li condannerò a questa fine.》 Dichiarò pungente lui.

 

《Per di più, volete andarvene per mettervi alla ricerca delle ceneri he potrebbero non essere nemmeno reali, quando abbiamo una minaccia tangibile davanti a noi.》 Li derise Morrigan.

《Sono l'unica speranza che abbiamo! Senza Arle Eamon il Ferelden sarà perduto!》 Si infervorò Alistair. 《E poi, se esistono i lupi mannari, perché anche le ceneri non possono essere reali?》

 

《Oh beh, io sono disposta a credere a tutto pur di uscire da questa foresta. Ne ho abbastanza.》 Rispose Micah, spazientita.

《Va bene, ora Basta!》 Alzò la voce Aura, cercando di scongiurare l'ennesima lite. 《È chiaro che entrambe le cose sono estremamente importanti e nessuna delle due può essere rimandata. Io ed Iselen avevamo già pensato ad una simile eventualità. Perciò, Ci divideremo come abbiamo fatto per andare al Circolo. Un gruppo si dirigerà a Denerim a trovare Fratello Genetivi e un altro resterà qui nella foresta per cercare una cura per i Dalish. Dopotutto, siamo un gruppo troppo grande per muoverci agilmente in una foresta e io e Micah non abbiamo idea di come combattere qui. Inoltre, sia la strada per Denerim passa di qui, quindi ci riuniremo comunque.》

 

Sten annuì. 《Un piano degno di un generale.》

La nana sorrise al complimento, girandosi poi verso gli altri. 《Per voi va bene?》

 

Runaan annuì, guardando poi gli altri. 《Chi verrà con me nella foresta? Mi servono persone agili e pratiche di trappole e magia.》

Iselen fu il primo a mettersi al suo fianco, seguito da Invel, Morrigan, Sten e Zevran. Leliana si unì a loro subito dopo, mentre invece Persephone, Cerere, Micah, Aura, e Wynne si accodarono ad Alistair.

Il Dalish si voltò. 《Molto bene. Voi andate pure a Denerim. Ci rivedremo lì non appena noi avremo scoperto una cura per I Delish e voi qualcosa sulle ceneri.》

 

 

L'altro custode annuì, anche se sembrava nervoso. Era sul punto di dire qualcosa, ma poi ci ripensò, dirigendosi con gli altri verso il limitare della foresta per riprendere il loro viaggio.

Invece il loro gruppo attraversò l’accampamento e si avvicinò al confine più interno, dove la boscaglia diventava più fitta, simile a fauci pronte a divorarli.

Molti Dalish li guardarono passare con sguardi che esprimevano varie emozioni. Tantissimi erano spaventati, altri solo preoccupati, ma la maggior parte di loro sembrava semplicemente rassegnata. Una bambina si avvicinò timidamente a Runaan per dirgli di stare attento, dicendogli che molte cose brutte si nascondevano in quel bosco.

Lui le accarezzò un secondo i capelli con un sorriso sulle labbra, e le disse qualcosa in elfico con tono dolce, probabilmente una rassicurazione che avrebbero fatto molta attenzione, prima di alzarsi e arrivare fino ai confini dell’accampamento.

 

 

Appena oltrepassarono le grandi vele degli Aravel, Runaan prese il proprio arco. 《Ascoltate, sappiamo già che sarà estremamente pericoloso. I lupi mannari sono bestie tremende da come li hanno descritti e c'è una grossa probabilità di essere morsi o sbranati. Se qualcuno di voi ci ha ripensato e non vuole più venire con me, ora è il momento di dirlo.》

Iselen e Sten alzarono un sopracciglio, avvicinandosi a lui insieme ad Invel. 《Noi non ci tiriamo indietro. E non ti lasceremo andare da solo》 Rispose l’elfo con la sua solita calma.

 

Sten fece un cenno. 《Combatterò con te, Kadan.》

《Anche io.》 Affermò Leliana, mentre Morrigan, per una volta, annuiva con un sorriso misterioso.

《Non perdiamo altro tempo con inutili chiacchiere.》 Disse lei serafica, avventurandosi tra gli alberi.

 

   
 
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