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Autore: ok_ok    16/11/2021    2 recensioni
E come ogni anno si ritrovava sugli Champs Élisées affollati per assistere alla parata per la Festa Nazionale. Per qualche motivo che non sapeva spiegarsi, le parate militari l’affascinavano e provava una strana connessione con la vita militare, anche se non aveva mai pensato d’intraprenderla.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Parigi, 14 luglio 2019
 
E come ogni anno si ritrovava sugli Champs Élisées affollati per assistere alla parata per la Festa Nazionale. Per qualche motivo che non sapeva spiegarsi, le parate militari l’affascinavano e provava una strana connessione con la vita militare, anche se non aveva mai pensato d’intraprenderla. Riteneva però che la sola fascinazione che provava non era sufficiente a spiegare quel bisogno, quasi una necessità, di essere lì presente ogni anno.
 
Mise fine alle sue elucubrazioni quando notò un uomo che sembrava di fretta e che tentava di farsi largo tra la folla. Oscar si fece da parte per permettergli di passare ma nella foga del momento l’uomo le venne comunque addosso. Una profonda scossa li attraversò entrambi, ma prima che lei potesse reagire l’uomo era già svanito, inghiottito dalla calca.
Numerosi flashback cominciarono ad affollare la mente della donna, situazioni che lei però era certa di non aver mai vissuto, forse eventi di una lontana vita passata. Lunghe cavalcate a cavallo, duelli con la spada, sontuosi balli a Versailles e colloqui con la Regina, una giovane donna salvata dalla strada, e poi il suo primo amore, quell’unico ballo in abito da sera e quel rifiuto che le aveva straziato il cuore, la sua volontà di vivere come un uomo e le sfide della sua nuova mansione, la sua malattia, l’avvento della rivoluzione, la scoperta dell’unico, vero amore e, infine, il sacrificio delle loro vite per la patria.
Oscar si riscosse, sgranando gli occhi, e mormorò solamente: “André...”
Cominciò a guardarsi freneticamente attorno, l'interesse per la parata ormai completamente svanito, ma lui era già fuori dalla sua portata.
Stava per farsi prendere dallo sconforto quando sul suo cellulare arrivò una notifica, facendola distrarre dai suoi pensieri. Era André, che era riuscito a trovarla sui social e le chiedeva di uscire a cena con lui quella sera stessa. Oscar sorrise sollevata e rispose rapidamente che accettava l'invito.
 
Oscar raggiunse il luogo dell'appuntamento, Place de la Bastille, e non poté fare a meno di chiedersi se André l'avesse scelto per pura casualità o meno.
André l'attendeva con un mazzo di rose bianche in mano e quando lei si avvicinò, lui le disse: "spero che siano ancora le tue preferite." Oscar sorrise leggermente commossa e rispose: "lo sono, André."
Oscar stava per buttargli le braccia al collo per abbracciarlo ma André la fermò: "aspetta Oscar, prima voglio chiarire una cosa... Quello che è successo nella tua stanza...". Oscar capì subito a cosa si riferisse ma non mutò espressione: "d'accordo."
"Quello che ti ho fatto è terribile e non importa se all'epoca la mentalità era diversa, il mio atto è stato semplicemente ignobile. Alla luce di ciò se tu non vorrai avere a che fare con me lo capirò e non cercherò in alcun modo di dissuaderti."
"Se non avessi più voluto avere a che fare con te non sarei qui con te stasera, ti pare? Ascolta André... È vero, il tuo non è stato un bel gesto, mi hai disorientato e ho avuto paura che potessi spingerti oltre. Mi sono sentita umiliata e tradita e per un po' ho provato tanto risentimento verso di te ma... Neanch'io mi ero comportata bene, ero frustrata e me la sono presa con te dandoti il benservito, ti ho trattato per la prima volta come un servo e non come una persona mia pari... E poi ti ho schiaffeggiato sul lato dell'occhio malato, quello che tu avevi perso per me e per la mia testardaggine; anche questo è stato ignobile. Devi credermi André, io ti avevo già perdonato allora e non ti porto alcun rancore. Abbiamo fatto tanti sbagli ma avevamo cominciato a rimediare e, se tu lo vorrai, potremo continuare a farlo."
Ascoltate quelle parole la preoccupazione lasciò il volto e il cuore di André che finalmente l'accolse tra le sue braccia, facendole percepire l'amore rimasto immutato nonostante i secoli. Oscar affondò il viso nella spalla di André, poi parlò: "sai André, io sono morta...", scosse la testa e continuò: "cioè, ovvio che sono morta, quello che voglio dire è che è successo proprio qui..." e si allontanò un po' per poterlo fissare nei suoi meravigliosi occhi smeraldo "...esattamente duecentotrenta anni fa."
L'espressione di André s'illuminò: "quindi anche tu hai partecipato alla presa della Bastiglia?". Oscar annuì: "con te morì anche la mia voglia di vivere. Per questo decisi di gettare al vento qualsiasi precauzione posizionandomi davanti ai cannoni che facevano fuoco sulla fortezza, divenendo così facile bersaglio dei cecchini." André l'abbracciò come a volerla proteggere dal passato e seguirono dei momenti in cui si udivano solo i battiti accelerati dei loro cuori e il brusio della vita che scorreva intorno a loro. Poi Oscar prese un profondo respiro, scacciò la malinconia e disse: "allora, questa cena?"
 
Si avviarono verso il ristorante e, trovato il loro tavolo, André scostò la sedia di Oscar per farla sedere. "Andiamo André, non siamo mica nel diciottesimo secolo!" e un immenso sorriso le illuminò il volto. "Lo so, ma come ben sai allora non ho avuto molte possibilità di farlo, anzi proprio nessuna. Comunque, a proposito di passato; il tuo nome... Tuo padre non ti avrà di nuovo..."
"...Obbligato a vivere come un uomo?" lo interruppe lei. "No, è semplicemente patito per lo scrittore Oscar Wilde" e detto ciò alzò le braccia come a voler dire "che vuoi farci?".
"In questa vita nessuna uniforme, André, perché sono un'avvocata. Accetto di difendere solamente le donne, specialmente le vittime di abusi e violenze."
"Nonostante i secoli il tuo buon cuore e il tuo senso di giustizia non sono proprio mutati, Oscar. Io invece ho un incarico dirigenziale presso le Galeries Lafayette Haussmann." Oscar lo guardò compiaciuta: "allora sei proprio un pezzo grosso, André."
Trascorsero la cena in maniera serena, scambiandosi aneddoti sulla loro vita attuale e ricordando quelli della vita passata.
 
Poi presero un taxi alla volta del Champ de Mars per assistere allo spettacolo pirotecnico a conclusione dei festeggiamenti. Camminavano a braccetto come non avevano mai potuto fare, come una coppia di lunga data, godendosi la tiepida aria estiva e l'atmosfera elettrizzata a causa dei festeggiamenti.
"Oscar, ascolta. Fino a questo momento abbiamo evitato, consciamente o meno non lo so, l'argomento ma credo che sia giusto scoprire le carte prima di eventualmente andare avanti. Tu... stai con qualcuno? Stai frequentando qualcuno?". Oscar poggiò la testa sulla sua spalla e parlò: "ho avuto diverse relazioni, sia con uomini che con donne ma ogni volta mi accorgevo che mancava qualcosa, anche se non capivo cosa fosse. Quindi per rispondere alla tua domanda, no, non sto con nessuno al momento." André rilasciò un sospiro che nemmeno si era accorto di trattenere e rispose: "neanch'io, Oscar."
 
Finito lo spettacolo pirotecnico André le chiese se avesse voglia di andare da qualche altra parte ma Oscar rispose risoluta: "no André, adesso voglio che tu mi porti a casa; abbiamo perso già troppo tempo una volta a causa mia, non potrei mai perdonarmi se accadesse nuovamente." André si rese conto di quanto Oscar si sentisse terribilmente in colpa e la strinse forte a sé, rubandole un bacio a fior di labbra. "Andiamo allora."
 
Appena varcata la soglia di casa sua André la prese in braccio per portarla in camera da letto, come una novella coppia di sposini. "André, cosa fai? Non siamo ancora sposati!" ma rise di gioia a quel suo gesto. "L'ha detto tu stessa, Oscar; mai più occasioni sprecate."
André l'adagiò sul letto, le tolse le scarpe e tolse le sue, poi la raggiunse. Oscar lo avvicinò a sé con una foga incontenibile e cominciò a baciarlo con un'ingordigia mai provata prima e lo lasciò andare solo quando sentì i polmoni bruciare per la mancanza di ossigeno. André scese lungo il suo meraviglioso corpo, ammirandolo proprio come si fa con un'opera d'arte e raggiunse quella parte che in un'altra vita le aveva provocato tanta sofferenza. Cominciò ad accarezzarla da sopra l'indumento intimo, facilmente raggiungibile grazie a quel miniabito che aveva deciso di indossare, e la sua reazione fu istantanea. Un lungo brivido le attraversò il corpo che sembrava modellato del migliore scultore dell'antica Grecia e un gemito lasciò le sue labbra gonfie di baci appassionati. André si abbassò al livello del corpo di Oscar e iniziò a baciare e leccare e lei poté solamente abbandonarsi alle sensazioni e affondare il capo nel cuscino, gli ansiti e i gemiti che le sfuggivano incontrollati. Il nome di André ripetuto come una preghiera divenne il suo unico appiglio alla realtà.
Oscar venne con un lungo gemito, il piacere le sconquassava le viscere togliendole il respiro. André attese che si riprendesse, poi chiuse le labbra sulle sue facendole sentire il suo stesso sapore.
La spogliò e fissò rapito quel corpo di cui non avrebbe potuto stancarsi nemmeno alla fine dei tempi e attese che Oscar facesse lo stesso con lui.
Ma lei rimase ferma a fissarlo in viso, la sua mente probabilmente lontana da lì. "Oscar... Oscar cosa c'è?". Lei si riscosse e prese a spogliarlo: "scusa André, stavo pensando ai tuoi occhi di smeraldo, i tuoi due occhi, occhi che non hai dovuto sacrificare per me questa volta" e la sua voce s'incrinò sulle ultime due parole. André la baciò teneramente sulla fronte e sorrise dolcemente: "lo sai Oscar, io  darei la mia vita per te." A quelle parole Oscar si agitò irrazionalmente e lasciò libero sfogo alle lacrime: "no André, stavolta nessuno si sacrificherà, saremo egoisti e metteremo noi stessi al di sopra di tutto. Adesso che ti ho ritrovato io voglio trascorre il resto della mia vita con te, e se ciò non fosse destino, beh allora che questa vita mi venga tolta qui e ora." André la strinse a sé per trasmetterle la sua presenza e Oscar sembrò aggrapparsi a lui come un naufrago cerca di aggrapparsi a qualsiasi cosa per rimanere a galla e non affogare. Lentamente lei si riscosse e si asciugò le lacrime che le segnavano il suo bellissimo viso: "scusami André, forse ho esagerato ma... sappi che io quelle cose le penso veramente" poi prese un lungo respiro: "scusami ancora, ho proprio rovinato il momento." Lui scosse la testa: "non devi preoccuparti, se te la senti possiamo anche riprendere."
Oscar annuì e cercò le labbra di André, poi con un rapido movimento che lo colse di sorpresa ribaltò le loro posizioni, posizionandosi sul suo addome. Con le sue lunghe dita comincio a massaggiargli il membro, strappando un respiro strozzato ad André, poi parlò: "sai André, nonostante il passato io non ho mai cavalcato in questa vita..." e detto ciò si calò sul suo membro, un lungo sospiro a sfuggirle dalle labbra. Cominciò a muoversi lentamente per poi trovare il giusto ritmo, le mani di André che non riuscivano a staccarsi dal suo corpo, come calamite attaccate al ferro. Poi trovò più comodo sollevarsi sul busto facendo aderire il suo petto al suo, per poterla abbracciare e baciare e aiutarla nei movimenti.
André sentiva il proprio piacere approssimarsi e con una mano scese verso il punto in cui i loro corpi erano uniti, e con un sapiente gioco di dita la portò sull'orlo dell'estasi.
Vennero insieme, scambiandosi reciprocamente le loro promesse d'amore: "ti amo tanto André." "Anch'io ti amo Oscar."
Crollarono sfiniti sul cuscino, i respiri corti, i cuori che battevano all'impazzata e il peso delle azioni appena compiute e delle emozioni della giornata a gravare su di loro impedendo loro di muovere anche un solo muscolo.
"Oscar scusami, avrei dovuto usare delle precauzioni... tu usi degli anticoncezionali, giusto?" Oscar scosse la testa: "non proprio..." e un grosso sorriso malizioso le si aprì sulle labbra.
   
 
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