17/11/2021
3 recensioniCalore e coccole
Kenma aveva sempre sofferto il freddo, così come anche il caldo.
In estate era facile per lui svenire quando prendeva troppo sole e in inverno aveva bisogno di mettere più coperte nel suo letto per poter dormire tranquillo.
Era una cosa con la quale aveva imparato a convivere, impossibilitato a combattere il tempo, finché non era arrivato Kuro.
Aveva otto anni la prima volta che aveva scoperto che quel bambino era una stufa.
I due stavano facendo un pigiama party a casa del corvino dormendo nello stesso letto, Kenma aveva fatto una smorfia nel vedere l'unica coperta nonostante fossero in pieno inverno, ma si vergognava troppo per chiederne un'altra e capì che avrebbe sofferto per quella notte.
Tuttavia, quando si trovarono sotto di essa, Kenma si stupì del calore che proveniva dal suo amico e non poté fare a meno di avvicinarsi, attratto come una falena dalla luce.
Fu la prima volta che Kenma dormì bene senza il bisogno di coperte aggiuntive.
Da quel giorno divenne prassi che, ogni volta che si trovavano a dormire insieme in inverno, Kenma gli si accoccolasse contro come se fosse la sua stufetta personale.
Passarono gli anni e divennero grandi, avrebbero dovuto evitare di continuare a dormire insieme durante i pigiama party, ma Kenma non aveva alcuna intenzione di rinunciarci e a Kuro poteva solo andare bene così. Inoltre, nessuno li vedeva, cosa importava quindi quello che facevano nella privacy delle loro camere da letto?
Nonostante i buoni propositi, quando arrivarono al liceo la squadra di pallavolo scoprì quella situazione.
I ragazzi si trovavano a un ritiro sportivo insieme ad altre scuole della prefettura per un'intera settimana, ogni club quindi aveva una camera con i futon per la notte.
La stanza era riscaldata e la coperta era pesante, ma come al solito non erano abbastanza per Kenma. Il biondo non chiese nulla al suo amico, ma quando questo vide il suo modo di rannicchiarsi su se stesso e il suo tremore, come avrebbe potuto ignorarlo?
A Kuro non importava che condividessero la stanza con altri ragazzi, non stavamo comunque facendo nulla di male.
Nel bel mezzo della notte quindi, mentre gli altri dormivano con le luci già spente, Kuro scostó la coperta e s’infilò nel futon di Kenma. Questo corse subito a rannicchiarsi contro il suo petto, sistemando il volto nell'incavo del suo collo e sospirando soddisfatto quando Kuro gli prese le mani gelide tra le sue calde, iniziando a riscaldarlo.
La mattina dopo furono trovati in quella stessa posizione e i due si svegliarono per via dei sussurri. A nessuno dei due importava se avessero frainteso la situazione, era qualcosa che comunque non sarebbe stato capito.
Erano migliori amici che semplicemente dormivano insieme per bisogno, per evitare che Kenma soffrisse a causa di una sua condizione fisica.
Kuro non aveva mai pensato che potesse significare qualcosa di diverso, non per il suo amico almeno.
Nonostante i suoi pensieri, una piovosa notte di Novembre Kenma si strinse di più a lui subito dopo che la sveglia analogica fece un leggero "bip" per informare che era appena scattata la mezzanotte.
-Kuro- chiamò il biondo in sussussurro vicino al suo orecchio.
-Mh…- rispose l'altro assonnato e con gli occhi già chiusi.
-Buon compleanno.
Ed ecco perché Kenma aveva aspettato la mezzanotte nonostante il giorno dopo si dovessero svegliare presto per la scuola, per essere il primo a fargli gli auguri il 17 Novembre per il suo diciottesimo compleanno.
Subito dopo, Kenma si spose in avanti e gli diede un leggero e dolce bacio in bocca.
Kuro accettò quel primo bacio come se fosse parte della loro quotidianità, come se fosse qualcosa alla quale era stato abituato. Se lo strinse di più contro e ricambió con la morbidezza di chi stava solo per addormentarsi.
Quando si staccarono si mossero per trovare una posizione più comoda, Kuro lo sistemó meglio tra le sue braccia e, infine, si addormentó.
E forse… forse non erano poi solo migliori amici.
In estate era facile per lui svenire quando prendeva troppo sole e in inverno aveva bisogno di mettere più coperte nel suo letto per poter dormire tranquillo.
Era una cosa con la quale aveva imparato a convivere, impossibilitato a combattere il tempo, finché non era arrivato Kuro.
Aveva otto anni la prima volta che aveva scoperto che quel bambino era una stufa.
I due stavano facendo un pigiama party a casa del corvino dormendo nello stesso letto, Kenma aveva fatto una smorfia nel vedere l'unica coperta nonostante fossero in pieno inverno, ma si vergognava troppo per chiederne un'altra e capì che avrebbe sofferto per quella notte.
Tuttavia, quando si trovarono sotto di essa, Kenma si stupì del calore che proveniva dal suo amico e non poté fare a meno di avvicinarsi, attratto come una falena dalla luce.
Fu la prima volta che Kenma dormì bene senza il bisogno di coperte aggiuntive.
Da quel giorno divenne prassi che, ogni volta che si trovavano a dormire insieme in inverno, Kenma gli si accoccolasse contro come se fosse la sua stufetta personale.
Passarono gli anni e divennero grandi, avrebbero dovuto evitare di continuare a dormire insieme durante i pigiama party, ma Kenma non aveva alcuna intenzione di rinunciarci e a Kuro poteva solo andare bene così. Inoltre, nessuno li vedeva, cosa importava quindi quello che facevano nella privacy delle loro camere da letto?
Nonostante i buoni propositi, quando arrivarono al liceo la squadra di pallavolo scoprì quella situazione.
I ragazzi si trovavano a un ritiro sportivo insieme ad altre scuole della prefettura per un'intera settimana, ogni club quindi aveva una camera con i futon per la notte.
La stanza era riscaldata e la coperta era pesante, ma come al solito non erano abbastanza per Kenma. Il biondo non chiese nulla al suo amico, ma quando questo vide il suo modo di rannicchiarsi su se stesso e il suo tremore, come avrebbe potuto ignorarlo?
A Kuro non importava che condividessero la stanza con altri ragazzi, non stavamo comunque facendo nulla di male.
Nel bel mezzo della notte quindi, mentre gli altri dormivano con le luci già spente, Kuro scostó la coperta e s’infilò nel futon di Kenma. Questo corse subito a rannicchiarsi contro il suo petto, sistemando il volto nell'incavo del suo collo e sospirando soddisfatto quando Kuro gli prese le mani gelide tra le sue calde, iniziando a riscaldarlo.
La mattina dopo furono trovati in quella stessa posizione e i due si svegliarono per via dei sussurri. A nessuno dei due importava se avessero frainteso la situazione, era qualcosa che comunque non sarebbe stato capito.
Erano migliori amici che semplicemente dormivano insieme per bisogno, per evitare che Kenma soffrisse a causa di una sua condizione fisica.
Kuro non aveva mai pensato che potesse significare qualcosa di diverso, non per il suo amico almeno.
Nonostante i suoi pensieri, una piovosa notte di Novembre Kenma si strinse di più a lui subito dopo che la sveglia analogica fece un leggero "bip" per informare che era appena scattata la mezzanotte.
-Kuro- chiamò il biondo in sussussurro vicino al suo orecchio.
-Mh…- rispose l'altro assonnato e con gli occhi già chiusi.
-Buon compleanno.
Ed ecco perché Kenma aveva aspettato la mezzanotte nonostante il giorno dopo si dovessero svegliare presto per la scuola, per essere il primo a fargli gli auguri il 17 Novembre per il suo diciottesimo compleanno.
Subito dopo, Kenma si spose in avanti e gli diede un leggero e dolce bacio in bocca.
Kuro accettò quel primo bacio come se fosse parte della loro quotidianità, come se fosse qualcosa alla quale era stato abituato. Se lo strinse di più contro e ricambió con la morbidezza di chi stava solo per addormentarsi.
Quando si staccarono si mossero per trovare una posizione più comoda, Kuro lo sistemó meglio tra le sue braccia e, infine, si addormentó.
E forse… forse non erano poi solo migliori amici.
[659 parole]