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Autore: Lita_85    17/11/2021    2 recensioni
Dario fisioterapista casanova incallito. Anita pubblicitaria ironica e intraprendente. Due persone così diverse ma così simili. Le loro vite verranno stravolte dal loro primo incontro, che li porterà loro malgrado in situazioni divertenti e passionali. Sapranno resistersi l'un l'altro? Buona lettura! ❤️ Opera registrata su Patamu, qualsiasi riproduzione anche parziale dell'opera senza cconsenso sarà perseguibile per legge.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ed eccomi qui.
Sola, nuovamente e inesorabilmente sola.
Era passata quasi una settimana da quando avevo detto "addio" a Dario. Una settimana fatta di pianti e disperazione. Una settimana trascinata a suon di "posso farcela, non ho bisogno di lui!". Ma la verità, l'atroce verità era che mi mancava, mi mancava da morire. Mi ero chiusa nel mio mondo stringendo i pugni, nella vana speranza di sopprimere quella voglia di chiamarlo. Quella voglia di lui, del suo profumo, dei suoi baci e delle sue carezze. Quella voglia della sua voce dal timbro inconfondibile, di quegli occhi azzurri che avrebbero fatto ammattire chiunque, di quel sorriso da furbo ammaliatore. Mi mancava, mi manca terribilmente. Mi sentivo perennemente senza fiato, come se lo stessi trattenendo da quel giorno. Mi sentivo così, in apnea da una settimana. 
Aprii il cassetto che avevo sotto il computer, infilandoci la mano destra un po' titubante. Con le dita tremanti tirai fuori le istantanee fatte quel giorno. Il giorno in cui avevo sperato che tutto si sarebbe sistemato, che lui finalmente avrebbe aperto il suo cuore a me. Strinsi tra le mani quelle immagini che ci ritraevano felici, accarezzando la parte finale dove figurava il suo viso che rideva tra i miei baci. Potevo ancora sentire le emozioni di cui era impregnata quell'immagine. Trasudava amore, passione e dolcezza. Una stretta allo stomaco mi fece singhiozzare per un attimo portando la mano sinistra alla bocca. Avrei pianto a dirotto, se solo fossi stata nel mio mondo. Se solo fossi stata tra le mura di quella casa, che malgrado tutto, era stata testimone di quell'amore a cui avevo creduto con tutte le mie forze. Ed è proprio lì, che avevo deciso di scontare la mia pena, in quella prigione familiare e confortevole, dalla quale non sarei uscita neanche sotto tortura. 

« Toc toc, si può? », chiese la mia tortura sotto forma di Federica, facendo capolino da dietro la porta. Il lavoro che amavo, il lavoro per cui avevo sudato e faticato, si era trasformato in una delle torture di cui avrei fatto a meno in quel momento.

« Entra pure! », esclamai spostando di fretta e furia le foto di nuovo dentro al cassetto.

« Ti ho vista… », disse preoccupata porgendomi la cartella che avevo fatto visionare ad Andrew.

« Visto cosa?! », cercai di fare finta di niente recuperando il fascicolo tra le mie mani. Non volevo che lei continuasse a martoriare il mio cuore con domande.

« Le foto tue e di Dario… », per un attimo tacque e sospirò. « Anita, non ti fa bene tutto questo… »

« Non mi fa bene… », replicai sorridendo amaramente alzandomi in piedi. Che ne sapevano tutti cosa era bene per me?.

« Magari potresti- »

« Potrei cosa?! Eh?! Potrei cosa Federica?! Far finta di niente?! Far finta che non sia accaduto?! Fare finta che non sia colpa mia?! Cosa mia cara Federica?! », le sbraitai  contro con tutta me stessa, come fosse stata la mia peggior nemica. Ero fuori di me. 

« Io… hai ragione io non so nulla… scusami se mi sono permessa… », prese dalla scrivania un malloppo di cartelle che sapeva di dover prendere e senza aggiungere una parola andò verso la porta.

« Oddio, scusami Federica io non volevo! » affermai nello stesso momento in cui la porta si chiuse dietro di lei. 

Strizzai gli occhi delusa da me stessa e, sospirando mi avvicinai alla grande vetrata che dava sulla city. Portai la mano destra sulla nuca, come a voler alleviare quella tensione che avevo accumulato imprecando mentalmente. Come mi ero ridotta? Non mi riconoscevo più. Avevo perso la vera me stessa, quando avevo perso lui. Mi sedetti nuovamente davanti alla scrivania prendendo la testa tra le mani e sospirando più volte cercai di tranquillizzarmi. Non poteva essere tutto perduto, non poteva finire così. Ripresi la foto tra le mani, e osservandola nuovamente ebbi un fremito. Dovevo superare il momento, dovevo essere forte e combattere per quello che volevo. Combattere per quell'amore che mi meritavo, ma che si meritava anche lui. Quell'amore che non capiva, ma che portava il nome di Dario.

                            ***

Ci avevo provato trenta volte. 

Avevo provato a digitare il suo numero sul mio cellulare, ben trenta volte nel corso di quella settimana infernale, ma poi, come un miserabile codardo, tornavo sui miei passi e lanciavo il cellulare lontano da me. Mi sentivo un vero idiota per tutta la situazione del cazzo che si era creata. Situazione, che avevo assecondato come un coglione. In verità, in quel momento e, con gli occhi di Anita puntati addosso, mi parve la cosa più giusta da fare. Per una volta dovevo assecondare il suo volere, dovevo comportarmi come lei voleva. Per una volta non volevo essere l'idiota che va via con Azzurra e pensa pure di farsela. Sì, perché per un attimo avevo pensato seriamente di farlo. Avevo pensato di scoparmela senza sé e senza ma, pur sapendo che avrei fatto la cazzata del secolo. Nel corso di quella dannata settimana, l'avvocato Monte, aveva cercato in tutti i modi di farmi rinsavire proponendomi vari scenari che si potevano presentare davanti ad Anita. Non aveva tralasciato nessuno, dal postino all'idraulico. Tutti potevano trovarla bella e sensuale, e tutti si sarebbero fatti avanti portandosela via per sempre se non avessi mosso il culo. Ridevo sommessamente e istericamente ad ogni suo ragionamento alla Saverio, ma dentro di me morivo ogni qualvolta lui pronunciava il suo nome. Mirko invece, dall'alto dei cieli dove risiedeva, con la sua solita calma e serenità, aveva apprezzato questa mia mossa azzardata, e aveva anche elogiato questo mio comportamento da "uomo maturo", sue testuali parole. Io non mi sentivo né uomo né maturo. Mi sentivo solo un coglione confuso. Tolsi la tuta quasi strappandola, rimanendo completamente nudo davanti al lavandino. Appoggiai tutte due le mani sulla specchiera del bagno fulminandomi con lo sguardo. Mi facevo schifo. Aprii il rubinetto facendo scendere giù l'acqua fredda, e mettendoci sotto le mani a coppa portai quell'acqua gelida sul viso in uno scrosciare impetuoso. Osservai nuovamente il mio riflesso sullo specchio mentre l'acqua scivolava via, riconoscendo ancora una volta l'idiota che ero. Soffrivo maledettamente. L'unica cosa che mi dava un leggero sollievo era l'idea che lei non soffrisse più, dato che con me aveva vissuto le pene dell'inferno. Presi l'asciugamano bianca alla mia destra e, asciugandomi tra un sospiro e l'altro guardai l'ora. Erano già le diciannove, e alle venti dovevo andare a prendere lo sposo per l'addio al celibato. Il morale non era alle stelle, ma con Saverio avevamo preparato davvero una bella seratina per Mirko, quindi dovevo cambiare registro, o almeno provarci.


Mi piazzai sotto casa del Dottor Testi aspettando pazientemente. Alla fine avevo optato per un look casual: Cardigan blu scuro con camicia grigia sotto, il tutto abbinato al mio solito jeans e scarpe blu stringate. Con lui non c'erano mai ritardi o sorprese… almeno fino a quella sera. Aveva già dieci minuti di ritardo, e per un tipo come lui erano veramente tanti. Brutto segno. Scesi dalla macchina indeciso se suonare al campanello o meno, quando lo vidi spuntare esagitato. Lo scrutai corrugando la fronte prima di vederlo sparire all'interno della mia auto.
Il suo comportamento assai diverso dal solito, mi preoccupò non poco, ed entrando anche io nell'auto cercai subito il suo sguardo che era chino sui suoi piedi, e tremava nel suo maglioncino giallo senape. 

« Mi, tutto bene?... », chiesi quasi spaventato. Sembrava un'altro Mirko, quasi un extraterrestre. Eppure allo studio sembrava normale.

« Sì, sì, alla grande! », riuscì finalmente a trovare il suo sguardo che sembrava tutt'altro che contento. 

« Ma è successo qualcosa? Tipo con Claudia? » continuai con le mie domande, cercando di essere il più delicato possibile. Sembrava proprio che stava per rompersi in mille pezzi da un momento all'altro.

« Claudia?! Perché Claudia? Sta male?! »

Merda. Era partito, era completamente partito.

« Mi, stai calmo, ok? Io ho solo chiesto! Non so che fa Claudia! Sicuramente è con le ragazze a festeggiare l'addio al nubilato! », doppiamente merda. Era nel pallone, e con chiari sintomi da attacco di panico.

« Ok, ok… e che domani mi sposo… e, e ho paura che qualcosa vada storto… »

« Vai tranquillo! L'unica cosa storta che accadrà domani e che ti sposi Claudia! », affermai ridendo accendendo la macchina provocando in lui la medesima reazione. 
I suoi occhi verdi sembrarono tornare della colorazione normale, così anche lui sembrò rinsavire. « Ecco, così ti voglio! Adesso sbrighiamoci che Saverio ci sta aspettando! »

« Ma non poteva venire con noi?! », domandò con tono curioso allacciandosi la cintura di sicurezza.

« No, voleva assicurarsi che tutto fosse come da programma… », affermai facendomi scappare un sorriso beffardo.

« Da, quel sorriso non mi piace! »

« Ma quale sorriso? Ti sbagli! », scoppiai a ridere senza volerlo, facendo preoccupare lo sposino.

« Dario! Io vi ho dato una lista di cose che non volevo! »

« Eh, la conosco bene la tua lista! Niente spogliarelliste, niente night club, e niente poppe al vento! Come potrei dimenticare una lista così accurata?! »

« E niente scherzi da prete! », continuò Mirko accendendo una sigaretta.

« Ti assicuro che non ci saranno né preti né scherzi di cattivo gusto ok?! » 

« Sarà meglio per voi! »

Mi dispiaceva prenderlo per il culo, ma era l'unico modo per portarlo al locale senza farlo agitare prima del tempo.

Il locale scelto da Saverio non aveva nulla di sobrio: Tacco dodici. E sicuramente non mi aiutava nell'impresa.

« Da, io non scendo… questo è un night… »

« No, non è un night, è un club esclusivo! »

« Ok, io non scendo ugualmente! »

« Avanti! Non ti fare pregare! Ti giuro che non ci sono spogliarelliste! »

« Giuralo!! »
 
« Giuro! Parola di scout! » affermai facendo il segno del capo scout.

Mirko, convinto da quel giuramento che ci facevamo fin da piccoli, scese dalla macchina lanciando la sigaretta quasi finita lontano. 

« Ok, ma se non è così ti uccido! »

Sorrisi scuotendo il capo e spingendolo per la schiena lo feci passare attraverso una tenda con perline luccicanti rosa che scendevano come pioggia.
 
Appena entrati Raffaella Carrà ci investì in pieno con "Tanti auguri" che sembrava già un biglietto da visita abbastanza eloquente.
Il locale tutto rosa con lustrini argento ovunque si presentò davanti ai nostri occhi insieme a Saverio e a tre favolose Drag Queen tutte vestite in un modo diverso: Una Scolaretta, una Crudelia  e una Suora. 

« Mirkooooooo!!! » gridò Saverio puntando quest'ultimo. Sembrava il re della festa. Camicia aderente bordeaux dentro i pantaloni beige, con cintura e scarpe stringate marrone scuro. 

« Cazzo! Ma voi siete pazzi!! » urlò Mirko cercando di tornare verso la macchina. Lo afferrai prontamente spingendolo verso Saverio che nel frattempo si era avvicinato a noi.

« Da! Questa me la paghi!! » la minaccia del povero Mirko mi fece sorridere. Non pensavo la.prendesse così male.

« Ti avevo assicurato che non c'erano preti né spogliarelliste! Però c'è suor Agnese che rallegrerà la nostra serata, ma soprattutto, si prenderà cura di te! », dissi indicando la Drag queen che nel frattempo era venuta a dare il benvenuto a Mirko.

Tutte e tre la drag, si avvicinarono a Mirko facendolo accomodare in una poltrona formato gigante, noleggiata da Saverio per l'occasione.

Quest'ultimo infilando le.mani in tasca si avvicinò a me sorridendo e, voltandosi verso il malcapitato, mi guardò curioso.

« Hai avuto problemi a portarlo qui? », chiese guardando le Drag Queen che mettevano una corona di rosa sulla testa di Mirko.

« Andrò sicuramente all'inferno per le bugie che gli ho detto… ma va bene così… tanto ci sono già… », risposi distogliendo lo sguardo e abbassando il capo.

« Non l'hai ancora chiamata? »

« No, e non credo che lo farò…  Poi domani c'è il matrimonio… e sinceramente non so come comportarmi… »

« Datti tempo… E poi domani, magari, con calma, vi chiudete da qualche parte e scopate come ricci! », affermò sicuro di sé facendomi tornare il sorriso.

« Non è così facile! »

« Non mi sembra che tu abbia mai avuto problemi a tirarlo fuori ai matrimoni… », replicò sorridendo riferendosi al matrimonio di un nostro amico comune, alla quale avevo partecipato allegramente, scopandomi la sorella della sposa dentro la cucina dell'hotel.

« Infatti non mi riferivo a quello… Ma al fatto che lei vuole del tempo per capire… ha voluto una pausa… »

« Una pausa che tu, da perfetto imbecille, hai assecondato! », la voce di Saverio si fece più dura e squillante ricordandomi quell'errore che forse potevo evitare.

« Sa, io… non so veramente- », fui bloccato subito dalla mano di Saverio e dalla visione di Mirko che stava soccombendo sotto le grinfie delle Drag Queen.

« Ne riparliamo dopo! Adesso salviamo Mirko dall'esuberanza delle signore! Altrimenti domani chi la sente la signorina Rottermeier?! »

Saverio aveva ragione, aveva ragione su tutto. Ma, non era facile per me. Sapevo di essere un mega imbecille, ma sapevo anche che quella fottuta paura che avevo, non era ancora scemata, e che quella pausa serviva anche a me per metabolizzare tutta la situazione. Dovevo iniziare a lavorare seriamente su me stesso, e su quell'amore bramato e desiderato da Anita.
 

Note: Capitolo Quarantacinque. Buonasera a tutti/e e bentrovati! ❤️ In questo capitolo vediamo come hanno passato i nostri piccioncini la settimana dopo il loro addio. Tutti e due sono con il morale a terra, e tutti e due pensano a cosa possono fare per tornare in carreggiata. Anita vuole prendersi quell'amore tanto agognato, e Dario inizia a pensare che deve lavorare su se stesso per dare ad Anita quello che vuole… ma riusciranno ad incontrarsi al momento giusto? Riusciranno  😅 Lo vedremo…  Grazie sempre a chi mi segue ❤️ e alla prossima ❤️
   
 
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