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Autore: Khailea    17/11/2021    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
 
 
 
 
-Gha!-
La situazione nella hall stava precipitando, gli aggressori più il tempo passava più cominciavano a mostrarsi impazienti, e se la prendevano con i poveri innocenti che avevano legato.
Ailea aveva già ricevuto quattro manganellate sulla schiena, una per ogni volta che aveva cercato di liberarsi, ma adesso l’uomo alle sue spalle la colpiva anche se solo le sembrava si muovesse.
-Devo ammazzarti per farti stare ferma?!- sbraitò furioso colpendola ancora.
-Probabile…- borbottò lei alzando il dito medio, ricevendo un altro colpo che per quasi non glielo ruppe.
Prima che potesse fare altro Seraph si lanciò sopra l’amica, proteggendola con il suo stesso corpo.
-Lasciala stare.-
Il suo sguardo carico d’odio riuscì quasi ad intimidire l’uomo, ma solo per un secondo, poi anche lei venne colpita alla testa, e un rivolo di sangue scivolò lungo la sua tempia.
-Dacci un taglio! Dove sono gli altri?- urlò il tizio al comando dell’operazione, ma nessuno seppe rispondere.
Stavano aspettando i quattro che erano andati a controllare le altre stanze, e nessuno era ancora tornato.
-Giuro su Dio che se si stanno trastullando ancora io…-
-Liberatemi immediatamente!-
Il confabulare dell’uomo venne interrotto dalle grida di Ayame, che continuando a dimenarsi era riuscita quantomeno a togliersi la fascia dalla bocca.
-Voi non sapete chi sono io! Morirete tutti!-
Stavolta non ci furono ordini o urla, l’uomo si avvicinò per primo e appena fu abbastanza vicino tirò un calcio dritto in faccia alla ragazza, proprio sotto gli occhi di Lighneers.
-Continua così e sarai la prima a morire.-
Per rendere più chiaro il concetto le tirò un altro calcio alla testa, e il trucco di Ayame cominciò a mischiarsi al sangue.
-Smettila… subito…-
Le parole di Lighneers furono più simili a un sussurro, e perfino lui quasi non le riuscì a sentire.
Aveva perso moltissimo sangue, e cominciava a faticare a tenere gli occhi aperti, eppure in quel momento erano sbarrati verso Ayame, che cominciò a ridere.
-Credi di farmi paura? Come se qualche calcio potesse intimidirmi… ti farò provare io il vero terrore, quando ti avrò tra le mani!-
Purtroppo dalla posizione in cui si trovava era la prima a non sortire alcun effetto, solo più rabbia.
Si sentì un click nella stanza, e l’uomo caricò la propria arma.
-Mi hai stancato.-
-No! Vi prego non fatele del male!-
Johanna non aveva potuto trattenersi, pur sapendo bene il rischio che correva, e infatti l’uomo si fermò, cominciando a fissarla, e avvicinandosi l’afferrò per i capelli tirandola verso di sé.
-Ne vuoi anche tu?-
Johanna si morse con forza le labbra per non urlare, abbassando gli occhi sperando la lasciasse stare, Sammy però accanto a lei non riuscì a fare altrettanto.
-Lasciala stare! Sei cattivo!-
La pazienza dell’uomo era ormai precaria, e non ci pensò due volte a colpirla con uno schiaffo, facendola cadere.
-Sammy!-
-Imparate a stare zitte.-
Per un istante Johanna valutò seriamente di fare il contrario, ma Alexander riuscì a fermarla prima che potesse peggiorare ulteriormente le cose.
-Pensa a lei.- le sussurrò evitando di farsi sentire dagli uomini attorno, pregando con tutto il cuore che anche Hope rimanesse in silenzio.
Fortunatamente per lui, la ragazza non era sola, anche Yume aveva notato la sua espressione e cercò di calmarla.
-Ehi, so è difficile, ma cerchiamo di non peggiorare la situazione.-
-Non posso stare così senza fare niente…- ribatté la castana.
-Intendi legata come un salame?- ribatté Nadeshiko. -Non è che possiamo fare gran che.-
-Potrei distrarli, attirare la loro attenzione su di me.- protestò ancora Hope.
-Per farti picchiare e scatenare una reazione a catena? Sai bene che Alexander interverrebbe, e potrebbero andarci giù pesante con lui.-
La prospettiva di Yume era abbastanza disastrosa da bloccare la ragazza, che si morse le labbra furiosa. -Non è giusto…-
-Troveremo il modo per sistemare tutto. Infondo, non hanno catturato ancora tutti…- sussurrò Milton, facendo molta attenzione a non farsi sentire.
-Non so cosa potrebbero fare però… sono tanti questi tizi.- rispose Nadeshiko, ma l’amica non perse la fiducia.
-Abbiamo affrontato situazioni ben peggiori, vedrai che ne verremo a capo.-
Doveva continuare a pensarlo, altrimenti tutto sarebbe solo peggiorato, vedere però Daimonas dall’altro lato della stanza ancora tramortito non aiutava molto a mantenere viva la speranza.
Jack continuava a fargli da scudo con il proprio corpo ogni volta che qualcuno si avvicinava troppo, purtroppo però non era riuscito a fare niente per le catene di piombo che legavano i polsi del ragazzo.
Se non fosse stato per quelle la situazione sarebbe già drasticamente cambiata.
-Come ti senti?- gli chiese piano Jack.
-Non riesco a liberarmi…-
-Penseremo a qualcosa.-
L’unica idea che gli era venuta in mente era stata quella di staccarsi la mano e a poco a poco liberare tutti, però non era così facile quando non avevi niente per farlo.
-Ti ho detto di stare ferma!-
-Nyaaa!-
I pensieri del ragazzo vennero interrotte dalle urla di Lacie, che si dimenava per colpire con dei calci l’uomo accanto a lei; era quasi riuscita a liberarsi, quando l’avevano vista.
-Non mi toccare nya!- urlò quando l’uomo provò ad afferrarle la spalla, poi a colpirle la coda.
-Ma come parli? Sei demente?-
L’uomo provò a pestarle nuovamente la coda, ma Lacie la mosse evitando ci riuscisse, questo però non fece altro che irritarlo ancora di più, e bloccandole la schiena le afferrò la coda tirando con forza.
-L-lasciami subito nya!-
Lacie cominciò a dimenarsi sentendo le lacrime agli occhi, la coda era una parte molto sensibile e nessuno aveva il permesso di toccarla, nemmeno le sue amiche, e men che meno uno sconosciuto che li stava aggredendo.
Vedendola in quello stato Ryujin cercò subito di intervenire. -La lasci! Non vede che sta soffrendo?!-
-Nyaaaa!-
L’uomo non lo ascoltò, continuando a tirarle la coda. Ryujin tentò di alzarsi, ma un altro uomo lo colpì alla schiena.
-È il ragazzo di questo mostro?- ridacchiò l’altro.
-Non è un mostro! È una mia amica!-
La proverbiale calma del ragazzo vacillò di fronte a tanta crudeltà, e non era il solo che cominciava ad averne abbastanza.
-Ok quanto volete per levarvi di torno e non farvi mai più rivedere?- intervenne Vladimir provando a mettersi in piedi, venendo a sua volta bloccato.
-La tua paghetta non basterà moccioso.-
-Se siete talmente disperati da fare una cosa simile non direi.-
Dall’espressione dei tizi poteva dire facilmente di averli irritati, almeno però anche quello che stava aggredendo Lacie si era fermato.
Nuovamente fu il capo del gruppo a intervenire, avvicinandosi a Vladimir e inginocchiandosi davanti a lui.
-Vuoi veramente sapere cosa vogliamo?-
Voltandosi afferrò la persona più vicina, Annabelle, e sollevandole il maglione le scoprì il ventre.
-Lasciami!-
Spaventata la ragazza cercò di reagire, ma l’uomo le bloccava i polsi impedendole di scappare, estraendo un coltello lo fece scivolare lungo la pelle, aprendo un piccolo ma lungo graffio.
Annabelle ormai tremava, cerca l’avrebbero uccisa, quando si udì un colpo di pistola dal pavimento, e la mano dell’uomo che la tratteneva perse un dito.
 
 
 
 
 
 
 
 
Qualche minuto prima…
 
-Perché devo essere io quello che si infila sottoterra…- borbottò Astral una volta uscito dalla finestra, sentendo il vento gelido entrargli fino alle ossa.
-Almeno tu ora torni dentro.- ribatté Zell assieme a lui. -Ancora non capisco come ho fatto a farmi convincere…-
-Non abbiamo tanta scelta.-
Il piano di Cirno era semplice, cogliere il nemico alla sprovvista e liberare tutti. Avrebbero sfruttato la cantina per la prima parte, Astral doveva trovare un ingresso esterno e attaccare al momento migliore.
Zell, Cirno e Grace a quel punto sarebbero entrati in scena, e avrebbero liberato gli altri scatenando una baraonda.
-Non sappiamo nemmeno se c’è un ingresso qui fuori…- continuò il ragazzo.
-Teoricamente sì, mi sembrava di avere visto una botola da quella parte.- gli indicò Zell. -Io devo andare di là, cerca di non farti ammazzare.-
-Grazie tante.-
Scivolando lungo il muro entrambi si allontanarono, e fortunatamente Zell aveva ragione sul fatto della botola, però era chiusa con un lucchetto.
-Grande.-
Sarebbe stato piuttosto facile romperla con un colpo del fucile, ma così avrebbe allertato tutti.
-Al diavolo, non rimarrò qui a congelarmi.-
Allontanandosi quel tanto che bastava da non rischiare sparò al lucchetto, rompendolo a metà e aprendo la botola.
Con la tempesta di neve che cominciava a cadere, e tutto il rumore all’interno dello chalet, probabilmente non si sarebbero accorti di nulla.
L’ingresso era ampio e buio, e non sembravano esserci degli interruttori nei dintorni. Entrando Astral si chiuse la botola alle spalle, sperando il vento non la riaprisse, usando la torcia nel cellulare per evitare di cadere tra i cassoni e i barili.
-Allora, se la porta è di là, teoricamente la direzione è questa…- sussurrò in soggezione, cominciando a temere di non avere pensato bene alla faccenda.
Se ci fosse stato qualcun altro con lui sarebbe stato un vero problema, fortunatamente però più si muoveva più si rendeva conto di essere solo.
Alla fine arrivò in un punto dove dalle tavole del soffitto si intravedeva la luce della hall, e il vociare di alcuni tizi che avevano cominciato a urlare.
Muovendo una cassa Astral si avvicinò tendendo l’orecchio, cercando di capire e di vedere tra le fessure cosa stesse succedendo.
 -Vuoi veramente sapere cosa vogliamo?-
-Lasciami!-
Non riconobbe la voce, era sicuramente di una ragazza, e la prima persone che le venne in mente era sua sorella.
Agì prima ancora di pensarci e sparò un colpo dove gli sembrava di intravedere una mano, poi si udì un grido, e l’urlo di battaglia di Cirno che usciva allo scoperto.
-Merda…-
O la va o’la spacca, anche lui si diresse di corsa verso una scala che aveva intravisto, pronto a lottare.
Come aveva sospettato Cirno era uscita per prima, lanciando contro chiunque fosse in piedi le proprie sfere di ghiaccio, che rompendosi al contatto si allargarono bloccando interi arti.
I più sfortunati vennero colpiti alla gola o alla testa, e caddero in preda al panico nel giro di pochi istanti, gli altri invece, soprattutto chi non era ancora stato colpito, puntò alla ragazza per sparare, e fu a quel punto che entrarono in gioco Grace e Zell, entrambi urlando per attirare su di sé quanta più attenzione possibile, uno stringendo tra le mani il fidato tirapugni e l’altra una mazza di ferro.
Zell riuscì a stordire quello vicino alla finestra dalla quale era entrato, e Grace colpì altri due uomini, uno al ginocchio l’altro al mento, correndo al centro della stanza evitando i colpi di proiettile.
-Preparatevi all’Armageddon ahahah!- urlò Cirno isterica, muovendo le braccia a una velocità tale che quasi sembravano un unico cerchio.
Appena Astral fu fuori dalla botola la prima cosa che cercò fu Lacie, e sparò a chiunque le fosse vicino: in una manciata di secondi fece fuori almeno quattro uomini.
Zell nel frattempo fece la cosa più logica, e mentre le altre lottavano si assicurò di liberare qualche amico, a cominciare da Ailea, Seraph, Jack e Daimonas.
-Muovetevi!- urlò il biondo evitando per un pelo di venire colpito da un proiettile, e tutti e quattro si sparpagliarono.
Ailea saltò addosso al primo malcapitato che si trovò vicino, colpendolo con una testata e facendolo cadere a terra, usando il suo stesso fucile per rompergli il cranio con una serie di martellate.
Seraph invece andò ad aiutare Lacie e Annabelle, slegandole e venendo salvata proprio da Lacie che con le sue unghie affilate graffiò agli occhi un uomo che si era avvicinato alle loro spalle.
-G-grazie…- disse Annabelle ancora scossa, abbassandosi la maglietta.
-Libera gli altri, al resto pensiamo noi.- le rispose Seraph assicurandosi stesse bene, afferrando una lampada per combattere.
Purtroppo erano ancora tutti disarmati, e dovevano lottare con quello che trovavano.
Il primo istinto di Annabelle fu quello di fuggire e nascondersi, non aveva mai affrontato una situazione tanto pericolosa e da disarmata dubitava di potere essere utile a qualcuno.
Gli uomini che li avevano aggrediti stavano cercando di contrattaccare, prendendosela addirittura con gli ostaggi ancora presenti, e quando uno di loro puntò l’arma contro Sammy Annabelle non ebbe nemmeno bisogno di pensare, le sue gambe avevano già cominciato a correre, e lanciandosi contro di lui lo fece cadere impedendogli di sparare.
-Piccola…-
Rabbioso l’uomo la colpì al viso con un pugno, ma lei continuava a tenersi aggrappata senza lasciarlo andare.
-Annabelle!-
Sammy piangeva spaventata, non capendo cosa stava succedendo e sapendo di non potere fare nulla, nemmeno l’amica aveva una chiara idea del tutto, ma fortunatamente non era sola.
Qualcuno li raggiunse tenendo tra le mani un grosso vaso di terracotta, spaccandolo sulla testa dell’uomo, tramortendolo.
-Ehilà, non credevo saresti rimasta alla festa.- le sorrise Vladimir aiutandola ad alzarsi, togliendo l’arma all’uomo. -Sai usarla?-
-No…-
-Bene, nemmeno noi.-
Continuando a sorridere le lasciò la pistola, abbassandosi appena in tempo per evitare una delle sfere di Cirno. -Trovatevi un angolo sicuro, e proteggetevi.-
Anche lui non rimase a lungo, allontanandosi andando chissà dove.
-Alexander!-
Al posto di Vladimir arrivò Hope, che corse a slegare il proprio ragazzo, abbracciandolo tremando.
-Va tutto bene, ti porto via da qui.- sussurrò lui accarezzandole teneramente la testa.
-No! Dobbiamo aiutare tutti!-
Nemmeno sollevandola sarebbe riuscita a portarla via, e nonostante sarebbe stato disposto a farlo pur di metterla al sicuro il ragazzo sapeva bene non avrebbe funzionato.
-D’accordo…- sospirò infine, prendendo la pistola data ad Annabelle. -Salveremo tutti.-
Mentre loro venivano liberati anche Jack e Daimonas si erano dati da fare, cercando di disarmare quanti più uomini possibile.
Daimonas era ancora leggermente stordito, perciò la sua velocità era ridotta rispetto al normale, ma nonostante questo riuscì comunque a combattere senza problemi, e Jack alle sue spalle lo proteggeva da qualsiasi altro attacco, deviando i proiettili diretti a lui.
Dopo i primi colpi gli uomini cominciarono a mostrarsi inquieti, vedendo che nemmeno con un proiettile al cuore Jack cadeva.
-Riprovateci, sarete più fortunati!-
-Jack… non mi piace come cosa.- lo rimproverò Daimonas.
-Non mi accadrà nulla, poi non è che possiamo parlarne in questo momento.- rispose l’altro senza preoccupazioni
-Non mi piace comunque che qualcuno ti spari.- disse Daimonas rigidamente.
-Andiamo, andrà tutto…-
-Attento!-
Non se n’erano accorti mentre parlavano, ma due uomini avevano caricato Jack bloccandolo a terra, e a sua volta Daimonas distraendosi si era lasciato scoperto al fianco, permettendo a qualcuno di accoltellarlo alla vita.
Fu un colpo molto lieve, al quale seguì un pugno allo stomaco e alla testa che lo vede cadere.
-Ammazzateli!-
Sbraitarono i tizi ora che erano entrambi erano bloccati, ma vennero fermati da Ryujin e Yume, entrambi liberati da Hope, che aggredendoli alle spalle li fecero allontanare per soccorrere i due amici.
-State bene?- chiese Yume preoccupata, mentre Ryujin corse contro i tre uomini, evitando potessero riprendersi tanto presto.
-Daimonas!-
-Non è niente, guarirà in una manciata di minuti.- disse il ragazzo quando Jack notò la ferita.
-Ragazzi!-
Anche Johanna aveva assistito alla scena, e prendendo un fazzoletto dalla tasca tamponò la ferita di Daimonas, cercando di bloccare il sangue.
-Sto bene, non preoccupatevi.- continuò lui provando ad alzarsi, ma Jack glielo impedì prendendolo in braccio.
-Dobbiamo uscire!-
-Che stai dicendo?! Dobbiamo aiutare gli altri!-
Molto raramente Daimonas alzava la voce con Jack, ma in quel momento stava cominciando a fargli perdere la pazienza trattandolo come una principessa indifesa.
Dall’altra parte Jack non era certo felice della testardaggine del suo ragazzo!
-Non è il momento Daimonas!-
-Esatto! Quindi mettimi giù!-
Non aspettò nemmeno lo facesse, saltò giù dalle sue braccia e si diresse al centro della lotta.
-Daimonas! Fermati!-
C’erano ancora alcuni dei loro amici legati, non c’era modo che il ragazzo si fermasse e scappasse lasciandoli in quel modo, soprattutto se tra di loro c’era Milton.
La ragazza si era rintanata dietro una poltrona per evitare di venire aggredita, e quando Daimonas si avvicinò sobbalzò dalla sorpresa.
-Va tutto bene.- le disse slegandola strappando le corde, in quello stesso istante Nadeshiko saltò sul bordo della poltrona, brandendo la cornetta del telefono.
-Fatevi avanti se avete il coraggio!-
Saltò giù con la stessa rapidità, e si udirono delle urla di alcuni uomini.
-Khal, Lighneers e Ayame sono ancora legati!- si affrettò a dire Milton, indicando i tre.
Ayame e Lighneers erano ancora feriti, e Khal era immobile sul posto, fissando qualcosa con gli occhi sbarrati, senza nemmeno sbattere le ciglia.
-Va bene, tu stai qui. È quasi finita.-
La situazione si era drasticamente ribaltata rispetto a prima, ormai rimanevano pochi degli aggressori, ma quelli rimasti avevano la pelle dura.
-Coraggio ragazzi! Arrendetevi all’incredibile Cirno!-
Cirno stava facendo un ottimo lavoro bloccando gli uomini caduti, evitando che si rialzassero, e aveva fatto tutto questo con un sorriso spavaldo sul volto, notando che Alex e Andrea la stavano guardando.
-Sono l’unica, meravigliosa, sexy, affascinante, passionevole Cirno!-
-Smettila di flirtare idiota!- urlò Astral dal suo nascondiglio, decidendosi ad uscire per raggiungere la sorella.
-Mai!-
Nel caos della situazione fu Yume a raggiungere Lighneers ed Ayame, e non appena la ragazza fu libera si precipitò accanto a lui.
-Lighneers!-
-Sto bene…-
Meno di quanto volesse fare credere, era ancora così debole che non protestò quando Ayame gli prese il viso accarezzandogli le guance.
-La pagheranno… la pagheranno!-
Erano lacrime quelle che vedeva? O era un’allucinazione dovuta al poco sangue rimasto?
Per un secondo Lighneers valutò la possibilità di allungare una mano verso il suo viso e scoprirlo, ma lei si alzò prima che potesse farlo.
-Yume, portalo al sicuro. Io devo uccidere qualche bastardo.
-Aspetta! Anche tu sei ferita!- tentò di dire l’amica, senza venire ascoltata.
-Dove sei pezzo di merda!-
Era furiosa, l’unica cosa che aveva in mente era trovare l’uomo che aveva sparato a Lighneers e ucciderlo.
Non era l’unica però a provare una rabbia simile, non appena Alexander slegò il fratello, temendo una punizione dolorosa per averci impiegato così tanto, Khal si alzò cercando quello che aveva ferito Ailea.
Dei pochi nemici rimasti nessuno di loro di fronte al rischio che correvano rimasero a lungo nella hall, e corsero verso le scale per cercare riparo.
I ragazzi li lasciarono fare, osservandoli correre come conigli spaventati, e tra loro il sorriso di Ailea rendeva chiaro cosa sarebbe successo.
-È ora di giocare.-
   
 
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