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Autore: Maggie_Lullaby    03/09/2009    11 recensioni
Lexi è una sedicenne testarda e dalla lingua affilata che vive in un mondo tutto suo pieno di ideali e stili di vita.
Maggie è una ragazza timida a innocente, incapace di dire di no e di vivere tranquillamente la sua vita.
Maryl è una ventenne che aspira a una grande carriera, ma è bloccata da un padre testardo e da due sorelle che hanno bisogno di lei.
La vita di tre sorelle si mescola a quella dei Jonas Brothers
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Brothers&Sisters'
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Ciau!

Bene, ultimo capitolo di “calma”, poi nel prossimo non so quale saranno le vostre reazioni (anche se ne ho una vaga idea: minacce di morte, creazioni di fun club, ecc...). Vabbè, questo è un capitolo un po' triste per uno, anzi due, personaggi, ma alle fine spero di farvi ridere, io non ne sono sicura, ma oggi è stata una giornata piena piena e tutte quelle frasi che ho scritto mi sono venute giù di getto grazie al mio cervellino bacato.

Dunque, in questo capitolo sarà anche presente, se così si può dire dato che c'è per giusto una frase o due, Super Mario, uno dei personaggi di Old, la shot per il compleanno del nostro ormai ventenne Joe (ma il mio Nick è più giovane!).

Grazie per seguirmi sempre, ricevo tantissime recensioni e ne sono incredibilmente felice, grazie!! Uh, e un grazie infinite a nes95, _Skipper_, Hannah_, jonas_princess e catchme_ per aver recensito Gossip Boy, grazie mille!!

Oddio, non so neanch'io cosa ho scritto, tante cazzate (a parte le ultime due frasi, quelle vengono dal cuore ragazze!). Vabbè, vi lascio ai ringraziamenti e... al capitolo!

coco2: non ti preoccupare se diventi ossessiva, sarei anch'io così se la fanfic non fosse mia e sapessi come andrà a finire! Matt è un grande bastardo, è lui il motivo principale di... no, no non dico nulla! Vado, che sennò ti svelo tutta la storia! Un bacio!

nes95: anch'io odio quelli come Matt, fortunatamente non ne ho mai incontrati di simili, però una mia amica ne ha dovuti soffrire più di uno! Mi dispiace ma non ti posso dire quello che accadrà nel prossimo capitolo, pazienta ancora un po', giusto qualche giorno! Ah, non so se hai visto, ma ti ho inviato una mail, beh, per la verità una o due sono vuote, tutta colpa del mio dito mignolo che ha una volontà propria e andava sempre a cliccare “invio”, ogni volta che finivo di scrivere l'oggetto della mail... però una l'ho scritta, hai visto? Vabbè, non mi badare. Grazie di tutto! Un bacione!

_Skipper_: oddio le tue recensioni sempre lunghissime e sempre divertenti mi danno un piacere immenso! Ti stimo, davvero!! Sei fantastica e cerca di pubblicare quella strabenedettissima shot, che senno ti vengo a cercare, Nick non ha ancora reclamato la sua mazza da baseball e io la tengo or ora sotto mano! Hi hi...! Un bacione!

catchme_: Matt a morte! Sì sì, ho deciso che ci fonderò un funclub su chi vuole ammazzarlo! Chi si registra potrà anche decidere come e infine useremo tutte le torture possibili e immaginabili!! Eh, eh... Coooomunque, grazie millissime (non è italiano, lo so, ma è magghese, alias la mia lingua!) per i complimenti. Aww, ti adoro! Un bacione!

mione94: allora, prima di tutto ti supplico di aggiornare presto la tua storia perchè ci sto morendo di crepacuore a voler scoprire cosa succederà. Matt lo odiamo in due, non preoccuparti, io sono con te!! Grazie per i complimenti tesoro, mi fai arrossire! Un bacione!

Giulietta 24: ciò che pensi è vero cara, molto vero, ahimè, ma potrai scoprire esattamente cosa solo nel prossimo capitolo *si ripara da eventuali coltelli che le verranno lanciati addosso*. Ti prego, please, non mi uccidere nel prossimo capitolo, va bene? Mi posso fidare? Un bacione!

Niki_CuLLen_: uh, certo che ti prometto che potrai uccidere Matt! Solo lasciamelo per il prossimo capitolo e poi potrai farne ciò che vuoi quando vuoi! Un bacio!

ada12: mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto e hai ragione a vedere guai in vista... e non saranno gli unici!! Sì, sono crudele, lo. Spero che anche questo capitolo ti piaccia! Un bacio!

DarkViolet92: per la prima domanda, sì, ho una vena sadica, per la prima affermazione hai completamente ragione, Matt è uno stronzo! Lui la minaccia perchè per prima cosa è scemo, poi perchè è sadico e molto, molto vendicativo!! Un bacione!

jonas_princess: ohhhhh, okay, ora apro un funclub contro Matt!! Coooomunque, certo che c'è Kevin a proteggere Maryl, però potrebbe non... Maggie zittaaa!! Scusa, ho detto anche tropo!! Grazie per seguirmi sempre! Un bacione!

Melmon: certo che continuerò a seguire la tua pagina! Infatti la mia idea era di postare questo capitolo e poi andare a fare un salto da te! Non ti preoccupare, se vuoi vedere Matt con un occhio nero sarai accontentata, ma purtroppo non solo per lui ci sarà... shhhhh, Maggie silenzio! Ti stavo per rivelare tutto! Un bacione!

Claky: no, tesoro, ti prego non mi ammazzare!! Io ti voglio bene!! Ti ho anche inviato una e-mail in cui ti dicevo che avrei aggiornato oggi più tutte le nostre chiacchierate solite! Non mi ammazzare!! Ti ho anche fatto un regalino, passa nella mia shot Gossip Boy e vedrai qual'è! Lo so che Joe te lo sto trattando come un emerito deficiente incallito, ma non sarà così ancora a lungo! Già in questo capitolo inizierà a dare segni di miglioramento! Comunque, grazie per i complimenti, ti adoro troppo anch'io, perchè sei simpatica, divertente, brava, bella, tutto!! Noi due, prima o poi, se ti va, ovvio, dobbiamo trovare il modo di incontrarci e se penso che forse un giorno ci siamo mancate solo di una settimana mi saltano i nervi! Vabbè, controlla la tua mail, và! Ora ti lascio, che senno continuo solo il tuo ringraziamento e devo fare anche gli altri! Un bacione!!

annina94: eh eh, lo so, stesso sadismo perfido nei confronti di Joe, adesso si scopre che sono sorelle separate alla nascita!! Però (e sì, c'è sempre un però!), non sarà Lexi a prendere a ceffoni Matt, ma... oddio oggi ho già rischiato 3 volte di rivelare il prossimo capitolo! Che nervi! Vabbè vado, e sono contenta che ti piaccia la mia FF. Un bacione!

jeeeeee: sìììììììììì, a morte Matt!! Mi dispiace, devi pazientare ancora un capitolo, poi puoi farne insieme quel che vuoi, però dovrai decidere insieme a Niki_CuLLen che l'ho promesso pure a lei! Per Maggie e Nick, come al solito, pazienta... (lo so che è difficile, io non ci riuscirei!!). Un bacione!


Capitolo 22. I Need You


Lexi aspettò seduta a un tavolo alquanto nascosto di Starbucks, i capelli stretti in una coda dietro la testa e un paio di occhiali da sole scuri posati sugli occhi.

Si grattò il naso con un dito e tornò a scrutare la folla intorno a lei, per poi guardare l'orologio per l'ennesima volta. Ma dov'era finita? Era in ritardo di più di un quarto d'ora, e lei non era mai in ritardo.

Girò con noncuranza il suo ice caffè espresso con una cannuccia e abbassò il capo sul giornale davanti a lei, dandogli un'occhiata nell'attesa.

Lesse di alcune rapine, della borsa e la sua maledetta crisi economica, di alcuni poliziotti della narcotici che avevano arrestato una banda di spacciatori, di un omicidio di una ragazza il giorno prima, la sera tardi e del disboscamento nella foresta pluviale, ancora.

Lexi sbuffò e si appoggiò contro lo schienale della sedia, era da troppo tempo che non faceva una delle sue solite proteste, doveva farne una al più presto, certo senza Josie che l'aiutava la cosa diventava più difficile...

Si guardò ancora in giro, per cercarla, non si vedeva da nessuna parte. Diede un'occhiata al cellulare, nessuna chiamata persa, zero nuovi messaggi.

- Dai, Jos, dove sei? - sussurrò la sedicenne, squadrando la sala.

Nei quindici minuti seguenti Lexi aspettò con calma l'arrivo dell'amica, senza trovarla, ma dov'era finita?

La rossa ordinò un altro caffè freddo e un cornetto al cioccolato, nell'attesa, ma anche dopo averli finiti, Josie non si vedeva da nessuna parte.

Imprecò in tutte le lingue del mondo e si alzò, tanto valeva che se ne tornasse a casa, aveva da fare i compiti per il giorno dopo, poi voleva aiutare Maryl a ridipingere la sua stanza insieme a Maggie.

Già, Maryl, solo al pensiero della sorella maggiore il suo cuore si riempì di preoccupazione, non aveva dimenticato l'episodio del giorno prima, quando quel Matt del cavolo l'aveva minacciata.

Maryl sembrava calma, diceva che non bisognava preoccuparsi, che le parole di Matt erano vuote, dette con rabbia, ma che non si sarebbero mai avverate. Lei e Maggie, però, non la pensavano così e avevano consigliato alla sorella maggiore di confidarsi con Kevin.

La bionda aveva sbuffato e minimizzato il tutto con un gesto della mano, era inutile far preoccupare Kevin per niente, non ne valeva la pena, povero ragazzo, gli sarebbe venuto un infarto.

Lexi, però, aveva ribattuto a lungo, doveva dirglielo, per lo meno perchè aveva il diritto di saperlo, lei l'avrebbe detto a Joe, doveva sfogarsi con qualcuno.

Ora che ci pensava non parlava con Joe dalla mattina prima, l'aveva chiamato quando lui stava pulendo la piscina, nella quale ovviamente era caduto rovinandosi i suoi amati capelli, e non l'aveva più sentito da allora, gli mancava.

Come se avesse letto nella sua mente il cellulare di Lexi squillò, con un suono acuto, che continuò finché la ragazza non rispose, dopo aver letto il mittente della chiamata.

- Joe! - esclamò la rossa.

- Bellezza mia, come stai? - rispose la voce allegra del diciannovenne.

- Bene, stavo pensando a te, sai? - disse lei.

- Scusa, ma quando mai tu non pensi a me? D'altronde sono bello, affascinante, simpatico, divertente...

Lexi lo interruppe, sarebbe stato capace di continuare per qualche ora ad elencare i suoi pregi.

- Hai mai sentito parlare della modestia?

- Ehm, mode-che? - sorrise Joe.

- Sei patetico, Joseph – commentò Lexi.

- Oh, ma tesoro mio, io non sono patetico, io sono fantastico!

- Sì, sì, certo. Senti, hai un minuto? Ti devo parlare – disse la rossa, facendosi improvvisamente seria.

- Certo – annuì il diciannovenne, sentendo la voce che cambiava della ragazza, - dimmi tutto.

Lexi si morse il labbro inferiore e si mise a raccontare quello che era accaduto il giorno prima, con tanto di commenti volgari di sua aggiunta.

Joe imprecò, elencò i cento modi nei quali avrebbe potuto uccidere Matt e infine si diede una calmata.

- Quel bastardo! - gridò come ultimo sfogo. - Quando Kevin lo verrà a sapere...

- No! - gridò la ragazza, attirando su di sé lo sguardo di parecchi curiosi. - No! - ripeté più a bassa voce. - Maryl non glielo vuole dire ed è meglio che si chiariscano fra di loro.

Joe era titubante, fra i fratelli Jonas non c'erano mai stati segreti e mai ci sarebbero stati, non voleva iniziare a mentire proprio adesso.

- Ti prego! - lo supplicò Lexi. - Solo per qualche tempo, finché questa storia non si sarà sgonfiata, ma fino ad allora non dire niente a Kev. Racconta tutto a Nick se vuoi, a meno che non glielo abbia detto Maggie, fra di voi parlatene pure, però con Kevin silenzio assoluto.

Joe sbuffò, ma poi sorrise e riprese il suo discorso:

- Va bene, ne parlerò con Mr Non Chiedo Alla Ragazza Che Mi Piace Di Mettersi Con Me Perchè Ho Paura e vedremo il da farsi – raccontò il diciannovenne, con una punta di sarcasmo nella voce.

Lexi sorrise amara.

- Ancora le cose non si risolvono fra Maggie e Nick, eh?

- Affatto, mi sa che uno di questi giorni lo prendo e lo mando a calci a parlare con Maggie! E' un rifiuto umano in questo periodo, è depresso, se ne sta sempre a comporre in camera sua come un rifiuto della società, io e Kev siamo seriamente preoccupati. Maggie non ha intenzione di dichiararsi? – spiegò il mezzano.

- No. Ne abbiamo parlato, ma ha paura che Nick non corrisponda i suoi sentimenti e che le cose fra di loro non possano funzionare – snocciolò la rossa.

- Scusami, ma quale persona con un cervello sano rifiuterebbe una ragazza dolce come Maggie? Lei è fantastica, se mio fratello la rifiutasse sarebbe proprio cretino, non pensi? - domandò il vocalist.

- Ah, è così, ti piace mia sorella! Però potevi dirmelo, scemo, ora ti devo picchiare – disse Lexi, facendo la finta offesa.

- Ma come potrebbe piacermi tua sorella quando ho te, mio fiore di primavera?

Mio fiore di primavera? Che cos'era quello, un nomignolo?

- Primo non mi chiamare fiore di primavera, mi da il voltastomaco, secondo, in effetti, hai detto che solo delle persone sceme rifiuterebbero Maggie e tu sei scemo!

- Ahi! Guarda che mi offendo, sai? Questa te la faccio pagare! Ti riattacco in faccia! - minacciò Joe.

- Fallo – lo sfidò Lexi.

Joe era titubante.

- No, non lo faccio, sono troppo buono, bene, che fai? Ci possiamo vedere? - domandò.

- Mi farebbe piacere, ma sto aspettando Josie, dobbiamo parlare un po', anche se è in ritardo di più di mezz'ora – spiegò Lexi, dispiaciuta, - ma una di queste sere usciamo insieme, ti va?

- Ovvio! … Ma no, aspetta, ho un'ideona! - esclamò all'improvviso Joe, colto da un lampo di genio.

- Wow, siamo messi male, caro mio. Dimmi, quale genialità ha sfornato il tuo cervellino questa volta? - chiese la sedicenne, curiosa.

- Beh, stavo pensando che forse tu, Maryl e Maggie potreste venire a casa nostra e conoscere i nostri genitori ufficialmente – propose il ragazzo.

Altro che scemo, pazzo!

Tanto per la cronaca Lexi non aveva paura di quasi nulla nella vita, e conoscere i genitori del suo ragazzo non rientrava nei suoi parametri di “pericoloso”, ma proprio non riusciva ad immaginarsi lei, vestita elegantemente, comportandosi come una ragazza a modo e sparando ringraziamenti a destra e a manca ai genitori di Joe, no, proprio non ci pensava!

- Joe, io non mi ci vedo a fare la brava ragazza con i tuoi, - ammise. - Maryl e Maggie ce le vedo benissimo, ma io sarei solo un impiastro.

- Sciocchezze, tutte scuse, non accetto obiezioni, tesoro mio, sta sera alle otto voglio te e le tue sorelle davanti al portone di casa mia, tutto chiaro?

- Joe, scordatelo, io... - si lamentò Lexi, ma il diciannovenne la interruppe.

- A sta sera, ricordati, alle otto! - e riattaccò.

La rossa guardò il cellulare, allibita, poi lo richiuse con un gesto secco, imprecando.

- 'Sto stronzo! - borbottò.

- Lexi? - chiese una voce femminile dietro alla ragazza.

La sedicenne si voltò verso la fonte della voce e si ritrovò davanti a Josie, i capelli corti spettinati e i vestiti stropicciati, aveva delle profonde occhiaie sotto gli occhi e la pelle del viso tirata e pallida.

Lexi quasi si spaventò a vederla in quello stato, lei che era sempre fresca e riposata, sempre in ordine e senza un capello fuori posto.

- Josie! - esclamò la ragazza, vedendola, e si dovette trattenere per non saltarle addosso e abbracciarla, d'altronde il loro litigio non era ancora stato risolto, anche se per lei era già una storia chiusa, archiviata.

Josie le sorrise e si sedette allo stesso tavolo dell'amica, toccandosi nervosamente i capelli sfibrati.

C'era qualcosa che non andava; Lexi lo capì non solo a causa dell'aspetto della ragazza, ma anche dai gesti, solitamente così allegri ed espansivi, ora sembrava un animale in gabbia, braccato.

Josie appena dopo essersi seduta ordinò ad una cameriera un caffè freddo, dopodiché guardò l'amica negli occhi.

- Come stai? - domandò Lexi, osservandola attentamente. - E' da un po' che non ci si sente.

Da quando avevano litigato entrambe si erano evitate accuratamente, almeno finché Maggie non aveva intimato la gemella a parlare con Josie.

- Oh, tutto bene, grazie. Un po' stanca, ma per il resto tutto okay. Tu? - aveva parlato velocemente, quasi mangiandosi le parole.

Era una pessima attrice e una pessima bugiarda, Lexi la conosceva da troppo tempo per non accorgersi delle sue bugie, ma lasciò correre, non voleva iniziare il loro incontro mettendola subito alle strette.

- Oh bene, sì, grazie. Esco con un ragazzo, ultimamente, da un paio di settimane, si chiama...

- Joe Jonas – per la prima volta un vero sorrise illuminò il viso di Josie. - Ho visto la dichiarazione d'amore eterno che ti ha fatto a scuola, sai? E ho visto il programma, che cos'era?, Good Morning America, forse, in cui ha detto che usciva con una ragazza e ho pensato subito a te. - mentre parlava era tutta allegra, e muoveva le mani, concitata. - Sono contenta che tu esca con lui, mi sembra un bravo ragazzo, e diciamocelo, è un gran figo.

Lexi rise, sì, il suo ragazzo era un gran fico.

- Sì, lui, le cose vanno bene, per ora. Sta sera sarò costretta ad incontrate i suoi genitori assieme a Maggie e Maryl. Non ne ho nessuna voglia, diciamocelo. Ma tu che mi dici? Come va la tua storia con John? - domandò Lexi, pronta a recuperare il suo rapporto d'amicizia con Josie.

- Oh – il viso di quest'ultima si fece improvvisamente triste. - Le cose, ecco, non hanno funzionato. Mi ha lasciato la settimana scorsa.

Josie aveva le mani appoggiate sul tavolo e Lexi, a sentire quelle parole, gliele strinse.

- Mi dispiace tanto, Jos, scusa – si scusò.

- Figurati, non lo potevi sapere – minimizzò la ragazza dai capelli corti.

Lexi le sorrise e in quel sorriso racchiuse tutto il suo dolore, la sua allegria, la sua amicizia che provava nei confronti di quella fragile figura di fronte a lei.

- Dai, facciamo così, uno di questi giorni ti presento Joe e gli altri ragazzi, sono dei ragazzi fantastici, magari si viene a sapere che hanno qualche cugino della nostra età e te lo facciamo conoscere! - esclamò la rossa nel tentativo di far tornare il sorriso sulle labbra di Josie; non funzionò, anzi si fece ancora più triste.

Josie abbassò il capo e ritrasse le mani dalla presa di Lexi, per portarsele al grembo e lì rimasero, come lei, ferme, immobili, per parecchi lunghi istanti.

La rossa non intervenne finché non udì un singhiozzo provenire dall'amica, la quale si portò subito le mani agli occhi, per asciugarsi le lacrime che le colavano lungo il volto giovane e pallido.

- Josie! - esclamò la sedicenne, alzandosi con uno scatto per poi accorrere al fianco dell'amica e la abbracciò. - Cosa succede? Lo sai che puoi dirmi tutto, vero?

La ragazza minuta annuì e si asciugò definitivamente le lacrime, per poi guardare negli occhi l'amica.

- Parto – disse semplicemente.

Lì per lì Lexi non capì cosa intendeva Josie con “parto”, poteva significare tante cose, magari un viaggio, oppure se si voleva andare sul tragico, poteva essere incinta, ma in quel caso avrebbe usato un'altra parola.

- Per dove? Per quanto tempo? Una vacanza, Jos, vai in vacanza? - le domande di Lexi le uscirono dalla bocca a raffica.

Josie scosse la testa.

- No, Lexi, vado via, mi trasferisco.

Ci volle qualche istante prima che la rossa assimilasse la notizia. Non voleva capirla, non poteva credere che la sua unica amica, escludendo le sue sorelle, partisse.

- Vado a San Francisco – continuò Josie.

Lexi rimase in silenzio a lungo, senza parlare, disparata, non poteva essere vero.

- Qu...quando? - chiese dopo un silenzio infinitamente lungo.

- Tra tre giorni – disse Josie. - Mi dispiace, Lexi.

La rossa scosse la testa con forza, poi abbracciò l'amica, scoppiando in un pianto disparato.

Sopo qualche tempo dopo le due amiche trovarono la forza di alzarsi, di pagare le loro ordinazioni e di fermarsi a sedere in un parco.

Tre ore dopo si dovettero salutare, entrambe dovevano tornare a casa, chi per un motivo chi per un altro.

- Così questo è un addio, Josie? - chiese Lexi.

- Sì, Lexi, mi dispiace. - si abbracciarono ancora. - Mi mancherai, ma voglio che tu mi chiami almeno una volta a settimana, okay?

La rossa tentò di fare un mezzo sorriso e annuì.

- Certo, e tu mi devi raccontare per fino e per segno tutte le meraviglie di San Francisco.

- L'estate ci possiamo vedere, non è poi così lontano.

- Assolutamente.

Le loro erano parole e promesse che avrebbero mantenuto, erano due persone leali e quello che dicevano facevano.

- Mi mancherai sul serio, Josie.

- Anche tu Lexi, anche tu.

Si diedero un ultimo abbraccio e si salutarono, ma senza “addio”, quello non era un addio, piuttosto un “arrivederci”.


Ti voglio bene,

nonostante tutte le attenzioni

(Ti voglio bene; Tiziano Ferro)


Maggie girovagava per casa sua, rassettando quel che trovava in disordine mentre ascoltava della musica, al momento nelle sue orecchie rimbombava la canzone Pressure dei Decode e la canticchiava ad alta voce, muovendo qualche passo di danza improvvisato.

Maryl, seduta sullo scalino più alto della scala, la osservava in silenzio, senza che la sorella minore sapesse che lei la stava guardando.

Sulle ginocchia aveva appoggiato un libro aperto, una vecchia copia di Romeo e Giulietta, che aveva trovato quella mattina nel baule della madre che suo padre aveva nascosto nella cantina.

Sorrise mentre ascoltava la voce melodiosa di Maggie, tanto che per qualche istante dimenticò le minacce che aveva ricevuto da Matt il giorno prima.

Non l'aveva dato a vedere alle sue sorelle, ma era terrorizzata, Matt sembrava davvero sicuro quando le aveva detto che le avrebbe fatto pagare il fatto che non aveva scelto lei al posto di Kevin.

Già, Kevin. Maryl non aveva ascoltato Lexi quando le aveva consigliato di rivelare tutto quelle che era accaduto al suo ragazzo, aveva minimizzato dicendo che non voleva farlo preoccupare per delle minacce vuote, il che non era proprio una bugia, era vero che non voleva farlo preoccupare, ma non credeva che quelle di Matt fossero minacce vuote.

Maggie alzò lo sguardo e incrociò quello della sorella maggiore, a quella vista smise di ballare e arrossì copiosamente.

- No, non fermarti, sei così brava – disse la bionda con un sorriso.

Maggie scosse la testa con forza, ancora rossa in viso per l'imbarazzo, mise a posto un cuscino fuori posto e raggiunse la sorella sulle scale, sedendosi accanto a lei.

- Come stai? - le domandò; dal giorno prima non faceva altro che farle quella domanda, perchè lei sapeva che c'era qualcosa che spaventava la sorella, ma non voleva dirglielo.

- Bene – mentì con naturalezza la bionda, scostando una ciocca di capelli dagli occhi della mora, un piccolo sorriso che le illuminava il viso. - Tutto bene.

Maggie chiuse gli occhi, non le credeva affatto.

- Quello che è successo ieri – continuò la ventenne, - non ha conto, Maggie, Matt è un idiota, una persona che dice tanto ma fa poco, non devi preoccuparti per me.

- Io continuo ad essere del parere che tu debba dire tutto a Kevin, è un ragazzo d'oro, capirà tutto e non farà scemate, tipo andare a cercare Matt con una mazza da baseball o simili – spiegò la mora, con dei gesti concitati delle mani.

- Oh, ne sarebbe capace, fidati – sorrise Maryl. - E ora, su, non pensiamo a certe cose, bisogna essere felici, bisogna prendere la vita con un sorriso. - e ne diede una prova sorridendo.

Maggie inarcò un sopracciglio, incredula.

In quel momento il cellulare della bionda suonò con un rumore acuto, tanto da far sobbalzare entrambe le sorelle Campbell.

- Ma chi è? - sussurrò la bionda afferrando il telefono dalla tasca dei jeans che indossava, per poi osservando il nome sul display con sincero stupore. - Ehm, Maggie, potresti iniziare a preparare qualcosa per cena, per favore?

La sedicenne guardò l'orologio che portava al polso e guardò la sorella.

- Ma non sono nemmeno le sei – notò.

- Allora, fai quel che vuoi, io devo rispondere – ribatté la bionda, si alzò e si diresse in camera sua, per poi barricarcisi dentro. Dopodiché aprì il cellulare e se lo appoggiò all'orecchio. - Nick?

- Tu sei pazza! - esclamò la voce del ragazzo dall'altro capo del telefono.

Non ci volle molto perchè Maryl facesse due più due.

- Nick, dai, non è così grave – disse la bionda, toccandosi i capelli nervosamente.

- Non... non è così grave?! Ma sei impazzita, per caso? E come fai ad essere così calma? Io sono nervoso per te, tu dovresti essere terrorizzata!

- E secondo te non lo sono? Sono spaventata, Nicholas, ho una paura matta di quello che è successo. Matt non è uno che fa minacce a vuoto e ho paura ma cosa devo fare, eh? Chiamare la polizia? - esclamò Maryl.

- Potresti parlare a Kevin – consigliò il cantante, con voce più calma.

- Sì, così gli faccio venire un infarto! Non ce né bisogno, Nick, sul serio – disse la bionda.

- Ti posso dare delle guardie del corpo, saresti più al sicuro in questo modo – provò il ricciolino.

Maryl fece una smorfia, non ci pensava neppure a prendersi delle guardie del corpo.

- No! E poi come lo spiego a Kevin? Per di più non mi va affatto di girare per Los Angeles accompagnata da un colosso di centoventi chili, non sono quel genere di ragazza – disse la bionda.

Nick roteò gli occhi, era testarda e odiosa quando faceva così.

- Va bene, fa come vuoi tu – disse il sedicenne, - ma ne riparleremo, non è finita qua.

- Okay, okay – tagliò corto la bionda. - Ci sentiamo.

- Ma come? Non ci ved... - ma Maryl gli riattaccò in faccia, aveva bisogno di riposo.


Sta sera scriverò una canzone

per soffocare dentro l'emozione

(La mia storia fra le dita; Gianluca Grignani )


Maggie rispose al cellulare, il quale suonava come impazzito, mentre lei era sdraiata sul divano, davanti alla televisione, mentre guardava un vecchio episodio di The O.C.

- Pronto? - rispose, senza guardare il nome sul display.

- Tua sorella è pazza! - esclamò una voce perfettamente riconoscibile.

- Sì, lo so – rispose, - anche se ultimamente è peggiorata.

- Non scherzare, Maggie, la questione è molto seria – stava sfiorando l'isterismo.

- Nick, calmati, come mai sei così nervoso? - domandò lei, mentre tentava di ignorare il suo cuore che aveva triplicato i dibattiti.

- Perchè ho appena sentito tua sorella e lei non vuole fare niente per migliorare la situazione attuale!

Maggie sospirò, scostandosi una ciocca di capelli dagli occhi.

- Lo so, e anch'io sono preoccupata, ma finché lei non si schiera dalla nostra parte non la possiamo aiutare – spiegò.

Nick sbuffò.

- E se facessi seguire Maryl da Big Rob di nascosto? - propose.

Lei rise, se lo immagina vestito di nero, con cappellino da baseball per nascondersi il viso con tanto di occhiali da sole che seguiva sua sorella da una distanza di sicurezza.

- No, non va bene, se ne accorgerebbe, non è che lui passi proprio inosservato, attira le occhiate di tutti.

- Beh, allora farò in modo che Maryl sia protetta ventiquattro ore al giorno! - esclamò il sedicenne. - Dovessi seguirla personalmente!

Maggie sorrise per tutto quello che Nick stava facendo.

- Grazie, ma no. E comunque, come mai ti sta tanto a cuore questa storia? Non è che ti piace Maryl, vero? - scherzava, ma mica troppo.

Nick strabuzzò gli occhi incredulo.

- Stai scherzando? Oltre al fatto che Kevin mi ucciderebbe, Maryl non mi piace in quel senso, è così... non so come spiegarlo, le voglio tanto bene, davvero tanto, ma come a una sorella non come a una... fidanzata, no quello proprio no! - sembrava quasi disgustato.

- Okay, calma adesso. Cambiamo argomento, che Lexi ed io ne abbiamo già parlato fin troppo con nostra sorella. Che fai? - era incredibile la sua capacità di cambiare da così a così qualsiasi cosa.

- Oh, beh sto scrivendo una nuova canzone... - borbottò Nick, stando al gioco.

Una maledettissima e fottutissima canzone che tento di scrivere da solo Dio sa quanto e che è su di te, ma non mi vengono le parole, proprio come per dirti che mi piaci. E io sono un idiota, pensò il cantante con rabbia.

- Che bello! Di cosa parla?

Oh, fantastico, ci mancava questa!

- Ehm, di una vecchia storia d'amore, ma davvero vecchia, molto vecchia – spiegò.

- Oh, capisco.

Silenzio. Entrami odiavano i silenzi, soprattutto quelli imbarazzanti, come quello.

- Beh, magari uno di questi giorni ci si vede – propose Maggie, - tutti insieme.

Oh Gesù, Giuseppe e Maria, ma era solo lui che aveva capito che quella sera c'era una cena con i suoi genitori?

- Scusa, ma sta sera tu e le tue sorelle non dovreste venire a cena qui da noi per conoscere i nostri genitori ufficialmente?

- Incontrare chi, quando e perchè? - strillò Maggie con voce acuta.

- La cena, sta sera, con i miei – ripeté Nick, cauto.

- Ma... ma quando si è deciso, scusa? - domandò lei, cercando di calmarsi.

- Ehm, oggi, Joe e Lexi, hanno deciso loro.

Maggie rimase in silenzio; Nick credette che fosse o svenuta o stesse assimilando la notizia o decidere come ammazzare la sorella, le opzioni erano quelle.

- Maggie? - osò lui.

- Sì, ci sono, beh, a sta sera allora – disse lei, il tono all'improvviso più allegro. - A che ora?

- Alle otto – spiegò il cantante, - davanti a casa nostra.

- Benissimo, a dopo. Ciao!

- Ciao...

Maggie mise giù, allegra.

D'altronde la prospettiva di conoscere ufficialmente i coniugi Jonas non era così male, soprattutto perchè quella cena le avrebbe permesso di vedere Nick prima di quanto stabilito.

All'improvviso la porta di casa si aprì con uno schianto e un singhiozzo sonoro.

- Vaffanculo! - gridò Lexi irrompendo in salotto e imprecando contro tutto. - Sì, vaffanculo a tutto!

Maggie capì all'istante e corse verso la sorella, fissandolo attentamente.

La rossa aveva i capelli spettinati, il viso pallido, gli occhi rossi e gonfi di pianto.

Da quanto tempo non la vedeva piangere? E quante volte l'aveva vista piangere? Pochissime...

- Lexi – sussurrò Maggie.

La rossa alzò gli occhi sulla gemella e la fissò con attenzione.

- Lo sapevi? - chiese solo.

La mora annuì.

- Volevo dirtelo – iniziò, - ma Josie mi ha pregato di non farlo, voleva dirtelo lei.

La sedicenne annuì e si sedette a terra, stanca.

Maggie si sedette accanto a lei e le permise di piangerle sulla spalla.

- Non credevo sarebbe mai successo – ammise Lexi. - Non ci ho mai pensato.

La mora annuì comprensiva, mentre sentiva una lacrima scivolarle lungo il viso.

- Supereremo anche questo – singhiozzò infine.

Lexi annuì e tirò su la testa, guardando la sorella.

- Sta sera abbiamo anche questa maledettissima cena – sbuffò.

- Se vuoi la annullo, dico tutto a Joe o Nick o Kevin, capiranno – propose la mora, ma la gemella scosse la testa quasi impercettibilmente.

- No, ho bisogno di vedere Joe, è un esigenza fisica quanto psicologica – disse e si mise a ridere istericamente.

Maggie guardò l'orologio che aveva al polso.

- Fra poco saranno le sei – la informò, - fino a quel momento è meglio se imbianchiamo la camera di Maryl, oppure facciamo i compiti. Scegli tu.

- Compiti – biascicò l'altra. - C'è un problema di genetica che non riesco a risolvere e mi devi aiutare. Tu? Bisogno di qualcosa?

Maggie scosse la testa.

- Niente compiti di matematica, la Rowling era ammalata, devo solo fare un testo sul razzismo.

- Ancora il razzismo? Ma dico, cambieranno mai argomenti in quella scuola? O è il razzismo o la pena di morte. Insomma, che si aggiorni, siamo nel ventunesimo secolo!

Maggie fece un piccolo sorriso.


Tu, l'amore, io

insieme, insieme

(Insieme; Mina)


- Oh Nicholas! - trillò Joe dal fondo delle scale. - Vieni ad apparecchiare, su!

- Ma porca... Joe, la smetti di rompere le scatole? Sei diventato odioso – asserì Kevin rivolto al fratello mezzano. - Da quando stai con Lexi sei diventato così insopportabilmente insopportabile!

Joe fece un sorriso a sentire il nome della sua ragazza. Ormai lei era tutto per lui, riempiva ogni suo momento della giornata, anche i più piccoli gesti gliela ricordavano. Non pensava quasi più a Sasha, e se lo faceva era per ricordare quanto l'avesse fatto soffrire, ma che d'altronde era una brava ragazza, l'aveva lasciato per i giusti motivi.

- Ehi, principino, sveglia! - disse Nick, comparendogli davanti all'improvviso. - Cos'è, dopo l'intervista di oggi ti sei stancato?

Sbagliava o Nick era tornato... normale? Senza orribile occhiaie sotto gli occhi, niente faccia da depresso, niente lamentele sul fatto che non bisognava disturbarlo “perchè stava componendo”, era tornato ad essere umano?

- Qual buon vento! Nick, non sei più depresso! - notò Kevin. - Allora i miracoli esistono!

Il minore fece una mezza smorfia.

- Non lo sono mai stato!

- Certo! Come no! L'importante è crederci! - disse Kevin ridendo.

Nick fece un piccolo sorriso.

- Beh, è che oggi viene Maggie e...

- Uh, Nicholas Jerry Jonas è innamorato – cinguettò Joe battendo le mani.

- Ma no! - disse Kevin, perspicace. - Non l'avrei mai immaginato, Joe, sai?

- Ah, ah – gli fece il verso il mezzano. - Su, forza, ho stabilito i turni di quello che dovremo fare prima dell'arrivo delle nostre amate.

Oddio, siamo messi mele, pensò il maggiore.

- Ovvero? - chiese.

- Nick apparecchia, papà ti aiuterà, Kev, tu cucini con mamma e Frankie si metterà in tiro per fare gli onori di casa; benissimo, al lavoro! - esclamò allegro dirigendosi verso il salotto.

Nessuno dei due rimanenti Jonas si mosse, lo fissarono trafiggendolo con gli occhi e aspettarono che Joe si voltasse.

Frankie comparì all'improvviso, dopo aver ascoltato tutta la conversazione, e si rivolse al fratello mezzano, con aria truce.

- E tu cosa pensi di fare, Joe? - chiese, arcigno.

- Devo vedere i nostri ultimi video su MTV, ovvio ragazzi, su! - disse quest'ultimo, paralizzandosi all'improvviso e voltandosi verso i tre fratelli, con aria sorridente ma colpevole.

I tre scossero la testa in sincronia, non ci doveva neanche pensare a fare una cosa simile.

- Sai, Joe, la casa è abbastanza in disordine – notò il piccolo Frankie, le mani incrociate al petto. - Che ne dici di mettere un po' a posto?

Joe lo fissò come se fosse scemo.

- Io? Pulire? Scherzi, vero?

Frankie scosse la testa.

- Non ci penso nemmeno e muoviti! - strillò e se ne andò trotterellando verso la propria camera al piano di sopra.

Il diciannovenne guardò i due fratelli rimasti, con una piccola smorfia e uno strano luccichio negli occhi che gli conferiva un'aria da cane bastonato.

- Non devo farlo, vero?

Nick e Kevin annuirono, implacabili.


Voglio farti un regalo,

qualcosa di dolce,

qualcosa di raro

(Il regalo più grande; Tiziano Ferro)


Maggie zampettava per casa, con una sola scarpa infilata al piede, l'altra in mano mentre cercava dappertutto la collana di brillanti che era sicura di aver riposto nel suo cofanetto in camera sua ma da dove era sparita.

Indossava un abito verde smeraldo lungo poco sopra le ginocchia, dalle spalline sottili, il colore le valorizzava gli occhi e le scarpe erano in tinta, mancava solo quella benedetta collana...

Lexi, da parte sue, sfoggiava un vestito rosso scuro, sotto le ginocchia e senza spalline, ai piedi aveva un paio di scarpe col tacco rosse e tentava davanti al grosso specchio in bagno di farsi un'acconciatura complicata, senza successo.

- Maledizione – borbottò Maggie finendo davanti al bagno, - ma dov'è?

- Cosa? - chiese la rossa, rinunciando ai capelli e sfilandosi gli orecchini per mettersi un paio di grossi cerchi dorati.

- La collana di brillanti, quella che ho comprato a Ibiza due anni fa con te e Maryl durante le vacanze estive – spiegò la mora. - E' sparita, nel mio cofanetto non c'è.

Lexi diede una breve occhiata all'orologio che aveva al polso, erano le sette e mezza, dovevano muoversi, erano praticamente in ritardo.

- Non so dove sia – disse, - se vuoi ti presto la mia, non è uguale ma è abbastanza simile – e così dicendo prese da una scatolina davanti a lei una collana con una catenina in argento e un piccolo diamante incastonato.

Maggie le fece un sorriso e prese il gioiello che la sorella le porgeva con piacere.

La rossa ricambiò il sorriso e chiuse la scatolina, per poi appoggiarla sulla mensola dell'armadietto vicino a lei.

- Bene – disse, - io sono pronta.

- Anch'io – annuì la sedicenne dopo essersi messa la collana al collo. - Maryl?

Lexi scrollò le spalle.

- Non ne ho idea, non l'ho neanche avvertita della cena e se devo essere sincera l'ho vista di sfuggita un'ora fa mentre imbiancava la sua camera.

Un dubbio si impossessò di entrambe le ragazze.

- L'avrà avvertita Kevin, no? Io non l'ho fatto – sperò Maggie con una nota di panico nella voce.

Le due uscirono dal bagno e si diressero a passo di carica verso la camera della sorella maggiore e aprirono la porta con uno schiocco sonoro.

La camera era semibuia e in un angolo, vicino alla finestra, una candela profumata era accesa e brillava allegra.

Maryl, i capelli raccolti in una coda disordinata, indossava una tuta da lavoro macchiata di pittura, armata di pennelli. Al suono della porta che si apriva si voltò e fissò le sorelle con un cipiglio fra il curioso e l'offeso.

- Uscite?

Maggie sarebbe potuta svenire seduta stante e Lexi avrebbe potuto iniziare a chiamare l'FBI, la CIA, la Scotland Yard e chi era possibile che potesse fermare l'imminente catastrofe.

- L'Apocalisse – boccheggiò la rossa.

Maryl le fissava ancora.

- Allora? - domandò.

- Maryl – sussurrò Lexi, - stai calma, ora, non farti prendere dal panico.

E invece bisognava sì farsi prendere dal panico, Maryl Campbell che non aveva iniziato a vestirsi per una cena importante a mezz'ora dall'inizio di questa? Praticamente era un'altra bomba di Yroshima!

- Cosa? - domandò Maryl, scattando all'improvviso. - Che c'è?

Maggie non aveva la forza di parlare, stava ancora decidendo se svenire oppure no, ma di sicuro era diventata cianotica.

- Dobbiamo andare a casa dei ragazzi – iniziò Lexi, non c'era bisogno di specificare quali ragazzi, - fra mezz'ora... tutte e tre.

- COSA?! - strillò la bionda come un'ossessa, infilandosi le mani nei capelli e praticamente strappandoseli dalla testa. - NOI COSA E QUANDO?!

Eccola l'esplosione di una bomba atomica che le due ragazze si aspettavano; a causa del rumore il loro simpatico vicino, il centoduenne, Mario, altrimenti detto Super Mario, alzò la testa dal suo giardino fino alla finestra dalla quale proveniva il suono.

- Stai calma – le sussurrò la rossa.

- Io calma?! Alexandra Lucy Campbell, io dovrei stare calma quando ho mezz'ora per una cena? E cosa dovremmo fare esattamente a casa dei ragazzi? - tentò più o meno inutilmente lei.

- Beh, ci volevano presentare i loro genitori ufficialmente... - borbottò Lexi.

- COSA?! - strillò nuovamente la ventenne, e quella volta a quell'urlo si aggiunse anche la protesta di Mario.

- Insomma, tipa, chiudi quel becco che ritrovi per bocca! Questi sono quei momenti in cui desidererei avere dei problemi d'udito!

- Forza vai a farti la doccia – disse Maggie, una volta recuperato un minimo di colorito. - Noi ti prepariamo i vestiti.

Come una furia la ventenne uscì dalla camera e si fiondò in bagno, ma non prima di aver urlato la parola magica.

- Armani!

Dopodiché fu più o meno un miracolo il fatto che Maryl riuscì a farsi la doccia e ad asciugarsi i capelli nella cifra record di dieci minuti e trentadue secondi, vestirsi in cinque minuti e truccarsi in due, il tutto accompagnato da una buona dose di improperi.

- Ma porca miseria ladra! - sbraitò infine la ragazza mettendosi un'ultima volta la matita sugli occhi. - Andiamo e sappiate che io Kevin l'ammazzo!


Continua...

  
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