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Autore: fiorediloto40    20/11/2021    0 recensioni
- Perché non ti amo - la frase, così dolorosa per chi stava ascoltando, uscì dalle labbra del bel cavaliere della Vergine con la facilità di chi non prova sentimenti, nemmeno un briciolo di pietà per la persona di fronte a lui.
Mu, in piedi davanti a lui, rimase pietrificato davanti alle parole prive di emozioni di colui al quale già da tempo aveva affidato il suo cuore. Un cuore che ora, come se nulla fosse mai accaduto, veniva gettato con noncuranza come fosse spazzatura.
I personaggi non sono miei, ma appartengono a Masami Kurumada.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aquarius Camus, Aries Mu, Gold Saints, Scorpion Milo, Virgo Shaka
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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All’interno del locale nove cavalieri d’oro in libera uscita erano seduti intorno ad un grande tavolo. Nonostante la confusione dovuta all’inaugurazione, erano comunque riusciti a trovare un buon tavolo; questo grazie soprattutto all’intercessione di Milo, che essendo stato negli ultimi mesi un frequentatore abituale dei locali notturni della capitale, era riuscito ad accaparrarsi un buon posto tramite le sue molte conoscenze. I cavalieri erano uno più bello dell’altro vestiti nei loro abiti civili...e molti di loro avevano già attirato l’attenzione dei presenti.
 
Sebbene la musica fosse assordante e la gente che affollava il locale rendesse l’aria al limite del respirabile, alcuni guardiani si trovavano particolarmente a loro agio...Kanon stava flirtando a distanza con un gruppo di ragazze sedute al bancone del bar, mentre Saga si divertiva ad infastidirlo tentando di rubargli la scena; Aiolos e Shura parlavano intimamente tra di loro, scambiandosi delicate carezze tra una parola e l’altra; Aldebaran scherzava con un divertito Aiolia, anche se cominciava a sentirsi un po' intorpidito a causa dell’alcol già ingurgitato; Deathmask scambiava qualche parola qua e là con i suoi compagni, guardando ogni tanto l’orologio, in attesa che arrivasse Dite. 
 
Gli unici ad essere visibilmente ansiosi erano la Vergine e lo Scorpione. Non capendo perché Mu e Camus impiegassero tanto tempo ad arrivare, sbuffavano a turno, inoltre Milo si agitava nervosamente sul divano di tessuto chiaro che circondava il tavolo.
 
In quella situazione, piacevole per alcuni ed irritante per altri, li trovò un trafelato Aphrodite, che arrivò al tavolo dove si trovavano i suoi amici correndo in preda al panico.
 
- Aldebaran! Aiuto...solo tu puoi aiutarmi! - urlò lo svedese, ma, rendendosi conto che il Toro non lo aveva neanche sentito, a causa dell’udito già ovattato da tre bicchieri di cachaca, sospirò frustrato.
 
Deathmask si prese qualche secondo per ammirare il suo compagno prima di parlare... pantaloni neri di seta avvolgevano il suo corpo snello, mentre una camicetta di seta color verde acqua, aderente al busto, faceva risaltare ancor di più i bellissimi occhi azzurri e la cascata di ricci dello stesso colore che incorniciavano il suo volto...ridestatosi da quell’immagine finalmente riuscì a parlare - Che succede Dite? Perché sei così agitato? -.
 
- Ah Maschera...non sai che caos! - disse Dite portando una mano sulla fronte - Stavo entrando nel locale seguito a breve distanza da Mu e Camus, quando un’orda di ragazze infernali li ha assaliti! Ovviamente non possono liberarsi di loro come farebbero normalmente... - disse facendo una smorfia - ...sono praticamente circondati da un branco che li palpeggia e gli mette bigliettini nelle tasche dei pantaloni!!! -.
 
Alle parole del guardiano dei Pesci, sia Milo che Shaka scattarono dai rispettivi posti indignati. Come osavano quelle donne mettere le mani addosso ai loro compagni?! Già pronti ad uscire per andare a reclamare i loro fidanzati, o presunti tali, dato che per uno non c’era ancora niente di ufficiale e l’altro era ancora in bilico, furono fermati da Aphrodite che, con le mani sui fianchi, bloccò loro la strada - Dove credete di andare voi due?! -.
 
- Lasciami passare Pesci! - ringhiò l’indiano.
 
- Devo andare a prendere il mio Camy! - controbatté lo Scorpione disperato.
 
Dite sospirò frustrato dovendo rivelare loro l’ovvio - Ragazzi...qui non siete al Santuario, né tantomeno in battaglia, e quindi non potete comportarvi come fareste di solito! Senza offesa per nessuno dei due, ma non siete esattamente degli energumeni, tu soprattutto biondo... - vide una smorfia di fastidio sul volto di Shaka - mi serve qualcuno di più...come dire...imponente! - istintivamente posò lo sguardo sulle uniche due persone che in quel momento avrebbero potuto essere d’aiuto, essendo Aldebaran già fuori combattimento.
 
- Eccomi! - Kanon, cercando di trattenere le risate, recepì il messaggio - Saga, muovi il sedere! Dobbiamo andare a “salvare” i nostri compagni! - con un enorme sorriso sul volto, tese la mano a suo fratello, che a fatica cercava di trattenere le risate, e insieme si fecero largo tra la folla in direzione dell’ingresso.
 
Visibilmente infastidito, in piedi con le braccia incrociate, il sesto guardiano batteva nervosamente un piede sul pavimento, in attesa di vedere entrare l’unica persona che gli interessasse davvero in tutta quella baraonda. Shaka era bellissimo nei suoi pantaloni di seta nera, che facevano risaltare le sue lunghe gambe, e una camicia rossa dello stesso tessuto con le maniche arrotolate. Un particolare risaltava al suo collo...un pendente con il simbolo dell’Ariete...Mu aveva forgiato nella sua fucina i due simboli dell’Ariete e della Vergine, e ovviamente la Vergine era al collo del tibetano...anche se negli ultimi giorni non aveva avuto modo di vedere se Mu la portasse ancora, dato che era stato nel suo tempio quasi tutto il tempo.
 
Anche Milo era molto bello, in un completo total blue con t-shirt bianca, che faceva risaltare i suoi occhi color mare e la sua abbronzatura naturale; si muoveva ansiosamente sul divano in attesa che Camus finalmente arrivasse.
 
Aphrodite, seduto sulle ginocchia di Deathmask, alternava lo sguardo tra il suo amante e l’ingresso del locale...per nessuna ragione al mondo si sarebbe perso i risultati del suo duro lavoro!
 
Dopo lunghi minuti, che a due di loro sembrarono ore, emersero, a fatica attraverso la folla danzante, Saga che con un braccio teneva le spalle di Camus, seguito da Kanon che teneva Mu nello stesso modo. Saga e Kanon non riuscivano a nascondere l’ilarità, mentre i due compagni d’armi erano visibilmente confusi da quanto accaduto pochi istanti prima.
 
Vedendo arrivare il suo Camus, lo Scorpione andò nella confusione più totale...indubbiamente il francese aveva una bellezza naturale che lo rendeva già di per sé molto attraente, ma vederlo così lo lasciò a bocca aperta! Un completo total black aderiva al suo corpo, evidenziandone la muscolatura scolpita... i capelli color acquamarina scendevano sciolti e setosi incorniciando il suo viso elegante...qualcosa di diverso sulle labbra le faceva risaltare rendendole ancora più desiderabili...
 
Milo tentò di parlare ma non riuscì ad articolare niente. I suoi occhi incantati incontrarono quelli ammalianti di Camus che, resosi conto dell’effetto che aveva avuto sul compagno, sorrise dentro di sé compiaciuto. Non l’avrebbe mai ammesso, ma gli piaceva sentire quello sguardo di Milo su di sé...
 
Poco distante da un Milo ipnotizzato, Shaka era a dir poco estasiato...la vista del tibetano gli provocò un tale stordimento, che fece fatica a non cadere sul divano...Mu era a dir poco magnifico! Pantaloni blu alla caviglia segnavano le sue gambe snelle e forti e fasciavano il bel fondoschiena tornito; una camicia bianca arrotolata fino ai gomiti, che lasciava scoperta una parte del suo petto, ed i capelli raccolti in una coda alta, mettevano in risalto la sua pelle d’alabastro...una leggera linea di kajal evidenziava ancora di più le splendidi iridi smeraldo, aggiungendo alla loro bellezza un tocco esotico e misterioso...e per finire, le sue labbra, naturalmente a forma di cuore, erano marcate da qualcosa che le faceva risaltare rendendole un silenzioso invito per l’indiano...
 
Shaka avrebbe voluto dire qualcosa, anche solo salutarlo, ma le parole gli morirono in gola; l’unica cosa che riuscì a fare fu aprire le palpebre, affinché i suoi bellissimi zaffiri potessero ammirare meglio l’uomo che gli stava di fronte.
 
Quel gesto attirò magneticamente l’attenzione del tibetano... adorava guardare quegli occhi predatori che si aprivano solo per lui; nonostante il trambusto, non gli era di certo sfuggito quanto fosse attraente Shaka, né quel particolare che portava appeso al suo collo...istintivamente, e seguito rapidamente dalle iridi azzurre, rivolse lo sguardo al proprio petto, dove il simbolo della Vergine, discreto nella sua fattura come tutti i suoi lavori di oreficeria, rendeva chiara l’appartenenza del suo cuore.
 
Per un momento, Ariete e Vergine si persero nei reciproci sguardi...sebbene la musica assordante riempisse ogni angolo del club, il silenzio tra di loro era l’unico suono esistente...e fu più eloquente di qualunque parola nel realizzare la mancanza che sentivano l’uno per l’altro.
 
Quel momento tuttavia fu interrotto bruscamente.
 
- Sei fantastico Mu! - gridò Aiolia, provocando l’ilarità dei presenti.
 
Visibilmente infastidito, Shaka si voltò di scatto verso il quinto guardiano. Come osava rivolgersi in quel modo al suo Mu?!
 
Imbarazzato, Mu abbassò gli occhi al pavimento - Grazie Aiolia...sei...molto gentile...ma il merito è solo di Aphrodite! - disse rivolgendo lo sguardo in direzione dello svedese che, estremamente appagato, non nascondeva la gioia sul suo volto.
 
- Beh...posso ritenermi soddisfatto! - esclamò Dite con voce orgogliosa - Però c’è da dire che i miei modelli partivano già da un livello molto alto! - aggiunse sorridendo e strizzando l’occhio all’Ariete e all’Acquario che, guardandosi, arrossirono lievemente al complimento.
 
- Dai, sedetevi e bevete qualcosa! - Kanon gli fece cenno di sedersi - La fatica di prima deve avervi messo sete, a proposito... - aggiunse con un sorriso sornione - non è che magari avete qualche numero di telefono da passarmi?! -.
 
Mu e Camus si guardarono imbarazzati; l’episodio che li aveva coinvolti prima di entrare nel locale era ancora vivo nelle loro menti. Si limitarono a scuotere la testa in segno negativo, prima di sedersi nello spazio che i loro amici avevano creato per loro stringendosi.
 
- E quello? - Mu, seduto tra Aiolia e Shaka, indicò un punto di fianco al quinto guardiano, dove Aldebaran era seduto con la testa e gli occhi rivolti verso l’alto, ed un sorriso felice sul viso.
 
- Quello? È un caso perso! - rispose Shura alzando le spalle, mentre Aiolos, seduto accanto, scuoteva la testa da una parte all’altra sorridendo.
 
- Alde è così quando si tratta di festeggiare! - disse Aiolos - Ma non preoccuparti Mu...è venuto con noi e lo riporteremo al suo tempio sano e salvo! - aggiunse intuendo le preoccupazioni dell’Ariete.
 
- Come stai Mu? - il Leone, che non aveva smesso per un momento di ammirare l’amico da quando era entrato, approfittò di un momento di silenzio per catturare la sua attenzione, precedendo un “certo” biondo.
 
- Sto bene...grazie Aiolia - Mu rispose con un piccolo sorriso sul volto - e tu come stai? -.
 
Il dialogo era seguito con attenzione dalla Vergine, che, nonostante avesse richiuso le palpebre, era attento a tutto ciò che accadeva intorno a Mu.
 
- A dirti il vero...sto davvero bene! - esclamò il quinto guardiano, che, notando il sorriso sincero di Mu si sentì incoraggiato a continuare - Avrei voluto parlartene prima, ad essere onesto avrei avuto bisogno di qualche consiglio, ma so che in questi giorni sei stato impegnato... - vide lo sguardo di Mu grato per aver sorvolato con delicatezza sul vero motivo per cui era rimasto confinato nel suo tempio - comunque, è da un po' che sto frequentando una persona...in realtà passo molto tempo con lei e...beh...sinceramente...mi piace! -.
 
Mu sorrise nel sentire le parole pronunciate dall’amico. Da molto tempo sperava che Aiolia estirpasse dal cuore il sentimento che provava nei suoi confronti; non potendolo ricambiare, provava un grande dispiacere nel sapere il Leone intestardito su un amore impossibile. Soprattutto, dopo quello che aveva passato per buona parte della sua vita, Aiolia meritava di essere felice.
 
- Sono davvero contento Aiolia - disse Mu sorridendo e posando una mano sulla spalla dell’amico - non sai quanto...credo che più di tutti meriti di essere felice... - poi aggiunse con un sorriso malizioso - e non è per caso una certa Amazzone di nostra conoscenza la responsabile di questa felicità? -.
 
Aiolia arrossì e rispose balbettando - Come...come fai a saperlo? -.
 
Mu rise divertito vedendo l’imbarazzo sul volto dell’amico - Aiolia...mi sono fatto vedere poco in giro...ma non sono mica cieco! -.
 
Dal canto suo, Shaka non poteva che essere sollevato dalle parole del Leone; sebbene anche lui sospettasse che quella con Marin fosse più di una semplice amicizia, sentirlo uscire dalle sue stesse labbra non poteva che dargli ulteriore sollievo... un problema in meno!
 
Notando che a quel tavolo ognuno sembrava perso in mille discorsi che nulla avevano a che fare con lo spirito della serata, Aphrodite, con un sonoro battito di mani, richiamò l’attenzione dei suoi compagni - Allora?! Non so voi...ma io non sono venuto qui per confessarmi, bensì per divertirmi! - poi, tirando all’improvviso per mano Mu e Camus, che stava parlando in modo intimo con Milo, rese chiare le sue intenzioni dirigendosi verso la pista da ballo.
 
Prima di essere trascinato dall’uragano Pesci, Mu fece resistenza solo per rivolgersi a Shaka per la prima volta da quando era arrivato - Non vieni Shaka? -.
 
L’indiano fece solo in tempo ad ascoltare la richiesta di Mu prima che venisse portato via da Aphrodite insieme ad un disorientato Camus. Non sapendo cosa fare, dato che ballare non era tra le sue intenzioni della serata, rimase immobile al suo posto, apparentemente imperturbabile, ma in realtà in preda alla confusione. 
 
Perso in mille emozioni contrastanti, riuscì solo a seguire Mu con lo sguardo. 
 
Aphrodite, ponendosi in mezzo tra i due amici, visibilmente imbarazzati, cominciò a muoversi lasciandosi trasportare dalla musica...
 
Mu e Camus, non sapendo come comportarsi, dato che non era loro abitudine ballare, si rivolgevano sguardi interrogativi cercando di capire se fosse il caso di unirsi all’euforia dello svedese, oppure andarsene e lasciarlo così da solo. Tuttavia, nessuno di loro avrebbe potuto ignorare gli sforzi del guardiano dei Pesci affinché potessero vivere una serata normale...inoltre, anche se non lo aveva confessato apertamente, entrambi avevano compreso l’intenzione di Dite di farli ricongiungere con i rispettivi compagni. Nessuno di loro due aveva cuore di negare la richiesta dell’amico, che, sebbene fosse completamente pazzo, era indubbiamente un buon amico.
 
Superando la sua naturale timidezza e rendendo chiara la sua intenzione, Camus offrì una mano a Mu, che annuendo di rimando, l’accettò prontamente. Sebbene non fossero ballerini di lungo corso, la grazia che naturalmente caratterizzava sia l’Ariete che l’Acquario permetteva loro di muoversi con una certa eleganza, cosa che ovviamente fu presto notata dai loro compagni d’armi.
 
- Hey! - esclamo sorpreso Aiolos - chi l’avrebbe mai detto che Mu e Camus fossero così bravi! -.
 
Prontamente Shura lo redarguì infastidito - Abbassa lo sguardo Aiolos! -.
 
- Milo? - Saga stuzzicò lo Scorpione, che per la prima volta da quando Camus aveva abbandonato il suo fianco gli tolse gli occhi di dosso - non sapevo che il francese si muovesse così... - disse con un sorriso furbo.
 
Milo lo ignorò e tornò a guardare l’undicesimo guardiano. Come sei bello mio Camy...dentro e fuori...come ho potuto essere così cieco da non rendermi conto di quello che stavo perdendo? Ti ho fatto soffrire amore mio...perdonami Camy...perdonami per essere stato così idiota... non potendo resistere oltre, e spinto anche dal fastidio di vedere il suo Camus troppo vicino a Mu, Milo si alzò dal divano e si diresse dove i suoi amici stavano ballando...era arrivato il momento di riprendersi ciò che era suo!
 
- Hey Buddha! - nel frattempo, Kanon tentava di infastidire il sesto guardiano, chiaramente concentrato sulla testa di capelli color lavanda al centro della pista da ballo - Mu è sempre così sensuale? Anche quando pratica un altro tipo di danza? - chiese strizzando l’occhio con un sorrisetto malizioso.
 
Infastidito dalla sfacciataggine del gemello, l’indiano si limitò ad ignorarlo e a voltare bruscamente il viso per tornare a concentrarsi sull’oggetto delle sue attenzioni.  
 
Ah Mu...
 
Shaka era incantato dalla vista del suo compagno che si muoveva a ritmo di musica...l’ondeggiare sensuale dei fianchi, il movimento aggraziato della chioma che fluttuava nell’aria, il bellissimo sorriso mentre si divertiva insieme ai suoi amici...al contrario di ciò che gli aveva detto Milo in quel fatidico giorno, Mu era tutto fuorché un comune mortale. Oltre a considerarlo l’uomo più bello che avesse mai visto, Mu era particolarmente intelligente, saggio nonostante la giovane età, colto, gentile senza essere accondiscendente...aveva quell’aura di costante mistero che lo rendeva intrigante, ma allo stesso tempo i suoi occhi mostravano una sincerità spiazzante...e quella dolcezza, quella tenerezza che mostrava solo quando era in sua compagnia... Shaka sospirò perdendosi nei suoi pensieri. Tuttavia, vederlo ballare con Camus provocò la solita fitta di fastidio che non riusciva a reprimere ogni volta che le attenzioni del primo guardiano erano rivolte a qualcun altro. Sebbene razionalmente sapesse che l’amore di Mu era esclusivamente suo, vederlo così vicino a qualcun altro suscitò dentro di lui un sentimento che non aveva mai provato prima...paura. Quando vide Milo alzarsi con l’intenzione di raggiungere la pista da ballo, sospirò sollevato.
 
Tuttavia, una voce familiare lo distolse dai suoi pensieri.
 
- Ti giuro che se non vai immediatamente a riprenderti ciò che ti appartiene non ti darò un’altra chance biondo... -.
 
Voltandosi di scatto, vide Aiolia guardarlo con occhi felini.
 
- Ho rinunciato a lui perché so che ti ama, ma se fallisci ancora Shaka, se mi accorgo che Mu non è felice come merita, non mi farò da parte un’altra volta...lo giuro su ciò che ho di più caro... -.
 
- Hey...attento a quello che dici Aiolia! - sentitosi tirato in ballo, Aiolos cercò di smorzare l’atmosfera.
 
- Con tutto il rispetto fratello...sei un po' presuntuoso! - disse Aiolia con un sorriso sibillino - Non sarai al primo posto per sempre... -.
 
- Lo spero fratellino... - Aiolos lo guardò teneramente - ti auguro di essere felice...molto felice! -.
 
Abbassando gli occhi con un timido sorriso, non ci volle molto prima che Aiolia riportasse la sua attenzione sul sesto guardiano. Dopo aver fissato il rivale intensamente, indicò con lo sguardo in direzione di Mu in un chiaro gesto che aveva un solo significato...muoviti!
 
Senza aggiungere nulla alla discussione, Shaka si alzò dal divano come aveva fatto Milo pochi minuti prima, dirigendosi verso la pista da ballo.
 
Nel frattempo Camus, sebbene all’inizio fosse estremamente imbarazzato dal dover ballare in mezzo a tanta gente, non poteva negare che quella situazione lo stesse davvero divertendo! Pur non essendo ballerini abituali, lui e Mu avevano trovato una loro sintonia, e questo gli era piaciuto...molto. Ciò che lo faceva stare bene era la sensazione di leggerezza che si era impadronita di tutto il suo corpo. Per la prima volta sentiva di poter allentare quelle cinghie di austerità che a volte gli imprigionavano la mente ed il cuore; quella sera poteva finalmente essere solo Camus...un ragazzo di poco più di vent’anni che, come tutti i ragazzi della sua età, si stava divertendo insieme ai suoi amici.
 
Quando due mani forti gli cinsero i fianchi da dietro, il francese si irrigidì solo per pochi istanti prima di riconoscerne il proprietario...voltandosi leggermente vide gli occhi dell’ottavo guardiano che lo guardavano in modo provocatorio. Il respiro di Milo sul collo allertò tutti i suoi sensi...
 
- Mu, mi permetti? - chiese Milo al primo guardiano, rendendo chiare le sue intenzioni.
 
Con uno sguardo malizioso, Mu aprì le labbra in uno dei suoi bellissimi sorrisi - Più che altro mi stavo chiedendo quanto altro tempo ci avresti messo Milo... - una leggera risata confermò ciò che gli aveva detto giorni prima Camus... Mu non era affatto arrabbiato con lui.
 
Sentendosi piccolo per il modo in cui si era comportato solo qualche giorno prima, Milo abbassò lo sguardo imbarazzato, particolare che non sfuggì all’attenzione di Mu; avvicinatosi, gli mise una mano sulla spalla rivolgendogli un altro sorriso in segno di pace. Senza aggiungere altro, il tibetano lasciò la coppia alla propria privacy, con l’intenzione di dirigersi verso il bar per prendere qualcosa da bere.
 
Tuttavia, dopo aver voltato le spalle ai due guardiani, sentì una mano stringere delicatamente il suo polso...
 
Girandosi, vide gli occhi di Camus guardarlo con un’insolita tenerezza...senza dire nulla il francese sollevò il mento di Mu posando un leggerissimo bacio sulle sue labbra...
 
- Grazie di tutto...amico mio... -.
 
Mu, su due piedi perplesso dall’azione del suo compagno, capì che cosa gli stava dicendo... non c’era alcuna malizia in quel gesto, solo un sincero affetto. Camus non era mai stato molto bravo con le parole, soprattutto in fatto di sentimenti, e quello era il suo modo per far capire al tibetano quanto apprezzasse il suo sostegno e la sua amicizia. A conferma di ciò, Milo, che conosceva molto bene il suo partner, si era limitato a guardarli con una smorfia beffarda sul viso, non mostrando alcun segno dell'irritazione che normalmente avrebbe manifestato vedendo qualcuno così vicino a Camus.
 
Dopo aver risposto con un sorriso comprensivo, Mu lasciò i compagni alla reciproca compagnia, dirigendosi infine verso il bar.
 
Shaka, poco distante da loro, si sentì morire quando vide le labbra di Camus sfiorare quelle del suo agnello... troppo tardi... sono arrivato troppo tardi...
 
Tuttavia, incrociando lo sguardo di Milo, lo vide sorridere e scuotere dolcemente la testa in segno di diniego, come a volerlo rassicurare... quel gesto lo tranquillizzò momentaneamente, tuttavia, si ripromise di chiedere ulteriori spiegazioni a Mu se gliene avesse dato la possibilità.
 
Mu stava aspettando pazientemente il suo turno, con le braccia incrociate e l’espressione imbarazzata per gli sguardi insinuanti che molti gli rivolgevano, quando sentì due braccia avvolgergli amorevolmente la vita...al contrario di Camus pochi attimi prima, non si irrigidì, avendo subito riconosciuto l’autore di quel gesto intimo. Il tenue profumo del loto che naturalmente sprigionava da quella pelle deliziò le sue narici...istintivamente, portò il collo indietro adagiandolo nell’incavo tra la spalla e la testa dell’intruso, voltando leggermente la testa per inspirare più a fondo.
 
- Shaka...- disse sospirando leggermente.
 
L’indiano non rispose nulla, limitandosi a godere la sensazione di poter stringere nuovamente l’amato tra le sue braccia.
 
Dimenticandosi completamente della sua sete, Mu si voltò per affrontare il suo partner, e quando si ritrovò a fissare i bellissimi zaffiri che gli toglievano il sonno, aperti solo per lui, il bisogno irrefrenabile di stringerlo a sé prese il sopravvento su tutto.
 
- Mu... - sospirò Shaka, perso tra quelle braccia che gli facevano dimenticare ogni altra cosa.
 
Durarono così, inebriati dalle loro emozioni, per alcuni istanti prima di rendersi conto di aver attirato l’attenzione intorno a loro. A fatica, combattendo contro il suo stesso desiderio, Mu sciolse l’abbraccio, ma senza lasciare andare le mani dell’indiano.
 
- Vieni con me - ordinò dolcemente Mu, guidandolo con delicatezza tra la folla. Shaka, non sognandosi minimante di contraddire il suo compagno, si lasciò condurre per mano. Poteva sentire il suo cuore battergli in gola selvaggiamente, convinto che anche Mu potesse sentire le emozioni che si agitavano dentro di lui. Vedendolo sicuro di sé, non immaginava che il tibetano fosse nelle sue stesse condizioni...
 
Districandosi a fatica dalla moltitudine di persone che affollavano la sala, ad un tratto vide Mu fermarsi e parlare velocemente con Milo e Camus che, a loro volta, si fermarono per prestargli attenzione. La solita fitta di fastidio lo prese allo stomaco...
 
La mano sempre stretta dall’Ariete, non riuscì a sentire il breve scambio di parole, un po' per il volume della musica, un po’ per il rumore assordante dei suoi stessi battiti che gli pulsavano nelle orecchie, tuttavia, vide benissimo il sorriso che entrambi gli rivolsero annuendo contemporaneamente. Quando alla fine si mossero, Shaka sentì una mano sulla sua spalla passando davanti ai suoi compagni d’armi...voltandosi, vide Milo rivolgergli un sorriso triste mentre sillabava silenziosamente la parola “perdonami”. 
 
Shaka era ben conscio del fatto che Milo avesse molte meno responsabilità di lui in quanto accaduto; non volendo lasciare nulla in sospeso mentre si accingeva ad un chiarimento con il suo partner, annuì abbassando lievemente il capo in segno di accettazione delle sue scuse.
 
Nessuna recriminazione, nessun odio.
   
 
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