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Autore: SilkyeAnders    21/11/2021    1 recensioni
Juvia è una circense che realizza giochi con l'acqua, è abituata a vivere libera nonostante il suo tremendo passato e la sua condizione al circo.
Natsu è un pugile, il suo mondo è fermo e concreto. Controllato.
Forse a volte basta un po' di magia, o di destino, per unire due mondi così differenti tra loro.
(ISPIRATO ALLA TRAMA DI "CASI ANGELES" MA CON OVVIE VARIAZIONI)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Il terzo incontro CAP 3 Un po' di magia Capitolo 3: Il terzo incontro


Natsu non aveva mai più visto quella ragazza dalla sera in cui aveva litigato con lei sul suo posto di lavoro, aveva provato a cercarla dopo la sua esibizione per andare a scusarsi dato che Gray aveva insistito che sarebbe stato carino da parte sua ma, per qualche strano motivo, dopo lo show era come se quella ragazza si fosse dileguata.
Non era certo del perché gli importasse così tanto di non essere riuscito a parlarle ma gli importava, eccome!
La situazione in casa con Lucy non era delle migliori, la donna era occupata con la scadenza di un libro e non riusciva a trovare l'ispirazione per scrivere la conclusione. Aveva raccontato a Natsu che il suo nuovo romanzo era una storia d'amore: una principessa intrappolata in una gabbia di cristallo e un principe dal temperamento acceso che si faceva in quattro per liberarla dalla sua prigione, ogni volta che ci provava però succedeva qualcosa di terribile e lui aveva perso le speranze di riabbracciare la sua amata finché, un giorno, un angelo non corse in suo aiuto facendo sì che riuscisse a liberare la principessa.
Natsu non era riuscito a darle un valido consiglio su come terminare il racconto, Lucy non voleva che ci fosse un finale troppo felice ma non voleva nemmeno che terminasse in tragedia. Ovviamente, Natsu parteggiava per il finale felice essendo un inguaribile ottimista e, persino questo minuscolo disaccordo, li aveva portati a litigare.
Il pugile si era deciso ad uscire, piuttosto che starsene lì a farsi prendere ad insulti dalla sua compagna aveva preferito passare del tempo con Gray e quale modo migliore di scaricare la tensione di una sfida sul ring?
Gray non era un pugile ma gli piaceva lottare con Natsu di tanto in tanto, certo, Natsu doveva spesso trattenersi e ricordarsi che il suo amico non aveva delle basi professionali ma era comunque un buon modo per tenersi allenato e per mantenere un legame stretto con lui.
Gray e Natsu erano cresciuti insieme come fratelli e raramente facevano qualcosa l'uno senza l'altro, Natsu considerava Gray il suo amico più caro anche se litigavano spesso per i motivi più futili.
Lucy scherzava spesso dicendo che i due amici erano più simili a una coppia sposata rispetto a lei e Natsu, sicuramente battibeccavano come se lo fossero.
-Non capisco perché ti arrovelli così tanto il cervello con quella tipa- commentò Gray mentre indossava i guantoni.
Natsu era intento a sistemare le corde del ring :-Se devo essere onesto, non lo capisco nemmeno io-.
-E poi comunque non la vedrai più, quindi che senso ha scusarsi?-.
-Ma come? Non eri tu a dire che avevo esagerato?-.
-Penso ancora che tu abbia esagerato ma penso anche che dato che non la vedrai più puoi lasciarti la cosa alle spalle- spiegò Gray.
Natsu sospirò, poteva?
-Non ne sono convinto...- mormorò in modo che Gray non potesse sentirlo.
-Dai, sali sul ring principessa delle nevi. Non vedo l'ora di farti il culo- esclamò il pugile dopo pochi attimi di silenzio.
Natsu adorava il suo lavoro, lottare era in grado di fargli dimenticare ogni cosa. Sul ring lui era rilassato, libero... Libero come sempre avrebbe voluto essere.
-Vediamo se ne sei in grado, fiammifero!-.
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Juvia sospirò amaramente, quella mattina era toccato a lei andare per strada ed era la cosa che meno le piaceva. La faceva stare male e ogni volta che ritornava dopo aver rubato sentiva solo le budella contorcersi dai sensi di colpa.
Non fu difficile per lei trovare un posto che fosse adatto, la cosa veramente difficile era trovare il coraggio di compiere una simile azione.
Juvia era sempre stata una ragazza retta e con dei forti valori, rubare non faceva ovviamente parte della sua lista.
-Se i genitori di Juvia la vedessero ora...- mormorò fra sé.
Ogni volta che pensava ai suoi genitori il cuore di Juvia si stringeva in una morsa dolorosissima, era certa che se avessero visto che cosa era costretta a fare pur di vivere una vita dignitosa l'avrebbero presa a sberle.
E come biasimarli?
Juvia si disse che se voleva liberarsi presto di quell'impiccio avrebbe dovuto semplicemente farlo, sì. Avrebbe rubato alla prima persona che le fosse capitata a tiro e sarebbe tornata da José, non sarebbe stata punita e avrebbe potuto ingoiare il senso di colpa come sempre faceva.
Per quella mattina aveva deciso di derubare le persone che uscivano della palestra, avrebbe fatto finta di scontrarsi con una di loro e avrebbe sfilato il portafogli dalla tasca dei pantaloni... Sarebbe stato semplice.
In quel momento sentì la porta della palestra chiudersi con un tintinnio e, guardando a terra, Juvia mise in atto il suo piano.
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Natsu e Gray uscirono dalla palestra parlando fra loro animatamente, stavano decidendo dove andare a pranzo e, chiaramente, non erano d'accordo.
-Hey, non è la ragazza del circo quella?- chiese Gray indicando una donna che camminava verso di loro a testa bassa.
Natsu voltò il capo nella direzione in cui Gray stava indicando :-Mh? Sì, credo di sì...-.
Juvia camminava a passo svelto, le mani tremanti mentre cercava di raccogliere il coraggio necessario.
La ragazza si scontrò con qualcuno e provò a sfilare il portafogli dalla tasca quando una mano le afferrò il braccio con forza.
-Che diavolo pensi di fare?-.
Quella voce...
Juvia alzò la testa di scatto, gli occhi sgranati mentre osservava l'uomo che aveva imparato a riconoscere.
-J-Juvia...-.
-Stavi provando a rubare il mio portafogli?!- esclamò Natsu.
Gray osservava il volto della ragazza, i suoi occhi erano seri ma il ghigno divertito sul suo viso tradiva un tipo diverso di emozione.
-Juvia non voleva...-.
-Non ci credo... E io che mi sentivo anche in colpa per il modo in cui ti avevo trattata! Invece era proprio come dicevo io, vero?-.
-Natsu, lasciala spiegare- intimò Gray.
-Spiegare? Ma ti senti quando parli?-.
-Per favore... Juvia non voleva...- mormorò lei, le lacrime agli occhi.
-Sai una cosa? Non sporgerò denuncia ma... Ma tu non rubare più, eh?-.
Natsu era dispiaciuto, quella ragazza sembrava davvero mortificata per ciò che era successo e per qualche motivo non riusciva proprio a immaginarsela come ladra.
Juvia annuì, le mani sul viso mentre cercava di trattenere le lacrime.
-S-Senti non... Ehm... Hey, dai non piangere...-.
Natsu odiava vedere le ragazze piangere, non sapeva mai come consolarle e si sentiva a disagio.
-Davvero, senti... S-Scusa, ok? Scusami-.
Gray osservava la scena con un sopracciglio sollevato, vedere Natsu che provava a scusarsi era molto divertente.
Il cielo iniziò ad annuvolarsi sopra le loro teste il che suscitò una certa sorpresa tra Natsu e Gray.
-Tre secondi fa c'era il sole...- borbottò Gray.
-Juvia si scusa- mormorò la ragazza chinando il capo in maniera molto riverente.
-Non ti scusare, non è colpa tua- disse Natsu.
Juvia non riusciva a capirlo quel tipo... Prima le urlava contro dicendole che era una ladra e onestamente in quel momento non poteva biasimarlo, poi cercava di consolarla... Ma insomma, che problemi aveva quel tizio?
Gray sospirò cingendo le spalle della ragazza con il braccio, Juvia s'irrigidì di colpo mentre Natsu osservava il suo amico con lo sguardo confuso.
-Senti, dimentichiamoci di questo incidente. Mh? Ti va di venire a pranzo con noi?- propose Gray.
Juvia sgranò gli occhi lanciando una rapida occhiata in fondo alla via come se stesse cercando qualcuno :-G-Grazie ma... Juvia non dovrebbe...-.
-Perché? Non ti è permesso?- chiese divertito Gray.
Natsu, personalmente, non ci trovava nulla di divertente. Juvia sembrava spaventata da qualcosa e, per qualche motivo, la faccenda lo incuriosiva.
Non poteva negare di sentire una sorta di attrazione magnetica verso di lei e, dal modo in cui la ragazza lo guardava, aveva intuito che anche lei sentiva la stessa cosa.
-Juvia!-.
I tre si voltarono in direzione della nuova voce entrata in scena.
-Gajeel-kun-.
Gajeel rivolse un'occhiataccia a Gray che aveva ancora il braccio avvolto alle spalle di Juvia :-Questi due ti stanno dando fastidio?- chiese.
Juvia scosse il capo :-E' stata colpa di Juvia...-.
Gajeel sospirò, Natsu non poté evitare di notare la tristezza nei loro occhi... Era come se stessero nascondendo qualcosa, un segreto solo loro a cui nessuno poteva avere accesso.
-Dai, forza vieni via- disse Gajeel, il tono autoritario.
Natsu scosse il capo :-Lo sai che la tua amica ruba?-.
-Sì, lo so...-.
-E non hai mai provato a parlarle?- chiese Natsu, il tono sospettoso.
-Natsu, non mi pare il caso- intimò Gray.
-Certo che ci ho provato... Juvia è una brava ragazza-.
Lo sguardo spaventato della ragazza stringeva il cuore di Natsu in una morsa, anche se le aveva urlato contro e non gli andava a genio il suo comportamento, Natsu rimaneva una brava persona.
Fu il suo cuore grande a guidarlo quando fece ciò che fece.
-Senti, non so perché volevi rubare ma se hai bisogno di soldi...-.
Gajeel lo guardò come se avesse detto la cosa più offensiva del mondo :-Non ci serve la tua carità!-.
-Sto parlando con lei, non con te-.
-Juvia, andiamo via-.
-Lascia che mi risponda- disse Natsu, la voce severa.
-Lei si diverte molto a giocare con le persone, vero?- chiese Juvia, la voce rotta dal pianto.
Qualche goccia di pioggia iniziò a cadere dal cielo ormai ingrigito.
-Come?-.
-Le piace immischiarsi negli affari altrui, le piace ostentare la propria fama- mormorò Juvia :-Ci sono persone che non hanno scelta-.
-Juvia, basta adesso. Andiamo via- incalzò Gajeel.
-Senti, Natsu cercava solo di essere gentile... Guarda che è un bravo ragazzo- disse Gray.
-Juvia non crede nella gentilezza, nessuno è gentile a meno che non voglia qualcosa in cambio- sentenziò la circense.
-Non so che razza di persone tu abbia conosciuto ma a volte le persone sono gentili solo per il gusto di esserlo- disse Natsu.
Il pugile sentiva la rabbia crescere di nuovo, quella ragazza era in grado di farlo infuriare come nessuno era mai riuscito e lui non era uno che pensava molto. Era sempre stato un tipo impulsivo intrappolato in una vita fatta di regole e controllo e qualsiasi cosa sfuggisse a quest'ultimo aveva il potere di renderlo irrequieto.
-Ok, senti una cosa amico... Non ti devi azzardare a parlarle così. E' già la seconda volta che la tratti male e credimi, non ce ne sarà una terza- sibilò Gajeel.
-No, non ho intenzione di trattarla male ma ogni volta che la incontro lei fa qualcosa che non dovrebbe fare- spiegò Natsu.
-E lei pensa di essere un paladino della giustizia? Pensa di poter aiutare chiunque se si mette in mente di farlo?- chiese Juvia con tono nervoso.
-Non ho detto questo ma... Se tu volessi, mi farebbe piacere darti una mano-.
Juvia sentì le farfalle allo stomaco, quel ragazzo dava l'impressione di voler davvero aiutare ma tutte le delusioni della sua vita l'avevano spinta a non fidarsi della gente che si metteva in testa di riportarla sulla retta via.
-Senti facciamo così... Questo...- Natsu iniziò a scrivere qualcosa su un foglietto :-E' il mio numero-.
Il ragazzo porse a Juvia il foglio con il suo numero di telefono e le rivolse un sorriso a metà tra il forzato e il sincero.
Gajeel dovette mordersi la lingua e una rapida occhiata a Gray gli fece capire che anche lui stava facendo lo stesso.
-Lei è un po' isterico...- mormorò Juvia.
-Ah, è così che ripaghi chi cerca di essere buono con te? Avrei potuto denunciarti o sbaglio?-.
-Dai Natsu, lasciala in pace...- disse Gray con tono nervoso.
-Juvia, giusto?- Natsu si costrinse ad ignorare la voce del suo amico, doveva venire a capo di quella situazione.
-Sì- rispose lei in un soffio.
-Prendilo, ti renderai conto che le persone gentili esistono-.
Juvia, con fare esitante, afferrò il numero di telefono e lo ripose nella tasca della felpa oversize che indossava.
Le loro mani si sfiorarono e Natsu non poté ignorare la piccola scossa elettrica che percorse la sua spina dorsale, rimasero immobili a guardarsi negli occhi in silenzio.
Mille pensieri percorrevano la mente di Juvia, primo fra tutti: non riusciva a comprendere quell'uomo. Il suo modo di comportarsi era strano, contraddittorio ma affascinante e, in qualche modo, rassicurante.
Nessuno aveva mai mostrato tanto interesse per lei e per la sua vita, né aveva mai espresso il desiderio di volerla sinceramente aiutare.
Inoltre, Juvia riconosceva che quel tipo non aveva proprio torto... Ogni volta che si erano incontrati era successo qualcosa di strano fra loro e Juvia per ora non stava facendo una bella figura ai suoi occhi, non che fosse necessario fare una bella figura ai suoi occhi ovviamente.
-Ehm... Quindi, andiamo?- incalzò Gray grattandosi il mento.
-Ameonna, andiamo?- chiese Gajeel.
Natsu annuì brevemente mentre Juvia faceva lo stesso e le loro strade si divisero nuovamente, stavolta però entrambi si voltarono a guardarsi un'ultima volta.
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-Ti ha dato il suo numero?- chiese Luxus mentre disinfettava una brutta ferita sul labbro di Jellal.
-Sì, Juvia non lo capisce... Sembrava onesto- mormorò la ragazza.
Gajeel sospirò :-Non puoi fidarti di quel tipo-.
-Juvia non ha nessun motivo per non farlo... Aveva ragione, avrebbe potuto denunciare Juvia ma ha scelto di non farlo-.
-Sì bè, ha anche provato a farti la carità. Per non parlare di quanto male ti tratta ogni volta che ti vede!-.
-Mettiti nei suoi panni Gajeel-kun! Juvia non fa esattamente belle figure quando è con lui-.
-Non è comunque una giustificazione per urlarti contro- disse Luxus in tono calmo.
-Juvia è d'accordo ma... Non sembra cattivo-.
-Non importa se è cattivo o no... Non puoi lasciarti coinvolgere da un tizio così- sbottò Gajeel.
-Perché no?- chiese lei in tono agitato.
-Juvia, ho visto come lo guardi... Non puoi seriamente pensare di farti piacere uno così-.
-Juvia non lo guarda in nessun modo- mormorò lei arrossendo appena.
Luxus si lasciò sfuggire una risatina :-E' sposato-.
-Non ancora- osservò Jellal con un mezzo sorriso.
-Smettila di darle corda- intimò Gajeel.
-Smettetela, tutti e tre! Juvia non ha intenzione di fare niente con quel ragazzo però... Magari potrebbe aiutarci-.
-Non puoi dirgli cosa succede qui- esclamò Gajeel.
-Perché? Magari può darci una mano...-.
-Juvia! Ma quando la smetterai di vivere nel mondo delle fiabe? Eh?-.
-Juvia vuole solo avere una vita migliore, è tanto sbagliato?- chiese lei, gli occhi lucidi.
Gajeel sospirò prendendola tra le braccia e posandole un bacio sulla fronte :-Non puoi dirgli nulla, sarebbe pericoloso-.
-Gajeel ha ragione, lo sai... E' meglio tenerli per noi certi dettagli- convenne Luxus.
-E poi, non ti devi preoccupare Ameonna. Ci siamo noi a difenderti, non hai bisogno di un miliardario qualunque- borbottò Gajeel.
-Ah, ma allora è questo il problema? Gajeel-kun, sei geloso?- chiese Juvia divertita.
L'uomo arrossì di colpo e scosse il capo energicamente causando l'ilarità di tutti i suoi amici.
Era bello potersi dimenticare del marcio in cui sguazzavano ogni giorno con una risata, quando erano tutti insieme a scherzare e parlare si sentivano come se fossero persone normali.
C'erano solo poche cose che potevano riportarli alla realtà in quel momento: la ferita sul labbro di Jellal, i lividi nascosti sotto alla felpa di Juvia, lo sguardo spaventato di Gajeel e le cicatrici di Luxus...
Non sarebbero mai stati normali, non importava quanto lo anelassero.
Erano le marionette di José e non sarebbero mai potuti essere altro, tutti i loro sogni, le loro speranze... Tutto ciò che li aveva portati fin lì era come svanito per sempre, come sabbia tra le dita.

   
 
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