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Autore: Spensieratezza    22/11/2021    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sam non avesse mai perso l'anima?
Dean e Sam insieme ai loro amici, non faranno altro che attraversare salti quantici per tutta la storia e impareranno un sacco di cose su loro stessi e gli altri.
Scusate, nell'ultimo capitolo ho confuso i nomi, come al solito. Castiel non ha cambiato partner ovviamente. Sta sempre con la stessa persona, ho solo sbagliato a scrivere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Lisa Breaden, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Sesta stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'Il salto quantico'
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Crowley tornava sempre a vedere quel ragazzo che era stato Gavin, suo figlio, ma che ora viveva un'altra vita, che ora aveva vissuto così tante vite che Crowley non poteva neanche immaginare. Ogni volta lo guardava da lontano, senza osare avvicinarsi. Aveva fatto delle ricerche sul suo conto, aveva scoperto che suonava, aveva una passione per la musica e che studiava per fare l'esploratore e aiutare gli animali.

Bobby lo accompagnava, Crowley non voleva, sosteneva che doveva essere una cosa noiosa per lui, ma Bobby diceva che gli faceva bene invece, che quello che gli era capitato con le sue gambe gli aveva insegnato che bisogna sempre averne cura e ringraziare sempre della gran fortuna che abbiamo ogni giorno ad andarcene in giro con le proprie gambe.

Quel giorno, uno dei tanti, Bobby e Death stavano guardando Crowley, guardare a sua volta a distanza quello che era stato suo figlio quattro secoli fa. Era al parco che leggeva un libro.

"Devo ricredermi, Singer, forse comincio a capirlo." Disse Death.
"Che cosa?"

"Che cosa vi attira nelle tragedie. C'è qualcosa di assurdamente bello nella rinuncia soprattutto quando è ancora contornata dall'amore. Un amore non egoistico."





Il tempo passò velocemente, dopo due mesi Crowley sembrava reperito, deteriorato e Bobby chiese aiuto a Sam e Dean. Il demone si risvegliò seduto su una sedia al bunker, con Bobby e i due ragazzi che lo guardavano seri e arrabbiati.

"Ma guarda, torniamo ai bei vecchi tempi? Mi mancavano!!" Rise lui.

"Ti abbiamo trovato così al Lotte, ubriaco fradicio semi svenuto. " disse Bobby con disapprovazione.

"Quando abbiamo cercato di portarti via, hai rimesso anche l'anima." Disse Sam.

"Io avrei utilizzato un altro termine se fossi in te." Disse Crowley ridendo.

"Devi riprenderti, vuoi che l'inferno vada all'inferno??" Gridò Dean.

"Oh, sì, che vada all'inferno anche quel postaccio. Compreso me!"

Dean si chinò su di lui. Per un attimo, Bobby e forse anche Crowley pensarono che volesse schiaffeggiarlo, invece assunse un tono dolce.

"Quello che è successo a tuo figlio è stato una tragedia, ma oramai è passata. Tutti noi siamo stati provati da tragedie che credevamo ci avrebbero distrutto, ma siamo ancora qui. Distruggere te stesso, non rende valore a tutte le cose belle che hai fatto, perché sì, le hai fatte, mannaggia a te. Castiel mi ha raccontato quello che hai fatto quand'eri in Purgatorio. Tu lo hai GUARITO. Sai cosa significa questo per un angelo? Il potere di guarigione non è una pratica che può usare chi è malvagio, tu hai dimostrato che i demoni non sono irrecuperabili come si pensa e se perfino il grado ultimo della degenerazione dell'essere umano, può GUARIRE, questo significa che il MALE E l'oscurità non sono impenetrabili, significa che i demoni possono ritornare a essere buoni, significa che esiste ancora speranza per questo mondo in declino!" Disse Dean scuotendolo.

"Che si fotta il mondo e tutto l'Universo. Perché mi guardate così? Tanto in ogni caso poi si ricreerebbe un nuovo mondo, un nuovo universo. Tutto cambia e ricomincia da capo. Perché farne un dramma?"

"Dean ha ragione, Crowley, so che adesso pensi che questo dolore sarà eterno, anche io lo pensavo con mia moglie, ma poi passa! Anche il tuo dolore passerà!" Disse Bobby.

"E poi ritornerà, perché niente passa davvero ma tutto ritorna." Disse Crowley che non riusciva a tenere gli occhi aperti per più di due secondi.

Sam fece una smorfia.

"Non sono sicuro che mi piaccia questo Crowley che si piange addosso."

"Forza, sleghiamolo, tanto in queste condizioni non può andare da nessuna parte, mettiamolo in un letto. Tu guarda che cosa mi doveva capitare, trasportare di peso Crowley."disse Dean che lo aveva preso per le spalle e Sam gli aveva tirato su le gambe.

"Considera che Bobby ci va anche a letto!"

"EHI!! Vi sembra il momento??" Intervenne lui.

"Sai com'è fatto, Bobby, piuttosto cerca di convincere Crowley a stare lontano dal ragazzo almeno per un po', oltre a non fargli bene mentalmente, potrebbe avere dei casini. Non sta bene che un signore anziano, si metta a pedinare un ragazzo giovane di sti tempi "

"Non chiamarlo così davanti a lui, oltre a trovarlo offensivo sarebbe capace di possedere un ragazzo più giovane solo per quello che hai detto. Non è lucido di sti tempi." Disse Bobby.



*

Crowley ci aveva provato a restare lontano dal ragazzo per qualche giorno, ma poi non ce l'aveva più fatta, aveva rassicurato tutti che ora si sentiva molto meglio e non avrebbe più perso il controllo, loro erano scettici ma più di tanto non potevano fare, era comunque un demone che poteva smaterializzarsi come voleva. Crowley quindi di tanto in tanto tornava a guardarlo da lontano. Quella volta però sarebbe stato un giorno diverso.

Crowley lo avvertì nelle ossa che quello sarebbe stato un giorno maledetto.
Si era svegliato male e uno strano malessere lo aveva permeato da cima a fondo.

Continuava ad averlo anche mentre camminava spedito al solito posto dove avrebbe visto il ragazzo aspettare alla fermata del pullman. Ma il ragazzo non si presentò.

I peggiori sospetti di Crowley sembrarono solidificarsi. Qualcosa era andato storto, ma perché pensare a qualcosa di negativo? Magari il ragazzo era stato male, magari aveva marinato la scuola. Restò a gironzolare nei dintorni, sperando di vederlo e lo trovò intento a fare colazione in una tavola calda e a giocare ai videogiochi.

Sorrise. Si era preoccupato inutilmente. Qualcosa lo spingeva però a tenerlo ancora d'occhio e quindi ordinò un caffè, una torta di mele e si mise a leggere un giornale. La tivù era accesa sul telegiornale, i soliti servizi sul tizio che si spacciava per Lucifer, -secondo gli umani- erano cominciati.

Crowley sorrise.
Come ci siamo ridotti ragazzo, a fare da schiavetti agli umani. Non ci sono più i demoni di una volta eh?

Inaspettatamente, dopo mezz'ora, il ragazzo uscì dalla tavola calda e Crowley dovette correre per riuscire a stargli dietro. Il panico ormai si era impadronito di lui. Aveva notato uno strano sguardo negli specchi del locale. Uno sguardo triste.

Lo sguardo di uno che si era fatto una canna. Era infelice? Per qualche secondo quella sensazione, la sensazione di non poter fare nulla per aiutarlo, lo fece sentire fisicamente male, poi, dovette dimenticarsene, troppo preso dalla furia di non perderlo si vista.

Poi la vide
La macchina .
E quello stupido del ragazzo ci stava proprio davanti, con l'espressione svagata di uno che stava pensando probabilmente a un mare di canne in cui poteva affogare e non pensava a niente altro.

Crowley agì con la veemenza di un fulmine, lo spinse rudemente via, lontano dal mostro meccanico che voleva portargli via suo figlio per l'ennesima volta.

Caddero entrambi sull'asfalto, sentendo il clacson e gli insulti del conducente.

"Stai bene, ragazzo?"
"Io...io..sì, ma che diavolo..."

Il demone degli incroci per l'esattezza, avrebbe voluto rispondere Crowley, ma il ragazzo non avrebbe capito la battuta.

"Se vuoi suicidarti, ci sono altri modi più sicuri per farlo senza la presenza di un pubblico."

Il ragazzo non sembrò avere preso bene quella battuta. Si alzò spolverandosi i vestiti.

"Non posso crederci, sei ancora tu!" Disse, meravigliato e arrabbiato.

"Come??"

"Non fare finta di non capire!! Ti ringrazio per avermi...salvato? Tolto dalla strada? Ok, grazie, ma ciò non toglie che continuo a vederti dappertutto, dovunque vada! Sembra proprio che tu mi segua, si può sapere che diavolo vuoi da me????"

A Crowley mancò la terra da sotto i piedi. Gliel'avevano detto tutti ma lui non aveva voluto prestare loro ascolto.

Stava per parlare, quando il ragazzo lo anticipò.

"Aspetta, prima che tu dica un'altra parola, voglio che tu sappia che io non sono.....sai, quel tipo...non credo sarei il tuo tipo, sai. Non mi piacciono gli uomini!"

Crowley proruppe in una risatina.

"Cosa.....tu credi che io sia..."
"Con tutto il rispetto, ovvio!"

"Non so se scoppiare a ridere o essere offeso perché mi hai preso per una sorta di maniaco, ragazzo, ma devo darti una notizia, non mi interessi, non in quel senso. Semplicemente tu mi ricordi. ..una persona, una persona che non c'è più. Non volevo spaventarti!"

"Chi? Chi è?" Di colpo il ragazzo si era fatto curioso. Troppo.

"A chiunque altro direi di farsi gli affari suoi, ma ....mio figlio. Assomigli in modo incredibile a mio figlio."

Gli occhi del ragazzo divennero tristi. Crowley odiò quel cambio di espressione.

"È...morto?"

"Un tragico incidente in nave. Ci vediamo ragazzo. Sta attento alla strada." "Aspetta, lui...come si chiamava?"

Crowley lo guardò per un lungo istante.

"Con tutto il rispetto, ragazzo, ma questi non credo siano affari tuoi." E sembrò considerare la conversazione chiusa, quindi gli diede le spalle e continuò a camminare.

"Damian! Io sono Damian. ." Quella frase lo fece gelare sul posto. Non osò voltarsi.
"Se vorrai tornare!" Disse ancora il ragazzo.
   
 
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