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Autore: NightWatcher96    22/11/2021    1 recensioni
Un inganno può essere fatale, serpeggia silenzioso e annerisce anche il più puro dei cuori, anche quello di un Semi-Dio.
Soft BakuDeku
Genere: Angst, Avventura, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shigaraki Tomura
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Angolo della Quirkless

La febbre dello scrittore! Sinceramente non ho idea del perchè io abbia scritto questa lunghissima Fan Fiction, che ho tagliato perché lunga 20 pagine, per cui detto ciò Enjoy!!




Odiava il mondo, quello che in cui era stato relegato perché senza un briciolo di Mana, Magia o come veniva chiamato in questa nuova epoca, Quirk. Da quando era stato creato dal grande e sommo All Might come Dio, era stato un degno servitore delle forze del bene fino a quando non era stato relegato a Shinnoh.

Avrebbe ricordato in eterno il giorno in cui si era fatto vincere dalle tenebre, in cui il suo cuore era andato in frantumi e si era lasciato inebriare dal falso richiamo del male, tutto grazie a una Pietra Nebula.

Era diventato un fottuto Semi-Dio e i suoi poteri si erano indeboliti ma lui, Izuku Midoriya, era il Re più forte e temuto di tutto quell'insulso regno di Ibridi umani e dannati Furry. Poteva ancora uccidere e godersi le urla di terrore e il sangue che schizzava dai corpi che esplodevano per suo sommo volere.

Il suo Quirk, l’One for All era forte e tutto quello che voleva era trovare e uccidere All Might, per averlo abbandonato così, dimenticandosi di lui. Sarebbe bastato rompere il sigillo per poter tornare a Tsukuyomi.

Il problema era che non sapeva esattamente come fare.

A destarlo dai suoi pensieri fu un tocco morbido alla porta della sala del Trono dove passava la minima parte del suo tempo, quella grande era nel sotterraneo del castello Nero, il suo tra l'altro, che aveva un'enorme e fornita biblioteca.

Izuku si voltò con apatia, facendo ondeggiare il mantello nero sulle sue spalle. Aveva un aspetto che affascinava ma incuteva terrore: un viso quasi androgino e pallido. I suoi capelli verdi mossi erano simili ai suoi profondi occhi smeraldo perennemente offuscati da un senso di vuoto. Indossava un semplice completo elegante, una camicia verde salvia, come il fodero interno del suo lungo mantello, un gilet e pantaloni neri. I suoi piedi erano sempre nudi, odiava le scarpe, non le avrebbe mai portate.

Voleva sentire il terreno come scricchiolare e distruggersi sotto i suoi piedi. Le maniche arrotolate sui magrissimi avambracci mostravano guanti neri molto semplici sulle mani. Il mantello aveva un cappuccio con delle orecchie che si beffavano delle famose ciocche bionde sul capo di All Might.

Da una delle enormi porte d'argento della sala del Trono avvolta in colori scuri e neri, come il suo abbigliamento, una piccola inserviente di circa vent'anni si inchinò tremando di paura.

"Mio signore, le sue guardie hanno catturato un Jinro da Shinnoh con le più ignobili delle intenzioni nei suoi confronti" biascicò.

Izuku non batté ciglio, le si avvicinò senza dirle nulla: alla ragazza ciò bastò per farla scattare in piedi e relegarsi in un angolo, sperando che ciò non le avrebbe costato la vita. Entrarono due guardie rivestite da un'argentea armatura, con degli elmi a coprire i volti che sicuramente erano modellati dalla paura di ritrovarsi al cospetto del sire. Spinsero brutalmente un ragazzo sul tappeto nero, proprio ai piedi di Izuku.

Era un giovane ibrido lupo, dai capelli biondi, occhi rubino e un corpo muscoloso. Aveva un logoro kimono color castano, i piedi anch'essi nudi e rovinati. Sembrava a digiuno da giorni da come sembrava pallida e scarna la sua pelle e da come tremava. Izuku si inginocchiò su una sola gamba, alzandogli gentilmente il mento di quel tanto da far specchiare i loro occhi e sogghignò un po'.

"Alzati" intimò.

Il giovane obbedì mantenendo un'espressione un po' sprezzante. Catene pesanti gli tenevano saldamente bloccate le braccia dietro alla schiena; ci aveva provato a scappare ma non ne aveva guadagnato che frustate e calci nel ventre.

"Liberatelo".

Le guardie fecero quanto richiesto e con l'inserviente lasciarono la sala. La porta cigolò odiosamente prima di chiudersi con un secco scatto. Izuku sospirò annoiato, andando a sedersi sul suo treno con una mano contro la guancia e gli occhi fissi su quel giovane di sì e no 17 anni.

"Il tuo nome".

"Katsuki Bakugo".

"Ah, sei figlio della sempre più in fase di estinzione Tribù dei Jinro" commentò il verdino. "Puoi mutare il tuo aspetto?".

"Solo in presenza del plenilunio" spiegò stizzito il biondo.

Fu un attimo: dal pavimento comparvero delle lingue nere, come delle liane sinuose che andarono ad avvolgersi lungo il corpo di Katsuki per strangolarlo. Dopo qualche attimo si librò una terribile scarica elettrica che lo fece urlare in agonia per dodici secondi e stramazzare al suolo, con il corpo convulso che odorava di carne bruciata.

La vista del giovane ci mise un attimo a tornare nitida e nel comprendere amaramente che c'erano i piedi di Izuku proprio a un palmo dal suo volto; in un battito di ciglia un calcio gli si abbatté contro le costole facendolo urlare e torcere di dolore, poi un altro e infine la pianta di quel piccolo piede gli premette brutalmente su una guancia, come a volergli fracassare il cranio.

"Portami rispetto, bastardino" sussurrò Izuku con un sadico sorriso.

I suoi poteri avrebbero freddato in un colpo Katsuki se fossero stati al pieno, invece si era dovuto accontentare di dodici secondi.

Izuku si rabbuiò e lo lasciò agonizzare al suolo con il corpo che urlava dolore e le lacrime che colavano lungo il suo volto pallido, tornando a sedersi. Non ricordava di preciso dove ma una volta aveva letto che per spezzare anche il più forte dei sigilli si sarebbe dovuto andare ai confini del mondo.

Odiava i mentecatti che parlavano di queste diavolerie da mocciosi, lui voleva solo trovare qualcosa di effettivo per la sua dolce vendetta.
Dopotutto, il mondo era semplicemente corrotto.

Quando aveva visto, però, gli occhi rossi di Katsuki qualcosa dentro di lui si era come acceso: chissà, forse era il segno che aspettava da molto tempo, ormai?

"Maledetto!" ringhiò Katsuki, a carponi con il respiro pesante. "Sei tu un bastardo! Sono venuto per ucciderti ma i tuoi uomini mi hanno catturato!".

"Che ti aspettavi? Un trattamento di favore?" schernì Izuku. "Forse non ti è bastata la punizione per il tuo linguaggio peccaminoso?".

Un brivido percorse la schiena del lupo, facendolo tremare di paura. Quegli occhi verdi erano terribili, un inferno di smeraldo, qualcosa di disumano come le storie che gli raccontava sua madre in passato, quand'era un piccolo lupacchiotto ingenuo. Poteva essere che quella persona non fosse esattamente umana?

"Qual è il tuo Quirk?" domandò improvvisamente Izuku.

"Explosion. Posso creare delle esplosioni facendo detonare il sudore sul palmo delle mie mani molto simile a-".

"… alla nitroglicerina. Sì, interessante" interruppe Izuku, facendolo sobbalzare un po'. "Dammi una dimostrazione. Distruggi ciò che vuoi".

Katsuki deglutì, rialzandosi in piedi; il corpo gli faceva male e la pelle era rovente come se fosse stata immersa nel fuoco. Non lo capiva quel ragazzino che pareva avere 15 anni e regnare con il pugno di ferro. Era sì e no alto appena 160 centimetri, lui 180 e con un solo colpo lo avrebbe potuto togliere di mezzo. Senza considerare quel Quirk strano e così potente.

"Non vuoi darmi una dimostrazione, Katsuki?".

Quell'espressione da cane bastonato gli fece accapponare la pelle: Katsuki guardò l'enorme stanza e si focalizzò sul rivestimento in argento del trono. Alzò il suo palmo destro e colpì preciso il suo obiettivo con un boato assordante e un'esplosione che per un attimo colorò la stanza di arancio.

Dal polverone che venne a crearsi scattò fulminea una scarica elettrica che Katsuki la intercettò con un'altra esplosione dei i suoi palmi. Izuku sferzò il mantello, il fumo si diradò: aveva gli occhi che brillavano di tante emozioni negative e un ghigno raccapricciante sul viso.

Katsuki gelò nel magnetizzarsi in quegli smeraldi infernali e ciò gli costò una sferzata della Black Whip contro il volto, ritrovandosi prima a rotolare sul pavimento di marmo argentato poi verso una colonna che si incrinò per l'impatto violento.

"Conosci la leggenda della Notte della Pioggia di Smeraldo?" chiese Izuku marciando verso di lui.

Katsuki si rialzò tremando e ansimando, quel Re era troppo potente! Che cosa aveva pensato?

"S-sì… è la notte dei tempi in cui Deku riuscì ad assorbire il potere del malvagio All for One diventando un Dio molto potente e a spodestare quasi All Might ma ugualmente perse e fu relegato sulla Terra come Semi-Dio, condannato a vivere per l'eternità".

Izuku sorrise macabramente. "Vedo che sei ben informato".

Per Katsuki fu come se il mondo gli fosse appena crollato addosso. Aveva capito più meno ogni cosa, forse il concetto base, da quell'ultima frase agghiacciante di Izuku. Quindi il Re che aveva portato la città di Shinnoh alla rovina era proprio il Semi-Dio cacciato da Tsukuyomi, il luogo dove vivevano tutte le divinità che avevano sempre pregato?

No, non aveva senso tutto questo! Se i suoi genitori avrebbero saputo che non sarebbe andato a zappare i campi per pochi spiccioli ma piuttosto a stanare e far fuori quel Re dispotico…! Come aveva potuto essere così stupido?

"C-che cosa vuoi da Shinnoh?" domandò il biondo scosso.

"Voglio riacquistare i miei poteri di Dio e distruggere All Might. Tsukuyomi è un luogo marcio ed io voglio ripulirlo. E' bastato un nulla per relegarmi nell'oscurità!" spiegò in parte Izuku, diventando più basso e freddo verso la fine. "E tu mi aiuterai".

"Non farò mai nulla del genere!" urlò il biondo.

"Distruggerò Shinnoh, allora. Una città in più o una in meno non farà differenza!".

Katsuki ringhiò, scoprendo i suoi bianchissimi denti aguzzi. Mosse le orecchie lupine appena visibili tra i suoi capelli e le abbassò in chiaro segno di sconforto, così come la guardia. Izuku si era portato silenziosamente dietro di lui e con un gesto secco gli aveva strappato ciò che rimaneva del kimono per osservare la bionda coda che cadde verso il basso per forza di gravità.

"La tenevi avvolta intorno alla vita come una cintura, eh?".

"N-non toccarmi, maledetto!" ringhiò il giovane, sferzando l'aria con i suoi artigli.

Izuku socchiuse gli occhi: di nuovo una terribile scarica elettrica lo fece agonizzare al suolo. "Tu verrai con me, hai il marchio di  Bakuhatsu proprio sull'ombelico. Sarai tu a guidarmi verso la mia vittoria".

"Q-quale marchio?" ripeté stremato il biondo, ansimando disteso su un fianco e nudo sul pavimento.

Poteva essere che quell’improvvisa connessione con Katsuki gli avesse dato l’idea che il Marchio era un modo per distruggere il sigillo dei suoi poteri? Ricordava che per amplificare un potere silente bisognava andare dove c'era molto Mana. E il giovane Re sapeva esattamente dove andare.

Izuku ti tolse il mantello e glielo adagiò sul corpo, camminando verso una delle enormi vetrate che davano su montagne bruciate e scheletri di albero sotto un cielo perennemente temporalesco. Katsuki non seppe cosa pensare di quel gesto ma quel mantello aveva un odore quasi buono, come menta e pino mischiati insieme e il tessuto era così morbido e caldo. Si avvolse, rialzandosi in piedi per l'ennesima volta.

"Sei uno dei Prescelti da All Might e il tuo Quirk è destinato a sconfiggere il male" spiegò il giovane Re di spalle. "So a che cosa stai pensando, che questo è lo stesso Quirk di All Might e infatti durante la nostra lotta avere dell’altro potere mi ha costato troppo e ora sono più debole… ma questa è una storia che non comprenderesti mai e francamente non mi interessa raccontartela" continuò secco, voltandosi verso Katsuki che era rimasto in silenzio ad ascoltare. "Con quel Quirk potresti davvero ripristinare le cose così come un tempo ma agirò io stesso sul destino e cambierò il futuro. Il tuo Marchio indica che in te scorrono le fiamme e la potenza del bene che prevarrà. Mentre in me…". Ci fu un'amara risata ma Katsuki giurò di vedere anche una lacrima colare lungo una guancia di Izuku prima che tornasse di spalle.

"Se sei convinto che sconfiggerò il male e sicuramente anche te non ha senso che mi tieni qui a farti da cane domestico!" azzardò il lupo.

"Non ho mai detto che ho intenzione di tenerti qui con me, Kacchan".

Il lupo mosse rapidamente le orecchie.

"Non te l'ho detto? Si parte stasera stessa" e di nuovo Izuku sogghignò voltandosi a tre quarti. "Stasera c'è il plenilunio, vero?".

Katsuki impallidì. In forma di lupo, o meglio come Licantropo, i suoi istinti primordiali avrebbero avuto la meglio e avrebbe ucciso chiunque per la sua insaziabile sete di sangue. E al sorgere del sole si sarebbe macchiato di gravissimi crimini.

"Posso darti questo" intervenne il verdino, allungandogli dinanzi al volto una piccola gemma di Opale. "Questo blocca la tua trasformazione, vero? Consideralo un piccolo regalo".

"Non lo voglio il tuo regalo!" ringhiò il biondo.

Izuku si rabbuiò e per la terza volta una scarica elettrica lo tramortì, facendolo piombare al suolo. Fra veglia e sonno, prima di perdere completamente la coscienza, sentì pronunciare alcune parole da Izuku.
 

"Non avrai mai il mio cuore, Kacchan…"…
 

Alla fine aveva ceduto, spaventato da quelle potente scariche elettriche dilaniargli il corpo e spappolargli il cervello. Aveva indossato pantaloni neri, stivali e una larga camicia bianca con addosso un mantello tutto nero, poi si era fatto abbottonare sotto il bavero una spilla con quell'Opale. Izuku era stato quasi gentile, sorridendogli appena e con un certo fascino, poi gli aveva fatto una carezza morbida sul volto e si era rabbuiato con una velocità incredibile.

Ora vagavano nel pieno della notte in mezzo a una fitta boscaglia, fatta di un sentiero pieno di detriti e buche e alberi scheletrici davvero spaventosi. Tra orizzonte e cielo oscuro sembrava non ci fosse un inizio, solo un'enorme luna piena e bianchissima.

"Ho sempre adorato la luna piena" iniziò casualmente Izuku. Gli camminava dinanzi con il cappuccio sulla testa. I suoi piedi nudi battevano morbidi sul terreno polveroso e arido. "Mi schiarisce sempre le idee".

Il biondo si trattenne dal rispondergli, stava iniziando a capire che Izuku non era perfettamente normale. Probabilmente in tanti millenni doveva aver perso un po' il lume della ragione.

"Non ti da fastidio camminare a piedi nudi?" chiese però dopo un breve silenzio.

"Sinceramente no. Prima usavo le scarpe ma preferisco sentirmi un tutt'uno con ciò che mi circonda" rispose il verdino, fermandosi dinanzi a un enorme lago dove stranamente la luna non si rifletteva. "Non sforzarti per capirmi. Siamo arrivati".

"Dove siamo?" domandò il Licantropo, muovendo le orecchie.

Izuku non rispose, allungò semplicemente la mano mancina verso l'acqua e scagliò una violenta scarica elettrica che fece immancabilmente salire un brivido di paura lungo la schiena di Katsuki, che gli increspò perfino il pelo della coda. Le acque ebbero un fremito, presero come vita: al centro del lago iniziò ad aprirsi una voragine oscura, come un buco nero.

Katsuki sentì un pizzicore all'ombelico. Prima che potesse sollevarsi la camicia infilata nei pantaloni, Izuku lo anticipò poggiando la mano guantata sul suo ventre. Concesse una dolce carezza.

Kacchan mosse le orecchie involontariamente, cercò di impedire alla coda di fare altrettanto senza molto successo.

"Il tuo Marchio sta reagendo" mormorò Izuku, voltandosi. "Ho studiato questo percorso per anni e anni. Questa scorciatoia è più subdola ma ci farà guadagnare circa tre giorni di anticipo".

"Di che cosa parli?".

Neanche stavolta Katsuki ebbe risposta; Izuku iniziò a camminare sulla superficie d'acqua senza alcun problema, passo dopo passo increspandola leggermente. Fece un piccolo sorriso, buttandosi nel vuoto oscuro con un saltello.

Katsuki non voleva seguirlo: quella era un'ottima occasione per scappare!

Iniziò a correre nell'oscurità dalla parte opposta, lasciandosi alle spalle quel lago dall'aspetto terrificante ma nel mentre che la sua speranza di fuga cresceva sentì una dolorosa scarica elettrica proveniente dall'Opale che lo fece stramazzare al suolo in un'agonia terribile. Faceva male! Erano come centinaia di spilli a bucargli la pelle improvvisamente troppo rovente; le lacrime corsero lungo le guance pallide, i suoi mugolii divennero delle urla di dolore.

 
"Non avrai il mio cuore, Kacchan!".

 
"Stupido. L'Opale è anche la tua condanna".

Izuku gli era al suo capezzale, con uno sguardo gelido e rabbioso.

Quelle sei parole che gli avevano attraversato la mente poco prima, però, Katsuki non se lo spiegava. Izuku sospirò, accovacciandosi con le mani a sostenersi il viso quasi fanciullo.

"Sei proprio stupido, Kacchan" sorrise, accarezzandogli la chioma bionda. "So molto bene che cercherai in tutti i modi di distruggermi ma io non te lo permetterò. L'Opale non ti scherma solo dal Plenilunio ma evita anche che tu possa scappar via da me".

"C-cosa ti fa credere che io voglia distruggerti?" ansimò Katsuki, stizzito da una lieve risatina.

Non voleva cedere a quelle morbide carezze, non voleva neanche pensare che Izuku non era stato del tutto consumato dall'oscurità. E nel mentre che tentava di mettere un freno alla mole incredibile di pensieri nella sua mente, Izuku gli prese il volto tra le mani guantate e lo guardò con occhi un po’ tristi e il volto deformato da un piccolo sorriso.

Si perse involontariamente in quegli splendidi smeraldi, gli parve nuotarci dentro, di sentire un freddo accapponare la pelle come un racconto triste fatto di morti e di stragi continue. Il verdino gli sfiorò il naso con la punta del suo molto più freddo, schioccandogli un leggerissimo bacio a fior di labbra.

La coda di Kacchan iniziò a dibattersi furiosamente sul terreno, il suo cuore prese a galoppare rapidissimo, le guance divennero calde e rosse come mele caramellate. Izuku sorrise morbidamente lasciandolo andare e quando si voltò l'oscurità catturò nuovamente quegli occhi gentili.

-Non è come lo descrivono… in lui c'è ancora un briciolo di dolcezza e umanità!- pensò il lupo, rialzandosi in piedi.

"Andiamo, Kacchan. Non perdiamo inutilmente tempo" gli disse il verdino.

Questa volta Izuku gli prese la mano e saltarono in quell'oscuro buco nell'acqua che si chiuse sulle loro teste. In quel passaggio gelido come il più perenne degli inverni Izuku prese a ridere come un bambino e a godersi quello scivolo infinito senza mai staccare la mano da quella di Katsuki fino a quando non si ritrovarono in una foresta rigogliosa, che profumava di fiori, di miele e sembrava un paesaggio surreale, pieno di adorabili animaletti e fatine dai corpi iridescenti.

Gli alberi erano innaturalmente altissimi, le foglie coprivano il cielo cristallino e i raggi solari giocavano a creare perle di luce calda attraverso di essi. Il sentiero era molto più morbido, odorava di muschio e ruscelli di acqua limpida e dolce rumoreggiavano tra la selva non di certo oscura.

Katsuki inspirò a pieni polmoni quell'aria così pura, sentendo i sentimenti negativi abbandonare il suo cuore. Si sentiva il suo sé spavaldo, come il Dio del mondo intero.

"Ti piace?" chiese Izuku sorridendo come un bambino. "Ho abitato qui per i primi tempi, poi sono diventato Re di Shinnoh".

"Che posto è?" domandò Katsuki, annuendo perché era meraviglioso quel bosco.

"E' tutta un'illusione. L'aria di questo posto gioca con i sentimenti di chi la respira; la maggior parte vuole solo pace e prosperità ed ecco qui. Chi respira troppo rischia di diventare un albero perché questa magia risucchia la voglia di vivere" spiegò il verdino con un ghigno subdolo. "Capito il marchingegno di Lady Shiozaki, la Dea dell'Illusione e della Vegetazione me ne sono andato altrove. Te l'ho detto, gli Dei che pregate non sono altro che marci esseri senza pudore".

Katsuki rabbrividì al pensiero che quella vegetazione fosse in realtà un cimitero di anime perse.

Izuku lo prese ancora per mano e proseguirono verso nord, un piccolo sentiero in salita fino a raggiungere una caverna insolitamente oscura dove proveniva un freddo gelido.

"Vieni. Dobbiamo entrare qui. E prima che tu lo chieda, ho abitato verso la valle non verso altra oscurità".

Appena varcarono quella soglia, il corpo di Izuku iniziò a manifestare delle scariche elettriche, avvolgendosi da una luminescenza verdastra. L'One for All punse la mano di Katsuki che fece un paio di passi indietro: lui era passato senza problemi, dava le spalle a quell'oscurità, Izuku era rimasto fuori.

"Cazzo" bofonchiò il verdino.

"Che succede?" domandò il Licantropo, stupito.

"Era ovvio che ponesse un incantesimo per non farmi muovere nella Caverna della Notte Eterna" sbuffò il verdino. "Se non fossi un Semi-Dio l'attraverserei facilmente. Questa volta dovrò accontentarmi".

Izuku sospirò con un'espressione apatica e varcò nuovamente la caverna: il suo corpo emise ancora violente scariche elettriche come se gli si fossero rivoltate contro. Non demorse e continuò a spingere fino a che una sorte di tuono non esplose con un boato terrificante.

Dinanzi a Katsuki si incrinò quella che fino a pochi attimi fa era stato un muro invisibile. Izuku sorrise, attraversando la caverna ma un'improvvisa vertigine lo fece collassare sulle ginocchia. Il suo corpo stava tremando per lo sforzo, aveva il respiro accelerato e le lacrime lungo le guance.

Si tolse il guanto sinistro e lo vide: il palmo stava brillando ad intermittenza, come se la pelle sarebbe scomparsa di lì a poco e al suo posto solo delle venature verdastre. Non gli rimaneva più tempo. Si rimise il guanto con un sorriso di scherno.

Aveva scoperto che il destino si era di nuovo beffato di lui quando una notte aveva visto la sua mano mancina pulsare come pronta a scoprire.

Aveva fatto dovute ricerche e aveva scoperto che aveva ricevuto perfino una maledizione in cui più potere avrebbe utilizzato più si sarebbe avvicinato alla morte.

Al diavolo l’Immortalità! Era sfortunato a basta, niente lo avrebbe salvato! Izuku mentre pensava a tutto questo comprese qualcosa di molto particolare: il Marchio di Bakuhatsu era capace di spezzare ogni maledizione e non solo, anche in parte ripristinare l’ordine delle cose!

Quel viaggio verso il nulla avrebbe rafforzato quell’eterno potere. Certo, era divertente vedere il lupacchiotto affogare nei sensi di colpa per aiutarlo a compiere la sua vendetta ma non poteva dirgli che capito quel particolare importante a quel punto andare alla ricerca di qualcosa non aveva più senso.

In realtà voleva solo rivedere la sua prima casa naturale e scoprire se sarebbe stato più forte per affrontare quella barriera di Shiozaki. Era stato merito del Marchio di Bakuhatsu, se lo sentiva! Era sulla buona strada, ringraziava di essere così intelligente!

La mano di Katsuki gli si allungò dinanzi.

"Oh? Che gentiluomo" ridacchiò il verdino, accettandola. "Dovresti uccidermi, fuggire, che so, colpirmi a tradimento. Perché mi aiuti?".

"Non posso scappare, mi troveresti sempre e mi folgoreresti. Ci tengo ancora a rimanere in vita" ammise il biondo.

Izuku per la prima volta non seppe cosa dire. Katsuki lo guardava con quegli occhi rubino, gli ricordavano il primo amico umano che si era fatto anni e anni prima, un certo Shoto Todoroki, ucciso per mezzo di un Semi-Dio delle Fiamme Blu che aveva accettato di vendere la sua anima al Dio Endeavor, un subdolo Kami delle fiamme che faceva eruttare vulcani in ogni parte del mondo che viveva a Tsukuyomi. Si era finto sottomesso da suo fratello minore, Shoto e lo aveva ucciso con un Quirk più forte.

Ma quelle fiamme blu lo avevano divorato perché un Dio non si sarebbe mai fatto prendere in giro da un umano.

Quando Shoto era caduto tra le sue braccia, con una profonda ustione al petto, Izuku si era sentito impotente e non aveva potuto nulla contro la morte e tutto era andato per il verso sbagliato.

Nessuno più avrebbe avuto il suo cuore. Era una promessa che avrebbe ancora mantenuto, fino alla fine.

"Dove dobbiamo andare?" chiese il biondo.

"Seguimi" rispose Izuku con un fil di voce.

Fece qualche passo prima di cadere nuovamente, stremato. Quell'Incantesimo lo aveva drenato e forse non gli rimanevano molti poteri ancora.

Imprecò sottovoce a quel senso di impotenza quando le braccia di Katsuki gli si avvolsero intorno al corpo e lo issarono in stile sposa.

Izuku arrossì lievemente, il suo viso cancellò ogni singola espressione, i suoi occhi si spalancarono.

E Katsuki lo vide quel bagliore di speranza di un cuore che aveva sempre e solo chiesto aiuto. Forse se vi si fosse perso in quell'Inferno Verde non sarebbe stato tanto male, vero? Quegli occhi erano in realtà gentili, così brillanti e quelle labbra piccole così invitanti…

Si ritrovò involontariamente ad allungare il collo, perso in quell'espressione di Izuku vagamente imbarazzata ma le dita gentili della mano mancina del Semi-Dio gli si posarono sulla bocca.

"Proseguiamo, Kacchan. Non mi resta più molto tempo" sorrise stancamente.

Il lupo annuì, incapace di staccarsi da quello sguardo di un fanciullo puro come un fiore meraviglioso…
 
  
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