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Autore: eddiefrancesco    23/11/2021    1 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Edward Barraclough la condusse verso la corte di giovani uomini che attorniavano Lisette. Ma quando la ragazza vide Edward e Octavia, abbandonò tutti. «L'avete trovata!» esclamò lieta. «Contessina Octavia, sono così contenta di potervi parlare, finalmente! All'apertura delle danze ero tanto nervosa che non ho visto nessuno! C'era una lunga fila di persone che aspettavano di essermi presentate! Voglio ringraziarvi per questo.» Si toccò i capelli, che erano trattenuti da un delicato fermaglio d'argento. Edward guardò Octavia sorridere con affetto a Lisette. Non si era mai reso conto di quanto potesse essere dolce il suo sorriso. L'abito di seta verde era uno sfondo perfetto per i suoi colori, e la sua scollatura bassa, così diversa da quella dei vestiti che aveva indossato a Wychford, rivelando le deliziose linee della gola e del petto... Rimase a guardare le due donne parlare animatamente, senza neanche ascoltare quello che dicevano, una così bruna e l'altra così bionda... Non si era sbagliato riguardo ai capelli di miss Petrie. Quella sera, il morbido nodo in cima alla sua testa e i boccoli che le incorniciavano il viso erano stati sistemati ad arte da una cameriera esperta, e tra le ciocche color miele scintillavano dei diamanti. I capelli non erano inzuppati di pioggia, né sciolti sulle spalle a riflettere la luce del fuoco, ma... Trattenne il fiato quando il suo corpo rispose all'improvviso ricordo. Era vivido ed eccitante quanto lo era stato settimane prima... E lui che pensava di aver tutto sotto controllo! Lisette era stata chiamata da zia Julia e, con un incantevole sorriso di scusa, si era allontanata. Octavia si girò verso di lui e lo esorto' a tornare dalla duchessa sua sorella. Edward si riscosse e scrollo' il capo. «Sbagliato, contessina Octavia. Persino la più critica delle malelingue consente di fare due balli con lo stesso cavaliere in una serata. Intendo avere il mio secondo ora!» «Ma ho promesso a Sir Richard...» «Che peccato. Il poveretto dovrà aspettare.» Contando sul senso del decoro di Octavia perché non si opponesse ai suoi modi arroganti, Edward la prese per il braccio con fermezza e la riportò sulla pista. Questa volta per un valzer. Lui le strinse una mano nella sua, le passò un braccio intorno alla vita, e si lanciarono nella danza. Dopo un attimo, lui disse: «Non trovate la sala da ballo notevolmente fredda, contessina?» Lei corrugo' la fronte. «No.» «Strano. Avrei giurato che ci fosse una corrente glaciale che mi soffiava nella schiena. Una corrente di nome Octavia.» Le sfuggì un risolino involontario e lui disse: «Così va meglio! Avevo cominciato a temere che mi si staccassero le dita per il gelo.» «Cosa vi aspettate, sir? Vi ho pregato di trattarmi come una casuale conoscente...» «Imparentata alla lontana.» «Imparentata alla lontana! Ma voi vi comportate come se aveste un interesse specifico! Potete anche aver smesso di chiamarmi con il mio nome di battesimo, ma continuate a trattenermi con una confidenza che comincerà a far parlare le malelingue.» «Sciocchezze! Sono cose che vi immaginate voi, Oct... Contessina! Cosa potrebbe esserci di più normale dello zio di Lisette che presta cortesi attenzioni a un'amica che ha fatto tanto per sua nipote? O meglio, le sue nipoti. Pip sarebbe stata molto più malleabile se voi foste stata qui oggi. Julia non sa proprio come prenderla. Ora, avete altre lamentele, o siete pronta a godervi questo valzer?» Ballarono per un po' in silenzio e, quali che fossero le loro divergenze, i loro passi erano perfettamente sincronizzati e i loro corpi si muovevano in istintiva armonia. Edward attirò Octavia un po' più vicino. Lei alzò gli occhi e sorrise. Per un attimo lui scordo' la musica, gli altri ballerini, dimentico' tutto quello che non fosse l'incanto di averla tra le braccia. «Octavia» mormorò. Anche lei aveva sentito la magia di quei momenti, ma voleva evitarla. Tenendo sotto controllo con fermezza i pensieri ribelli, decise di affrontare l'argomento delle segrete preoccupazioni di Lisette. «Mr. Barraclough. Stavo pensando a Lisette...» inizio' con un insolito nervosismo. Edward ne fu deluso. Aveva pensato che il suo sorriso fosse di piacere, un piacere condiviso. A quanto pareva non era così. Soffocando un sospiro, disse: «Cosa c'è?» «Prima di lasciare Wychford intendevo parlarvi di lei, ma... ma non c'è stato il tempo. Vi ha detto che, dopo che ha incontrato mio fratello, lei e io abbiamo fatto una lunga chiacchierata?» Questa volta la delusione fu cocente. Si era sbagliato sul suo conto, dopo tutto? Gli aristocratici inglesi passavano metà della loro vita a pianificare matrimoni adeguati, cioè ricchi, per i loro figli. O, in questo caso, fratelli. Perché aveva creduto che Octavia fosse diversa? Sospirò rassegnato: «Immagino che avrei dovuto aspettarmelo. Avete idea di quanti altri giovani vorrebbero sposare la fortuna dei Barraclough, contessina Octavia? Vostro fratello ha bruciato gli altri sulla linea di partenza, ma questo non significa che lo guarderò con occhio di riguardo. Voglio che Lisette sia felice, ma non sono affatto sicuro che debba buttarsi via tra le braccia di un giovane soldato di bell'aspetto che l'ha già persuasa a incontrarlo in segreto!» Octavia ansimo'. «Io non...» Lui la interruppe con un cenno. «Mi avete deluso. Per quanto siate bella questa sera, non illudetevi di farmi cambiare idea su una questione seria come questa!» Un moto di rabbia coloro' le guance di Octavia. Si ritrasse da lui. «Dubito che potrei farvi cambiare idea su qualunque cosa!» proruppe e fece per lasciare la pista da ballo. Lui la seguì sino in fondo alla sala, dove avevano lasciato sua sorella. Gussie non era più là. Octavia si fermò e si girò. Disse a bassa voce: «Per vostra informazione, signore, volevo parlarvi di qualcosa di completamente diverso. Desidero quanto voi che Lisette sia felice, quale che sia la sua scelta. Ma non si butterebbe via, se sposasse mio fratello!» Irritato dalla piega presa dalla conversazione, Edward disse freddamente: «A differenza del resto del mondo, non ritengo che un titolo sia un'automatica garanzia di virtù, perciò, vi prego, non parlate delle sue prospettive di ereditare il titolo con me.» «Non intendevo farlo. Siete impossibile, sir!» Con gli occhi lampeggianti, due chiazze di rossore sulle guance, Octavia lo affrontò rabbiosamente. Edward sentì la propria irritazione sfumare. «Octavia» iniziò contrito. «E non chiamatemi con il mio nome di battesimo!» «Ah! Eccovi.» Si girarono entrambi. Gussie stava venendo verso di loro. Passò lo sguardo dall'uno all'altro e inarco' un sopracciglio. «Si siete accordati sull'orario? Se la memoria non mi inganna, Richmond è a più di un'ora di carrozza. Dovrai alzarti presto, Octavia.» Edward decise di agire con furbizia. Aveva la sensazione che Octavia avrebbe annullato la loro gita se lui gliene avesse data l'opportunità. Perciò si affretto' a dire: «Grazie per le danze, contessina Octavia. Passerò a prendervi alle undici. Duchessa, per qualche miracolo avete il prossimo ballo libero? Potrei avere l'onore?» Al suo cenno scorto' la sorella di Octavia sulla pista, dopo di che si tenne alla larga dalla famiglia Petrie per il resto della serata. Il mattino seguente Edward passò a prendere Pip, poi comando' che la carrozza si dirigesse in St.James's Square. Nonostante la collera della sera prima, era ragionevolmente sicuro che Octavia li avrebbe accompagnati a Richmond. Pip era una potente attrattiva. Provò un moto di compiaciuto sollievo quando vide che lei era vestita di tutto punto e li stava aspettando. Voleva parlarle. La loro animata discussione della sera precedente aveva lasciato in sospeso tra di loro una questione che doveva essere chiarita. Pip salutò Octavia con il solito entusiasmo, poi si sistemo' tra lei ed Edward, guardandosi attorno incuriosita mentre percorrevano la Bath Road verso Brentford e il ponte di Kew.
   
 
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