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Autore: MaryFangirl    24/11/2021    2 recensioni
Per il Flufftober di quest'anno, una raccolta di dolci one shot dedicate ad Hanamichi e Kaede :)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hanamichi Sakuragi è sull'orlo di una crisi di nervi.
Se ne convince lunedì mattina, quando le sue chiacchiere con gli amici prima di entrare in classe vengono disturbate da strilli femminili che possono annunciare solo l'arrivo di una persona. Hanamichi sospira profondamente, cercando di ignorare del tutto la cosa, e ci sta anche riuscendo, finché non si presenta il problema principale.
Rukawa fa il suo ingresso a scuola, mezzo addormentato, non prestando attenzione a niente e a nessuno. Quasi ciondola, ma ciò non scoraggia il suo nugolo di ammiratrici a stargli alle calcagna, tra chi gli offre un caffè e chi dei dolcetti preparati la mattina stessa.
Hanamichi inspira, aspetta cinque secondi, espira.
Quel bastardo gli sta rendendo la vita difficile.
 
Dallo scorso settembre, hanno sotterrato l'ascia di guerra - e non nel cranio di uno di loro due - e tra di loro la dinamica è un tantino cambiata. Si è instaurato un clima di semi tolleranza reciproca, anche se sfottò e frecciatine non sono sparite del tutto, ma senza più sfociare in risse selvagge. La squadra ne ha giovato e Anzai non fa che guardarli con una luce strana in quei suoi occhietti inquietanti. Ad Hanamichi va bene così, dopotutto non ha più grande motivazione per odiare Rukawa. Il gap che li separava dal punto di vista del basket si sta assottigliando, Hanamichi ha raffinato molto la sua grezza tecnica, pur non rinunciando ai suoi guizzi geniali di cui nessuno farebbe a meno comunque, e per quanto riguarda Haruko...beh, la sua cotta si è intiepidita. Gli è sembrato assurdo doverlo ammettere, ma poco a poco si è accorto che lei non gli piaceva più così tanto.
 
Oh, la ritiene una presenza gradevole, simpatica e nutre grande rispetto e gratitudine per la ragazza, ma i battiti del suo cuore sono regolari con lei, semplicemente...gli è passata, come le precedenti 50. È stata un po' più duratura, ma è passata. Trascorrono ancora tempo insieme, anche al campetto o con gli altri ragazzi dell'Armata - cosa di cui il fratello di lei non è proprio entusiasta - e sono amici, buoni amici che non aspirano ad altro.
 
Il problema ora è un altro.
Primo, dal secondo anno, lui e Rukawa sono stati sistemati nella stessa classe.
Secondo, il banco di Rukawa è proprio accanto al suo. Lui è stato piazzato in mezzo, così da poter essere meglio controllato dai professori, mentre Rukawa è accanto alla parete, ideale per i suoi pisolini durante i quali nessuno osa disturbarlo - e per Hanamichi è una bella ingiustizia.
Terzo, e Hanamichi se ne ricorda una volta in più quando si accomoda al suo posto e nota Rukawa già raggomitolato su se stesso che sonnecchia: Kaede Rukawa non puzza affatto.
 
Sarebbe bello poter definire Rukawa come un tempo - vale a dire, come giusto un annetto fa - ma Hanamichi lo trova complicato. La volpe puzzolente da un po' non gli sembra più così puzzolente. Anzi, in realtà non lo è mai stato, ma dato l'astio reciproco, è sempre stato facile appioppargli anche questa caratteristica poco veritiera.
Hanamichi sospira ancora, cercando davvero di concentrarsi sul libro di testo, per non dare attenzione alla massa ronfante sul banco accanto.
Il professore di letteratura di tanto in tanto lancia un'occhiata in direzione di Rukawa e Hanamichi può vedere chiaramente la vena sulla sua fronte gonfiarsi, ma l'ometto ogni volta decide di lasciar perdere.
Hanamichi ghigna. Nemmeno lui, forse, verrebbe risparmiato se disturbasse il sonno della volpe selvatica.
 
 
 
Hanamichi può ammettere, almeno a se stesso, che il problema ora è proprio l'odore della volpe. Può altrettanto ammettere di considerarlo un profumo. Ed è, di fatto, un tormento.
Lo perseguita ovunque: in classe, in palestra, negli spogliatoi, nei corridoi. Anche quando passa davanti alle scale che danno sul tetto, può benissimo riconoscere la scia gradevole del ragazzo che sicuramente è salito per pranzare o dormire.
Non sa quando è successo, ricorda che trovava piacevole il profumo delicato di Haruko, ma con Rukawa è diverso.
 
Non saprebbe nemmeno descriverlo. È come l'odore del mare, così liberatorio e impossibile da ignorare, così ostinato, e non lo molla.
E il cuore...quel suo cuore che ha smesso di agitarsi per Haruko, ora batte un po' troppo all'impazzata quando Rukawa è nei paraggi.
È fastidioso e non richiesto.
Mentre si dirige in palestra, le spalle di Hanamichi sono un po' curve.
 
 
"Oggi prima dell'allenamento guarderemo l'ultima partita tra Kainan e Ryonan, per studiare i momenti più importanti e i loro schemi, così da elaborare una strategia efficace per i nostri prossimi incontri" spiega Miyagi mentre istruisce gli altri ragazzi a disporsi in modo da poter vedere la videocassetta che ha in mano, "Sakuragi, per favore, vai a recuperare il televisore insieme a Rukawa" chiede con tono cortese ma autorevole.
Sakuragi si agita subito. "Che?! Posso andarci da solo, non mi serve questo perdente!"
"Nh, parli di te stesso ovviamente" replica Kaede grattandosi la guancia con aria annoiata.
Ryota gli lancia un'occhiataccia, non ha assolutamente voglia di perdere tempo con buffonate inutili.
 
"Non discutere. Il televisore è pesante e va portato giù per le scale, quindi andate tutti e due e in fretta!"
Rukawa, senza fiatare, si avvia all'uscita per obbedire, seguito poco dopo da un Sakuragi che borbotta come una moka.
 
Quando ritornano, per Hanamichi è una tortura. Rukawa sta davanti a tirare il televisore posto sul carrellino con le ruote, e il suo profumo non fa che inondare il numero 10 in vampate spietate. Hanamichi osserva il collo libero del ragazzo, i suoi capelli ordinati sulla nuca, inevitabilmente procede ancora più giù e si sofferma sul suo fondoschiena. Cerca di reprimere un gemito.
 
Rukawa si ferma e si gira verso di lui, un accenno di curiosità sul volto perfetto.
 
Hanamichi va in panico. Non l'ha affatto represso.
 
“Che c'è?”
 
“N-niente” ribatte Hanamichi provando il più possibile a contenersi.
 
“Nh, muoviamoci, doaho”
 
Hanamichi non risponde sguaiatamente all'insulto, Kaede lascia percepire una punta di stupore, rigirandosi e proseguendo verso la palestra.
 
 
 
La mattina dopo, Hanamichi è stravolto. Ha dormito poco e per quel poco che ha dormito, ha sognato. Sogni indecenti e che non avrebbero minimamente dovuto essere elaborati dal suo cervello bacato.
Ha sognato Rukawa, il suo sedere. Rukawa che strofinava il suo sedere su di lui. Prima con i vestiti, poi improvvisamente senza.
Si è svegliato sudato ed eccitato come un toro, è andato in bagno per rinfrescarsi, si è riaddormentato. Altri sogni sconci. Altri tentativi di placarsi, di pensare alle cose meno invoglianti del mondo, dal Gori in bikini a Uozumi con la gonna.
 
Alla fine, ha ceduto. Ha ignobilmente ceduto e si è toccato forsennatamente per togliere quel tarlo che lo ha straziato nella mente e nel corpo.
 
Mentre la sua bocca si apre nel centesimo sbadiglio da quando si è alzato, non sente neanche la bici che si avvicina e viene centrato in pieno, cadendo come un sacco di patate senza riuscire a opporre resistenza.
Una vena inizia a pulsargli sulla fronte. È un tipo con molta poca pazienza e questa vicenda riesce a consumarla tutta in tempo record.
 
“Maledetta volpe narcolettica, prendi il pullman come tutti gli altri!” ringhia come un cane inferocito. Ha promesso ad Anzai che non avrebbe più fatto a botte e non lo ha più fatto da allora, ma se la volpe continua a provocarlo, non sa se resisterà. Dopotutto, anche prendersi a pugni è un buon modo per sfogare la frustrazione insensata che avverte. Più che toccarsi in maniera inappropriata per colpa di un cretino simile.
 
Abbassa subito lo sguardo sul dannato nella speranza che si allontani prima di subito. Sgomento, lo trova a sonnecchiare sul suo petto. Serra gli occhi quando una zaffata del profumo di Kaede colpisce le sue narici. Ne rimane immerso suo malgrado.
 
Col rossore sulle guance, reagisce come meglio gli riesce, aggressivamente. Con uno scossone, si scrolla il ragazzo di dosso.
 
“Levati!”
 
Kaede, del tutto intontito, si strofina gli occhi, sbattendo le palpebre più volte prima di aprirli. Fissa Hanamichi come fosse un alieno.
 
“Che vuoi?” abbaia Hanamichi, sistemandosi la giacca, che non presenta in realtà pieghe.
 
“Nh...brutte occhiaie” Kaede si avvicina, aumentando il panico dell'altro.
 
“Come?!” si scandalizza Hanamichi, istintivamente allontanandosi.
 
“Dovresti riposare di più se vuoi essere utile nelle prossime partite”

Hanamichi esplode. “SENTI CHI PARLA! Dormi dappertutto e a qualsiasi ora!”
 
“Nh, ma segno sempre più punti di te” commenta Kaede, recuperando la bici e portandola a mano nei parcheggi appositi. Hanamichi deve contare fino a un numero molto alto per non scattare e rifilargli una testata.
 
 
 
Hanamichi è sul terrazzo. Oggi ne ha fin sopra i capelli. Non ce l'ha con nessuno in particolare, ma ha semplicemente ha voglia di stare solo.
 
La situazione non sta migliorando e francamente non sa se sia meglio fare finta di niente o accettare le nuove consapevolezze che aleggiano intorno e dentro di lui ma che allo stesso tempo lo terrorizzano.
 
L'impatto che Rukawa continua ad avere su di lui è paralizzante. Se fino a poco fa si trattava solo di influenza sul campo da basket, ora la faccenda è un'altra. Sta diventando patetico e la cosa non gli piace.
 
Subdolamente, il suo profumo si è fatto strada nei suoi sensi...e ora c'è tutto il resto. Tutto lui. Nei suoi occhi, nei suoi sogni.
 
Rilascia un sospiro, appoggiando un gomito alla ringhiera. Non doveva succedere. Come ha potuto permetterlo? Così, inaspettatamente.
 
La campana che segnala il ritorno alle lezioni dopo pranzo lo fa grugnire per lo scontento. Non può minimamente concentrarsi su nulla. Di certo non con Rukawa al banco accanto al suo...
 
Si gira, scoraggiato, ma nel grigiore del terrazzo i suoi occhi notano qualcosa di colorato, poco distante. Vi si avvicina, come attratto inesorabilmente, si abbassa sui talloni.
È una sciarpa rossa ed è un richiamo a cui non sa resistere. Il suo istinto gli dice qualcosa.
 
L'afferra con inusuale delicatezza. Chi l'avrà persa?
Senza riflettere, la porta al naso.
Chiude gli occhi, inspira forte.
Non ha dubbi nell'individuare la risposta esatta.
 
 
 
Hanamichi infila la felpa e chiude l'armadietto, che risuona senza violenza nel silenzio dello spogliatoio. Silenzio intramezzato dallo scroscio di un'unica doccia ancora aperta. Non è una novità, Rukawa è sempre tra gli ultimi, è incredibile quanto quell'essere umano riesca a dormire. Sempre che sia un essere umano, poi.
 
Hanamichi sobbalza quando sente un botto provenire dalle docce, e corre come un forsennato per vedere cos'è successo, anche se a momenti scivola per via dell'acqua sparsa sul suolo.
 
Gli sfugge uno spontaneo grido quando vede Rukawa riverso a terra, con l'acqua che continua a cadergli addosso mentre lui è evidentemente privo di sensi.
 
Imprecando e volendo evitare di cadere, riesce a chiudere la manopola, per poi concentrarsi sulla povera volpe immobile. Dapprima preoccupato all'ipotesi di poter vedere sangue sgorgare da qualche parte, sospira di sollievo quando non ne scorge. Ovviamente non può lasciarlo qui fino a domani mattina. Non si sa mai che entri qualche pazza e approfitti di Rukawa...nudo.
 
Beh, sì, naturalmente è nudo. Non è la prima volta che lo vede, e nonostante ciò Hanamichi arrossisce furiosamente. Gli gira intorno come fosse l'esemplare di una strana specie animale – e in qualche modo lo è – prima di decidere il modo giusto per afferrarlo e portarlo via da qui, dove l'aria è calda, umida e soffocante.
 
La pelle di Rukawa è bagnata e arrossata, Hanamichi scuote il capo. Sicuramente questo scemo si stava facendo una doccia incandescente, e deve avere avuto un brusco calo di pressione.
 
Hanamichi riesce a trasportarlo con un po' di fatica nella parte principale dello spogliatoio, lo fa stendere su una panchina, imprecando a denti stretti per i vestiti bagnati, apre il suo borsone e prende un asciugamano, usandolo per coprirgli le parti intime. Con un leggero fiatone – Rukawa sembra tanto esile ma ha la sua bella massa di muscoli, e portarlo a peso morto non è una passeggiata – si ferma a osservarlo.
 
Sta pian piano riprendendo colore, Hanamichi se ne rallegra. I suoi occhi vagano sul suo viso, studiandone i lineamenti che vede sempre ma che non ha mai modo di scrutare così attentamente. Senza nessun altro intorno, senza nessun disturbo, compresi le consuete battutine o frecciatine dello stesso Rukawa, può prendersi il suo tempo.
 
Se ne prende, forse un po' troppo...lo sguardo defluisce lungo la mascella, sul collo. Un insano lampo gli fa venire voglia di provare ad avvicinarsi e farvi scorrere il naso...e poi magari assaggiare, dapprima in un delicato morsetto, poi affondando i denti senza riguardo.
 
Deglutisce, rendendosi conto che non è il caso di avere un'erezione in questo momento, e se si tratterrà troppo il suo naso comincerà a sanguinare.
 
Riprende il controllo di sé, dando invece lievi tocchi sulle guance di Rukawa.
 
“Volpe, sveglia” gli ripete alcune volte, prima che le palpebre di Rukawa finalmente si agitino e lui riprenda conoscenza.
 
“Nh...”, Kaede si porta la mano alla testa, smarrito, non ha idea del perché sia sdraiato e il doaho lo guardi così...dolcemente. Corruga la fronte. “Che è-”
 
“Così impari a fare docce con l'acqua a mille gradi. E poi quando hai mangiato?”

Kaede si acciglia più profondamente. “Che te ne importa?”

“Dal momento in cui ti ho impedito di affogare dopo che sei svenuto...”
 
“Sono svenuto?” domanda Kaede, sinceramente sorpreso. Hanamichi lo squadra, spera che non abbia battuto la testa con troppa forza.
 
“Perfino per te addormentarti così sarebbe esagerato” risponde infine, lasciandosi andare a un lieve e genuino sorriso.
 
Kaede sembra confuso, ma più dall'atteggiamento di Hanamichi che dallo svenimento.
 
“Sul serio, quando hai mangiato? Dormi anche a pranzo...”
 
“...ho mangiato.”

Hanamichi stringe gli occhi. “Mmh, non mi convinci. Con quanto ti muovi, devi mangiare di più per avere le energie adatte”
 
“Non sapevo avessi una laurea, me la mostri?”
 
“Silenzio. Forza, vestiti, ti porto a mangiare”
 
A questo, Kaede apre la bocca, incredulo.
 
“Cosa?”
 
“Sì, muoviti, ci penso io a farti mangiare come si deve”
 
Kaede strabuzza gli occhi, sicuro di essere ancora nel mondo onirico.
 
“Sei impazzito?”
 
“No, per niente. Sbrigati, o prenderai freddo e non potrai giocare...”
 
Kaede si guarda intorno. Dove sono le telecamere?
 
“E l'idea non ti esalta?”

Hanamichi non gli risponde, andando a prendere le sue cose che aveva già preparato prima del salvataggio. Si sorprende quando nella tasca della giacca trova la sciarpa che ha infilato a pranzo, dopo averla trovata sulla terrazza.
Si volta verso Kaede, che lentamente si sta rivestendo e gli dà le spalle. Hanamichi lo guarda dall'alto al basso, torna su, inconsciamente si passa la lingua sulle labbra.
 
In un moto di stizza, gli lancia la sciarpa.
 
“Che diamine!” Kaede prende il capo tra le mani, studiandolo, riconoscendolo. “Dove l'hai trovata?” chiede, onestamente stupito.
 
“Sulla terrazza”
 
Passa qualche momento di denso silenzio. “Come sapevi che era mia?” chiede poi, non potendo impedirsi di risuonare sospettoso. Di cosa, poi? Gli ha solo restituito la sua sciarpa. E sembra perfettamente integra.
 
Hanamichi placa subito e con una certa facilità ogni timore di farsi scoprire. Non può certo dirgli che l'ha odorata e ha riconosciuto il suo incredibile profumo. Il profumo che lo ha condotto sull'improbabile strada per prendersi una cotta per lui. È semplicemente pazzesco, ma cosa può farci? È così e basta.
 
“Te l'ho vista addosso stamattina...sei pronto?” taglia poi corto, dirigendosi la porta per evitare qualsiasi rischio di tradirsi.
 
Kaede, dubbioso, si mette la sciarpa attorno al collo e lo segue.
 
“Sentiamo, dove mi porti? Hai abbastanza soldi?”
 
Hanamichi sogghigna. “Non servono soldi”

Kaede inarca un sopracciglio. “Non vorrai mangiare e poi svignartela?”
 
“Che cattiva fede. Ti porto a casa mia”

Kaede si blocca, sbarrando occhi e bocca. Che cavolo sta succedendo, in nome del cielo?!
 
“Doaho, ti sei drogato?”
 
Hanamichi lo guarda con franca confusione. “Perché? Sono un bravo cuoco”

“Da quando mi inviti a mangiare a casa tua? E i tuoi genitori?”
 
“Non rientrerà nessuno fino a tardi”, Hanamichi si rende conto che una frase del genere, in un contesto ben preciso, potrebbe significare una sola cosa e si schiarisce la gola, avvampando. Non è questo il caso e lo sa bene.
 
“Tua madre?”
 
“Ha un ristorante, lavorerà ancora per un bel po'”
 
“E tuo padre?”

“Oh...mi piacerebbe molto se ci fosse lui, credimi” la voce di colpo pregna di malinconia di Hanamichi e il suo sorriso tirato sono rivelatori per Kaede, che sussulta e abbassa il capo. Non sa cosa dire, non è una persona che sa spesso cosa sia giusto rispondere in certi casi. C'è poi qualcosa da dire?
 
Hanamichi comunque non se lo aspetta ed esce, facendogli strada. Kaede sente di essere ancora in un'altra dimensione...un universo parallelo in cui Sakuragi è gentile e amichevole con lui? Non ci capisce niente, ma probabilmente è meglio così.
 
 
 
A casa di Hanamichi, questi mostra il bagno a Rukawa, suggerendogli di asciugarsi i capelli, non essendoci riuscito nello spogliatoio. Kaede si oppone debolmente, ma Hanamichi insiste, dicendo che fa freddo.
 
“Non sono così delicato” bofonchia.
 
“Disse colui che perse i sensi nella doccia crollando come un salame”
 
“Non continuerai a ripeterlo per sempre, vero?”

“Per sempre” conferma Hanamichi con un ampio ghigno.
 
Hanamichi prepara una zuppa con legumi e patate, e abbrustolisce del pane da sgranocchiare. Canticchia mentre termina e apparecchia, non soffermandosi sul motivo di tanto buon umore, quando solo a pranzo sentiva di non sopportare nessuno.
 
Sa che Rukawa è entrato in cucina prima di vederlo. Tira su col naso, non bloccando il sorriso deliziato che gli spunta sulle labbra.
 
È una tortura, ma è così dolce...
 
“Allora, cosa mi fai mangiare? Non è un tentativo di avvelenarmi, vero?” chiede Kaede con spiccato sarcasmo.
 
“Che ridere. Come puoi vedere da te”, Hanamichi si porta un cucchiaio alle labbra e ne sorseggia il contenuto, emettendo un piccolo mormorio di apprezzamento, “no, non voglio avvelenarti”
 
Hanamichi riempie due scodelle e ne piazza una davanti a Kaede, che si è seduto all'isola della cucina. Kaede studia il piatto davanti a sé. L'aspetto non è male, e su un altro piatto, il pane sembra croccante e squisito.
 
“Che te ne pare? Mia madre è più brava ma ho imparato diversi trucchetti da lei” dice Hanamichi senza nascondere l'orgoglio. Kaede accenna un piccolo sorriso.
 
“Da tensai...” mormora. Hanamichi, dapprima meravigliato, scoppia a ridere.
 
“Hahaha! Lo ammetti anche tu volpe!” esclama, allungandosi per dargli una pacca sulla schiena. “Allora, che ne dici? Ti sembra appetibile?”
 
Kaede osserva ancora la scodella, poi Hanamichi. È strano, sembra così impaziente di sapere la sua opinione...come se davvero volesse che quanto ha cucinato gli piaccia. Kaede si dibatte ancora una volta per trovare le parole giuste. È impedito in queste cose, lo sa bene.
 
Sorride ancora, non sapendo che effetto fa sul cuore di Hanamichi, che per distrarsi afferra una fetta di pane e l'addenta.
 
“Ha un buon profumo...”
 
Il sorriso immediato di Hanamichi è magnifico.
 
Un altro cuore nella stessa stanza inizia a battere con un ritmo più irregolare.
  
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