Era già il secondo pacchetto di sigarette
che Tom apriva,e ormai era mattina.
Aveva gli occhi gonfi di lacrime,i Tokio Hotel si
sarebbero sciolti per sempre,ma soprattutto non avrebbe più sentito la voce del
suo amato fratellino.
Bill aveva dormito tutta la
notte,tranquillamente,quasi che lo sconforto lo avesse calmato,o
meglio,rassegnato.
Per quanto riguardava lui,bè..non aveva chiuso
occhio,era rimasto affacciato a quella finestra,aspettando quella voce che
annunciava lo scherzo,tra raffiche di vento...e ora gli facevano male le
orecchie.
Andò nel bagno della camera,si lavò il viso,anche
se questo non migliorò le sue condizioni.
Estrasse un paio di occhialoni scuri dalla tasca
dei pantaloni,i suoi fidati occhiali da sole,e se li mise.
Quando guardò davanti a se,vide il riflesso del
fratello nello specchio...
Rimase un po ad osservarlo,era pallidissimo,le
braccia sembravano così piccole e scarne,mentre trascinava con se la flebo.Gli
occhi gonfi e rossi,con le pupille completamente dilatate.
Si girò verso di lui,e inclinò leggermente la
testa,chiedendogli così se c'era qualcosa che non andava.
Bill in tutta risposta con movimenti impacciati e
lenti si avvicinò con tutta la flebo,e poggiò la testa sul petto del fratello.
Tom lo abbracciò,e lo strinse forte,come a voler
fargli del male,così che la voce gli sarebbe tornata per gridare basta,ma
trattenne la forza,sarebbe stato inutile,lui lo sapeva.Loro lo sapevano.
"Avanti Bill,andiamo,che così chiamiamo
l'infermiera che ti leva la flebo,e ce ne torniamo a casa"
Bill si staccò dal petto del fratello,e deambulò
in direzione del letto.
Tom rimase un po ad osservarlo:Le gambe così
fragili e fine,quelle caviglie piccole,come le ginocchia...completamente
bianco.
Ed eccoli lì,a casa.
Bill vestito,truccato e pettinato di tutto
punto,ma anche così..non era più Bill.
Tom taciturno,l'espressione seria,e gli occhiali
da sole a celare gli occhi addolorati.
La madre ancora non era rientrata.Erano soli in
casa.
Bill si buttò sul divano,i suoi occhi caddero
sulla serie completa di prison Break,con cui lui aveva passato il tempo
antecedente all'operazione.Dannatissima operazione.
Afferrò un quaderno lasciato sul tavolino de
salotto lì davanti,accanto c'era anche una penna.Prese anche quella e scrisse.
Scrisse,su un foglio bianco,che senza voce non
poteva vivere,che non ce la faceva.
Piegò il foglio e ne fece un areoplanino,aprì la
bocca e si mise a cantare.Una canzone muta.
Lanciò l'areoplano a Tom,che lo afferrò al volo e
lo riaprì.Lesse il messaggio,e diretto andò ad abbracciare il fratello.
Bill non piangeva,continuava a cantare
silenziosamente,finchè il sonno non lo rapì nuovamente.
Con Bill addormentato sul petto,Tom poggiò la
testa alla spaliera del divano,e si addormentò.
Il ragazzo strinse forte a se qualcosa,o meglio
qualcuno,o meglio ancora,cercava di stringere qualcuno...ma stringeva solo
aria.
Si alzò di scatto,il fratello non c'era,dov'era
andato??
"Senza voce io non vivo,non posso cantare,non
ce la faccio...Tom,io non ce la faccio....non riesco a vivere così."
Quel messaggio si era infilato nel suo cervello
sgomitando,senza che nessuno lo chiamasse,ma a Tom bastò per capire,capire
dov'era andato.