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Autore: My Pride    25/11/2021    0 recensioni
~ Raccolta Curtain Fic di one-shot incentrate sulla coppia Damian/Jon + Bat&Super family ♥
» 79. With all my life
Le note di Jingle Bells risuonavano a ripetizione negli altoparlanti del centro commerciale e diffondevano quell’aria natalizia che si respirava in ogni punto della città di Gotham, dai piccoli magazzini, negozi di alimentari e ristoranti ai vicoli che circondavano ogni quartiere.
[ Tu appartieni a quelle cose che meravigliano la vita – un sorriso in un campo di grano, un passaggio segreto, un fiore che ha il respiro di mille tramonti ~ Fabrizio Caramagna ]
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bat Family, Damian Wayne, Jonathan Samuel Kent
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Here's where we belong Titolo: Here's where we belong
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 2402
parole fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne,
Jonathan Samuel Kent, Richard John Grayson, Thomas Alfred Wayne-Kent (OC)
Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life
Avvertimenti: What if?, Slash, Hurt/Comfort
Just stop for a minute and smile: 5. "Da dove l'hai pescato?"  


SUPER SONS © 2016Peter J. Tomasi/DC. All Rights Reserved
.

    Essere genitori non era affatto facile. E in quel momento, mentre cercava di calmare il pianto di Thomas, Damian non biasimava più suo padre per aver almeno provato ad esserlo a modo suo.

    Per quanto sia lui che Jon fossero letteralmente al settimo cielo per quel bambino - Damian non lo avrebbe mai ammesso, ma ogni volta che vedeva Jon e Thomas insieme, che fosse l'ora della pappa o del bagnetto, o Jon semplicemente addormentato sul divano con il bambino sonnecchiante sul petto, aveva l'irrefrenabile impulso di scattar loro delle foto -, c'erano ancora molte cose che avrebbero dovuto imparare per essere dei padri almeno accettabili.

    In quegli ultimi due giorni in cui erano stati ospitati a villa Wayne, avevano avuto alternativamente dei consigli da tutti i membri della famiglia, sebbene sul momento fossero rimasti tutti senza parole alla vista di quel bambino e, anche se erano stati avvisati della sua presenza, vederlo era stato un altro paio di maniche. Damian aveva visto gli occhi di Grayson brillare e Jason stesso aveva assunto una bizzarra espressione nel vederlo con quel fagotto fra le braccia, ma tutti, dal primo all'ultimo, non avevano fatto altro che congratularsi con lui e Jon: pacche sulle spalle, abbracci, risate divertite e scompigliate fra i capelli da parte di Todd, che aveva ghignato al pensiero di loro due come genitori.

    Pennyworth aveva prontamente preparato loro una stanza fra la moltitudine di quelle presenti alla villa, poiché aveva affermato che la sua vecchia camera, per quanto fosse rimasta alterata, non gli era apparsa adatta per un bambino, data a moltitudine di oggetti appuntiti e le spade appese ai muri. Damian stesso aveva preferito dormire altrove, forse con bizzarri pensieri per la testa riguardanti il suo passato, e Dick aveva fatto in modo che trovassero una culla già montata e pronta all'uso. Era stato... strano vedere le reazioni di ciascuno di loro, se Damian doveva proprio essere sincero con se stesso. Probabilmente nessuno si sarebbe mai aspettato che tornasse a casa con un bambino, anche se Todd aveva fatto una battuta riguardo certi animali domestici che portava continuamente a casa - Drake non aveva mancato di far notare che una volta aveva portato alla caverna anche un'orca assassina, cosa che aveva richiamato l'attenzione di Jon e fatto morire d'imbarazzo Damian - e che forse nessuno di loro avrebbe dovuto stupirsi più di tanto. Damian aveva aggrottato la fronte, ma non aveva comunque potuto fare a meno di sollevare un angolo della bocca in un sorriso nel vedere il modo in cui tutti, nessuno escluso, avevano adorato quel bambino sin dal primo momento.

    I grandi occhi di Thomas avevano squadrato tutti con fare curioso e aveva riso alle smorfie e alle boccacce dei suoi zii acquisiti, i quali erano apparsi perdutamente innamorati di lui come dei completi idioti; Barbara stessa si era lasciata andare insieme a Stephanie - la quale aveva subito aperto Amazon per comprare delle tutine di Freccia Verde nonostante le ferventi rimostranze di Damian - e Cass, con un sorriso, si era congratulata con Damian, sussurrando di essere fiera del suo fratellino.

    Jon stesso era stato oggetto delle attenzioni di tutta la famiglia Wayne, dal momento che i Kent li avrebbero raggiunti solo qualche giorno dopo, e non aveva potuto fare a meno di sorridere imbarazzato mentre si grattava la nuca, felice e orgoglioso come non mai. Il fatto che avessero tutti cominciato a chiamarli “papà” gli aveva fatto gonfiare il cuore di gioia e Damian ad un certo punto aveva quasi creduto che, a furia di sorridere in quel modo, gli sarebbe venuta una paralisi; qualcuno a caso - Todd - aveva persino ironizzato sul fatto che avesse inalato il gas del Joker, venendo fulminato all'istante da tutti prima di replicare che lui era più che giustificato a fare battutacce del genere su quello stupido clown.

    Tutta l'atmosfera della villa era stata così carica e accesa che per persino Bruce, di solito piuttosto schivo, si era lasciato andare e aveva sorriso più di quanto non facesse di solito, anche se Damian non si univa spesso a quel tipo di manifestazioni anche a causa della gamba; riusciva a restare in piedi solo fino ad un certo periodo di tempo, ma la sua condizione lo costringeva ugualmente a sedersi e a liberarsi della protesi quando passavano troppe ore. Così finiva con lo starsene sul divano ad osservarli, con Thomas che rideva e rideva e lui non poteva fare a meno di pensare di aver fatto una scelta giusta nella sua vita. Anche adesso che si trovava in camera, con Thomas che piangeva a causa della febbre, era più che sicuro di voler diventare un bravo genitore per crescere al meglio quel bambino.

    Fu il suono di nocche contro legno a richiamare la sua attenzione, prima che la voce di Richard si facesse sentire da dietro la porta; continuando a cullare Thomas, Damian diede il consenso di entrare, zoppicando attentamente verso la poltrona. Alfred il gatto si era già appropriato del letto, e il vecchio Tito si era acciambellato davanti al camino.

    Richard fece girare la maniglia con circospezione, gettando un'occhiata all'interno della camera prima di farsi avanti. «Ehi, Little D», accennò un saluto, agitando una scatoletta davanti a sé. «Alf è dovuto uscire, ma ti manda questo».

    «Cos'è?»

    «Ibuprofene, dovrebbe aiutarlo ad abbassare la febbre e a calmare un po' il suo pianto. Ha detto che Tommy è abbastanza grande per poterlo prendere».

    Damian fece un breve cenno col capo per ringraziarlo, rendendosi poi conto del modo in cui aveva chiamato il bambino. «Tommy?» ripeté con un sopracciglio inarcato, zoppicando verso la culla per potervi adagiare il figlio. «Siamo già passati ai nomignoli, Grayson?»

    «Ehi, è il mio nipotino. Certo che lo chiamerò Tommy», sghignazzò Dick nel porgergli le medicine che Damian, tra un pianto e l'altro, riuscì a somministrargli prima che il piccolo cominciasse a calmarsi e a chiudere gli occhi. «E ho anche un regalo per lui».

    Concentrato com'era sul bambino, Damian si voltò con fare curioso verso il fratello, inclinando il capo di lato mentre lo vedeva trafficare nella giacca; Dick tirò fuori un pacchetto - Damian non aveva nemmeno idea di come avesse fatto a nasconderlo nelle tasche interne, microscopiche come gli erano sempre sembrate - e glielo allungò, per quanto Damian lo avesse guardato un po' sospettoso.

    «Non fare quella faccia e aprilo», spronò Dick, senza abbandonare il sorriso che si era fastidiosamente dipinto sulle sue labbra; osservò Damian che, circospetto, aveva cominciato a scartare quel piccolo regalo, godendosi l'espressione stranita che si dipinse sul suo viso non appena gli occhi si soffermarono sull'oggetto che reggeva. Un... elefantino di peluche.
Da dove l'aveva pescato? Erano anni che non lo vedeva in giro.

    «Zitka...» sussurrò Damian, e Dick fu quasi certo di aver visto i suoi occhi verdi inumidirsi di qualcosa di simile alla commozione. Alzò la testa di scatto per osservarlo in viso, il labbro che tremava appena. «Grayson, non--»

    «Non dire niente, Little D», lo fermò subito. «Voglio che lo tenga Tommy».

    «Ma è... il tuo tesoro...»

    «E adesso sarà quello di mio nipote». Richard gli poggiò una mano su una spalla, e il sorriso sulle sue labbra divenne ancor più radioso. «Sarei più che felice se lo avesse lui».

    Damian lo guardò per un lungo attimo, cercando di non piangere come un idiota; scosse invece la testa e provò a mantenere la sua solita maschera di compostezza, ma a Dick non sfuggì comunque il sorriso che si era fatto largo sulle sue labbra. «Dannazione a te, Grayson. Mi fai diventare sentimentale», rimbeccò nel far ridere genuinamente il fratello, il quale gli scompigliò i capelli senza dar peso alla lamentela che Damian si lasciò sfuggire.

    Dopo aver sistemato l'elefantino nella culla e aver visto Thomas - Tommy, aveva ribadito ancora una volta Dick con un sorrisetto divertito - afferrarlo inconsciamente nel sonno per abbracciarlo, avevano finito col passare un po' di tempo tra una chiacchiera e l'altra, controllando la temperatura del bambino per assicurarsi che la febbre avesse cominciato ad abbassarsi.

    Era ormai sera quando Dick se ne andò e, una volta di sotto, incrociò Jon nell'ingresso, accennandogli un saluto prima di defilarsi nella caverna. Ricambiando, Jon si stiracchiò con un grosso sbadiglio mentre saliva le scale a due a due per raggiungere la camera da letto; aprì la porta della stanza e scrutò nella penombra, vedendo la figura del compagno in piedi davanti alla culla. Era in parte illuminato dalla luce della luna che filtrava dalla finestra, il suo profilo si stagliava fiero nella notte circostante. «D?» lo chiamò sottovoce, vedendolo sollevare una mano per portarsi un dito alle labbra.

    «Shh. Si è appena addormentato».

    Con un sorriso, Jon si avvicinò silenziosamente per arrivargli da dietro e avvolgergli le braccia intorno ai fianchi, poggiando il mento sulla sua spalla nel guardare il suo bambino - oh, Rao, dirlo gli faceva battere il cuore e gli faceva toccare le stelle - tranquillamente appisolato. Ma si rese conto che lo sguardo di Damian era in realtà perso verso la finestra, così si accigliò.

    «Cosa stai guardando?» chiese nel sollevare il capo, scrutando attentamente fra le nuvole come se fosse alla ricerca di qualcosa, ma fu a quel punto che vide il simbolo luminoso stagliarsi in cielo. Il bat-segnale era stato acceso. «Oh», gli sfuggì detto, senza distogliere lo sguardo.

    Forse era anche per quel motivo che avevano lasciato le grandi città dei loro genitori. Forse la decisione di andare a vivere ad Hamilton aveva fatto sì che entrambi potessero scendere a patti con la scelta di lasciarsi quella vecchia vita alle spalle, dimenticando maschere e mantelli e notti passate di pattuglia; vedere quel segnale, sapere che quella notte a Gotham c'era bisogno di aiuto, probabilmente aveva fatto stringere un po' il cuore di Damian. Jon in quel momento non poteva saperlo con certezza, ma non aveva bisogno di un super-udito per riuscire a leggere l'espressione sul viso del suo compagno.

    «Jonathan», richiamò Damian ad un certo punto con voce lieve, e Jon fu certo di averlo visto mordersi il labbro inferiore per un attimo. «Ti penti mai della scelta che hai fatto?» domandò, facendogli sgranare gli occhi e far sì che tornasse a fissarlo con un'espressione stralunata.

    «Non starai ricominciando con quella storia, vero?»

    Non era la prima volta che ne parlavano. Sin dall'inizio, Damian non era stato esattamente favorevole alla sua decisione di usare la kryptonite dorata, quella stessa kryptonite dorata che Jon portava ancora al dito come simbolo della sua scelta. La sua fede nuziale era stata forgiata nel fuoco della fucina di un'amazzone, benedetta da Diana stessa con la promessa di una nuova vita... e lui non avrebbe cambiato quella decisione per nulla al mondo. Eppure, di tanto in tanto, nella mente di Damian tornava prepotentemente il pensiero che per colpa sua avesse rinunciato a tutto, ai suoi poteri e alla possibilità di una vita più duratura. Invece Jon non poteva fare a meno di pensare che aveva guadagnato ogni cosa.

    A quel silenzio che aleggiò tra loro, Jon sospirò pesantemente. «Senti, D. So che odi i sentimentalismi», sussurrò, perdendosi in quello sguardo smeraldino. «Ma nessun potere dell'universo vale più dei momenti che ho passato con te. Tu e Thomas siete il mio mondo».

    Accigliato, Damian lo guardò con fare stralunato, la bocca semi-aperta come a voler far uscire dalle sue labbra parole taglienti e sarcastiche; però, contro ogni aspettativa di Jon, Damian cominciò a sghignazzare e a scuotere il capo, le spalle scosse dai fremiti del divertimento che serpeggiava nel suo corpo. «Oh, merda», replicò sottovoce, coprendosi il viso col palmo della mano. «Sei più sdolcinato di tuo padre».

    «Credevo mi frequentassi per il mio romanticismo», ridacchiò Jon. La tensione aveva cominciato ad allentarsi, e persino le spalle di Damian si erano rilassate un po'. Ed era un bene. Non gli era mai piaciuto vederlo rimuginare in quel modo.

    «No, solo perché sei un partner adeguato».

    «Oh, lo so che stai scherzando».

    «Sono mortalmente serio. Ora sta' zitto».

    «Da quando comandi tu?»

    «Da sempre. Sono più grande»

    «E io più alto». Jon rise sommessamente all'occhiataccia che gli venne lanciata, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo per soffocare l'ilarità. «Oh, D, quasi dimenticavo... domani verrà mia madre. Ha preso un permesso al Planet per poter essere qui. Vuole conoscere Tommy», disse con un sorriso, richiamando l'attenzione di Damian.

    «Grayson ti ha plagiato con i nomignoli?» chiese, e il modo in cui Jon si massaggiò il collo, colpevolmente divertito, parlò per lui. Così Damian scosse semplicemente il capo, arreso. «Va bene. Mi farà piacere vedere Lois», disse solo, abbassando lo sguardo sul bambino. Tommy - d'accordo, ogni tanto lo avrebbe chiamato così anche lui, e allora? - aveva di nuovo abbracciato il pupazzo di Zitka e si stava succhiando il pollice, e Damian si perse nell'osservarlo con l'ombra di un sorriso dipinto sulle labbra. Accidenti a quel bambino, riusciva a farlo sciogliere come burro e a gettare alle ortiche la sua stoica compostezza. Il giorno dopo avrebbe parlato con gli avvocati per i documenti di adozione, e... fu a quel punto che un pensiero gli balenò in testa. «Jon».

    «Mhn?»

    «Sei consapevole che dovremmo dirlo anche a mia madre, vero?»

    Poggiato contro di lui, a quella constatazione Jon sollevò una palpebra e rimase un secondo senza parole. «Oh». Incerto, aggrottò la fronte. «Suppongo che... sia... giusto?»

    «Lo adorerà», lo tranquillizzò nello sciogliersi da quell'abbraccio per dargli una pacca sulla spalla e stiracchiarsi, indicando il bagno qualche attimo dopo. «Ora fila con me sotto la doccia». Nel vedere il volto di Jon illuminarsi come un albero di Natale, arcuò un sopracciglio. «Non per quello che credi».

    «Merda».

    A quell'imprecazione - Jon imprecava raramente, quindi la cosa lo divertiva ogni volta -, Damian dovette ingoiare una risata per evitare di svegliare il bambino, sollevando un angolo della bocca in un ghignetto nell'avviarsi per primo verso la porta; si fermò sulla soglia con una mano sullo stipite, lanciando una rapida occhiata a Jon senza abbandonare l'espressione che si era dipinta sul suo viso. «Mhn. O forse puoi ancora farmi vedere cos'è rimasto dell'uomo d'acciaio», lo schernì nel socchiudere la porta del bagno sotto lo sguardo sconcertato di Jon.

    «Cos-- D!» si lagnò, correndogli dietro senza tanti complimenti mentre un raggio di luna carezzava il volto sorridente e addormentato del loro bambino
.






_Note inconcludenti dell'autrice
Eccoci qui con una nuova avventura, da qui in avanti prenderà piede il personaggio di Thomas. Ovviamente i fratelli di Damian lo vizieranno così tanto che Damian alla fine si arrenderà all'evidenza: ha fratelli idioti.
Comunque. La tutina di Freccia Verde è un riferimento al webtoon, lo adoro, è troppo divertente e mi fa sorridere ogni volta che lo leggo, quindi se ancora non lo avete fatto, cominciate a leggervi Batman: Wayne Family Adventures, perché fa davvero morire dalle risate
Ovviamente non poteva mancare Dick e il suo pupazzo preferito di quando era un bambino, come poteva non darlo a suo nipote? ‎ ‎E Jon? È un raggio di sole innamorato, lui e Damian potrebbero combattersi la mattina alla sera ma lui lo guarderebbe comunque con un sorriso sul viso con quela faccia scema che ha (il potere dell'amore è più potente di qualsiasi altra cosa, D! - Troppi film Disney ahah)

Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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