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Autore: simochan    25/11/2021    4 recensioni
ATTENZIONE: Il capitolo che state per leggere è da considerarsi parte della fanfiction "Clean Quiet Tale"; prima di leggerlo è opportuno quindi aver letto la ff in questione. Grazie.
Rabbia.
L'unico sentimento che riusciva a sentire in quel momento. Aveva allungato il percorso solo per sbollire il senso di repulsione che accendeva ogni fibra del suo corpo: casa non era lontana, ma non voleva tornarci tanto presto, perché sapeva che una volta chiusa la porta dietro di sé non ci sarebbe stata una scusa per ciò che le aveva detto appena pochi minuti prima...
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Rabbia.

L'unico sentimento che riusciva a sentire in quel momento. Aveva allungato il percorso solo per sbollire il senso di repulsione che accendeva ogni fibra del suo corpo: casa non era lontana, ma non voleva tornarci tanto presto, perché sapeva che una volta chiusa la porta dietro di sé non ci sarebbe stata una scusa per ciò che le aveva detto appena pochi minuti prima...

 

«È meglio se io e te non ci vediamo per un po'.»

 

Idiota. Perché le aveva detto una cosa simile, quando era chiaro che non avrebbe aspettato troppo tempo prima di desiderarla ancora, di desiderare la sua compagnia?


"So tutto degli uomini, e tu non sei diverso dagli altri."


Un'altra scarica elettrica percorse il suo corpo, procurandogli dolore. Sentiva i suoi denti sull’orlo di scheggiarsi, tanto era serrata la sua mandibola; le unghie scavavano la carne dei suoi palmi, le nocche chiedevano un volto su cui sfogarsi, le gambe un attimo di fiato dal passo slanciato carico di frustrazione...

Che cosa volevano dire le sue parole? La conosceva dai tempi delle elementari, era sempre stata una bambina timida e schiva... possibile che si fosse sbagliato, che Hinata avesse avuto altre esperienze al di fuori di lui?


«Dannazione.»


Imprecò più e più volte, sbraitò frasi sconnesse piene di odio, si arrovellò il cervello e continuò così ancora e ancora, svoltando per i vicoli silenziosi di una sera di primavera fatta di abbai lontani e di lampioni sfarfallanti.

Era così carina. Lo sentiva a tratti, ma il suo profumo di vaniglia e gelsomino era ancora palpabile sulla divisa militare: quasi si vergognava di tutti i pensieri lascivi che aveva avuto su di lei una volta avuta davanti, con quel suo visino dolce e ingenuo, quel rossore che abbelliva la punta delle sue piccole orecchie, come piccole e affusolate erano le sue mani, e morbido il suo corpo minuto...

Di che colore era il suo vestito?

La loro festa di fidanzamento. Ci sarebbe stato ancora un fidanzamento? Possibile che Naruto non riuscisse a pensare prima di aprire bocca?

«È meglio se io e te non ci vediamo per un po’... razza di idiota! Che diamine ti dice il cervello?! Sei un vero coglione!» Diede un pugno ad una staccionata senza smettere di camminare. «Lei sa... sa cosa!? Che cosa sa degli uomini, si può sapere!? Mi vuole far credere di aver fatto sesso con qualcuno senza che suo padre lo venisse a sapere!? E che io mi sono trattenuto per niente!?»


“Sei come tutti gli altri.”


Finalmente si fermò. Era in mezzo a una strada semideserta e poco illuminata, da solo.

Lanciò un grido di rabbia verso la volta celeste nel tentativo di ribellarsi a quel senso di inutilità a cui era soggetto. Si ficcò le mani in tasca e continuò la sua sfilza di imprecazioni, finché anche Kurama, il demone volpe che risiedeva in lui, non si svegliò piccato:


«Fai un chiasso infernale per nulla.»


Si scusò. In fondo Kurama aveva ragione: ormai ciò che era fatto era fatto e non poteva rimediare.

No. Non era lui che doveva chiedere scusa. Hinata gli aveva mentito, gli aveva tenuto nascosto che non era contenta, che si vergognava di lui e di quella decisione presa da solo: Hinata si meritava di più. Come aveva potuto pensare che lei sarebbe stata felice di vivere in una casa modesta? Lei, che proveniva da una delle casate nobiliari più ricche di tutta la regione?

Oltretutto non si fidava di lui.

Tirò fuori dalla tasca il biglietto che Hinata aveva tenuto di nascosto, timoroso che la sua sorpresa non si sarebbe più potuta attuare, e nel farlo si ritrovò tra le mani anche l’atto della tenuta nobiliare che suo futuro suocero aveva voluto regalargli...

«Porca puttana.»

Stracciò il foglio con foga e se lo rimise in tasca, proseguendo a passo incerto verso casa. Aveva camminato abbastanza, quella sera.






 

Clean Quiet Tale - Naruto's cut. Fine.


N.d.A

Cercando tra i vari documenti ho scoperto questo capitolo mai caricato, e la voglia di condividerlo con voi è stata troppa: mi ricordo di aver deciso di non aggiungerlo alla storia principale perché stonante con il resto della scena, che doveva essere incentrata su Hinata e sulle sue riflessioni. Rileggendo il capitolo, però, mi sono ritrovata a sorridere, pensando che sarebbe stato carino condividere con chi ha amato la ff uno spezzone, un retroscena, di quello che ha provato Naruto subito dopo la disastrosa festa di fidanzamento.
Un enorme grazie a chi, leggendomi, ha saputo apprezzare l'ingarbugliata vicenda.
Un immenso abbraccio.

simochan

 

  
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