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Autore: Solitary_soul_    26/11/2021    1 recensioni
L'errore di una notte può perseguitarti per tutta la vita, ma tutte le bugie prima o poi giungono ad un capolinea.
Dal testo:
«Signora... non è affar mio immischiarmi nei suoi affari, ma se vuole avere una possibilità di salvare sua figlia deve contattare il vero padre della ragazza» Con quelle parole si era aperto il vaso di Pandora.
Aveva scoperto che la genetica le aveva giocato un brutto scherzo.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Settembre 2005
Hermione Granger era felicemente sposata con Ronald Weasley, lavorava all'ufficio per l'applicazione delle leggi magiche, pianificava una famiglia e una carriera florida.
Quello sembrava l'ennesimo caso di uso improprio della magia, era stata trovata una moto incantata. Era in grado di volare ed attivare delle passaporte anche a distanza. Se lasciata nel mondo babbano poteva essere molto pericolosa, chiunque avrebbe potuto attivarla per errore.
Risalire al proprietario era stato un lavoro abbastanza facile, era di un babbano di mezza età che per risparmiare sul passaggio di proprietà l'aveva venduta senza dichiararlo. La descrizione dell'acquirente era stata talmente dettagliata che trovarlo era stato ancora un giochetto da ragazzi, in fondo il disegno che era stato fatto per l'identikit era pari ad una fotografia e il soggetto lo conosceva molto bene. Non c'erano molti maghi biondo platino, dal viso appuntito, occhi glaciali e con un teschio da cui esce un serpente tatuato sull'avambraccio. Si era presentata a casa sua il giorno stesso con una squadra di Auror per arrestarlo. Non era un reato così grave da farlo finire in carcere, ma di prassi doveva venire portato al ministero e interrogato. Solamente dopo, davanti al wizengamot sarebbe stata decisa la sua pena, probabilmente se la sarebbe cavata con una semplice multa. Non era certo un problema per lui pagarla, la sua famiglia era ancora molto ricca.
Era entrata in casa sua con un mandato ed era stata ben felice di mettergli le manette elencandogli i suoi diritti, Draco non aveva opposto la minima resistenza consapevole che tanto non ne avrebbero subito le conseguenze. Il suo comportamento la faceva imbestialire ma doveva tenere presente il suo ruolo e restare impassibile.
Erano rimasti solo loro due in sala interrogatori, Draco la guardava sprezzante come ogni volta e per quanto lei cercasse di mantenere aveva la capacità di farle perdere le staffe con un solo sguardo. Hermione non disse una parola, gli mise davanti la fotografia della moto incantata, una Ducati Panigale rossa.
«Bella vero? Quello sciocco babbano me l'ha venduta senza fare domande quando gli ho fatto vedere due sacchetti di monete d'oro» Sorrise soddisfatto prendendo la foto tra le dita. La donna scosse la testa.
«Quindi ammetti che sia tua... mi spieghi come fai ad essere così irresponsabile?! L'hai incantata, se qualche babbano l'avesse scoperto?» era quasi sconcertata dalla faccia tosta del suo ex compagno di scuola, non si spiegava come potesse essere così immaturo.
«Rilassati Granger la vita è una sola» la beffeggiò lasciando cadere la foto sul tavolo.
«E tu metti a rischio quella di tutti noi per il tuo divertimento?» proprio non riusciva a comprenderlo.  Si alzò dal tavolo facendo avanti e indietro nella stanza nervosa, cercava le parole giuste per accusarlo e fargli capire quanto fosse grave.
«Non ho fatto del male a nessuno, un po' di sano divertimento ogni tanto fa bene. Dovresti provate a divertirti anche tu ogni tanto, magari ti leveresti quella scopa dal culo per cinque minuti» la donna rimase a bocca aperta prima di esplodere.
«Ma come ti permetti! Se qui c'è qualcuno con una scopa in culo al massimo sei tu, con quei tuoi completi di lusso, le serate di gala ed il tuo atteggiamento di superiorità verso il resto del mondo!» sbattè le mani sul tavolo puntandogli il dito a pochi centimetri dalla faccia.
«Quelle cose mi sono state imposte e lo sai benissimo! Tu invece, la tua vita "perfetta" te la sei scelta. Ma sei veramente felice con lenticchia? Sei felice senza avventura? È questo quello che vuoi?» Hermione era sconvolta, quell'uomo non aveva alcun diritto di dire quelle cose. Soprattutto di farle quelle domande.
«Imposte un cazzo, hai scelto tu la tua strada. E lo fai ancora, non osare mai più fare la predica a me!» il suo sguardo vacillò qualche secondo sentendosi accusare, ma alla fine l'uomo scoppiò in una risata amara e spostò il dito che ancora si trovava a pochi centimetri da lui.
«Dimostrami che mi sbaglio allora. Dimostrami che sei felice della tua monotonia» l'uomo era strano, non lo aveva mai visto così prima. Non che si fossero visti molto negli ultimi anni.
«Io non devo dimostrati proprio nulla!» Hermione aveva perso definitivamente la pazienza. Era Malfoy quello sotto accusa, non lei. Non comprendeva come e perché si fosse ribaltata la situazione.
«Come pensavo, non sei la donna che conoscevo» Hermione scoppiò a ridere, si spostò dall'altra parte della stanza prendendo le distanze.
«Tu? Conoscermi? Questa si che è bella Malfoy, l'unica cosa che sai di me probabilmente è che sono figlia di babbani e questa cosa credo che tu me l'abbia rinfacciata abbastanza» l'uomo piegò la testa su un lato osservando attentamente la figura esile della donna dalla parte opposta della stanza, si alzò raggiungendola in poche falcate.
«Davvero credi sia l'unica cosa che sappia di te? Vogliamo iniziare dal tuo primo bacio? Avevi 15 anni e l'hai dato a quel Krum. I tuoi genitori fanno i dentisti, da noi non è un granché ma per i babbani è un buon lavoro. Dopo la guerra sei tornata a scuola perché tenevi molto ai tuoi studi, mentre San Potter e Lenticchia hanno iniziato subito l'addestramento. Ti sei diplomata con il massimo dei voti. Hai sposato il rosso, il quattrocchi era il tuo testimone. Devo continuare?» si era fatto pericolosamente vicino alla donna, la guardava diritto negli occhi e lei si sentiva strana. Aveva paura di lui? No. Non aveva paura ne era fastidiosamente incuriosita. Come sapeva tutte quelle cose su di lei? Perché gli interessavano?
«Che cosa vuoi da me?» indietreggiò la donna trovandosi con le spalle contro il muro. Draco si fermò a pochi centimetri passandole le dita tra i capelli.
«Un avventura, dimostrami che non ti mancherà la tua vecchia vita» Hermione avrebbe voluto spingerlo via, ma qualcosa le impediva di farlo. C'era qualcosa di strano nel suo sguardo un urgenza che non gli aveva mai visto. Contro ogni logica gli accarezzò il viso.
«Va bene» accettò la donna tirando via la mano. L'uomo parve parzialmente soddisfatto di ciò che aveva ottenuto, ma gli nascondeva qualcosa, lo sapeva bene e avrebbe scoperto di cosa si trattava.
Passarono inosservati per il ministero,  raggiunsero i magazzini dove tenevano gli artefatti sequestrati. Trovare la moto che aveva modificato Draco non era stato difficile e l'uomo vi salì immediatamente. Il veicolo rispose al suo tocco accendendosi, il motore sembrava fargli le fusa. Fece comparire due caschi, uno lo indossò subito e l'altro lo porse alla donna.
Hermione lo studiò intimorita, non era mai salita su una moto. Prese un bel respiro e indossò il casco, si sedette dietro di lui tenendosi alla coda della moto. Draco le prese le mani e gliele fece passare attorno alla vita, si strinse contro la sua schiena, riusciva a sentire il suo battito accelerato anche attraverso i vestiti.
L'uomo fece da perno con la ruota anteriore e con un accelerata improvvisa girò la moto e sfrecciò fuori. Come uscì in strada accelerò facendo lo slalom tra i veicoli in strada. La donna era spaventata, ma le piaceva quella sensazione doveva ammetterlo. Hermione gli aveva praticamente affidato la sua vita tra le mani, una serata folle. Mai avrebbe immaginato di trovarsi in quella situazione.
Malfoy svoltò in un vicolo stretto e buio, sfrecciò a tutto gas. Hermione per un istante pensò che volesse schiantarsi contro il muro alla fine della stradina, e fino a pochi metri prima dello schianto ne ebbe quasi la certezza. Chiuse gli occhi stringendosi di più, Draco con un colpo brusco sollevò la moto su una ruota sola e con un altra accelerata si librò in aria. Volarono sulla città, allontanandosi dalle mille luci nell'oscurità della notte. Era bello lassù, il silenzio era rilassante. Sentivano solamente l'aria scompigliargli i capelli.
Volarono per qualche ora fino ad un paesino al sud. Atterrarono davanti ad un pub molto moderno, in completo contrasto con il resto del luogo. Le facciate di mattoni venivano improvvisamente interrotte da alte lastre di marmo bianco illuminate da diverse luci colorate, l'insegna era d'oro scritta in corsivo molto elegante. Il locale "The hero" era davvero incredibile, al centro del salone principale c'erano degli artisti che si stavano esibendo in complicate figure magiche a tempo di musica. Dalle loro bacchette partivano scintille rosse, blu, gialle e viola che li avvolgevano e danzavano insieme a loro, uno spettacolo senza eguali. Si accomodarono in un tavolo appartato e presero un drink. Hermione lo guardava di sottecchi studiando ogni sua mossa mentre sorseggiava il suo Drink.
«Cosa ci facciamo qui Malfoy?» sospirò alla fine poggiando il bicchiere quasi vuoto sul tavolo. Osservò il liquido marroncio auto-mescolarsi per magia nel bicchiere poi posò lo sguardo in quello dell'uomo, la stava guardando. Vedeva ancora quella piega strana nei suoi occhi, ma sorso dopo sorso sembrava rilassarsi.
«Ci godiamo la vita Granger, alla salute!» alzò il bicchiere e lo allungò verso la compagna, in attesa che questa ricambiasse il gesto. Hermione rimase interdetta qualche secondo chiedendosi cosa stava facendo, era una follia e se qualcuno l'avesse scoperta sarebbe stata licenziata, per non parlare dei problemi che avrebbe avuto con Ron quando sarebbe venuto a sapere che aveva passato la serata con Draco. Sfidò se stessa, afferrò il bicchiere e lo scontrò contro quello del biondo per poi finire il liquido al suo interno in un solo sorso.
«Un altro per favore!» alzò subito il braccio richiamando l'attenzione del cameriere che prontamente gli rabboccò il bicchiere. Bevve anche quello in pochi sorsi sperando che l'alcol iniziasse a fare effetto e riuscisse a coprire le fastidiose vocine nella sua testa che le urlavano di tornare a casa subito. Guardò l'orologio al suo polso, erano quasi le 2 del mattino. Forse doveva dare retta alla sua coscienza e lasciare quel biondo da solo nel bar, in fondo non gli doveva nulla. Eppure non voleva, per la prima volta dopo anni si sentiva di nuovo libera.
Draco era già al terzo giro e nonostante ciò sembrava più che lucido, reggeva piuttosto bene. L'uomo si alzò dalla sua sedia porgendole la mano, lei lo guardò stranita.
«Balla con me» Draco le rivolse un leggero sorriso e lei alla fine acconsentì lasciandosi portare in mezzo agli artisti.
L'uomo la strinse contro di lui passandole una mano dietro la schiena, con l'altra le teneva la mano e conduceva i movimenti. Gli artisti avevano iniziato a creare dei nastri magici colorati attorno a loro, li avevano avvolti e danzavano in mezzo a loro. Sarà stato l'effetto dell'alcol che aveva in corpo ma quella serata era forse la più bella che aveva passato nella sua vita, guardava Draco con occhi diversi. Sotto le luci colorate le era sembrato quasi un altra persona, i suoi lineamenti sembrava si fossero persino addolciti ed i suoi occhi grigi riflettevano ogni colore come un arcobaleno limpido in cui non vedeva l'ora immergersi e scoprire dove portasse.
C'era qualcosa in lui che le faceva dimenticare ogni cosa, guardando i suoi occhi vedeva l'infinito in un momento. Qualcosa di così meraviglioso da sembrare irreale. Ma forse era solo il frutto di un attimo di debolezza e dalle sostanze inibitore che ormai le scorrevano nelle vene. Poggiò la fronte contro la sua spalla e si lasciò cullare dal ritmo calmo e dai movimenti lenti del biondo. La musica cambiò diventando più ritmata e l'uomo iniziò a movimentate il ballo facendola roteare su se stessa, risero euforici entrambi, la prese per mano e dopo l'ennesima spinta la afferrò dalla schiena facendole fare un casquè.
Finirono a pochi centimetri l'uno dall'altra, entrambi con il fiato corto per il ballo appena fatto. Fu un attimo e il biondo azzerò le distanze premendo le labbra sulle sue. D'impulso rispose a quel contatto come se fosse la cosa più naturale del mondo.
In quel momento il mondo attorno sembrò sparire, rimasero solo loro due, da soli al centro dell'universo. Una sensazione di calore la avvolse, sentì il cuore fare le capriole nel suo petto, era come se solo in quel momento avesse respirato per la prima volta.
Ma la realtà le si abbatté addosso come un fiume in piena, per quanto si sentisse a casa in quel momento quello non era il suo posto.
Si staccò da lui tornando di corsa al tavolo e bevendo un sorso dal bicchiere, riprese fiato tenendosi alla sedia. Draco la raggiunse restando comunque a debita distanza. Hermione si sentiva tutto sottosopra, come se le fosse esplosa una bomba nello stomaco. Aveva baciato un altro uomo, uno che non era suo marito, lo aveva tradito. Si voltò guardando Draco incerta, lui stava studiando ogni suo movimento.
Il suo sguardo si soffermò sulle labbra che aveva appena avuto il piacere di provare, mai si era sentita così prima. Forse non era più lucida, ma le loro bocche unite sapevano di libertà.
«Al diavolo!» scattò la donna gettandogli le braccia al collo e baciandolo. Stava facendo l'errore più grande della sua vita e ne era pienamente consapevole. Draco non perse tempo e l'afferrò per i fianchi facendola scontrare contro di lui, entrambi sembrarono aver perso il senno della ragione. Il pub "the hero" aveva anche delle camere, quasi ringraziarono di essere riusciti ad arrivare fino ad una di esse con ancora i vestiti addosso.

La mattina dopo fu una tra le più brutte della sua vita. Si svegliò abbracciata ad un uomo di capelli biondo platino e non i soliti rossi che vedeva ogni giorno. Era stata a letto con lui, lo ricordava benissimo. Come avrebbe potuto dimenticare quello che era successo? Era stata la notte più bella della sua vita. Il sesso più bello della sua vita. L'errore più grande che avesse mai fatto. Si alzò dal letto cercando di non svegliare Draco, raccolse i suoi vestiti sparsi per la stanza. Milioni di piccoli flashback della notte appena passata le riaffiorarono alla mente, come le labbra di Draco che scoprivano ogni centimetro del tuo corpo, solo il pensiero le fece venire la pelle d'oca.
«Quindi è così che finisce? Con te che scappi?» la voce ancora assonnata dell'uomo l'aveva presa alla sprovvista come una secchiata d'acqua gelata. Si voltò lentamente trovando Draco seduto nel letto che la guardava. Poteva vedere il suo petto ricoperto dalle cicatrici, le stesse che durante quella lunga notte si era presa il disturbo di studiare accuratamente, in ogni loro dettaglio e ne era rimasta incantata. Quel disegno doloroso le si era stampato nel cuore e mai lo avrebbe rimosso.
«Cosa ti aspettavi? Sono sposata» si sentiva in colpa, non per quello che era successo, ma perché avrebbe voluto restare lì. L'uomo scosse il capo.
«Non mi pare che questo ieri sera ti abbia fermato dal venire con me, più e più volte se ben ricordo» le sue parole dicevano la verità. Questo la feriva e ferivano lui.
«Cosa vuoi da me Draco?» gli si avvicinò lentamente quasi era spaventata dalla sua vicinanza. Consapevole che mantenere il controllo non sarebbe stato facile. L'uomo si alzò raggiungendola e la prese per le spalle.
«Ammettilo. È questa la vita che vuoi! Io e te, sai che potremmo fare cose incredibili, ogni giorno sarebbe un avventura. Una vita che merita di essere vissuta» la scosse leggermente. Sentì l'urgenza nella sua voce, avrebbe voluto baciarlo ancora e ancora ma era sbagliato.
«Draco basta. Non è vero» Si scansò allontanatosi da lui con le lacrime agli occhi.
«Io amo Ron, voglio stare con lui e creare un futuro insieme!» mentiva sia a lui che a se stessa, ma era l'unica cosa che potava fare.
«Menti. Lo sappiamo entrambi» era vero, il biondo si passò una mano tra i capelli nervoso. La donna lo osservava piangendo in silenzio, cosa le aveva fatto? Perché si sentiva in quel modo?
«Dannazione Granger! Siete tutte uguali, voi e la vostra idea di futuro perfetto! Io non voglio questo, io non voglio sposarmi e non voglio diventare padre!» esplose lui allontandosi. Hermione era confusa da ciò che aveva appena detto.
«S-sposarsi? Diventare padre? Ma di cosa parli?» ragionò ad alla voce facendo un paio di passi indietro.
« Oh mio Dio... Che figlio di puttana, ecco perché eri così strano! Sei venuto a letto con me solo per dimenticare i tuoi problemi» realizzò sconvolta. Non solo aveva tradito Ron, ma anche una povera donna innamorata di Draco e che portava in grembo il loro bambino.
«No! Ascoltami, non è come credi. Mi obbligano i miei genitori a sposarla!» tutto ciò che stava dicendo andava solo a peggiorare ulteriormente la situazione.
«Obbligarti?! Quindi avresti lasciato una donna che TU hai messo incinta a crescere da sola tuo figlio?! Ma che razza di persona sei?!» Hermione era disgustata da quel atteggiamento spregevole.
«Certo che no! Io... non voglio passare la mia vita con lei» era terrorizzato, glielo leggeva in volto. Non sapeva cosa fare ed Hermione fece l'unica cosa logica in quel momento, finì di raccogliere le proprie cose e si diresse verso l'uscita.
«Vai da lei ed assumiti le tue responsabilità, è ora di crescere Draco» con quelle parole se ne andò lasciandolo solo nei suoi pensieri.
Quella notte rimase un ricordo segreto tra loro due, nessuno avrebbe mai saputo la verità. O almeno così pensavano.

Presente
Si trovava accanto al corpo inerme di sua figlia, aveva un colorito quasi giallognolo. Dall'altro lato del letto d'ospedale c'era suo marito che stringeva la mano della ragazza. Non sospettavano nulla, aveva iniziato a stare male all'improvviso e successivamente ricoverata d'urgenza. Aveva avuto un collasso, non sapevano la ragione ma il suo corpo aveva ridotto drasticamente la produzione di globuli rossi , necessitava un trapianto di midollo. Avevano subito effettuato un test per la compatibilità ed ora stavano attendendo i risultati.
Venirlo a sapere in quel modo era stato terribile, ogni sua certezza era crollata quando il medico l'aveva presa da parte per parlare.
«Signora... non è affar mio immischiarmi nei suoi affari, ma se vuole avere una possibilità di salvare sua figlia deve contattare il vero padre della ragazza» Con quelle parole si era aperto il vaso di Pandora.
Dopo quella ormai lontana notte entrambi andarono avanti con loro vite, tre mesi dopo Hermione scoprì di essere incinta. Nonostante un minimo dubbio iniziale, era stata certa della paternità della piccola Rose subito dopo averla vista. Aveva il colore dei capelli di Ron ed i suoi occhi azzurri. Due anni dopo era arrivato anche Hugo, e la sua famiglia sembrava perfetta.
Draco era tornato a casa, si era assunto le sue responsabilità da padre e aveva sposato Astoria, aveva imparato ad amarla ogni giorno di più fino a quando una terribile malattia gliela portò via.
Ma ora aveva scoperto che la genetica le aveva giocato un brutto scherzo. I capelli rossi della ragazza non erano dovuti al corredo genetico di Ron. Non era suo padre.
Osservò suo marito preoccuparsi per quella che considerava sua figlia, aveva combinato un bel casino. Sola con i suoi pensieri capì che nonostante avesse provato a dimenticare quella notte che con tutte le sue forze, ora le presentava il conto. Draco era il vero padre di Rose ed era l'unica speranza per salvarle la vita.
Era davanti a quella porta tremante e spaventata a morte, ma non le importava della tempesta sotto la quale si trovava. La verità faceva male ma doveva dirla per salvarla e lei era sua figlia, loro figlia. Doveva saperlo.
«Hermione? Che ci fai qui?» Le aprì la porta, Draco sembrava parecchio confuso da questa visita inaspettata.
«Devi fare un test di compatibilità per la donazione di organi e midollo» cercò di andare diritta al punto ma era evidente che non fosse quello.
«Io cosa? Perché dovrei? Granger ti prenderai un malanno così, vieni dentro» la prese per mano e la trascinò dentro casa.
«Rose, ha bisogno di un trapianto o morirà» le sfuggì una lacrima, la paura di perdere la figlia era troppa.
«Mi dispiace molto, Hermione. Ma io che centro con tutto ciò ?» domandò seguendo la donna che aveva preso a vagare avanti e indietro per la strada fino a quando non si fermò di scatto.
«Quella notte di quasi 17 anni fa...» non ebbe il coraggio di continuare la frase, ma non ce ne fu bisogno entrambi sapevano benissimo a cosa si stava riferendo.
«È impossibile... Ma lei è... Dimmi che stai scherzando, ti prego» la donna scosse leggermente il capo.
«Hai aspettato 17 anni per dirmelo?!» l'uomo battè un pugno contro il muro per scaricare la tensione, ma definirla un azione inutile era poco. Come poteva
«Draco...» sussurrò appena tra i singhiozzi.
«Dopo tutto questo tempo ti presenti alla mia porta dicendomi che Rose è mia figlia! Come cazzo ti aspetti che reagisca Granger!» era sconvolto, si passò una mano sulla barba incolta nervoso iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza.
«Non sapevo fosse tua figlia! Io non sono compatibile e Ron... sei suo padre Draco, ti prego» lasciò che le lacrime scendessero incontrollate. Hermione barcollò fino al muro più vicino e si sedette contro di esso. Non erano pronti a tutto ciò, nessuno dei due.
«Weasley lo sa?» Draco non sapeva cosa pensare eppure quella domanda lo tormentava. La donna scosse il capo
«Non lo deve sapere» Hermione nascose il viso tra le mani piena di vergogna. Draco la guardò sorpreso, forse di tutta la situazione, quella era la cosa peggiore che gli era stata detta.
«Hermione dannazione, se fossi compatibile e potessi salvarla come credi nasconderai la cosa? "Un donatore anonimo"?» lei rimase in silenzio confermando ciò che aveva detto, alzò solamente lo sguardo incontrando quello di Draco che l'aspettava impaziente, stava soffrendo quanto lei.
«Ron sarà anche un coglione ma l'ha cresciuta. Lui è suo padre. Io non sono nessuno per lei, però se è mia figlia... vorrei almeno avere la possibilità di conoscerla meglio» Avrebbe voluto correre da lui, abbracciarlo e lasciarsi cullare tra le sue braccia finché quell'incubo non fosse finito. Draco si avvicinò cautamente a lei, accarezzandole il viso. Le bastò quel piccolo gesto per farla calmare, smise di piangere e si concentrò solo su di lui. Ancora una volta, il mondo attorno a loro sembrò sparire.
«Dimmi che in questi 17 anni non hai ripensato ogni giorno a quella notte, dimmi che i miei baci non ti tormentavano ogni volta che eri con lui, dimmi che sei felice, che sei andata avanti e mi hai dimenticato. Dillo e farò quello che vorrai tu, resterò anonimo e quando Rose starà meglio, sparirò dalle vostre vite» era sincero, forse non lo era mai stato così tanto come in quel momento. Hermione si piegò in una smorfia di dolore, se avesse mentito nulla nella sua vita perfetta sarebbe cambiato. Ma era quello che voleva?
«Sai che non posso farlo...» Draco celò un leggero sorriso, si alzò e le porse la mano aiutandola ad alzarsi da terra.
«Andiamo a salvare nostra figlia, affronteremo tutto insieme» erano spaventati dalle conseguenze che ne sarebbero scaturite, ma questa era solo una nuova avventura.

 

   
 
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